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I Berlusconi
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E-book118 pagine58 minuti

I Berlusconi

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Info su questo ebook

Che quota di controllo detengono i cinque figli nati dai due matrimoni di Silvio Berlusconi? Quali sono le partecipazioni di Fininvest nelle controllate? Che quota ha Vivendi in Mfe?
Sono queste le domande da cui è nato Italian succession, lo speciale di Lab24 che illustra la posta in gioco dell’eredità imprenditoriale del Cavaliere. Un racconto fatto di dati e grafici, ma anche dei ritratti di familiari e personaggi chiave della vita di Silvio Berlusconi. Dopo l’apertura dei tre testamenti, lo scorso 5 luglio, il racconto di Lab24 si è arricchito di contributi finora inediti che indagano sui possibili scenari aperti dalle disposizioni del Cavaliere, le prospettive per gli eredi, i nodi cruciali per la nuova governance delle aziende di famiglia e la sfida della “terza generazione”. Ne è nato un libro per raccontare chi sono I Berlusconi e comprendere quale sarà il futuro dell’impero costruito dal fondatore Silvio Berlusconi.

“Silvio Berlusconi da morto ha avuto un riconoscimento pubblico che avrebbe voluto godersi da vivo. È stato una sorta di tributo a un personaggio che in vita è stato straordinariamente divisivo ma che, al capolinea, ha avuto quei riconoscimenti pressoché unanimi che aveva sempre sognato, ma che non aveva mai avuto.”
Fabio Tamburini

"Berlusconi è stato un fondatore e succedere a un fondatore è per definizione difficile: se chi prosegue la sua attività pensa di replicare il fondatore è destinato al disastro, è necessario altro per dare continuità alla famiglia imprenditoriale.”
Bernardo Bertoldi

“La nuova mappa delle quote ereditate e la struttura della governance di Fininvest ribadiscono con forza che a comandare è solo chi detiene il controllo. Prima lo deteneva Silvio Berlusconi e, dopo di lui, apparterrà ai fratelli maggiori. Un equilibrio che ha retto durante la gestione del Cavaliere, ma che oggi è evidentemente oggetto di confronto e discussione.”
Marigia Mangano
Con i contributi di
: Marco Bellinazzo, Bernardo Bertoldi, Andrea Biondi, Paolo Bricco, Angelo Busani, Monica D’Ascenzo, Marco Ferrando, Barbara Fiammeri, Maria Latella, Marigia Mangano, Emilia Patta, Luca Salvioli e Fabio Tamburini
LinguaItaliano
Data di uscita4 ago 2023
ISBN9791254841990
I Berlusconi

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    Anteprima del libro

    I Berlusconi - AA.VV.

    Funerali da capo di Stato per Berlusconi

    di Fabio Tamburini

    Se il Cavaliere avesse potuto organizzare il proprio funerale non sarebbe riuscito a fare meglio. È stato, sotto tanti aspetti, un funerale da capo di Stato. E soprattutto, a parte eccezioni irrilevanti, è stato una sorta di tributo a un personaggio che in vita è stato straordinariamente divisivo ma che, al capolinea, ha avuto quei riconoscimenti pressoché unanimi che aveva sempre sognato, ma che non aveva mai avuto. Lui se ne stupiva, non sapeva spiegarsi perché non erano tutti pronti ad applaudirlo e, anzi, una parte degli italiani lo riteneva l’incarnazione di Belzebù. Certo la morte è una grande riparatrice. Ma Silvio Berlusconi ha avuto nel momento dell’addio una giornata che avrebbe voluto gustarsi da vivo.

    L’ex presidente del Consiglio da morto ha avuto un riconoscimento pubblico che avrebbe voluto godersi da vivo

    È stato un funerale a reti televisive unificate e in una giornata di lutto nazionale. Forse mancava soltanto lui a raccontare l’immancabile barzelletta. Ha fatto dell’anticomunismo un tratto distintivo ma anche tra i comunisti, magari tra quelli di fede milanista, ha avuto degli estimatori. Certamente l’errore più clamoroso dell’opposizione è stato di averlo demonizzato, mettendo al primo posto l’antiberlusconismo e rinunciando troppo spesso a proposte politiche proprie.

    Mi piace ricordare di lui alcuni tratti distintivi. Prima di tutto la gioia di vivere, anche se il senso della modica quantità gli avrebbe permesso di avere meno grane. Poi il marchio dell’outsider, che in anni passati gli è costato l’ostracismo del potere economico e, più recentemente, quello dei leader politici dell’Occidente. Ma soprattutto la generosità, che in genere non è una virtù dei super ricchi.

    Royal Berlusconi, la saga è pronta a continuare

    di Maria Latella

    Le grandi famiglie affascinano. Suscitano interesse per le vite di alcuni dei componenti e curiosità per le loro scelte future. Dall’India degli eredi di Indira Gandhi all’Occidente, ogni Paese ha la sua Royal Family, si tratti di antiche monarchie o di aristocrazia del denaro.

    Negli Stati Uniti la grande dinastia per eccellenza sono stati e ancora sono i Kennedy, meno glamourous i Bush e invece certamente molto spettacolari Hillary e Bill Clinton prima e Donald, Melania, Ivanka e il resto del clan Trump dopo.

    Ogni Paese ha la sua Royal Family, si tratti di antiche monarchie o di aristocrazia del denaro

    L’Italia, dal dopoguerra alla morte dell’Avvocato, ha avuto gli Agnelli. E dagli anni Novanta in poi, i Berlusconi. Una dinastia ancora giovane ma con tutti gli elementi giusti perché la saga continui a incuriosire. Il capostipite, per cominciare, e poi: cinque figli, due mogli, due fidanzate ufficiali, denaro, potere, politica e affari. Ora, dopo la morte di Silvio Berlusconi, è normale chiedersi se la dinastia continuerà a essere tale, con il mito alimentato dalle copertine di Chi e dalle foto rubate ogni estate, tra barche, bambini, tuffi in Sardegna e gite in bicicletta a Sankt Moritz. O si sceglierà piuttosto di sfumare, lentamente, nell’anonimato che avvolge quasi tutte le grandi famiglie del mondo, come gli Arnault che si fanno fotografare solo agli eventi del gruppo Lvmh o gli eredi Hermès mai visti nemmeno alle loro sfilate?

    A due mesi dalla morte del capostipite e con un testamento ancora in fase di definizione (benché avviato, sembra, a una soluzione in accordo tra tutte le parti) azzardare previsioni è sconsigliabile. Eppure, nelle vite di ciascuno dei cinque figli di Berlusconi, possono cogliersi forse anticipazioni di scelte future.

    Riflettori per Pier Silvio

    Nei giorni successivi al funerale del capostipite è stato il solo, tra i figli, a prendersi la scena. In pubblico, tra i suoi dipendenti di Mediaset, l’azienda in cui è cresciuto e che guida dal 2015. E poi con la lettera inviata a Repubblica. «Sono il figlio di mio padre» ha scritto, rivendicando una eredità fatta non solo di aziende ma anche di atteggiamenti, di curiosità «mi piace parlare con la gente per strada». Ha sancito che sarà lui il front runner della famiglia, si è detto. La sorella Marina dietro le quinte, i tre minori impegnati tra figli ancora piccoli e finanza. Sarà Pier Silvio, l’uomo della Tv, lo speaker della dinastia.

    Possibile, ma poi si è visto che quando c’è da difendere la memoria del padre, è Marina che si mette al computer e scrive al Giornale, come ha sempre fatto negli ultimi anni. E allora?

    C’è chi dice: «Pier Silvio prima o poi farà politica». Di sicuro l’ipotesi è stata presa in considerazione, anche recentemente, ma seri ostacoli si frappongono tra la fascinazione verso quel mondo e la dura realtà del farne parte. Troppo difficile cominciare a 54 anni, senza alcuna esperienza. E poi: chi prenderebbe le redini della Fininvest? Un manager? Barbara, Eleonora e Luigi, che dell’azienda sono soci, sia pure di minoranza, potrebbero avanzare obiezioni. E ancora: fare politica significa rinunciare ai weekend a Portofino, alla libertà di condurre una vita certo non priva di responsabilità ma anche molto privilegiata.

    Candidarsi, mantenere il brand Berlusconi sul mercato dei voti e

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