La Storia Di Greg & 13 Racconti Brevi

Di Franco Bignotto

Finestre aperte, spalancate o appena socchiuse, su mondi diversi e alieni, talvolta rasserenanti talaltra, più spesso, inquietanti, sono questi 14 racconti brevi. Franco Bignotto risolve a suo modo, ed è sicuramente un modo intelligente e accattivante, il problema che come si sa, ha afflitto almeno nell’ultimo secolo narratori famosi e ignoti: egli procede nel suo racconto su due piani paralleli, raramente intersecatisi ma sempre in contrapposizione o almeno in giustapposizione dialettica, e se l’incipit è solitamente, come è giusto ed opportuno, di impianto assolutamente veristico, il piano fantastico si amplia e si definisce man mano che la narrazione procede, fino ad occupare alla fine tutto lo spazio espositivo, contaminando, travolgendo e addirittura rovesciando la logica e la cronologia del racconto.
Soccorre certamente a Franco Bignotto, in queste sue ardite ed aeree fabbriche fantastiche, anche la lunga e provata dimestichezza con la musica, nel comporre e fraseggiare secondo ritmi segreti che pur seguono una loro precisa architettura, ma l’esito potrebbe essere in tal caso arido e meccanicistico se egli non usasse accortamente anche una copiosa tavolozza coloristica, che rimpingua le trame, sfuma i contorni e definisce i toni di un panorama urbano e umano in cui si svolge l’azione.

• Lingua: Italiano
• Editore: Franco Bignotto
• Data di uscita: 25 feb 2013
• ISBN: 9788867556267

Anteprima del libro

Brevi

Prefazione

Finestre aperte, spalancate o appena socchiuse, su mondi diversi e alieni, talvolta rasserenanti talaltra, più spesso, inquietanti, sono questi 14 racconti brevi. Franco Bignotto risolve a suo modo, ed è sicuramente un modo intelligente e accattivante, il problema che come si sa, ha afflitto almeno nell’ultimo secolo narratori famosi e ignoti: egli procede nel suo racconto su due piani paralleli, raramente intersecatisi ma sempre in contrapposizione o almeno in giustapposizione dialettica, e se l’incipit è solitamente, come è giusto ed opportuno, di impianto assolutamente veristico, il piano fantastico si amplia e si definisce man mano che la narrazione procede, fino ad occupare alla fine tutto lo spazio espositivo, contaminando, travolgendo e addirittura rovesciando la logica e la cronologia del racconto.

Giuseppe Brugnoli

INDICE

La Storia di Greg

L’altro Occhio

Parole Fra Le Mani

La Penultima Notte

I Figli Del Vulcano

Dal Mio Diario

Portrait Gallery

Vigilia Di Natale

Maledetti Numeri

L’Eredità

Sons Of The War

Il Sogno

Racconto Di Natale

Betty

La storia di Greg

Per Greg era sempre un rischio attraversare quella strada, di notte, sempre alla stessa ora. L’ora in cui l’occhio giallo del semaforo ammiccava tristemente ignorato e tutti correvano come dannati. L’ora dei mariti ritardatari che dovevano rincasare prima del momento delle domande imbarazzanti e delle rampogne.

L’ora in cui il vigile urbano, indossato il pigiama, dopo uno sguardo malinconico alle caviglie gonfie, tentava di prender sonno.

Il doppio whisky che prendeva abitualmente prima di recarsi nella sua originale dimora, non gli impediva di valutare attentamente l’opportunità di avventurarsi in un attraversamento sempre rischioso, per quella curva che gli impediva un buona visuale della strada. Dopo alcuni tentativi, l’orecchio improvvisamente gli disse:

- Vai!

Si trovò davanti al muretto.

Sorrise al pensiero di rischiare la vita tutte le sere proprio in prossimità del cimitero. Meglio dentro- disse fra se;

ma il sorriso che non era della stessa idea gli si spense subito.

Scavalcò il muretto.

Ora vedeva la solita distesa di lapidi illuminate dalla luna che stanotte sembrava più pallida del solito.

Non ci fece caso e si spostò verso l’interno, verso le pareti occupate dai loculi.

Il suo era in basso

a portata di mano.

Nessuna fatica per entrare,

bastava spingere da un lato perché il marmo si ponesse in posizione da permettere a Greg di scivolare all’interno, ma con cautela, perché c’era sempre il pericolo di strappare un bottone della camicia.

Ci voleva un occhio attento per scoprire che il pesante pannello di chiusura era ancorato in un solo punto e per questo poteva muoversi per almeno 180 gradi. Una volta entrato, toltesi le scarpe, con un movimento molto accorto dei piedi, fece ruotare su se stesso il marmo fino a portarlo in posizione perfetta con tanto di foto e scritte. Le sottili fessure nei tre lati, quasi una cornice vuota, gli permettevano di respirare e di capire quando era il momento di ritornare a vivere con tutti gli altri. In un’estate così afosa, non poteva trovare un posto migliore per passare la notte.

Si era sistemato bene: materassino, coperta, candele e fiammiferi, perché amava leggere prima di dormire. Isolarsi ogni tanto da un mondo chiassoso, molesto e spesso insopportabile, era una buona medicina per cacciare l’ansia e affrontare il giorno con un pizzico di ottimismo. I suoi sogni non prendevano spunto dall’ambiente in cui era immerso, erano, al contrario, sogni sereni. Erano, sogni veri nei quali realizzava ciò che aveva sempre….sognato.

Una persona economicamente agiata e socialmente ben inserita non gli avrebbe invidiato la camera da letto , ma i sogni si, e Greg, quella notte c’era già dentro quando, saranno state le tre, un gatto nero fermò la sua corsa per osservare due paia di braccia robuste che scavavano su un pezzo di terreno ancora vergine.

- Alza quella lampada! Sei sicuro che stiamo scavando nel punto giusto? Guarda qui.

- È un teschio, l’avranno dimenticato anni fa quando hanno riesumato una cinquantina di tombe per fare un po’ di posto.

- Potrebbe avere