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Il Grullo Parlante
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E-book62 pagine23 minuti

Il Grullo Parlante

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Info su questo ebook

Il Grullo Parlante è creatura sfuggente, intrisa di ironia al punto di farsi beffa anche del suo stesso nome. Perché questo Grullo grullo non è, bensì sagace poeta, che della propria libertà ha saputo fare un tesoro prezioso.
È curioso, il Grullo, e non c’è una etichetta che gli possa restare addosso. Conosce il mondo nella saggezza della sua piena esperienza, e nello stesso tempo altro non fa che meravigliarsene, di continuo.
Quelle che vive sono avventure fluide, di cielo e di acqua, di anime e di cuore: nelle loro note echeggiano le atmosfere di Gianni Rodari, ma pervase di un tono peculiare, dal surrealismo più profondo, che non si scoraggia di andare in caccia dei tratti perennemente elusivi del sogno.
I versi si distaccano dal rigore del più tradizionale ordine formale, preferendo dedicarsi a inseguire il segreto ineffabile del pensiero che corre, salta, anzi vola di immagine in immagine, di registro in registro, di impressione in impressione, su sentieri fuori dal tempo, popolati da parole cangianti e dalle mille suggestioni. Gli orizzonti dei significati sfumano allora gli uni sugli altri, e sono rapidi a ribaltarsi e finanche a moltiplicarsi, in un gioco espressivo graffiante e caleidoscopico.
Il Grullo ci regala storie morali dove però una vera morale non c’è, ma piuttosto un invito, per ciò che in ognuno di noi è un bambino un po’ cresciuto, a riconoscere e accogliere lo stupore che ci sta intorno.
LinguaItaliano
Data di uscita2 dic 2022
ISBN9791254571545
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    Anteprima del libro

    Il Grullo Parlante - Filippo Nibbi

    Introduzione

    Alla ricerca del senso perduto

    Quella che state per leggere è una doponovella di Pinocchio. Come esistono il doposcuola, il dopolavoro, il dopocena, il dopodomani, il dopopranzo, i doposcì, il dopopartita, il dopoguerra, il dopoelezioni, il dopobarba, il doposole... dopotutto, esistono anche le doponovelle di Pinocchio.

    Questa è stata scritta quando finalmente Pinocchio cessa d’essere un burattino e diventa un ragazzo.

    Il Grillo Parlante, che Pinocchio non credeva nemmeno di colpirlo; ma disgraziatamente lo colse per l’appunto nel capo, tanto che il povero Grillo ebbe appena il fiato di fare cri-cri-cri, e poi rimase lì stecchito e appiccicato alla parete...

    Quel grillo in persona riprende a cantare, ma Pinocchio non ci crede. Per crederci, è costretto a cambiargli nome. Lo chiamerà il Grullo Parlante.

    Siccome Pinocchio non è più di legno, neppure il Grillo fa più cri-cri-cri: ora che è il Grullo, per la corrispondenza fantastica del contrappasso utilizzata anche da Dante, ha preso le stranezze del burattino di legno che voleva correggere e si esprime in endecasillabi. Se qualche verso zoppica o risulta più corto, è tutta colpa dell’impatto col martello che Pinocchio prese di sul banco e gli scagliò contro.

    Il canto del Grullo è come quello di un grillo. All’inizio, è accattivante, comprensibilissimo. Poi diventa sottile, nascosto e misterioso. Pare un invito a ricercare il senso perduto della felicità, della natura di Pinocchio quando era di legno... in una parola, della poesia. Chi ritrova quel senso, forse imparerà a viverne una.

    Intervista al Grullo

    Quando viene la luna nuova, che se ne fa della vecchia?

    Con quella si fanno le stelle.

    Le colline che sono?

    Sono il cri-cri-cri-cric per sollevare la luna.

    I

    Il Grullo si affacciò sopra una pianta

    e vide la sua mamma alla finestra:

    le chiese di donargli l’uccellino

    che stava appollaiato al davanzale.

    La mamma lo voleva accontentare,

    però sapeva quanto fosse grullo:

    per cui gli fece un uccellin di stoffa

    che mise dentro una gabbietta

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