Uno scandalo in Boemia

Di Sir Arthur Conan Doyle

Giallo - racconto lungo (29 pagine) - Il primo racconto di Sherlock Holmes

Uno scandalo in Boemia è il primo racconto breve di Arthur Conan Doyle con protagonista Sherlock Holmes, oltre che una delle opere più amate dai lettori e dagli appassionati del detective di Baker Street. La storia ruota attorno alla rivalità fra Sherlock Holmes e Irene Adler, considerata dall’investigatore la donna per eccellenza. Cosa fece l’avventuriera e cantante d’opera per conquistare un posto di spicco nella mente e nel cuore di Sherlock Holmes? Sarà il Dottor Watson a raccontarlo in uno dei suoi resoconti più celebri delle avventure del detective.

Sir Arthur Conan Doyle (Edimburgo, 22 maggio 1859 – Crowborough, 7 luglio 1930), scrittore e medico scozzese, è l'autore dei 56 racconti e 4 romanzi che rappresentano il cosiddetto "canone" sherlockiano. È l'autore capostipite del sottogenere letterario noto come giallo deduttivo, reso famoso dal personaggio del suo investigatore Sherlock Holmes, assurto poi a ruolo di icona di tutta la letteratura gialla, superando di gran lunga la fama dello stesso Arthur Conan Doyle.

• Lingua: Italiano
• Editore: Delos Digital
• Data di uscita: 12 set 2023
• ISBN: 9788825425277

Sir Arthur Conan Doyle

Sir Arthur Conan Doyle (1859–1930) was a Scottish writer and physician, most famous for his stories about the detective Sherlock Holmes and long-suffering sidekick Dr Watson. Conan Doyle was a prolific writer whose other works include fantasy and science fiction stories, plays, romances, poetry, non-fiction and historical novels.

Anteprima del libro

1. La defunta Irene Adler

Per Sherlock Holmes ella sarà sempre la donna. Raramente lo ho sentito menzionarla utilizzando un qualsiasi altro nome. Ai suoi occhi ella eclissa l’intero genere femminile e lo predomina. Non che egli provasse per Irene Adler un’emozione anche solo simile all’amore. Tutte le emozioni, e quella in particolare, erano ripugnanti per la sua mente fredda e precisa, oltre che mirabilmente equilibrata. Egli era, a mio modo di vedere, la più grande macchina per il ragionamento e l’osservazione che il mondo avesse mai visto; ma il ruolo dell’innamorato sarebbe stato fuori luogo per lui. Non parlava mai delle passioni più tenere, se non deridendole e sogghignando. Per un osservatore come lui esse erano preziose: eccellenti per scostare il velo che copriva le motivazioni e le azioni degli uomini. Ma per un ragionatore allenato, ammettere intrusioni del genere nel suo temperamento delicato e calmo avrebbe significato introdurre un fattore di distrazione che avrebbe potuto gettare l’ombra del dubbio su tutti i suoi risultati mentali. Per una natura come la sua, una forte emozione sarebbe stata più rovinosa di un granello di sabbia in uno strumento fragile o di una crepa in una delle sue potentissime lenti d’ingrandimento. Eppure non esisteva che una donna per lui, e questa donna era la defunta Irene Adler, dal passato dubbio e discutibile.

A quel tempo avevo quasi smesso di vedere Holmes. Il mio matrimonio ci aveva allontanati. La mia immensa felicità, e i pensieri rivolti alla famiglia che sorgono in chi si trova per la prima volta padrone del proprio destino, avevano assorbito tutte le mie attenzioni; invece Holmes, che con la sua anima bohemian era avverso a ogni forma di compagnia, era rimasto nei nostri alloggi a Baker Street sepolto fra i suoi vecchi libri, alternandosi di settimana in settimana fra cocaina e ambizione, fra l’assopimento della droga e l’energia impetuosa della sua natura appassionata. Egli era ancora, come sempre, attratto profondamente dallo studio del crimine, e utilizzava le sue facoltà immense e le sue doti straordinarie di osservazione per seguire quegli indizi e fare chiarezza su quei misteri che erano stati mollati dagli agenti di polizia perché giudicati privi di speranza di essere risolti. Di tanto in tanto mi giungeva qualche vaga notizia delle sue attività: di quando fu chiamato a Odessa per il caso dell’omicidio Trepoff, di quando fece chiarezza sulla singolare tragedia dei fratelli Atkinson a Trincomalee e infine della missione che compì con grande tatto e successo per conto della famiglia reale d’Olanda. Comunque, aldilà di queste avvisaglie della sua attività, che condividevo con tutti i lettori dei quotidiani, sapevo poco del mio ex amico e