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Dialoghi delle carmelitane
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Dialoghi delle carmelitane
E-book88 pagine53 minuti

Dialoghi delle carmelitane

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Il conflitto tra religione e politica
Il testo di Bernanos prende avvio da un dato storico: il 15 dicembre 1789 l’Assemblea Nazionale vietò a tutti gli ordini religiosi di pronunciare nuovi voti e molti conventi furono fatti sfollare. Questa sorte toccò anche alle carmelitane di Compiègne, piccolo borgo a nord est di Parigi, le quali nel 1792 furono obbligate ad andarsene dal convento e smettere gli abiti da religiose. Ma dato che il loro proponimento era quello di “vivere e morire da carmelitane”, si risolsero di continuare ad incontrarsi per pregare in comune, nonostante ciò fosse vietato. Così, divise in tre gruppi e alloggiate in abitazioni tra loro vicine, si trovavano quotidianamente per pregare di nascosto. Nel giugno del 1794 le carmelitane furono scoperte e arrestate «per aver tenuto conciliaboli antirivoluzionari, mantenuto corrispondenze fanatiche e conservato scritti liberticidi». Giunte davanti al tribunale rivoluzionario, la Madre Superiora cercò di addossarsi tutte le colpe, ma il suo tentativo fu vano. Dal tribunale furono subito fatte salire su un carro che le avrebbe condotte al patibolo.
La riflessione di Bernanos guarda ai grandi temi dell'esistenza: la paura, la libertà, la morte, piuttosto che, come spesso viene registrato, il conflitto tra la religione e la politica. La Rivoluzione francese, per paradosso, diventa simbolo di trasformazione, piuttosto che esclusivamente un evento storico. Bernanos ci apre al dramma dell'uomo di fronte alla propria morte e nascita. E la sua paura. E il processo di liberazione dai sentimenti di paura incarnato da un personaggio, quello di Bianca de La Force. In questa figura, «l’incarnazione dell’angoscia umana posta di fronte a un’era che stava avanzando inesorabilmente verso la sua fine», si potrebbe vedere l'innocenza minacciata. Per lei la Passione, pur con diversi gradi di consapevolezza, è itinerario di tutti. Suor Bianca ci lascia con un impegno importante: «la preghiera è un dovere, il martirio una ricompensa. […] Non si muore mai ciascuno per sé, ma gli uni per gli altri, ed anche gli uni al posto degli altri».
LinguaItaliano
Data di uscita19 apr 2019
ISBN9788833260495
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    Anteprima del libro

    Dialoghi delle carmelitane - Georges Bernanos

    cover.jpg

    Georges Bernanos

    Dialoghi delle carmelitane

    Teatro

    KKIEN Publishing International

    info@kkienpublishing.it

    www.kkienpublishing.it

    Ed. Originale: Dialogues des Carmélites, 1947 

    Traduzione dal francese di Alessia Roquette

    Prima edizione digitale: 2019

    ISBN 9788833260495

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    Table Of Contents

    Prologo

    QUADRO PRIMO

    QUADRO SECONDO

    QUADRO TERZO

    QUADRO QUARTO

    Personaggi

    La priora

    Bianca De La Force

    Costanza De Saint-Denis

    Madre maria dell’Incarnazione

    Sig.a Lidoine – Suor Maria di Sant’Agostino (Nuova priora)

    Suor Matilde

    Suor Anna

    Suor Geltrude

    Suor Chiara

    Suor Valentina

    Suor Alice

    Suor Marta

    Suor San Carlo

    Madre Maria

    Commissario

    Cittadino

    Rosa Ducor

    Prologo

    1774. Siamo a Parigi, in piazza Luigi XV, la sera delle feste per il matrimonio del Delfino, il futuro re Luigi XVI, con l’arciduchessa Maria Antonietta. Le carrozze dei nobili passano in mezzo alla folla festante contenuta dal servizio d’ordine. In una carrozza, una giovane coppia, il marchese De La Force e sua moglie, che è incinta. Il Marchese scende dalla carrozza e si allontana verso le tribune.

    Cominciano i fuochi d’artificio, ma ad un tratto alcune casse di razzi s’incendiano e gli scoppi si susseguono. Sebbene non ci sia alcun pericolo grave, il panico s’impadronisce della folla. Scompiglio, grida di paura, qualcuno cade in terra ed è calpestato. La giovane Marchesa è spaventata. Il cocchiere frusta i cavalli, che si imbizzarriscono e si lanciano in una corsa sfrenata. Improvvisamente, non c’è più che un unico e selvaggio mostro umano oppresso dalla propria angoscia mortale. Il caos, sempre latente negli strati più profondi dell’essere, esplode attraverso la superficie, in apparenza così solida, delle consuetudini civili. I cavalli sono fermati, un vetro va in frantumi. Una voce d’uomo grida: « Cambierà tutto presto, voi sarete massacrati, e noi andremo a spasso nelle vostre carrozze! ». E la Marchesa vede la faccia del mostro orrendo e spirante orrore: ma arrivano in tempo i soldati a liberarla.

    Poche ore dopo dalla camera della Marchesa, a palazzo De La Force, esce un medico, il quale annuncia al Marchese che gli è nata una bimba, Bianca, ma che la giovane madre è morta.

    Bianca, spinta, per così dire, dallo spavento di sua madre anzitempo alla luce del giorno, sembra non aver ricevuto altra qualità naturale che, per l’appunto, quello stesso spavento. Assai presto dimostra una timidezza morbosa, che oltrepassa di gran lunga quella che frequentemente si osserva nei bambini. L’abbaiare improvviso del suo cagnolino la fa tremare, ed il viso estraneo di un nuovo domestico la fa indietreggiare come davanti ad uno spettro. È come se la sua piccola vita ondeggiasse di continuo nell’ansia di un qualche evento spaventoso; né la dolcezza, né la severità né la stessa buona volontà della povera bimba, sulla quale non ci sono dubbi, riescono a migliorare tale infelice predisposizione. Anzi, la buona volontà peggiora quasi definitivamente la situazione, perché Bianca rimane tanto abbattuta dalla vanità dei suoi sforzi cha, spronata continuamente al coraggio, vede, nel mancarne, addirittura una vituperevole vergogna. Si sarebbe tentati di dire che la sua angoscia è legata alla propria paura.

    La servitù la chiama « leprotto » e Bianca soffre per la sua debolezza, che appare in modo molto evidente. Mai ci fu beneducato rampollo di nobile famiglia che si movesse così timido e che arrossisse così infelice come Bianca de la Force. Il grande titolo nobiliare della sua stirpe sembra un cartello appiccicato a torto; il superbo nome La Force suona addirittura come uno scherno

    1789. Bianca è ormai un’esile quindicenne, dalla bocca piccola e delicata nel visetto dai tratti non molto marcati, quando il Marchese de la Force comincia a tracciare per lei un progetto di matrimonio conveniente. Ma Bianca gli comunica

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