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I Buoni e i Cattivi
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I Buoni e i Cattivi
E-book96 pagine1 ora

I Buoni e i Cattivi

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Info su questo ebook

Che l’amore sia il motore che muove ogni cosa, come il Poeta stesso asserisce, è cosa nota e incontrovertibile;ma l’amore senza passione resta un sentimento destinato a smorzarsi. È la passione che accende l’animo, che conduce alla conquista di vette altissime, di sogni insperati. È quella che agita il cuore di Angelo Famiglietti nei confronti della vita, dell’Arma, della sua famiglia e della sua gente.
Nato in un paesino del Sud, ha vissuto la realtà di quei tempi con la consapevolezza che lì non sarebbe rimasto ma che avrebbe percorso la strada della lotta alle ingiustizie, al crimine. Da sempre affascinato dalla ricerca e dalle spinte motivazionali che inducono il malvivente e la vittima a essere tali, ha conquistato una posizione di spicco all’interno dei Carabinieri, lanciandosi in missioni alquanto faticose e stressanti.
Ne I Buoni e i Cattivi Angelo Famiglietti condivide con il pubblico parte del suo vissuto. Altresì con occhio critico guarda la modernità che schiavizza gli esseri umani e li colloca in posizioni poco consone, obbligati da una società che troppo spesso imposta i ruoli e le relazioni.

Angelo Famiglietti nasce a Milano da genitori meridionali emigrati al nord per insegnare. Torna presto in Irpinia, dalla quale deve a sua volta partire appena terminati gli studi. Arruolato giovanissimo nei Carabinieri svolge la sua attività lavorativa nelle zone più “calde” d’Italia. Dopo importanti esperienze professionali decide di tornare nella sua amata terra per continuare nell’impegno in favore della collettività e dar seguito alla passione di sempre, scrivere racconti.
LinguaItaliano
Data di uscita15 ago 2023
ISBN9788830688360
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    I Buoni e i Cattivi - Angelo Famiglietti

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    Angelo Famiglietti

    I Buoni e i Cattivi

    © 2023 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-306-8205-4

    I edizione settembre 2023

    Finito di stampare nel mese di settembre 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    I Buoni e i Cattivi

    "Ai miei figli,

    continuate ad essere

    ciò che meravigliosamente siete"

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Perché?

    Si nasce per caso, non mi riferisco, ovviamente, al fatto biologico, piuttosto al luogo, alla famiglia, al periodo storico. Questi tre elementi determinano, da soli e con buona probabilità, la figura dell’uomo o della donna che diventeranno, quegli esserini indifesi, che all’apparenza, poco differiscono l’uno dall’altro.

    Già immagino la ridda di riflessioni che potrà cagionare questa considerazione: il libero arbitrio, l’ascensore sociale, la scuola come livellatore delle differenze e poi ancora il bambino inteso come un libro bianco su cui scrivere e le mille altre teorie in tal senso. Il mio non è uno studio scientifico, viene dall’esperienza della strada e, mai come oggi, questi tre elementi rappresentano la croce a cui si inchiodano i bambini ancor prima di nascere.

    Il luogo in cui si nasce, non è più la casa, il paese, il quartiere, la città o la nazione: è piuttosto un’astrazione. Si vive collegati con il mondo restando da soli con il proprio touch screen, il mondo, quello vero, è relegato alla cornice del tablet o del telefonino. Un fatto non è realmente avvenuto se non è stato condiviso, la vita e la morte non li si sente più tramite gli odori o la puzza, un fatto, uno qualunque, è giudicato in base ai like. In questo luogo, il bene e il male sono rappresentati dal numero, spesso artefatto, di chi è pro e contro. Tutto assume aspetti grotteschi, spesso imbarazzanti, il ragionamento non esiste più, al suo posto c’è lo slogan.

    La famiglia è stata risucchiata dal web, dai messaggi vocali, dai social, vive di ciò che posta, un abbraccio o un bacio è vero, come può essere vera una posa compiuta per mostrarla agli altri. L’intimità è violata e sopraffatta dalla necessità – anch’essa sopravanzante il piacere affettivo – di rendere pubblico un gesto, che in natura è privato. Ciò che si fa per vivere è volto alla conquista di un qualcosa che si può usare, per il tempo nel quale ha glamour, salvo disfarsene in un intervallo sempre più breve, per ritornare ad inventarsi nuovi lavori o imprese, volte al semplice inseguire l’ultimo modello. I gesti, la passione, la devozione ad una causa sono inutili perdite di tempo.

    Il periodo storico è questo, e noi, preistorici ominidi, che abbiamo consegnato la propria vita ad inseguire degli ideali, siamo fuori tempo. Abbiamo dedicato i nostri anni migliori a cercare di combattere le ingiustizie, le iniquità e le sopraffazioni, ci ritroviamo ad essere giudicati non per i risultati, ma per la quantità di energie profuse, senza trarne un beneficio economico corrispondente.

    Nasce allora l’esigenza di dare un punto di vista diverso. Ogni famiglia, quartiere, paese, città e nazione avevano la propria storia; ogni singolo individuo portava con sé la sua esperienza e la mescolava alle altre, ogni muro aveva il suo spiraglio, dal quale traguardare e cercare di costruire un sentiero.

    Oggi è tutto in rete, senza che nulla sia davvero soggettivo e proprio in senso stretto, nulla è più meritevole di essere difeso, tutto è di tutti senza essere veramente

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