L' Honda anomala: Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate
Di Pietro Ratto
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Dicembre 2010, Questura di Torino. Un ispettore della Digos scopre, tra i documenti in possesso del suo sovrintendente, una lettera anonima mai vista prima. Poche righe su un foglietto che alludono a responsabilità quanto meno scomode, e che delineano scenari davvero inquietanti, relativamente alla Strage di via Fani.
L'ispettore Rossi decide di vederci chiaro e di cominciare a indagare, senza lasciarsi spaventare dalle prevedibili difficoltà che lo attendono. Riportando così sotto i riflettori una pista troppo spesso lasciata in ombra da Procure, Commissioni parlamentari e mass media. E regalando al lettore una nuova occasione per riflettere sugli innumerevoli retroscena di quella tragica mattina del 16 marzo 1978.
Un saggio "raccontato", che si legge tutto d'un fiato e che intreccia le avventurose fasi dell'indagine dell’ispettore, con l’accattivante rassegna di alcuni dei molti fatti e dei moltissimi dubbi, relativi all'agguato Moro.
Pietro Ratto
Pietro Ratto è filosofo, saggista, giornalista e scrittore. Laureato in Filosofia e Informatica, è professore di Filosofia, Storia e Psicologia. Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri e ha vinto diversi premi letterari di Narrativa e Giornalismo ed ha partecipato a svariati Convegni filosofici. In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020). In ambito storico ha scritto: Cronache di una pandemia. I primi nove mesi di un incubo (2020), L'Industria della vaccinazione- Storia e contro-Storia (2020), Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L'Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019) e Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020). Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata Programma dIstruzione (2020). Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un affollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo. Dal 2019 amministra una piattaforma di contenuti di aggiornamento e approfondimento delle tematiche affrontate nei suoi libri, BoscoCeduoPro.
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L' Honda anomala - Pietro Ratto
Pietro Ratto
L’Honda anomala
Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate
Edizione aggiornata 2022
Storia e politica
© Bibliotheka Edizioni
Via Val d’Aosta 18, 00141 Roma
tel: +39 06.86390279
info@bibliotheka.it
www.bibliotheka.it
I edizione, Marzo 2017
Isbn 9788869342356
È vietata la copia e la pubblicazione, totale o parziale,
del materiale se non a fronte di esplicita autorizzazione
scritta dell’editore e con citazione esplicita della fonte.
Tutti i diritti sono riservati.
Disegno di copertina: Paolo Niutta
www.capselling.it
Pietro Ratto
Filosofo, storico, giornalista, musicista e scrittore, Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri.
In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020) e BoscoCeduo - La rivoluzione comincia dal principio (2022).
In ambito storico e giornalistico ha scritto: Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019), Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020), L’industria della vaccinazione. Storia e contro-Storia (2020), Cronache di una pandemia - I primi nove mesi di un incubo (2020), Lobbying (2021) e Da Berlino a Kabul. La lunga scia di sangue dell’11 settembre (2021).
Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi, Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata Programma dIstruzione (2020) e all’audiolibro Parole e Musica (2020), che alterna riflessioni a suoi brani musicali.
Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un seguitissimo, canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo.
Dal 2019 amministra una piattaforma di contenuti di aggiornamento e approfondimento delle tematiche affrontate nei suoi libri, che si chiama BoscoCeduo Pro (www.boscoceduo.it/pro).
L’ispettore
Benché una lettera stampata non è tutto quello che si possa desiderare,
tu non puoi immaginare quale manna dal cielo sia per me.
La leggo e la rileggo: ci penso su…
Aldo Moro
(Lettera alla moglie)
«Che cos’è?»
L’ispettore era stanco morto. Erano gli ultimi giorni dell’anno, dopotutto. Fuori, un’aria di festa particolarmente contagiosa serpeggiava per le strade del centro. Torino si preparava ad entrare nel nuovo anno: il 2011.
Il sovrintendente gli lanciò addosso un’occhiata imbarazzata: «È… una lettera, ispettore.»
Una risposta inutile, a ben pensarci, dato che il suo superiore era già completamente immerso nella lettura di quel pezzo di carta un po’ spiegazzato, frettolosamente estratto da una busta trasparente. Una busta di nylon formato A4, di quelle da raccoglitore, che conteneva anche qualcos’altro.
L’ispettore Rossi divorò in un battibaleno quelle poche righe; poi, dopo aver alzato un attimo uno sguardo interrogativo su quello impacciato del suo sovrintendente, si affrettò a tirar fuori dalla busta anche il secondo foglio, che aprì scuotendolo vigorosamente con la mano destra. Un verbale di acquisizione redatto dalla Squadra mobile e datato 24 novembre 2010.
«Immagino che voglia fornirmi qualche spiegazione, sovrintendente…»
«Cosa posso dirle, ispettore…»
«Per esempio, il motivo per cui questa lettera, a distanza di più di un mese, non sia stata protocollata. Per esempio, perché mai io non ne abbia mai sentito parlare, o perché sia stata consegnata dalla squadra mobile a questa nostra sezione, invece che all’antiterrorismo!»
«Mi spiace, ispettore Rossi… Era rimasta sepolta tra tutte queste carte… Stavo facendo il trasloco di tutti i documenti stipati sulla mia scrivania e… Quanto poi al motivo per cui sia stata assegnata qui, alla sezione investigativa… non lo so, non so proprio cosa dire…»
«Si tratta di una lettera anonima. L’autore si rivolge a dei giornalisti…»
«Sì: è stata recapitata alla redazione de La Stampa, che l’ha girata subito alla polizia…»
Il sovrintendente accennò una timida occhiata all’orologio a parete, appeso proprio di fronte a lui.
Il tempo stringeva: doveva al più presto prender servizio presso la nuova sezione a cui era stato trasferito.
«Si rende conto che qui si fa riferimento alla strage di via Fani? Mi sembra evidente che chi ha scritto ‘sta roba sia a conoscenza di qualcosa di grosso, no? E qui cosa succede? Qui, in DIGOS, nessuno si preoccupa nemmeno di protocollarla? Lei, soprattutto, sovrintendente! Questi documenti sono stati assegnati a lei, no?»
«Non ho parole, ispettore… Non so proprio darle una spiegazione. Una mia dimenticanza. Forse… forse ho sottovalutato l’importanza di questa…»
«Per ora vada, sovrintendente. Ne riparleremo. La saluto.»
«Buona serata, ispettore.»
Rossi si alzò, raggiungendo lentamente la finestra.
Le vetrine dei negozi lampeggiavano festose, proiettando i loro mille colori sui neri marciapiedi affollati. Si stava facendo buio, ancora una volta.
Tornò ad abbandonarsi sulla sedia. Un altro giorno di duro lavoro volgeva al termine. Era così che il tempo passava. Era così che invecchiava, accidenti! Cinquantatrè anni suonati e ancora tutta la voglia di un tempo di andare a fondo nelle cose, di vederci chiaro… Com’eran lontani i tempi di Poggio Rusco. Gli anni della Folgore, per capirci; la mitica Brigata paracadutisti! Terzo battaglione, di stanza a Pisa. Fantastico. Un periodo entusiasmante, niente da dire! Passato poi direttamente nelle Guardie di Pubblica sicurezza, Rossi aveva trascorso un anno intero al Nucleo volanti. Poi era finito alla DIGOS, prestando servizio fino al 1993. Altri tredici anni all’antiterrorismo, successivo trasferimento alla polizia criminale e alla sezione piemontese della Criminalpol, infine il ritorno in DIGOS. Lì aveva ricoperto diversi ruoli, incluso quello di responsabile del settore informativo sul mondo del lavoro in un periodo di fuoco: nientemeno che i terribili anni del delitto Biagi. Infine l’avevano promosso vicecoordinatore della sezione investigativa, incarico che aveva tutta l’aria di essere l’ultimo, prima del pensionamento. Tutta una vita dedicata alla giustizia e alla legalità… Che risultato poteva dire di aver raggiunto? Quale contributo oggettivo era riuscito a dare, con tutto quel suo impegno, alla lotta contro il terrorismo e contro la criminalità?
Si voltò a guardar l’ora. Poi, emettendo lentamente un sospiro stanco e profondo, si alzò e si diresse verso la porta dell’ufficio, inforcando al volo il cappotto.
Sul punto di varcare la soglia, l’ispettore si arrestò di colpo. Si voltò e rientrò velocemente nella stanza, avventandosi sulla scrivania e afferrando d’un soffio quella busta trasparente, con tutto il suo misterioso contenuto.
In tanti anni non si era mai portato a casa del lavoro da sbrigare, fino a quella sera. Ma questa volta aveva una voglia matta di esaminare, con tutta calma, quella strana e intrigante missiva.
La verità sepolta
Quando si dice la verità, non bisogna dolersi di averla detta.
La verità è sempre illuminante.
Ci aiuta ad essere coraggiosi.
Aldo Moro
(Ultimo discorso pubblico ai parlamentari democristiani)
«Si accomodi pure, giovanotto. Con quale argomento ha deciso di iniziare il suo esame?»
«Vorrei partire con Storia. Col delitto Moro, precisamente.»
Il commissario esterno sbigottì.
«Siete arrivati così avanti nel programma? Bene, bene. Cominci pure.»
«Dunque… io mi sono concentrato soprattutto su questo argomento, perché mi affascina molto l’idea di una vicenda di cui, come dire… non si sa quasi nulla. Io mi ci sono appassionato, invece… Da almeno un anno. Ho letto tutto quel che mi è capitato a tiro, su questo tema.»
«Bene, bene. Abbiamo un interesse in comune, allora. Dunque… Provi a spiegarsi meglio. Cosa intende, dicendo: una vicenda di cui non si sa nulla? Ci sono state molte inchieste, svariati processi, come lei sa.»
«Sì, ma come per molti