I misteri del Ravarion

Di Monica Gagliardi

Nel maggio del 1932 sulle montagne della valle Intrasca nel giro di ventiquattro ore vennero ritrovati poco distante gli uni dagli altri dei macabri resti umani.

Disgrazia o delitto?

Il mistero verrà chiarito ripercorrendo i fatti così come narrati nelle pagine dei giornali dell'epoca e attraverso la lettura dei documenti dell'inchiesta che ne seguì.

Le gallerie militari, teatro dei ritrovamenti, assunsero un aspetto sinistro, riportando alla memoria degli abitanti della valle i racconti di apparizioni inquietanti che si verificavano talvolta su queste montagne; la pubblicazione raccoglie anche le principali credenze locali in merito all'essere chiamato Sguaina ed ai fantasmi che popolavano la valle.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 11 apr 2023
• ISBN: 9791221464740

Anteprima del libro

Macabri resti

In valle Intrasca nel maggio del 1932 vennero ritrovate delle ossa umane presso le fortificazioni militari della cosiddetta «Linea Cadorna» situate alle pendici della «Cima Ravarion», nome con il quale veniva indicato fino all’inizio dello scorso secolo il Monte Bavarione.

Il ritrovamento attirò l’attenzione di tutta la popolazione locale, e divenne ben presto principale argomento di discussione in tutti i paesi della valle e di quelli limitrofi.

Il fatto oltremodo venne preceduto da un altro macabro ritrovamento, tanto che in un primo momento i due accadimenti furono messi in diretta correlazione: presso il Pian Vadà venne rinvenuto il cadavere di un giovane morto misteriosamente.

L’antefatto:

una funesta scoperta al Pian Vadà

Sul giornale locale «La Gazzetta del Lago» nella metà del mese di maggio del 1932 apparve una tragica notizia dal titolo: «Un cadavere rinvenuto al Pian Vadà. La macabra scoperta delle contadine di Falmenta – Disgrazia o Delitto?»¹

Come si può immaginare la notizia suscitò grande interesse nella valle, soprattutto perché in un primo momento l’identità del defunto restava avvolta da un velo di mistero.

L’articolo così racconta la vicenda: «A Pian Vadàa, la magnifica località che comincia al fianco dello Zeda per scendere dolcemente verso Colle e dove finisce la strada militare fatta costruire da Luigi Cadorna durante la guerra, è stato rinvenuto l’altro ieri il cadavere di un uomo.

Non si sanno finora molti particolari su questo fatto, non si sa il nome del disgraziato, non si sa quali siano state le cause della sua morte. (…)»

Il corpo venne scoperto da alcune donne di Falmenta, che si erano recate lassù per cercare le capre che avevano smarrito.

«(…) A fianco di una mulattiera, esse hanno rinvenuto il cadavere di uno sconosciuto con il viso rivolto verso terra e con le mani, due mani aristocratiche con le dita affusolate, rattrappite sopra due ciuffi d’erba.

All’orribile visione le donne sono rimaste mute per lo spavento. Qualcuna fece per gridare, ma la voce le morì nella strozza. Le più coraggiose si avvicinarono al cadavere e ne fissarono ben