Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Io fui
Io fui
Io fui
E-book62 pagine36 minuti

Io fui

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Con la saggezza tipica di chi, ultranovantenne, si guarda indietro, l’autore ripercorre i tanti ricordi personali di vita matrimoniale, famigliare e lavorativa, coniugando, con idonea bravura, descrizioni oggettive e altre, invece, ricche di sentimento ed emozione. Un amore speciale e tenero permea tutto il racconto, quello per la sua amata Gina.

Francesco Valentini nasce il 26 maggio del 1930. Lavora e studia al tempo stesso: è apprendista, operaio, impiegato esecutivo, di concetto, direttivo, dirigente. Attualmente in pensione, ex Direttore Divisione Ministero delle Finanze. Ha lavorato per 50 anni per lo Stato; 21 anni in qualità di tributarista. Croce di Cavaliere della Repubblica Italiana, senza intermediari. Laurea h.c., senza intermediari.
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2023
ISBN9791220144971
Io fui

Correlato a Io fui

Ebook correlati

Articoli correlati

Recensioni su Io fui

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Io fui - Francesco Valentini

    PREFAZIONE

    Sì, la mia vita iniziò con una gioia immensa, ancorché non fossi il primo figlio, perché mi fu assegnato il nome di mio nonno materno, Francesco Parabita, uomo fedele alla famiglia e dedito al lavoro, amato e rispettato nel più ampio senso possibile.

    Nacqui con un destino fascinoso proiettato all’incontro con la semplice, pudica e splendida donna di nome Gina Stanca, nata al primo piano della via Vanini n. 3, a Soleto (LE), in data 1.2.1935, che segnò tutta la mia vita seminata da gioie, felicità e serenità.

    Nacqui in Taranto Vecchia, al primo piano del vicolo Spirito Santo n. 12, e crebbi in una famiglia armoniosa e numerosa, originata da mio padre Valentini Giuseppe, nato il 1890, e da mia madre Parabita Angela, nata il 1901, in cui si parlava soltanto il dialetto tarantino, per cui per me la lingua italiana fino alla età della scuola elementare appariva come lingua straniera, tant’è che la feroce maestra signorina Trisolini, alta e robusta come un armadio, per tale motivo, quale punizione, con gusto, mi bacchettava le mani e mi sistemava dietro la lavagna.

    I miei genitori, stretti da un amore indicibile, misero al mondo ben diciassette figli viventi, dei quali sopravviventi solo dieci, cinque maschi e cinque femmine, come da foto allegata, e cinque aborti.

    Dieci tra fratelli e sorelle germani cresciuti e vissuti nella quiete e nel rispetto più assoluti, senza mai un alterco od alterazione, tant’è che tutti avevamo un soprannome con cui usavamo chiamarci, con un sorriso. Il mio era pasta e fave, ed era la meraviglia di chi ci conosceva.

    Francesco Valentini

    I PENSIERI

    L’AMORE

    È ‘L CLASSICO

    SENTIMENTO FEMMINILE

    CHE, CONIUGATO

    ALLA BELLEZZA,

    GENERA

    UNA GIOISA

    BRILLANTEZZA

    NEGLI OCCHI

    DI UN UOMO

    CHE DIVERRÀ

    COMPAGNO

    IDEALE E FEDELE

    DI TUTTA LA VITA…

    FRANCO VALENTINI

    PRINCIPIO DANTESCO

    Libertà

    va cercando,

    che è si cara,

    come sa

    chi per lei

    vita rifiuta.

    Virgilio

    DEDICA

    Al mirabile

    partigiano

    tarantino

    Dante Loprete,

    figura serena

    e silenziosa,

    sempre presente

    nella mia

    memoria visiva.

    Francesco Valentini

    LA VITA

    Se l’albero pecca,

    il ramoscello secca.

    Vox Populi

    PARTORIENTE

    Santa Liberata,

    fa che dolce

    sia l’uscita

    come dolce

    fu l’entrata

    Una donna

    Dieci fratelli e sorelle

    pdfpage_1

    Stato famiglia miei genitori

    A tanta positività non sono mancate le sofferenze, dovute a gravi errori sanitari da parte di diversi medici.

    Un otorino, dovendo curare una rinite, abrase erroneamente la parete nasale interna con attrezzo elettrico la cui punta incandescente saldò delle vene, determinando la chiusura del passaggio del sangue, gonfiandosi così premendo su filamenti nervosi del ganglio di Gasser, provocando una terribile nevralgia sfenopalatina durata una decina di anni e, dopo tanti interventi del prof. Doglitti di Torino, del prof Arslan di Padova e quindi del prof. Motta dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, il quale mediante l’alcolizzazione del ganglio Gasser, per una intera settimana, tutte le mattine con infiltrazione di aghi nel palato, nel naso e nella faccia, si

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1