Le Api
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Nacque a Firenze da una ricca famiglia mercantile legata ai Medici. Il padre, Bernardo Rucellai, anch’egli un umanista e un iniziato di grande rilievo, si era sposato, l’8 Giugno 1466, con Lucrezia (detta Nannina) di Piero de’ Medici, la sorella maggiore del suo fraterno amico Lorenzo de’ Medici. Giovanni era quindi nipote del Magnifico e quartogenito dei cinque figli della coppia.
Educato alla scuola di eloquenza del filosofo Francesco Cattani da Diacceto, allievo di Marsilio Ficino, intraprese la carriera ecclesiastica, senza però trascurare l’amore per le Lettere. Apprezzato autore di tragedie, compose il poema in endecasillabi sciolti Le Api, ispirato alle Georgiche di Virgilio, prima del 1525, dopo il suo rientro in patria dalla sua missione di nunzio apostolico in Francia. Un’opera non solo scientifico-naturalistica, ma anche ricca di sapienti spunti simbolici e allegorici, frutto non solo della profonda erudizione dell’autore, ma anche del suo vivo interesse per l’Esoterismo, la Misteriosofia e l’Astrologia.
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Le Api - Giovanni di Bernardo Rucellai
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LE API
Poemetto in endecasillabi sciolti
LOGO EDIZIONI AURORA BOREALEEdizioni Aurora Boreale
Titolo: Le Api
Autore: Giovanni di Bernardo Rucellai
Collana: Simboli & Miti
Con introduzione dell’Editore
Editing e illustrazioni a cura di Nicola Bizzi
ISBN versione e-book: 979-12-5504-452-9
Immagine di copertina: Pietro Da Cortona, Il Trionfo della Divina Provvidenza, 1639, dettaglio
(Roma, Palazzo Barberini)
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INTRODUZIONE DELL’EDITORE
Giovanni di Bernardo Rucellai (detto anche Giovanni II°, per distinguerlo dal nonno Giovanni di Paolo Rucellai, celebre umanista e mecenate della Firenze rinascimentale), è stato uno scrittore, poeta, iniziato e un fine umanista della scena culturale fiorentina di inizio Cinquecento.
Nacque a Firenze il 20 Ottobre 1475 in una ricca famiglia mercantile storicamente legata ai Medici. Il padre, Bernardo Rucellai, anch’egli un umanista e un iniziato di grande rilievo, si era sposato, l’8 Giugno 1466, con Lucrezia (detta Nannina) di Piero de’ Medici, la sorella maggiore del suo fraterno amico Lorenzo de’ Medici. Giovanni era quindi nipote del Magnifico e quartogenito dei cinque figli della coppia (gli altri erano Cosimo, Piero, Palla e Lucrezia). Il matrimonio tra Bernardo e Nannina, celebrato nella Loggia Rucellai, costruita su progetto di Leon Battista Alberti, rimase a lungo negli annali fiorentini per la magnificenza e la profusione di festeggiamenti e banchetti. Insieme al marito, Nannina comprò gli Orti Oricellari, il famoso giardino dove si riunì l'Accademia Platonica fiorentina nella sua ultima fase.
Giovanni ebbe fin da giovanissimo un’ottima formazione culturale. Frequentò infatti, assieme a Luigi Alamanni e Pier Vettori (insigne filologo e grecista e futuro Gran Maestro dell’Ordine Pitagorico) la scuola di eloquenza del filosofo Francesco Cattani da Diacceto, allievo di Marsilio Ficino, dal quale apprese Greco, Latino e Filosofia. Cattani dedicò i tre libri della sua opera De Pulchro a Giovanni e a Palla, suo fratello maggiore.
Quando nel 1494 i Medici vennero banditi da Firenze, anche la sua famiglia fu soggetta al bando, sia per via della parentela che per i forti legami con la grande casata fiorentina, e trovò temporaneamente rifugio a Roma. Nel 1505, dopo esser «più volte andato a Roma occultamente» (Francesco Guicciardini, Storie Fiorentine), si recò a Venezia per evitare le persecuzioni repubblicane e poi seguì suo padre Bernardo in Provenza, visitando i luoghi «dove el Petrarcha compose la maggior parte della opera sua», come scrisse al cognato Lorenzo Strozzi (sposato con Lucrezia Rucellai) il 13 Maggio 1506.
In questi anni fu anche ambasciatore della fazione medicea a Venezia quando nel 1505 Luigi XII° di Francia richiese che