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Gli Amanti di Giocasta
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Gli Amanti di Giocasta
E-book267 pagine3 ore

Gli Amanti di Giocasta

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Info su questo ebook

Jason Adler è un investigatore privato balzato alla notorietà per aver risolto alcuni casi intricati che rischiavano di trasformarsi in "cold case", come quello della gallerista milanese uccisa in circostanze misteriose e quello del giovane sacerdote scomparso. Tuttavia, nonostante i successi professionali, non si sente un uomo felice. Da quando la sua compagna, una biologa conosciuta durante la risoluzione di un caso, si è trasferita nelle Highlands scozzesi, per svolgere alcuni studi sulla connessione tra longevità degli abitanti e utilizzo di piante locali, sembra aver perso quella grinta che ha sempre caratterizzato la sua vita e il suo lavoro. Decide di partire e di raggiungerla per cercare di riconquistarla, seppur consapevole della gravità dei motivi che hanno portato alla rottura del loro rapporto. Parte all'improvviso, lasciando diverse questioni in sospeso, come la sua relazione con Rebecca, la giornalista con cui si vede da qualche mese.

Quello che inizia come un viaggio di speranza e di riconciliazione con la donna della sua vita finisce con il trasformarsi in un vero e proprio incubo dove Jason si ritrova a dover fare i conti, ancora una volta con i demoni del genere umano.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2023
ISBN9791221455922
Gli Amanti di Giocasta

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    È molto vivido e intenso, si legge tutto d'un fiato!

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Gli Amanti di Giocasta - Carla Balossino

1

Che cosa riusciva a fare un uomo in nome dell'amore, era un mistero, per Jason. Scendendo dalla scaletta dell'aereo, si chiedeva se sapesse cosa stesse facendo. Per la prima volta nella sua vita, aveva lasciato a casa Leyla, il suo amato cane e si sentiva un pò in colpa. Sapeva che Sandra, la proprietaria della tavola calda dove cenava tutte le sere, si sarebbe presa cura di lei nel migliore dei modi ma questo non gli evitava di provare una senso di colpa. Sapeva di non essere poi così lontano da Milano e che per qualunque motivo avrebbe potuto prendere un aereo e tornare a casa in poche ore. Eppure, continuava a sentirsi a disagio e anche un pò disorientato. E poi, aveva dovuto dare un minimo di spiegazioni a Rebecca, la giornalista con cui si vedeva da qualche mese e che non aveva gradito la sua improvvisa partenza, sebbene Jason avesse omesso di dirle che si recava in Scozia da Miriam, la sua ex. Le aveva mentito, o meglio, aveva omesso i particolari di quel viaggio; non gli era piaciuto farlo ma sapeva che lei non avrebbe capito, né accettato la cosa. E a chi sarebbe andata giù? A Jason, Rebecca, all’inizio, piaceva molto. Era attraente con quei lunghi capelli rossi, leggermente mossi e la sua statura da indossatrice. Quando metteva i tacchi era quasi alta come lui. Gli piaceva come aveva impostato la sua vita, il suo lavoro di giornalista presso un’importante rivista di moda e gli piaceva il fatto che fosse indipendente, sicura e dinamica. Ma si era anche reso conto, con il passare dei mesi, di non provare per lei quei sentimenti che aveva provato e che ancora sentiva, nonostante la lontanaza di mesi, per Miriam. Era come se, in tutto quel tempo passato lontano da lei, si fosse inaridito, che avesse perduto la capacità di lasciarsi andare, di amare con tutto sé stesso. E la colpa era stata solo sua. Miriam lo aveva lasciato perché lui l’aveva tradita. Era stato un momento di debolezza, una cosa che non aveva significato nulla per lui ma, per lei invece, era stato la fine di tutto. Lui le aveva spezzato il cuore e ora stava pagando crudelmente, le conseguenze delle sue azioni. Jason aveva tentato di dimenticarla, di avere altre relazioni, come con Rebecca, ma non riusciva più a sentire quello che aveva provato per Miriam. Continuava a sentire la sua mancanza, il suo viso alla mattina, il suo corpo tra le lenzuola, la sua voce, il suo profumo. Gli mancava tutto di lei. Non sapeva se ci sarebbe stata un’altra possibilità per lui, le probabilità che lei lo perdonasse, erano veramente esigue ma doveva provarci. Messo da parte orgoglio e buon senso, era partito per la Scozia, senza avvertirla del suo arrivo. Era stata una cosa da pazzi, lo sapeva.

Arrivò a Aberdeen alle due del pomeriggio, all'aeroporto di Dyce, distante poco più di nove chilometri dalla città. Sapeva di aver fatto un azzardo, non avvisando Miriam del suo arrivo ma sperava, capitando all'improvviso, di colpirla, prenderla alla sprovvista e capire, una volta per tutte, se ci fosse ancora una possibilità. Era chiaramente un comportamento scorretto da parte sua ma non ce la faceva più a vivere nel dubbio. Lei, un paio di settimane prima, Jason lo ricordava bene, gli aveva detto al telefono che sarebbe sempre stata sua amica, nonostante tutto e che avrebbero potuto rivedersi in quella veste, anzi che se avesse voluto, l’avrebbe potuto ospitare che so, per un week-end? Sarebbe stata contenta se lui fosse andato a trovarla, perché non ci pensava e si prendeva un paio di giorni di vacanza? Non se l‘era sognato. L'unico problema era che lui non le aveva detto quando l'avrebbe fatto. Se c’era un aspetto del carattere di Miriam che Jason ammirava e un pò anche le invidiava, era la sua capacità di andare oltre a certe cose e di non rimanere schiava del rancore per i torti subiti. Era una donna spiritualmente superiore, lo aveva capito bene, soprattutto dopo essersi reso conto di averla persa.

Non c'erano treni diretti per St.James, il villaggio dove Miriam viveva da sei mesi, ma, Jason, si era informato su internet e aveva visto che erano disponibili dei posti in pullman fino alla cittadina di Douglas, a dieci chilometri da St.James. Certo non sarebbe stata una cosa veloce, per percorrere centrotrenta chilometri, erano previste tre ore di viaggio. Cosa non si fa per una donna, si era detto mentre prendeva posto sul pullman. Fin da quando era uscito dall'aeroporto, aveva cercato di distogliere il pensiero da tutte le preoccupazioni che aveva lasciato a casa, concentrandosi sul presente e a come lei avrebbe preso il suo improvviso arrivo. Si stava mentalmente preparando a ogni evenienza, anche a una sua reazione negativa. Tutto sarebbe stato meglio che vivere nel dubbio o nel rimpianto per non aver tentato il tutto per tutto. Spesso, in passato, lui e Miriam, non si erano capiti. C’erano stati fraintendimenti, momenti di tensione, di allontanamento. Era una cosa normale tra uomo e donna, una cosa che succedeva a tutti, si era detto, ma lui voleva migliorare, diventare più disponibile, ricettivo, sensibile e, soprattutto, voleva riconquistarla, voleva mostrarle quanto era disposto a fare per lei perché lui l’amava ancora più di prima. E questa, era una delle cose che le aveva detto troppo poco e dimostrato ancora meno.

Per Jason era strano trovarsi in un paese che non conosceva, seduto sul sedile di un pullman che lentamente percorreva una strada lucida, attraverso pendii verdi e scintillanti, sotto nuvole squarciate da potenti raggi di sole. Enormi masse di granito, colline ondulate e, il colore abbagliante dell'erba, lo affascinavano con la loro arcana bellezza. Era un luogo di boschi e di fiumi, un paesaggio misterioso, così diverso dalla città di Milano con la sua vita frenetica, il suo cemento, il rumore assordante del traffico. Era talmente attratto dal paesaggio, dalla sua bellezza e dal pensiero di Miriam, che il tempo era volato via. Non si era reso conto di essere giunto a destinazione se non quando il pullman aveva fatto il suo ingresso nella piccola città di Douglas, mentre il sole irrompeva accecante, sconfiggendo le nuvole che si erano improvvisamente dissolte.

Il pullman si era fermato nella piazza principale del villaggio. La chiesa, con i suoi archi grigioscuro, si stagliava sopra una piccola collina, contro il cielo azzurro. Jason aveva preso coraggio e aveva composto il numero di Miriam. Ormai era in Scozia, a un passo da lei, doveva affrontare la situazione, mettendo anche in conto un suo eventuale rifiuto, la sua disapprovazione. Jason aveva adocchiato un pub dalla parte opposta della piazza e aveva pensato che una birra, dopo il lungo tragitto, lo avrebbe rinfrancato. Era passato sotto un’insegna che riproduceva una rosa bianca incrociata a un fiore di cardo, appesa sopra la porta del pub. Il posto lo rasserenò immediatamente: un bagliore di colori caldi, vetri e ottoni lucidi; una moquette scozzese verde e rossa e alle pareti, dipinte di verde scuro con delle pietre a vista, trofei di gare di pesca.

Jason aveva preso posto a uno dei tavoli più appartati e aveva ordinato una Guiness.

Se non ne beveva una lì, in quel pub, così caratteristico da sembrare appena uscito da un romanzo di Walter Scott, dove mai avrebbe potuta berla? E poi doveva cercare di calmare i nervi, l’incontro con Miriam gli provocava un’agitazione che non riusciva minimamente a controllare. La cameriera, una ragazza poco più che adolescente, gli aveva portato una pinta al tavolo con un sottobicchiere di sughero e gli aveva sorriso. Jason aveva iniziato a sorseggiarla guardando fuori dalla finestra, attraverso i vetri dai profili colorati, simili a quelli delle cattedrali. Quando era arrivato a metà bicchiere, l’aveva chiamata. Il cuore nel petto gli batteva furiosamente, non c’era modo di dargli una calmata, era come se neppure fosse dentro di lui, sembrava un organo estraneo, un qualcosa su cui Jason non aveva nessun potere.

Miriam non aveva risposto. Cosa poteva significare? Non aveva sentito la chiamata? Era oberata di lavoro? Aveva deliberatamente deciso di non rispondere, dopo che aveva letto il suo nome sul display?

Lei, l’ultima volta che si erano sentiti, gli aveva detto che poteva andare a trovarla, se lo desiderava, continuava a ripetersi Jason, cercando di farsi coraggio, anche se non aveva specificato come e quando. Poteva essere stata una pura frase di cortesia, un modo per dissolvere i vecchi rancori o, forse, era stato semplicemte un modo per essere gentile, magari sperando, sotto sotto, che lui non ci andasse proprio. Ma poteva anche essere stata una frase di riconciliazione, dopo quella tremenda burrasca, causata dallo stupido tradimento di Jason. Poteva anche darsi che lei lo avesse perdonato e che lo amasse ancora. Ma tutte queste cose, al momento, rimanevano semplici ipotesi e, Jason, seduto a un tavolo in un pub sconosciuto, stava attendendo il suo verdetto. Forse era stato uno sbaglio arrivare all’improvviso, senza avvertire prima. Aveva agito d’impulso, era stato precipitoso, ansioso, casinista come sempre. Ma ormai era tardi, era lì, a un attimo da lei. Certo, poteva tornarsene indietro e, per un istante, pensò di farlo. Prendere il primo aereo per Milano e una volta a casa, telefonarle, dirle che, magari, se fosse stata d’accordo, avrebbe potuto andare a farle un saluto….come si chiamava quel villaggio? Ah si, St.James, certo se non aveva impegni di lavoro pressanti. Sarebbe stato tutto molto più semplice, corretto, poco pericoloso, ma così codardo, così debole, inespressivo. Non era da lui, non era da loro. Ormai doveva dirle che era lì, qualsiasi cosa fosse accaduta, qualsiasi cosa avesse percepito nelle parole o visto negli occhi di Miriam.

Miriam era stata trattenuta dai proprietari della serra che aveva visitato e che le avevano spiegato come avveniva la preparazione di alcuni piatti della tipica cucina di St.James con una radice del luogo. I suoi studi sulla longevità degli abitanti di quel villaggio scozzese e la relazione con il loro tipo di alimentazione, sarebbe stato il tema del prossimo congresso di biologia che si sarebbe tenuto a Zurigo in autunno. Miriam avrebbe dovuto anche curare la pubblicazione di un articolo su una prestigiosa rivista medico scientifica. Quando aveva visto il numero di Jason, sul display del telefono, non aveva potuto rispondere immediatamente, sarebbe stato scortese interrompere la spiegazione della signora Brown che era stata così gentile e disponibile ma, non appena era salita in auto, lo aveva richiamato. Era strano, aveva pensato, di solito Jason le inviava dei messaggi prima di telefonarle, chiedendole se fosse impegnata; raramente telefonava direttamente. Era forse successo qualcosa? Si era preoccupata.

Ciao Jason, scusami, non potevo rispondere, dovevo finire una registrazione su alcune piante locali...va tutto bene?

Miriam sembrava molto gentile e, Jason, a quel punto, aveva preso coraggio e le aveva detto dove si trovava, in quel preciso momento: Miriam...ecco sì, tutto bene, veramente….sì insomma, sono qui, cioè, voglio dire, sono in Scozia. Lo aveva detto, ora non rimaneva che attendere la sua reazione.

2

Era trascorsa un'eternità da quando lei era partita per la Scozia, così almeno sembrava a Jason, mentre, attraverso i vetri del pub, la vedeva scendere da una vecchia land rover. Era sempre lei, era rimasta la solita: sportiva, poco truccata, i capelli biondi legati a coda di cavallo, semplice, bella.

Ciao Jason, gli aveva detto sorridendo, luminosa, serena. In lei non si percepiva alcun rancore o risentimento; sembrava che non fosse successo niente dall'ultima volta che si erano visti: nessun litigio, nessuna incomprensione, nessun tradimento, nessun dolore. Come poteva essere possibile? Jason se lo chiedeva mentre stringeva Miriam tra le braccia. Sapeva che ci sarebbero stati molti nodi da sciogliere, molte cose di cui parlare ma, il fatto che lei avesse avuto una reazione positiva, quando aveva saputo che lui era in Scozia, gli aveva dato la speranza che lei potesse prendere in considerazione l’ipotesi di perdonarlo, in qualche maniera.

Erano partiti subito. Jason aveva poco bagaglio. Erano saliti in auto diretti al villaggio di St.James. Miriam sembrava tranquilla e, mentre guidava, parlava di tutte le cose che aveva fatto negli ultimi mesi. Si capiva che si era trovata bene, quasi come a casa. Chissà se aveva conosciuto qualcuno? Lei era ancore giovane e così bella...possibile che, in tutti quei mesi, non fosse stata corteggiata da qualche uomo? Eppure, Miriam sembrava contenta di vederlo, se avesse avuto una relazione con un altro uomo avrebbe avuto una reazione diversa, non gli avrebbe detto di andare a trovarla, avrebbe preso tempo, glielo avrebbe detto...o forse no?

Jason si rendeva conto, lungo la strada, di non aver mai smesso di amarla. Non ricordava più niente di negativo, nessun litigio, nessuna recriminazione, nessuna gelosia. Era felice di esserle lì, accanto a lei, che aveva insistito nel voler guidare anche al ritorno: Non sei pratico, Jason, non fare l’eroe Gli aveva detto allegra. E lui, in quel momento, non avrebbe voluto essere in nessun altro posto al mondo se non su quell'auto sgangherata, accanto a lei che continuava a raccontare, a sorridere e a profumare di buono. Non era il profumo che usava solitamente, Jason lo ricordava bene; era una fresca fragranza floreale. Era come se la pelle e i capelli di Miriam, avessero assorbito l‘aria di quei luoghi incantati. Jason guardava fuori dal finestrino e aveva la sensazione di essere in uno dei racconti di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Avrebbe visto, da un momento all’altro, apparire qualche mago o qualche folletto da tutto quel verde smeraldo.

L’immagine di Rebecca, con un pò di rammarico, continuava a sbiadire. Jason sapeva, dentro di lui, di non fare proprio una cosa corretta nei confronti della ragazza che stava frequentando ma non era riuscito ad opporsi a una forza più grande di lui; quella che, da quando l’aveva conosciuta, l’aveva sempre attirato nella stassa direzione: Miriam. Ma cosa aveva pensato di fare andando in Scozia all’improvviso, senza nemmeno avvisarla? La risposta era chiara come il sole, voleva sapere, sapere davvero se era finita tra loro e se fosse stato il momento di iniziare una nuova vita, con un’altra donna. Il solo fatto di farsi una simile domanda, avrebbe dovuto farlo riflettere. Quando si ama, non si hanno dubbi, si conosce esattamente la via, la cosa giusta da fare e, Jason, invece, era confuso all’inverosimile. Non voleva, non lo accettava e non lo ammetteva ma la realtà era quella.

3

Il cottage di Miriam era proprio uno di quelli che Jason aveva visto nelle vetrine delle agenzie di viaggio che pubblicizzavano gli incantevoli paesaggi scozzesi, i villggi dei pescatori e le scogliere a picco sul mare. Il giardino era piccolo e accogliente, circondato da un roseto perfettamente curato.

Oh, non è merito mio! aveva risposto Miriam, notando lo sguardo ammirato di Jason per quella straordinaria fioritura.

Il proprietario del cottage cura personalmente il mio giardino, lo ringrazio tutti i giorni, è in pensione e mi dice sempre che, per lui, è il miglior modo per far passare il tempo.

Sotto una piccola tettoia, sulla destra dell’abitazione, due tavole di pino nodoso, appoggiate a dei cavalletti, fungevano da tavolo. Sopra, erano disposti vasi di erbe aromatiche, piante autoctone e vegetali con infiorescenze varie.

Sono per le mie ricerche, vedi, molte di queste piante sono abitualmente usate dalla gente del posto per cucinare e per produrre bevande più o meno alcoliche. Sembra che, il tipo di alimentazione utilizzato in questo villaggio, sia alla base della longevità dei suoi abitanti.

Miriam parlava evitando di guardarlo negli occhi, sembrava in leggero imbarazzo. Jason, da parte sua, non sapeva bene come comportarsi; si chiedeva se non fosse stato meglio affrontare subito l'argomento, cioè discutere apertramente della loro situazione, di cosa ne sarebbe stato di loro. Ma poi, decise di scegliere la via meno pericolosa e, cioè, aspettare che fosse Miriam ad intavolare il discorso.

Era un bel posto. Jason si guardò attorno pensando che avrebbe voluto sapere come aveva vissuto Miriam in tutti quei mesi in cui erano stati lontani ma, non volendo sembrare invadente, curioso o, peggio ancora, geloso, aveva taciuto, limitandosi a elogiare la bellezza della natura del luogo. Il giardino di Miriam non era di quelli che permetteva molte distrazioni; l'alta siepe e le piante di rose bianche e rosse, lo proteggevano dalla curiosità dei vicini e da qualsiasi tipo di rumore. Era un luogo molto intimo, rilassante. In effetti, la posizione del cottage, era stata scelta bene: la recinzione vegetale era così fitta che, solamente il passaggio di qualche volatile, riusciva ad interrompere la sensazione di pace del luogo. L‘abitazione rivelava una struttura piuttosto vecchia ma ben conservata. La severa pietra grigia che rivestiva le pareti, era ricoperta da un graticcio su cui si arrampicavano le rose. Crescevano libere, in direzione delle strette finestre, da entrambi i lati della porta. Risalivano la parete arrivando rigogliose fino al tetto dove formavano una fitta macchia rossa, riempiendo l'aria di un profumo intenso. Jason si sentiva immerso in un'atmosfera fiabesca. Silenzioso, continuava a guardarsi attorno pieno di ammirazione.

Come ti sembra, Jason? Ti piace? Io, come ho visto questo piccolo cottage me ne sono innamorata...l'ho subito affittato. L'impiegata dell'agenzia immobiliare voleva mostrarmene un altro ma ho voluto questo a tutti i costi. E poi è anche comodo, vedi là, in fondo alla starda? C'è l'ufficio postale e la banca. Poco più in là, ci sono i negozi e un pub che devi assolutamente vedere, è antico, quando sei lì, hai l'impressione di vivere nel secolo scorso...

Miriam parlava senza sosta, con un leggero nervosismo nella voce che a Jason non era sfuggito. Continuava a evitare di guardarlo negli occhi ma gli aveva pur detto di essere contenta che fosse andato a trovarla. Chissà se era vero o se aveva voluto solo essere gentile. Jason non era più sicuro di cosa Miriam volesse e, forse, non lo sapeva neppure lei. Poteva avergli detto di andare a trovarla solo per chiarire le cose una volta per tutte; non si poteva certo discutere di certi argomenti per telefono o con dei messaggi whtsapp. Dentro di lui, però, pensava che Miriam non gli avrebbe mai fatto niente del genere. Dirgli di andarla a trovare in Scozia, semplicemente per piantarlo, non era una cosa da lei, che era sempre stata leale, altruista e generosa. Sarebbe stato verosimile il contrario e cioè, che sarebbe tornata lei a Milano per chiarire la situazione. Lei era fatta così, non poteva essere cambiata nel giro di sei mesi. Certo che il suo atteggiamento non lo tranquilizzava, ma forse, tanto tempo trascorso lontano uno dall’altra, poteva essere la causa di tutto. E poi, lui non doveva dimenticarlo, arrivando all'improvviso, non le aveva dato il tempo di prepararsi psicologicamente.

4

Buongiorno Miriam….hai sentito la notizia? Oh scusa, non mi ero accorta che avessi ospiti…

Una donna sui cinquant'anni, con i capelli biondi, striati di bianco, dal fisico asciutto e sportivo, si era fermata davanti al cancelletto del

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