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Uno scandalo in Boemia. Un'indagine di Sherlock Holmes. Testo originale a fronte
Uno scandalo in Boemia. Un'indagine di Sherlock Holmes. Testo originale a fronte
Uno scandalo in Boemia. Un'indagine di Sherlock Holmes. Testo originale a fronte
E-book70 pagine59 minuti

Uno scandalo in Boemia. Un'indagine di Sherlock Holmes. Testo originale a fronte

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Info su questo ebook

Sherlock Holmes è in compagnia del dottor Watson, quando in casa sua si presenta un visitatore mascherato che dice di essere il conte Von Kramm. Holmes deduce che si tratta del re di Boemia, prossimo alle nozze. Ha bisogno del suo aiuto per recuperare una fotografia compromettente che lo ritrae insieme alla cantante d’opera Irene Adler. Per la prima volta, l’infallibile detective con mille assi nella manica incontrerà qualcuno in grado di tenergli testa. Una donna. Per lui, la donna.
LinguaItaliano
Data di uscita5 mag 2023
ISBN9788892967069
Uno scandalo in Boemia. Un'indagine di Sherlock Holmes. Testo originale a fronte
Autore

Arthur Conan Doyle

Sir Arthur Conan Doyle (1859–1930) was a Scottish writer and physician, most famous for his stories about the detective Sherlock Holmes and long-suffering sidekick Dr Watson. Conan Doyle was a prolific writer whose other works include fantasy and science fiction stories, plays, romances, poetry, non-fiction and historical novels.

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    Anteprima del libro

    Uno scandalo in Boemia. Un'indagine di Sherlock Holmes. Testo originale a fronte - Arthur Conan Doyle

    I LEONCINI

    frontespizio

    Arthur Conan Doyle

    Uno scandalo in Boemia

    ISBN 978-88-9296-706-9

    © 2022 Leone Editore, Milano

    Traduttore: Giorgia Mattavelli

    www.leoneeditore.it

    I

    ENG

    Per Sherlock Holmes lei è sempre la donna. Raramente l’ho sentito chiamarla con un altro nome. Ai suoi occhi lei eclissava e sovrastava il resto del genere femminile. Non è che provasse qualcosa di simile all’amore nei confronti di Irene Adler. Tutte le emozioni, l’amore in particolare, erano ripugnanti per la sua mente fredda, rigorosa ma mirabilmente equilibrata. Holmes era, suppongo, la più perfetta macchina dotata di ragione e capacità di osservazione esistente; ma come amante sarebbe stato fuori luogo. Non parlava mai delle passioni più delicate, se non con un tono sarcastico e beffardo. Erano cose apprezzabili per l’Holmes osservatore, un modo eccellente per comprendere le intenzioni e le azioni umane. Ma per l’Holmes acuto deduttore, accogliere tali intrusioni nella sua indole sensibile e finemente impostata era come introdurvi un elemento di disturbo, che poteva gettare l’ombra del dubbio su tutti i suoi risultati mentali. Della sabbia in uno strumento delicato, o una crepa in una delle sue potentissime lenti non sarebbero state più fastidiose di una forte emozione in una natura come la sua. Eppure non esisteva che una donna per lui, e quella donna era la defunta Irene Adler, di dubbia e discutibile memoria.

    Non avevo visto molto Holmes nell’ultimo periodo. Il mio matrimonio ci aveva allontanati l’uno dall’altro. La mia completa felicità, e gli interessi incentrati sulla casa, che crescono nell’uomo che per la prima volta si ritrova a esserne proprietario, bastavano per assorbire tutta la mia attenzione; Holmes, invece, restio di fronte a qualsiasi forma di compagnia, con la sua anima anticonformista, era rimasto nei nostri alloggi a Baker Street, sepolto in mezzo ai suoi vecchi libri, alternando di settimana in settimana cocaina e ambizione, la sonnolenza della droga e l’impetuosa energia della sua natura appassionata. Era ancora, come sempre, profondamente attratto dallo studio del crimine, e impiegava tutte le sue facoltà mentali e le sue straordinarie capacità di osservazione nel seguire quelle piste e risolvere quei misteri che la polizia aveva abbandonato credendoli senza soluzione. Di tanto in tanto mi capitava di sentire qualche vago resoconto delle sue azioni: della sua convocazione a Odessa per l’omicidio Trepoff, del fatto che avesse risolto la singolare tragedia dei fratelli Atkinson a Trincomalee, e infine della missione che aveva portato a termine in modo così fine e brillante per la famiglia reale olandese. A ogni modo, a parte questi segnali della sua attività, che leggevo sui quotidiani come tutti i lettori, ormai sapevo molto poco del mio vecchio amico e compagno.

    Una notte, era il 20 marzo 1888, stavo rincasando da una visita a un paziente (ero tornato a esercitare la libera professione), quando mi trovai a passare per Baker Street. Mentre camminavo davanti a quella porta, che ben ricordavo e che nella mente associavo al mio corteggiamento e agli oscuri incidenti di Uno studio in rosso, venni colto dall’acuto desiderio di rivedere Holmes, e di scoprire come stesse impiegando i suoi poteri straordinari. Le sue stanze erano brillantemente illuminate e, proprio mentre guardavo in su, vidi l’ombra della sua figura alta e magra passare due volte dietro le tende. Camminava velocemente su e giù per la stanza, con impazienza, la testa china sul petto e le mani dietro la schiena. A me, che conoscevo ogni suo umore e ogni sua abitudine, il suo comportamento e modo di fare dicevano tutto. Stava di nuovo lavorando a qualche caso. Era rinvenuto dalle allucinazioni della droga e adesso era su di giri per il sentore di qualche nuovo problema. Suonai il campanello e fui introdotto nella stanza che in passato avevo condiviso con lui.

    I suoi modi non furono molto espansivi. Lo erano raramente; ma penso fosse lieto di vedermi. Senza quasi dire una parola, ma con un’espressione gentile, mi fece accomodare su una poltrona, spinse verso di me la sua scatola di sigari e indicò l’armadietto degli alcolici e un gassogeno nell’angolo. Poi si mise davanti al fuoco e mi guardò nel suo tipico modo singolare e introspettivo.

    «Il matrimonio le fa bene» osservò. «Avrà messo su tre chili e mezzo dall’ultima volta che l’ho vista, Watson.»

    «Tre!» risposi io.

    «A dire il vero, avrei detto un po’ di più. Giusto un tantino in più, immagino, Watson. Ed esercita ancora, vedo. Non mi aveva detto di essere intenzionato a rigettarsi nella mischia.»

    «Allora come fa a saperlo?»

    «Lo vedo, si capisce. Così come so che si è bagnato fradicio recentemente, e che ha una domestica goffa e sbadata.»

    «Mio caro Holmes» dissi io «questo è troppo. L’avrebbero sicuramente condannata al rogo se fosse vissuto qualche secolo fa. In effetti sono uscito per una camminata in campagna giovedì, e sono tornato a

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