Il crowdfunding tra investimento sostenibile e investimento di impatto: Il caso del crowdfunding promosso da LA BCC a sostegno delle attività culturali e sociali sul territorio

Di Livio Marsico

Sostenere un progetto di crowdfunding culturale o sociale significa contribuire ad arricchire un orizzonte di valori in cui il contributo dei sostenitori diventa bene comune. Questa ricerca ha approfondito il tema del crowdfunding, come un investimento sostenibile in grado di creare un impatto concreto sul territorio. Dopo aver analizzato i modelli, gli attori e le strategie per far partire una campagna si è posta l’attenzione sul collegamento tra i progetti di crowdfunding e i valori contenuti nei 17 Goals per lo sviluppo sostenibile (Agenda ONU 2030).

• Lingua: Italiano
• Editore: Homeless Book
• Data di uscita: 29 feb 2024
• ISBN: 9788832763652

Anteprima del libro

Giuliano Zanchi

RISORSE

DEL CRISTIANESIMO

Incarnazione

Passione

Destinazione

Risorse del Cristianesimo

Incarnazione Passione Destinazione

© Edizioni Chiesa di Faenza-Modigliana

www.diocesifaenza.it

In copertina: Francesca Dondoglio, Senza titolo

(serie Via di Mezzo), 2023, acrilico e pastello su carta montata su tavola, 140x202 cm (pannello centrale 140x100 cm, pannelli laterali 116x51 cm).

Courtesy l’artista e galleria Studio la Linea Verticale.

ISBN: 979-12-8107-114-8 (brossura)

979-12-8107-115-5 (eBook)

Introduzione

Raccolgo in questo piccolo libro tre meditazioni dettate a Faenza in occasione di altrettanti momenti di formazione del clero. Devo a don Michele Morandi l’istruzione generale sul tema, che aveva come fuoco la necessità di annunciare i nuclei fondamentali del cristianesimo, abissi del pensiero e monumenti della vita come sono l’incarnazione, la passione e la risurrezione. Se ho potuto comprendere la grande opportunità di questa richiesta, è stato soprattutto nel momento di svolgerla, mentre quei discorsi, che avrebbero potuto essere scambiati per divagazioni devote, si rivelavano invece punti di approfondimento che ci mettono di fronte a sfide epocali della cultura e della civiltà, per le quali il cristianesimo possiede insospettatamente delle risorse di prima grandezza. Mettendo per scritto quelle conversazioni, avvenute in forma orale e nella libertà di una comunicazione informale, e conferendo loro un ordine adeguato alla pubblicazione, ho approfittato per formalizzare meglio il loro contenuto, e in qualche caso anche arricchirlo.

Negli interventi redazionali che mi sono concesso spicca quello del titolo, per il quale devo confessare un furto. Svolgendo i temi che mi erano stati affidati, ha risuonato in me il titolo di un libro assai sintomatico del filosofo francese François Jullien, pubblicato nel 2019 col titolo Risorse del Cristianesimo. Senza passare per la via della fede, come dice il sottotitolo del libro, il suo Autore rilegge il Prologo di Giovanni trovandovi nodi teorici essenziali per il pensiero contemporaneo e per le grandi questioni di vita e di morte della nostra civiltà. A parte la sua pregiudiziale agnostica, che attualmente è anche una posa intellettuale, il filosofo riconosce che il cristianesimo possiede delle risorse del pensiero di cui la filosofia ha bisogno di afferrare le potenzialità operative, in un momento in cui sui temi fondamentali dell’esistenza il deserto si è fatto ampio. I fondamentali antropologici, senza dei quali non è possibile vivere (e non semplicemente pensare), vengono oggi decostruiti in tutti i modi, mettendo in difficoltà anche quelle discipline, come la filosofia, che ne ha sempre fatto la sua materia prima. Per il bisogno di ripensare questi fondamentali il cristianesimo porta idee assolutamente necessarie. Anche un intellettuale eccentrico come Slavoj Žižek, star planetaria della filosofia, confessa questo debito nei confronti del cristianesimo professandosi a sua volta, per quanto dichiaratamente ateo, indissolubilmente cristiano. Mi permetto di citare un passo di un suo vecchio libro intitolato Credere, pubblicato nel 1999: «Il presente libello si sforza di aggirare questo patetico orientamento predominante: il suo autore, vecchio ateo incondizionato per formazione (persino materialista dialettico), propone qui il ritorno alla struttura simbolica che sottostà al cristianesimo». I temi che mi sono stati proposti hanno questa valenza, benché sia cosciente di averli svolti nel modo elementare che la circostanza richiedeva, e che le mie capacità mi permettevano. Nondimeno, subito ho pensato di impadronirmi di quel titolo per questa piccola pubblicazione. Il peccato è veniale, e so che mi verrà perdonato, in terra come in cielo.

Il tema di queste conversazioni, rimesse in sesto per una soddisfacente lettura, riguarda dunque tre temi di fondo dell’annuncio cristiano. Interrogarsi sulla necessità e sulla possibilità di assumerli ancora come oggetti di testimonianza e pastorale consente anzitutto di aprire lo scrigno della loro profondità e della loro ampiezza. La loro dignità teologica, indiscutibile e insopprimibile, fa emergere la loro sostanza antropologica, indissociabile e imprescindibile. Pensare e vivere le cose di Dio è impossibile senza pensare e vivere le cose dell’uomo, e viceversa. Il loro punto di congiunzione è l’umanità di Gesù, l’umanità di Dio. Incarnazione, passione e risurrezione, sono i nuclei fondamentali di questo incontro. Nel caso del terzo, ho preferito il termine destinazione, per ragioni che si comprenderanno nel testo. Il gesto di meditare su di essi apre scenari di ampiezza imprevista e scava approfondimenti di spessore incolmabile. Le riflessioni che seguono sono solo accenni di un lavoro immensamente più grande. Essi sono svolti qui con il principale intento di incoraggiare l’impegno pastorale, e mostrarne soprattutto il suo cruciale valore culturale.

Ho infine anche molte persone da ringraziare. In primis gli amici preti di Faenza. Il loro ascolto attento e condiscendente, anche nei momenti di maggiore fatica, e di minore brillantezza, mi ha costantemente accolto come segno della loro considerazione e della loro amicizia. La loro partecipazione nei giorni difficili dell’alluvione mi ha sinceramente commosso. Ringrazio di cuore il vescovo di Faenza, Mons. Mario Toso, che ha presenziato col suo generoso ascolto alle tre conversazioni, e con convinzione ha voluto che diventassero una pubblicazione. La sua sincera cordialità e la sua vera umanità, mi restano nel cuore, come la sua nota competenza intellettuale. Ringrazio inoltre due amici. Giovanni Gardini, direttore del museo diocesano, e Marino Angelocola, efficiente e rispettoso addetto alla mia