L'annuncio a Maria
Di Paul Claudel
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Info su questo ebook
“L’annuncio a Maria” di Paul Claudel è un’anomalia nel teatro europeo del Novecento: un testo di grandissima concentrazione poetica, ambientato in un Medioevo storicamente preciso e nel contempo indefinito. Un Medioevo dove regna una confusione in cui si rispecchia tutto il nostro presente: la crisi dell’economia, il disfacimento della società, la disgregazione delle evidenze anche più elementari. In questo orizzonte così lontano nel tempo eppure così vicino nei fatti, si svolge la vicenda dura, straordinaria e dolorosa di una famiglia: Anne Vercors, padre di famiglia, che sente su di sé il compito e quasi la responsabilità della propria felicità; la moglie Beth; le due figlie: Violaine e Mara, due personalità opposte eppure complementari, due posizioni diverse rispetto alla realtà delle cose, della vita – due risposte alla stessa domanda: «A che vale la vita, se non per essere data?». E ancora: il giovane Jacques, amato da entrambe, emblema del lavoratore; e Pierre di Craon, il costruttore di cattedrali: il genio santo e peccatore, paradigma dell’amore assoluto, di quel distacco che solo permette di vedere.
“L’annuncio a Maria” è un mistero già a partire dal suo titolo, che non sembra avere riferimenti espliciti all’interno del testo. È un titolo, invece, che si spiega nelle dinamiche fondamentali dell’opera. Tutti i personaggi di questo dramma, infatti, s’imbattono in uno “scandalo”, in un fatto imprevisto e decisivo, rispetto al quale sono chiamati a dare una risposta – a prendere inesorabilmente posizione.
L’annuncio a Maria è una tra le figurazioni più evidenti della grandezza e del mistero della libertà: si mette in scena il rapporto drammatico fra l’uomo e il suo destino. Ed è – qui come altrove – un rapporto storico, che si gioca nel qui e ora.
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Anteprima del libro
L'annuncio a Maria - Paul Claudel
Paul Claudel
L’annuncio a Maria
Mistero in quattro atti e un prologo
Teatro
KKIEN Publishing International
info@kkienpublishing.it
www.kkienpublishing.it
Edizione originale: L’annonce fait à Marie, 1912
Traduzione dell’edizione del 1912 di Alessia Roquette
Prima edizione digitale: 2019
ISBN 9788833260686
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Table Of Contents
PROLOGO
ATTO I
ATTO II
ATTO III
ATTO IV
PERSONAGGI
ANNE VERCORS
JACQUES HURY
PIERRE DE CRAON
LA MADRE
VIOLAINE
MARA
COMPARSE
PROLOGO
La rimessa di Combernon, vasto portico dai pilastri quadri a cui s’appoggiano travature a ogiva. Mucchi di paglia nell’ala destra; il resto vuoto; fili di paglia per terra; il suolo di terra battuta. Nella parete di fondo, inquadrata dal muro massiccio, un’ampia porta a due imposte, con un complesso congegno di sbarre e chiavistelli. Sulle imposte sono dipinti in modo primitivo le effigi dì san Pietro e di san Paolo, l’uno con le chiavi, l’altro con la spada. Un grosso cero giallo fissato a un pilastro con un anello rischiara le immagini.
Il dramma si svolge alla fine di un Medioevo convenzionale: così come i poeti del Medioevo potevano figurarsi l’Antichità.
Fine della notte e prime ore del mattino.
Entra su un gran cavallo un uomo ravvolto in un mantello nero con una valigia in groppa, PIERRE DE CRAON. La sua ombra gigantesca si muove spiccando dietro di lui sui muri, il suolo, i pilastri.
VIOLAINE, nascosta dietro un pilastro, improvvisamente appare davanti al cavaliere. È alta e sottile, a piedi nudi; ha una veste di grossa lana, in capo un panno in foggia contadinesca insieme e monastica.
VIOLAINE, tende ridendo verso il cavaliere le mani, con gli indici incrociati — Ferma, ferma, signor cavaliere! Giù di sella!
PIERRE DE CRAON — Violaine!
(Balza a terra)
VIOLAINE — Ma bene, maestro Pierre! Così si lascia la casa, come un ladro, senza salutare garbatamente le signore?
PIERRE DE CRAON — Violaine, rientrate! È ancora notte; siamo soli qui. E non sono un uomo, voi lo sapete, che si fidi troppo.
VIOLAINE — Non ho paura di voi, muratore! Non è cattivo chi vuole. E con me non è facile. Povero Pierre! Nemmeno uccidermi avete saputo. Con quel vostro coltello! Nulla più d’un piccolo taglio al braccio di cui nessuno s’è accorto.
PIERRE DE CRAON — Violaine, dovete perdonarmi.
VIOLAINE — Son qui per questo.
PIERRE DE CRAON — Siete la prima donna che ho toccata. Il diavolo, attento alle occasioni, m’ha tentato d’un tratto.
VIOLAINE — Mi avete però trovata più forte di lui!
PIERRE DE CRAON — Violaine, eccomi qui nuovamente, più pericoloso d’allora.
VIOLAINE — Dovremo dunque ancora lottare?
PIERRE DE CRAON — La mia sola presenza, essa sola, è funesta.
VIOLAINE — Non vi capisco.
(Silenzio)
PIERRE DE CRAON — Forse non avevo abbastanza pietre da ammassare e legnami da commettere e metalli da foggiare, — l’opera ch’era mia, — perché d’un tratto mettessi la mano sull’opera d’un Altro, e, empio, desiderassi un’anima?
VIOLAINE — Nella casa di mio padre, vostro ospite! Signore Iddio! che avrebbero detto se l’avessero saputo? Ma io vi ho ben coperto. E tutti, come prima, vi tengono per uomo sincero e irreprensibile.
PIERRE DE CRAON — Dio giudica il cuore sotto le apparenze.
VIOLAINE — E tutto questo resterà dunque fra noi tre.
PIERRE DE CRAON —Violaine!
VIOLAINE — Maestro Pierre?
PIERRE DE CRAON — Mettetevi sotto quel cero che vi veda bene.
(Ella si mette sorridendo sotto il cero. Egli la guarda a lungo)
VIOLAINE — Mi avete ben ben guardata?
PIERRE DE CRAON — Chi siete voi, fanciulla; e che parte s’è Iddio riservata in voi, perché la mano che vi tocca con desiderio e la carne stessa sia così colpita, come avesse tentato il mistero della sua residenza?
VIOLAINE — Che vi è dunque successo in questo tempo?
PIERRE DE CRAON — Subito dopo quel giorno...
VIOLAINE — Sì...
PIERRE DE CRAON — ...ho scoperto sul mio fianco il segno del male spaventoso.
VIOLAINE — Il male? Che male volete dire?
PIERRE DE CRAON — La lebbra di cui parla il libro di Mosè!
VIOLAINE — Che cos’è la lebbra?
PIERRE DE CRAON — Non udiste mai di quella donna che visse, già è tempo assai, sola fra le rocce del Géyn? E girava tutta velata, annunziando il suo appressarsi con suon di nacchere.
VIOLAINE — Ed è di quel male, maestro Pierre?
PIERRE DE CRAON — Tale è la natura sua, che chi n’è colto nella forma più maligna, bisogna che sùbito venga isolato; che non v’è uomo per poco guasto sia che la lebbra non gli si attacchi.
VIOLAINE — E come restate allora fra noi liberamente?
PIERRE DE CRAON — Il Vescovo mi ha dato dispensa, e voi vedete che mi mostro di rado, e solo fra gli operai per gli ordini da dare; e il mio male è ancora coperto e celato. Chi senza di me porterebbe ai fastigi queste nascenti chiese che Dio mi ha affidato?
VIOLAINE — Per questo non vi si è veduto stavolta a Combernon?...
PIERRE DE CRAON — Ci dovevo per forza tornare, che è ufficio mio aprire il fianco di Montevergine, e fendere la parete ogni volta che uno stormo nuovo di colombe vuole entrarvi dall’Arca alta solo verso il cielo aperta. E questa volta conducemmo all’altare una illustre ostia, un solenne incensiere, la Regina, madre del Re, che vi saliva, ella proprio, pel figlio suo privato del regno. Ora torno a Rheims.
VIOLAINE — Costruttore di porte, lasciate che vi apra questa.
PIERRE DE CRAON — Altri non v’era alla fattoria per questo servigio?
VIOLAINE — Alla fante è caro il letto, e m’ha dato le chiavi senza difficoltà.
PIERRE DE CRAON — Non vi fa paura e orrore il lebbroso?
VIOLAINE — C’è Dio a custodirmi.
PIERRE DE CRAON — Allora, le chiavi?
VIOLAINE — Lasciate fare a me. Voi non v’intendete di queste vecchie porte. E che! mi credete una bella damigella dalle dita affusolate che nulla sanno di più rude dello sprone, leggero come un osso d’uccello, di cui armano il calcagno del novello cavaliere? Guardate!
(Apre il serrame che cigola e tira i catenacci)
PIERRE DE CRAON — Questo ferrame è ben arrugginito.
VIOLAINE — Nessuno passa più da questa porta. Ma per di qui il cammino è più corto.
(Fa forza sulla sbarra)
Ecco, la porta è aperta!
PIERRE DE CRAON — Chi resisterebbe a tanto assalitore? Quanta polvere! La vecchia imposta scricchiola e tentenna quant’è alta; fuggono i neri scarafaggi, i vecchi nidi si sfasciano, ed ecco infine tutto aperto.
(La porta si apre. Si vede, pel vano, nella notte, la campagna, praterie e messi. Pallida luce a oriente)
VIOLAINE — Questa lieve pioggia ha giovato a tutti.
PIERRE DE CRAON — La polvere sulla via si sarà adagiata.
VIOLAINE, a bassa voce, affettuosamente — Pace a voi, Pierre.
(Silenzio. E d’un tratto, sonoro e chiaro e altissimo nel cielo, il primo segno dell’Angelus. PIERRE si scopre, ed entrambi fanno il segno di croce)
VIOLAINE, a mani giunte e il viso alzato al cielo, con voce ammirevolmente limpida e penetrante
— Regina Coeli, laetare, alleluja!
(Secondo segno)
PIERRE DE CRAON, con voce sorda — Quia quem meruisti portare, alleluja!
(Terzo segno)
VIOLAINE — Resurrexit sicut dixit, alleluja!
PIERRE DE CRAON — Ora pro nobis Deum.
(Pausa)
VIOLAINE — Gaude et laetare, Virgo Maria, alleluja!
PIERRE DE CRAON — Quia resurrexit Dominus vere, alleluja.
(Campane a distesa)
PIERRE DE CRAON, con voce bassissima — Oremus. Deus qui per resurrectionem Filii tui Domini Nostri Jesu Christi mundum laetificare dignatus es, praesta, quaesumus, ut per ejus Genitricem Virginem Mariam perpetuae capiamus gaudia vitae. Per eundem dominum Nostrum Jesum Christum qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum.
VIOLAINE — Amen.
(Entrambi si fanno il segno di croce)
PIERRE DE CRAON — Come suona di buon’ora l’Angelus!
VIOLAINE — Lassù cantano mattutino di piena notte come i Certosini.
PIERRE DE CRAON — Sarò a Rheims stasera.
VIOLAINE — Conoscete bene la strada?