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Guida Maturità 2023
Guida Maturità 2023
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E-book173 pagine1 ora

Guida Maturità 2023

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Info su questo ebook

Dopo tre anni di emergenza sanitaria, che hanno portato alla semplificazione più o
meno totale dell’esame di Stato, la maturità si prepara a tornare alla normalità. O quasi. Se si
eccettua il fatto che il secondo scritto verterà su una sola materia (Matematica al liceo Scientifico, Latino al Classico e così via) anziché su due come avvenuto nel 2019, la struttura dell’esame ritorna allo schema pre- Covid: si parte mercoledì 21 giugno alle 8.30 con il compito d’italiano uguale per
tutti; si prosegue l’indomani (giovedì 22) con la seconda prova anch’essa nazionale e non più locale come avvenuto nel 2022; si chiude con il colloquio interdisciplinare su tutte le materie con uno spazio anche per i percorsi svolti in alternanza e i rudimenti di Educazione civica.
Ritorno alla normalità confermato anche dal ripristino dei criteri ordinari per il voto
(massimo 40 punti dal credito scolastico e 60 dalle prove) e dalla presenza in ogni commissione di tre
membri esterni (come il presidente) accanto ai tre interni. Tranne per le zone alluvionate dove varrà più di una semplificazione. Per il resto il ripristino di tutte queste antiche prassi sembra aver seminato il panico nei 500mila e passa maturandi italiani come dimostra il fatto che, anche nell’era dei Mooc e di
ChatGpt, in tanti abbiano scelto di ricorrere alle care vecchie ripetizioni private per preparare al meglio
l’esame.
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2023
ISBN9791254842034
Guida Maturità 2023

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    Anteprima del libro

    Guida Maturità 2023 - AA.VV.

    1. Le novità dell’esame 2023

    LE NUOVE REGOLE

    Per 536mila studenti esame con l’orale e due prove scritte

    Claudio Tucci Laura Virli

    Per il quinto anno di fila, il quarto dell’era Covid, l’esame di maturità cambia ancora regole. Questa volta la parola d’ordine del governo Meloni è ritorno alla normalità. O quasi. E così sarà per i 536mila studenti che dal 21 giugno si cimenteranno con le prove finali del proprio percorso scolastico. Le lancette sono tornate indietro all’esame di Stato varato nel 2017 dall’allora ministra Valeria Fedeli. Nel mezzo sono passati altri quattro ministri, Marco Bussetti, Lorenzo Fioramonti, Lucia Azzolina, Patrizio Bianchi. Quest’ultimi due hanno dovuto fare i conti con l’emergenza sanitaria legata al Covid, e quindi hanno modificato la maturità, prima semplificandola enormemente (nel 2020 solo orale e ammissione per tutti), poi recuperando piano piano anche gli scritti. Dei 536.008 studenti coinvolti nelle prove, 521.015 sono candidati interni e 14.993 esterni. In 267.758 provengono da un indirizzo liceale, in 173.892 da un istituto tecnico, i restanti 94.358 da un professionale.

    Ritorno (quasi) alla normalità

    Con Giuseppe Valditara, e superati gli anni duri del coronavirus, si ripropone quasi interamente lo schema pre pandemia, vale a dire due scritti a carattere nazionale, cioè predisposti da Viale Trastevere, e un orale interdisciplinare (come previsto, appunto, dal Dlgs 62/2017). Con una eccezione, però. Per essere ammessi all’esame di Stato, oltre alla frequenza per almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato e al sei in tutte le discipline, condotta inclusa (con un cinque l’ammissione è decisa dal consiglio di classe con adeguata motivazione), bisognerà pure aver partecipato alle prove Invalsi (italiano, matematica, inglese). E poi basta. Anche quest’anno, per via di una norma inserita nel milleproroghe di fine 2022, l’ex alternanza scuola lavoro non è requisito di ammissione alla maturità 2023, derogando così nuovamente al Dlgs 62/2017. Il perché lo ha spiegato il ministero dell’Istruzione e del merito: in questi anni di pandemia «in taluni casi non si è raggiunto il target orario previsto» (210 ore negli ultimi tre anni dei professionali, 150 nei tecnici, 90 nei licei, ndr). Rispetto alla maturità 2022, targata Patrizio Bianchi, c’è una novità: varrà, come requisito d’ammissione, l’aver svolto nel marzo scorso delle prove Invalsi, finora sempre sterilizzate (come al solito non c’è connessione fra risultati delle prove Invalsi ed esiti dell’esame di Stato).

    Maturità 2023

    I due scritti nazionali

    Passando agli scritti, anche quest’anno la prima prova, quella d’italiano, è comune a tutti gli indirizzi e si svolgerà con modalità identiche in tutti gli istituti, con durata massima di sei ore. I candidati potranno scegliere tra tipologie e tematiche diverse. Verranno proposte sette tracce, trasversali a tutti gli indirizzi di studio, che potranno fare riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. Insomma, lo stesso film andato in scena a giugno 2022.

    Una novità di peso rispetto alla scorsa maturità riguarda la seconda prova, che, ora, torna ad essere decisa dal ministero tra una o più discipline caratterizzanti il corso di studio (latino al classico, matematica allo scientifico, economia aziendale per l’istituto tecnico, settore economico, indirizzo Amministrazione, finanza e marketing, progettazione, costruzioni e impianti per l’indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio, giusto per fare degli esempi). Le materie della seconda prova sono state rese note a fine gennaio. Lo scorso anno, la seconda prova scritta è stata decisa dalle singole commissioni d’esame, composte da tutti membri interni, quindi dagli stessi professori della classe.

    La novità per i professionali

    Per gli istituti professionali di nuovo ordinamento entrano in vigore le novità previste dal Dlgs 61/2017 sul secondo scritto. Si tratta in particolare di un’unica prova integrata che non verterà su discipline scolastiche ma sulle attività svolte durante il percorso di studi. Nel dettaglio, le commissioni declineranno le indicazioni ministeriali sulla base del percorso formativo effettivamente svolto e dei programmi degli istituti, in un’ottica di personalizzazione, partendo da una cornice nazionale generale di riferimento e dalla tipologia di prova individuata e trasmessa dal ministero alle scuole, tramite plico telematico, il martedì precedente il giorno di svolgimento della prova.

    Commissioni anche con esterni

    Un’altra novità di peso della maturità 2023 è che le commissioni d’esame tornano ad assumere l’ordinario assetto pre Covid, e saranno, quindi, composte da un presidente esterno all’istituzione scolastica, tre membri interni e tre membri esterni. Con il Covid tutti i commissari erano interni, tranne il presidente esterno. Cambia anche il colloquio che si dovrà svolgere in chiave interdisciplinare per valutare la capacità del ragazzo di cogliere i nessi tra i diversi saperi collegandoli tra loro. Stop quindi a tesine o elaborati dei tempi duri del Covid. La commissione tornerà quindi a proporre allo studente di analizzare testi, documenti, esperienze, problemi che il candidato è chiamato a collegare e argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera. L’alternanza scuola-lavoro farà capolino qui, all’orale, con una breve relazione e/o un elaborato multimediale.

    Il voto finale

    L’ultima novità di questa edizione 2023 della maturità riguarda la composizione del voto finale. Che resta espresso in centesimi, ma con il credito scolastico che torna a pesare massimo 40 punti (negli anni del Covid era arrivato a pesare anche 60 punti). I restanti 60 punti sono divisi 20 punti massimi a prova (due scritti e l’orale). Si diventa maturi sempre con 60, e la lode scatta se si arriva a cento punti senza aver fruito dei cinque punti di bonus. L’auspicio è che il ritorno alla (quasi) normalità delle prove (e più in generale della scuola italiana) renda l’esame un po’ meno generoso del passato, dove le promozioni sono state vicinissime al 100 per cento.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO

    Un esame come incontro finale per approfondire studi e interessi

    Giuseppe Valditara

    In questi mesi ho girato molto per l’Italia e ho visitato parecchie scuole, ho stretto la mano a tanti insegnanti, presidi, personale scolastico, incontrato tante classi di studentesse e studenti di ogni età. Guardo le foto in cui tutti stanno appiccicati per entrare nel campo dell’obiettivo, sorridono e il loro sorriso si vede, non è più nascosto da una mascherina: la crisi è finita, torniamo alla normalità.

    È vero che il Covid non ci spaventa più, però ha lasciato il segno: ha scavato nelle nostre abitudini, nelle relazioni, nell’inconscio. È il momento allora di fare un passo avanti: l’esame di Stato è la prima prova importante per la generazione Covid degli studenti. È una scadenza che nei decenni passati ha popolato i sogni (e gli incubi) dei18enni o 19enni, un vero rito di passaggio. Perciò quest’anno l’esame di Stato sarà allo stesso tempo un ritorno e una rivoluzione. Un ritorno alla normalità dopo tre anni difficili, con l’applicazione delle regole introdotte nel 2017, e una rivoluzione perché questo esame non deve rappresentare un ulteriore incubo, ma un incontro: finale, con gli insegnanti che hanno accompagnato i ragazzi negli anni della secondaria superiore, e iniziale per la nuova vita che li aspetta, nello studio o nel lavoro.

    Ho incontrato gli ispettori che supportano il lavoro delle commissioni d’esame e ho dato loro queste stesse indicazioni, soffermandomi sulla particolare attenzione che sarà data agli studenti più fragili, con disabilità, con bisogni educativi speciali, e sull’esame orale. Quest’ultimo non dovrà essere una somma di interrogazioni su singole discipline, ma un colloquio tra lo studente e la commissione in cui verranno toccati i vari

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