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Lezioni per l’atleta
Lezioni per l’atleta
Lezioni per l’atleta
E-book295 pagine4 ore

Lezioni per l’atleta

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Info su questo ebook

Solo un universo crudele potrebbe rendere un ragazzo tanto bello così odioso.
Idiota!
Nerd!
Lo spocchioso e super intelligente Dobbs e l’altezzosa stella del football Jesse si fissano dai marciapiedi opposti delle loro confraternite… e dal lato opposto di ogni altra cosa.
L’Alpha Lambda Alpha e la Sigma Mu Tau sono nemiche giurate da decenni. Uno scherzo finito male si rivelerà la goccia che fa traboccare il vaso, e che farà perdere la pazienza al rettore.
Collaborate, oppure perderete entrambe le case.
Ora, la domanda è: Come farà Dobbs a portarsi a casa la tanto ambita vittoria del Quiz Bowl se è costretto ad accettare nella squadra uno stupido atleta?
Risposta: Con un sacco di ripetizioni.
Quando il lavoro insieme si fa intenso, Jesse è tormentato dall’idea di causare alla sua famiglia già stressata ancora più preoccupazioni, e da buon running back, se la dà a gambe.
Dobbs deciderà di lasciarlo perdere o gli dimostrerà che la risposta alla sua domanda esistenziale è
?

Lezioni per l'atleta, che esplora la dinamica enemies to lovers, è una storia d’amore ambientata in un campus universitario dove gli opposti si attraggono e i colpi di fulmine sono dietro l’angolo.
LinguaItaliano
Data di uscita6 giu 2022
ISBN9791220703178
Lezioni per l’atleta
Autore

Eli Easton

Eli Easton has been at various times and under different names a minister’s daughter, a computer programmer, a game designer, the author of paranormal mysteries, a fan fiction writer, an organic farmer, and a long-distance walker. She began writing m/m romance in 2013 and has published 27 books since then. She hopes to write many more. As an avid reader of such, she is tickled pink when an author manages to combine literary merit, vast stores of humor, melting hotness, and eye-dabbing sweetness into one story. She promises to strive to achieve most of that most of the time. She currently lives on a farm in Pennsylvania with her husband, two bulldogs, several cows, and a cat. All of them (except for the husband) are female, hence explaining the naked men that have taken up residence in her latest fiction writing. Website: www.elieaston.com Twitter: @EliEaston Email: eli@elieaston.com

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    Anteprima del libro

    Lezioni per l’atleta - Eli Easton

    1

    DOBBS

    A pensarci ora, lo scherzo che scatenò l’ira di Dio – o almeno, l’ira del rettore Robberts – fu uno dei più innocui e innocenti che noi della Sigma Mu Tau avessimo mai fatto agli Alpha Lambda Alpha. Negli anni avevamo messo prurito in polvere nel loro bucato, fatto consegnare pizze con salame decisamente troppo piccante e organizzato dispetti piuttosto elaborati fatti apposta per loro: la confraternita rivale dall’altra parte della strada. Ma quello scherzo? Quello non era niente. La maggior parte di noi nemmeno lo sapeva, poi le sirene e le luci lampeggianti avevano inondato la nostra via trasformando l’isolato in una festa anni ’70 a cielo aperto.

    La confraternita Sigma Mu Tau, la SMT, si trova in una via di confraternite appena fuori il campus dell’Università del Wisconsin-Madison. Le confraternite maschili e femminili sono più di cinquanta e occupano grandi ville antiche sparse intorno all’università. La nostra è una casa vittoriana di fine secolo con una cupola rotonda su un lato e un ampio portico grigio.

    Solo il quindici per cento circa del corpo studentesco fa parte di una confraternita, ma l’influenza dei Greeks, è così che ci chiamano, è sorprendente. La maggior parte degli studenti con la media più alta fa parte della SMT, mentre gli atleti più talentuosi – o più stupidi, a seconda del punto di vista – fa parte dell’ALA, l’Alpha Lambda Alpha.

    Quando le sirene avevano cominciato a suonare, io stavo studiando per un esame di Architettura dei calcolatori con addosso i miei pantaloni del pigiama di flanella e una maglietta termica. Sembrava una scusa come un’altra per fare una pausa, così presi il cappotto, infilato un paio di vecchi mocassini, e corsi giù per le scale fino alla porta d’ingresso.

    Alcuni dei miei confratelli erano già sul prato a guardare l’ambulanza che accostava al marciapiede della casa di fronte vicino a macchine della polizia e a un enorme camion dei pompieri.

    Essendo gennaio, l’aria della sera era fredda e mentre attraversavo il prato un sottile strato di neve scricchiolava sotto le mie scarpe.

    Il centro dell’attenzione sembrava essere l’enorme casa marrone in tipico stile americano degli ALA, che noi chiamavamo gli idioti o gli idioti-alpha. L’Alpha Lambda Alpha era una casa piena di coglioni, uno più muscoloso e insopportabile dell’altro. E in quel momento, a quanto mi parve, stavano andando a fuoco. Non vedevo nessuna fiamma, ma nell’aria notturna c’era una foschia visibile e aleggiava un odore di fumo acre che mi bruciava la gola.

    «Wow, e adesso che hanno combinato quei geni?» domandai avvicinandomi a Jax con un sorriso.

    Jax era il presidente della nostra confraternita e uno dei miei migliori amici. Normalmente apprezzava il mio senso dell’umorismo, l’occhiata che mi lanciò quella sera però era tutt’altro che divertita. Si accarezzò la barba ramata e riprese a fissare la casa degli idioti, le braccia incrociate sulla felpa dell’università e le labbra serrate.

    «Che hai? Cos’è successo?» chiesi con il sorriso che cominciava a dissolversi.

    «Billings e Johnson hanno dato fuoco alla cucina degli idioti.»

    «Cosa?» domandai con un sussulto. Billings e Johnson erano nostri confratelli. «Lo sanno che sono stati loro? Voglio dire, cos’è successo? Perché avrebbero dovuto?»

    Lui scosse il capo con delusione e non rispose.

    Merda. Non era un buon segno. Con il rettore la situazione era già abbastanza tesa. Mi guardai attorno e intravidi Billings e Johnson che parlavano con Felix e Sai dall’altra parte del giardino. Se ne stavano nascosti all’ombra della siepe che fiancheggiava la proprietà della Sigma Mu Tau come se non volessero essere visti.

    Billings e Johnson erano al terzo anno e sembravano gemelli. Erano entrambi magri e con i capelli lunghi e castani, gli occhi scuri. Eppure non erano imparentati. Venivano dalla stessa cittadina, però; erano migliori amici da quando erano bambini e vivevano insieme al terzo piano. Raramente li si vedeva separati. In effetti, credo di non aver mai sentito il nome di Billings senza che venisse nominato anche Johnson, durante una conversazione. Erano come un’entità, come un carnevalesco animale a due teste. Era ovvio che lo scherzo l’avessero fatto insieme.

    Li raggiunsi di corsa. «Jax ha detto che ne avete combinata una. Cos’è successo?»

    Fu Felix a rispondere. «Hanno bruciato dei popcorn nel microonde degli idioti-alpha ed è scoppiato un incendio,» disse.

    «Avrebbero potuto dare fuoco a tutta la casa!» sbottò Sai.

    «Volevamo solo infestarli con del fumo puzzolente,» scattò sulla difensiva Billings. «Quei cazzoni avevano degli appuntamenti romantici, stasera.»

    Ah, ecco il perché di quello scherzo. Billings aveva una cotta per Jennifer Tyson, una cheerleader che usciva con uno degli idioti. Ma certo, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur d’interrompere la serata.

    Felix ridacchiò. «Il lato positivo sono Jennifer e le sue consorelle.» Lanciò un’occhiata verso il giardino degli ALA, dove alcune ragazze si stringevano in maglioni e cappotti con sotto solo biancheria intima. Felix era fin troppo fissato con le donne.

    «D’accordo… Ma dei popcorn cotti troppo a lungo non dovrebbero appiccare un incendio,» dissi.

    «A quanto pare invece se imposti il timer su trenta minuti e il microonde è uno di quelli vecchi e malandati l’incendio scoppia eccome,» intervenne Sai. Il suo tono era pregno di un’allegria odiosa e del tutto inappropriata date le potenziali ripercussioni di quella bravata.

    D’altra parte, Sai Howard era tutto fuorché appropriato. Era magro e un po’ dinoccolato, aveva i capelli neri e disordinati e portava sempre un paio di occhiali. Era privo di qualsiasi abilità sociale, Sai, ma ce lo facevamo andare bene perché al Quiz Bowl era un Dio, cazzo. Da qui il soprannome Sai-ber Attack.

    «Non è colpa nostra se nessuno di loro si è preoccupato dei fumi nocivi che uscivano dalla cucina,» brontolò Billings. «Del tipo, chissenefrega se la casa puzza di merda fritta. Chi è che ignorerebbe un fumo del genere?!»

    Johnson annuì immediatamente. «Vero? E a quanto pare il loro allarme antincendio è rotto. E non è colpa nostra!»

    Nonostante la loro spavalderia, era evidente che fossero preoccupati.

    Tornai a guardare Jax, che stava ancora fissando i veicoli di emergenza stringendosi tra le braccia per via del freddo. Nei confronti della Sigma Mu Tau e della sua reputazione era sempre stato protettivo. Ogni muscolo del suo corpo sembrava in tensione. Eravamo ancora in una sorta di libertà vigilata dopo il famigerato incidente della cacca di cane di settembre.

    Quello? Beh, quello era stato decisamente colpa nostra.

    Billings mi si avvicinò. «Quant’è grave secondo te, Dobbs?» domandò a bassa voce.

    «Mmm… dipende dai danni, e se qualcuno si è fatto male.» Guardai l’ambulanza ferma vicino alla casa. A causa dell’angolazione era difficile dirlo, ma sembrava che un tizio fosse seduto a terra con una coperta sulle spalle. Era ossigeno quello che gli stavano dando?! Merda.

    «Guarda il lato positivo,» fece Sai ridacchiando. «Quei razza di idioti-alpha non organizzeranno un festino per un bel po’! Ah-ah!»

    Okay, anche meno ironia. Guardati attorno, cazzo, Sai.

    «Datevi una calmata tutti quanti. Probabilmente penseranno che sia stato uno di loro a dimenticarsi dei popcorn nel microonde,» disse Felix.

    «Sarebbe meraviglioso,» feci io. «Anche se sono sicuro che i poliziotti indagheranno un minimo.»

    «Solo perché nessuno confesserà non significa che non possano essere stati loro,» ribatté Felix. «Voglio dire, se teniamo tutti la bocca chiusa…»

    «Ehm, ragazzi… Potrebbero averci visti aggirarci furtivamente dietro casa loro, dopo aver messo i popcorn nel microonde,» ammise Billings con evidente imbarazzo. «Due idioti-alpha sono usciti di casa proprio mentre ce ne stavamo andando. Siamo scappati, ma loro hanno preso a urlarci contro. Quindi…»

    Sbuffai. «Mi stai prendendo per il culo? Vuoi forse farci espellere tutti quanti?»

    «30 e lode alle tue abilità, ninja,» sbottò Felix roteando gli occhi.

    Johnson aveva un’espressione miserabile. «Non possono espellerci. I nostri genitori ci uccideranno.» Lui e Billings mi guardarono imploranti.

    Volevano essere rassicurati. E in quanto coordinatore dei membri della Sigma Mu Tau, si aspettavano che fossi io a farlo. Mi dissi che avrei almeno potuto provarci. «Ehi, come diceva sempre nonna Dobson: è inutile fasciarsi la testa ancor prima di essersela rotta. Sono sicuro che andrà tutto bene.»

    A loro non dissi come mia nonna continuava quella frase. Diceva: perché tanto se te la devi rompere non potrai far niente per impedirlo.

    E infatti, scoprimmo che non ci avrebbero puniti con l’espulsione, ma con qualcosa di molto, molto peggio.

    Jesse


    Gesù. Stavano per esplodermi i polmoni. «Ahhh!»

    Finii contro lo stesso cespuglio di agrifoglio nel quale ero caduto due volte, ma il prato dell’Alpha Lambda Alpha era così affollato che era difficile riuscire a muoversi. Non solo i miei pantaloni del pigiama erano troppo leggeri per l’inverno del Wisconsin, ma ora si erano anche rotti e stavo morendo congelato.

    Chi cazzo ha dato fuoco a casa nostra?

    I vigili del fuoco con l’uniforme giallo brillante fecero irruzione sfondando la porta. Nel giardino c’erano tutti i miei confratelli e le loro ragazze mezze nude. Avevamo dato un festino romantico. Beh, non io, ma ad ogni modo…

    Mi avvicinai a Tray senza smettere di tossire. «Ehi, ma che cazzo è successo? È stato Bubba?» Una volta Bubba aveva deciso di asciugarsi l’uccello con il calore del forno. Non c’era più niente che potesse sorprendermi.

    Traynor Blackstone, il mio migliore amico, scosse il capo. «Non ne ho idea.» Voltò la sua bella faccia e mi guardò serio. «Dov’eri finito? Un attimo prima eravamo lì a bere birra e poi puff

    «Dovevo studiare.»

    «Dai, amico, so che stai seguendo dei corsi difficili, ma la stagione è appena finita e la serata appuntamenti è sacra.»

    Scrollai le spalle e abbassai lo sguardo sulle scarpe da ginnastica che ero riuscito a prendere da sotto il letto e infilarmi prima di correre fuori dalla porta sul retro. «Ho un esame.»

    Tray rise con sarcasmo. «Uno di questi giorni, signor running back, ti faremo conoscere una ragazza talmente fica che sarai più che felice di mettere da parte i libri per scopare.»

    «Non sarebbe male.» Sorrisi. Ma non in questa vita.

    «Dobbiamo farti uscire da quella torre d’avorio, amico.»

    Scrollai le spalle. Non c’era niente da dire. Tray era mio amico. Gli volevo bene, ma non ero riuscito a dire la verità a nessuno, nemmeno a lui.

    Tray scosse il capo con fare amichevole. «Andiamo.» Si inoltrò nell’ammasso di confratelli che tossivano e di tubi a rischio inciampo fino a trovare Rand, il presidente della confraternita nonché giocatore e uomo fenomenale. Rand mi piaceva, lo rispettavo. Diamine, era l’unico Alpha Lambda Alpha che avesse mai avuto il coraggio di fare coming out, lo ammiravano tutti e il coach l’aveva messo al timone della casa. Non avrei potuto sostenere un confronto, Tray invece trattava tutti come suoi pari, ci sapeva fare. Era una delle sue migliori qualità.

    «Rand, che cazzo succede?»

    «Non ne sono ancora sicuro, cazzo, ma forse ci sto arrivando.» Rand parlò piano e senza mai distogliere lo sguardo dalla casa dei Sigma Mu Tau dall’altra parte della strada. Come tutte le confraternite del quartiere, anche loro erano fuori a fissare il disastro a cui era ridotta l’ALA. Con i miei confratelli non l’avrei mai ammesso, ma alcuni di loro erano veramente carini.

    Incrociai i piedi.

    Non l’avrei mai detto ai miei confratelli in generale, che trovavo un ragazzo carino.

    Tray fece un cenno con il mento verso Rand. «Spara.»

    Rand si voltò e abbassò la voce. «Jax e Rex dicono di aver visto due secchioni sgattaiolare fuori da dietro casa nostra circa quarantacinque minuti fa.»

    Quelli della Sigma Mu Tau li chiamavamo secchioni.

    Le parole mi sfuggirono di bocca. «I secchioni hanno dato fuoco alla nostra cazzo di casa?!» Rand mi guardò. Mi morsi la lingua e desiderai tornare a nascondermi nel cespuglio di agrifogli. Cristo, però, un conto era fare uno scherzo, un altro era dare fuoco a una casa, la mia casa. Il solo pensiero bastava a mozzarmi il fiato, mi sembrava di non riuscire a respirare. Diamine, riuscivo a malapena a stare dietro al costo della vita in confraternita. E se avessi dovuto trasferirmi? Cercai di allontanare il pensiero.

    Rand disse: «Non lo so. Ma se sono stati loro, il rettore Robberts se li mangerà a colazione,» sorrise malignamente. «Me ne assicurerò.»

    Tray ridacchiò.

    Guardammo dall’altra parte della strada. Il presidente della SMT, Jax, ricambiò il nostro sguardo. Era una specie di hipster con la barba lunga e un berretto di lana che non si toglieva mai. Rand lo odiava a morte. Accanto a lui c’era quel tipo magro, Dobbs, talmente odioso che avrebbero dovuto internarlo da qualche parte. La rivalità con gli SMT era una tradizione che alimentavamo entrambi. Nel concreto, però, avevo cose molto più importanti di cui preoccuparmi rispetto a quei coglioni. Se la tradizionale rivalità avesse sputtanato la mia casa e la mia borsa di studio, però, allora sì che con gli SMT sarebbero cominciati i veri problemi.

    2

    DOBBS

    «La stima è di diecimila dollari di danni alla cucina dell’Alpha Lambda Alpha, ci sono sette studenti con preoccupanti livelli di inalazioni di fumo, per non parlare di tutti i servizi di emergenza che abbiamo coinvolto per questa assurdità! State tirando troppo la corda, ragazzi… La state spezzando!»

    La mia mente evocò l’immagine del rettore Robberts che si batteva contro di noi a un torneo di tiro alla fune, e che con una corda scalava una montagna in stile Tom Cruise in Mission Impossible 2. Il che mi fece ridere perché il rettore doveva avere circa una settantina d’anni.

    Robberts aveva una testa sorprendentemente grande, visto quant’era esile, ed esibiva una criniera di capelli grigi. Le sue sopracciglia erano così selvagge che ogni volta che le guardavo sentivo il bisogno di recuperare una forbice. Aveva un paio di affilati occhi blu e il naso aquilino… E sedeva dietro la scrivania livido di rabbia.

    «Ci dispiace molto. La pagheremo noi la cucina,» disse Jax con fermezza.

    Sapevo quanto quella situazione lo ferisse. Quando si trattava dei fondi della confraternita, Jax era il più responsabile. Probabilmente ci sarebbe toccato un anno a fare autolavaggi per tirare su soldi.

    «Che diamine, sì che la pagherete voi,» sbottò Rand Charles, il presidente dell’Alpha Lambda Alpha.

    Nell’ufficio del rettore, quel freddo lunedì mattina, eravamo in otto. Al di là della grande finestra, il cielo grigio plumbeo gettava sul campus una luce tetra e gelida. Eravamo quattro della SMT e quattro dell’ALA seduti davanti alla scrivania del rettore come penitenti in tribunale, stipati nelle seggioline che avevamo preso dalla sala conferenze poco lontana. In quanto presidente, Jax era il capo della nostra delegazione. Io ero il coordinatore dei confratelli e il capitano della squadra di Quiz Bowl, perciò nei fatti ero il suo secondo. Ovviamente avevamo portato con noi Billings e Johnson.

    Nel campo avversario – che non era un campo ma le sedie a pochi centimetri da noi – c’erano Rand Charles, che era biondo e con gli occhi azzurri, perfetto per una pubblicità di dentifricio della Gioventù Hitleriana; Traynor Blackstone che, ricco, bellissimo e nero, era il giocatore di punta della loro ridicola squadra di flag football; Rex Burton, che era un enigma per noi perché viveva fuori dal campus, ma era presente perché a quanto pareva aveva visto Billings e Johnson uscire dalla porta sul retro dell’ALA e, infine, Jesse Knox. Jesse, alto un metro e novanta e da sbavarci dietro visto quant’era attraente, aveva l’aria di chi avrebbe preferito essere ovunque tranne che lì.

    In realtà non c’era ragione per cui Jesse si trovasse lì, se non che era il running back vincente della squadra di football di Madison, e quindi un’ottima pedina da giocare, per l’ALA. L’università prendeva il football molto seriamente.

    Jesse ci lanciò un’occhiataccia e incrociò il mio sguardo. I suoi glaciali occhi verdi erano accusatori e pieni di disprezzo. Ecco, quello era più o meno il tratto distintivo di Jesse. Non avevamo mai parlato, ma mi era sempre sembrato un tipo arrogante. Che peccato che un ragazzo tanto bello fosse così odioso. Nemmeno le sue spalle larghe, i fianchi stretti, le gambe lunghe e i capelli biondo sabbia avrebbero potuto redimere una personalità tanto sgradevole.

    «La trovata di questo weekend è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso,» proseguì il rettore. «Ho perso la pazienza. Sono a tanto così dallo sciogliere entrambe le confraternite!»

    Oh, merda. Guardai Jax, che sedeva alla mia sinistra e fissava dritto davanti a sé, la mascella serrata sotto la barba ramata, il viso arrossato.

    «Non può farlo, Rettore» disse Rand con il suo tono da leccapiedi.

    «Oh, invece posso eccome.» Il rettore Robberts aprì un faldone. «Avete ricevuto già due richiami, quest’anno. L’ALA ha ricevuto una nota di demerito a settembre per aver pubblicato su Instagram un video fatto alla finestra del bagno della SMT contenente nudità.»

    «Era solo uno scherzo. Le persone riprese non si vedevano nemmeno!» si lamentò Rex.

    Il rettore lo ignorò. «E a ottobre se la sono presa gli SMT per aver messo delle… bombe di feci di cane sul prato dell’ALA.»

    «Ci stavamo vendicando del loro video,» intervenne Jax. «Almeno il nostro scherzo non prevedeva l’umiliazione pubblica.» Lanciò un’occhiataccia a Rand.

    Rand ricambiò lo sguardo e arricciò il labbro superiore come un lupo arrabbiato. Se fossimo stati seduti vicini probabilmente l’avrei sentito ringhiare. Era bizzarro il modo in cui la sua faccia da bravo ragazzo educato che la domenica gioca a golf svanisse non appena incrociava lo sguardo di Jax. Dal canto suo Jax, di solito sempre calmo, ebbe la stessa reazione e da figlio dei fiori qual era in pochi secondi sembrò trasformarsi nel sicario John Wick.

    «E questo solo quest’anno,» continuò il rettore Robberts ignorandoci. «L’anno scorso vi siete presi due sanzioni ciascuno. Ho tutto il diritto di sciogliere le vostre confraternite. Tutte e due

    «Lo capisco, signore,» disse Rand calmo. «Ma gli Alpha non hanno niente a che fare con quello che è successo nel weekend. Siamo stati attaccati senza alcun motivo.»

    «Il rivelatore di fumo!» sbottò Jax a denti stretti. «Non vi era mai successo prima di bruciare dei popcorn? Perché da noi succede almeno una volta a settimana. E non ci sarebbe stato alcun problema se il vostro rilevatore antincendio avesse funzionato come dovrebbe!»

    «Ah, sì? Beh, vaffanculo Jax,» ribatté Rand.

    Jax roteò gli occhi. «Questa sì che è una risposta intelligente, Einstein.»

    «Per quanto mi riguarda, siete entrambi nel torto,» sbraitò il rettore Robberts. «Questa cultura dell’antagonismo e il tormento continuo che vi infliggete ha portato all’incidente dello scorso weekend. Non m’importa chi ha fatto cosa. Anche se, Rand, prenderete una multa per violazione delle norme di sicurezza e la prossima settimana le case verranno ispezionate per essere sicuri che sia tutto a norma.»

    Quest’ultima frase del rettore fece guadagnare a Jax un altro sguardo pieno d’odio da parte di Rand.

    «Rimane solo da decidere se firmare o meno questo documento, ora.» Il rettore guardò ognuno di noi con fare minaccioso per farci capire quanto fosse serio. Si allontanò dalla scrivania e aggrottò le sopracciglia meditabondo. «Sapete, quando il presidente Orely mi ha offerto questo lavoro gli ho chiesto: Quale sarà la mia più grande sfida in quest’università? E volete sapere cosa mi ha risposto?»

    Lo guardavamo tutti in silenzio.

    «Ha detto: La faida tra Alpha Lambda Alpha e Sigma Mu Tau. Non t’invidio per niente. Allora, come ci si sente, ragazzi, a sapere che il presidente della vostra università considera entrambe le vostre confraternite una spina nel fianco? Perché mi tocca proprio dirlo, sono d’accordo con lui.»

    «Non è giusto, Rettore,» disse Jax genuinamente ferito. «La Sigma Mu Tau ospita alcuni dei migliori studenti di questa università. Abbiamo vinto due volte il campionato nazionale di Quiz Bowl e conosco personalmente studenti che si sono iscritti alla Wisconsin-Madison solo per entrare nella squadra! Mi sembra alquanto errato e grossolano ridurre a dei popcorn bruciati e della cacca di cane tutto ciò che i nostri confratelli hanno realizzato.»

    «E i migliori atleti del campus sono nostri confratelli!» disse Rand. «I nostri ragazzi attirano un sacco di ex allievi con le partite. Per non parlare della nostra reputazione nazionale come giocatori di flag football.»

    «Già!» fece Traynor.

    «Spina. Nel. Fianco,» ripeté il rettore Robberts come se non avessimo nemmeno parlato. «Ed è ora di smetterla. Avete capito bene?» Si chinò sulla scrivania e ci lanciò uno sguardo severo da sotto le sue pazze sopracciglia.

    Jax premette la gamba contro la mia. Con le mani stringeva forte i braccioli di legno della sedia, le nocche bianche. Era pallido come un cadavere. Povero Jax. Era così orgoglioso della SMT. Vederla soccombere così sotto gli occhi l’avrebbe ucciso.

    E io? Mentre il mio cervello cercava di elaborare cosa avrebbe significato lo scioglimento della confraternita, mi sentivo un pezzo di ghiaccio.

    Era il gennaio del mio terzo anno e speravo di vivere nella sede della SMT fino al diploma, ovvero fino al giugno successivo. Era una casa fantastica, così come la mia confraternita. Erano ragazzi divertenti, ma anche studiosi e competitivi e la cosa mi piaceva. Manteneva me motivato e alta la mia media. Inoltre, non avevo voglia di mettermi a cercare un nuovo alloggio, che sarebbe stato costoso in modo assurdo e difficile da trovare, visto che eravamo a metà dell’anno scolastico. E poi c’era la nostra squadra di Quiz Bowl, che era la squadra della confraternita. Il che significava che probabilmente sarebbe stata sciolta insieme alla casa. E questo, questo non poteva succedere.

    «Rettore,» cominciò Rand, «per favore, ci ripensi.

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