Kalabria 2121: Le elezioni sono sempre alle porte
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Anteprima del libro
Kalabria 2121 - Giorgio Gatto Costantino
L’incontro
Agosto 2121 – cielo d’Italia
Il dirigibile ad elio viaggiava apparentemente lento nel cielo azzurro e il giovane manager Abhay Wang guardava giù dal finestrino il panorama che si profilava sotto di lui.
A che pensi?
Gli chiese improvvisamente Anastasia, scrutandolo con i suoi bellissimi occhi di ghiaccio.
Alla differenza fra questi luoghi e la mia terra d’origine. A casa mia, in India, ormai si può vivere solo nei centri condizionati del sottosuolo. Il cielo si vede solo quando si prende un mezzo aereo come questo. Qui è diverso… ancora si scorgono le montagne e, forse, la notte si vedono le stelle.
Oddio… - ribatté lei – Veramente a me sembra che non si distingua dove finisce la costa e inizia il mare. Tutto è un indistinto colore mimetico, verde, grigio e marrone…
Sono le paludi nate con il lento innalzamento delle acque. La vedi quell’immensa laguna contornata di isolotti? Laggiù un tempo c’era la famosa pianura padana. Pare che fosse un’area estremamente produttiva e industrializzata. Si sono dovuti riconvertire velocemente. Adesso ci fanno itticoltura intensiva. Ma nonostante tutto, quella restante è pur sempre una terra bellissima oltre che efficiente.
Ne ho sentito parlare al campus. Mi hanno detto che qui hanno avviato con successo nuove aree sperimentali…
Già – rispose Wang restando sul vago -. Si stanno profilando delle novità interessanti in campo alimentare. La fame sarà solo un brutto ricordo del passato.
…e chi gestirà queste… novità… si garantirà una cospicua rendita di posizione. Giusto?
Forse… - sorrise algido – Che c’è di male? E tu invece? Non hai ambizioni?
La bella collega strinse gli occhi guardando fuori dal finestrino Venezia…
Abhai sbuffò divertito. E che pensi di fare in un parco acquatico? La conduttrice di gondole sottomarine o la pilota di idroslalom acrobatico fra i tetti affioranti?
Venezia non è completamente sommersa – puntualizzò Anastasia -. Ancora ci sono zone percorribili a piedi e il progetto del nuovo Mose permetterà di recuperarne delle altre. E io sarò lì a gestire l’accoglienza agli eventi esclusivi nella città che riemerge dal mare.
Contenta tu. Comunque, se ti piace l’arte antica ci sono un sacco di città olografiche dove potresti farti mandare dalle Company. Firenze, Siena, Bologna sono dei gioielli hig tech che una come te saprebbe valorizzare senza problemi. Basta chiedere. L’Italia è roba nostra. Non per nulla è la meta preferita della nostra grassa e permalosa borghesia. Vengono tutti qui ad ogni inizio estate. Magari quando finiamo questa missione ci torno anch’io tra marzo e aprile, per farmi un periodo di vacanze.
Ti conviene prenotare per tempo allora. I colleghi a Shangai che gestiscono ItalyDestination mi hanno detto che ci sono liste di attesa lunghissime. Rischi di trovare posto solo durante la stagione degli estremi.
Sei pazza? Non voglio rovinarmi le vacanze per colpa di un tornado o di una tempesta di grandine.
In realtà gli eventi estremi non facevano paura al giovane manager. Come gli altri della generazione Omega ci era abituato. Ciò che detestava era il disordine e l’insubordinazione umana. All’accademia di Shenzen gli avevano insegnato tutti i segreti delle scienze sociali applicate al controllo delle masse. Sapeva come organizzare una comunità e aumentarne la produttività facendo emergere bisogni e individuando nemici esterni da combattere. Ma questo richiedeva un lungo lavoro di indottrinamento sociale, altrimenti tutto si complicava, i tempi si allungavano e – per quanto lo riguardava - la sua carriera ne avrebbe risentito.
Al termine del corso in management civile, la Company di riferimento lo aveva assunto immediatamente per destinarlo al primo incarico di basso profilo: spin doctor del governatore della Calabria, la terra dei diavoli e dei resistenti. Il governatore si ricandidava per il secondo mandato.
Che vuole Wang, la gavetta per lei comincia dal fondo dello Stivale o di quello che ne resta. Starà a lei dimostrare di essere in grado di salire più su.
Gli aveva detto sarcasticamente il capo notando il disappunto di Abhay.
****
Kevyn Giobba attendeva nervoso nella grande hall climatizzata dell’albergo di Lamezia City l’arrivo dei suoi illustri ospiti. Era già stato selezionato in precedenza dal Cda della Company come il candidato con il profilo ideale per risultare vincente alle elezioni regionali che si erano tenute 5 anni prima. Adesso si doveva lavorare per la riconferma. Il fatto che fosse stato deciso su chi puntare in un vertice a Milano non lo si poteva dire a voce troppo alta. Bisognava preservare le apparenze democratiche e far credere ai quattro vecchietti residenti in Calabria che con il loro voto in piattaforma, comprensivo di gratta&vinci elettronico, avrebbero determinato il governo della loro regione. Giobba, come per la tornata precedente, avrebbe avuto a disposizione una formidabile macchina organizzativa e adeguati finanziamenti per oscurare il suo avversario, un fastidioso medico buonista con la testa piena di propositi tanto amorevoli quanto campati in aria. Alla Company avevano stabilito che Giobba serviva per un altro mandato. Bisognava completare il lavoro di riorganizzazione territoriale.
I genitori di Kevin, boiardi amministrativi regionali, gli avevano fatto prendere il certificato di laurea tramite l’acquisto di crediti elargiti a pagamento da uno dei tanti istituti telematici farlocchi con sede in uno dei califfati balcanici. Alla formazione concreta ci avevano pensato loro spiegandogli bene: ‘arruffianati quello giusto ma non ti fidare di nessuno’.
Così loro avevano fatto carriera e così si era apprestato a fare lui fin da giovane, divenendo maestro nell’arte di clonare i neurotrasmettitori e i dispositivi mobili di comunicazione per spiare il maggior numero di persone.
La chiamata della Company era arrivata tanto inaspettata quanto gradita. L’ufficio marketing aveva analizzato i big data regionali e lui era entrato nella rosa dei possibili candidati al ruolo di cane da gregge della Regione. Un colloquio con gli analisti aveva sciolto le riserve finali e, con un’adeguata squadra di supporto era stato condotto in maniera abbastanza semplice fino alla vittoria sui suoi contendenti. Erano stati 5 anni tutto sommato tranquilli. Si era trattato di dare copertura formale ai desiderata della Company che aveva organizzato il primo step di concentrazione antropica. Quasi tutti i paesi sotto i 3000 abitanti erano stati svuotati e i cittadini ammassati in grandi anonime New Town provvisorie. Era stata agevolata l’emigrazione verso nord con l’inerzia amministrativa sistematica e la chiusura dei servizi di base, specie quelli a carattere sanitario. Gli eventi estremi avevano dato una grossa mano con frane, desertificazioni e alluvioni completando quanto era avvenuto con il Grande Flagello
, il terremoto che aveva frustato negli anni precedenti l’estremità meridionale del territorio. Adesso si trattava di completare l’opera: portare tutta la gente nelle tre grandi città distrettuali gestite indirettamente dalla Company: Rende, Lamezia City e Città della Piana. Ogni città aveva una funzione precisa. Il centro di ricerca a Rende, il centro direzionale a Lamezia City, il centro logistico alla Città della Piana.
La gestione integrata e coordinata dei tre centri era funzionale a un più ampio progetto strategico che riguardava