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Fuga dalla Transnistria
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E-book101 pagine1 ora

Fuga dalla Transnistria

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Info su questo ebook

Fabio è il proprietario di un'emittente televisiva, Radio TV Etruria 33. Un suo caro amico, Massimo, è il regista di tutte le trasmissioni mentre Antonella la segretaria. Poiché l'emittente è in espansione, decidono di assumere nuovo personale tra attori, vallette e presentatori e così, d'improvviso, un ambiente lavorativo apparentemente tranquillo si anima di personaggi che creano e intrecciano storie d'amore e passione, fino all'arrivo di una profuga della Transnistria, Victoria, che sconvolgerà i precari equilibri portando una rivoluzione sentimentale all'interno dello sconclusionato gruppo di improbabili artisti dello spettacolo. Fino a che tutti capiranno che se si ricorre a bugie e sotterfugi, prima o poi si viene scoperti. L'amore è un'erba spontanea e non una pianta perenne, e deve essere alimentato.

Mauro Sighicelli è nato e vive a Modena. Pensionato, ex insegnante, è attualmente docente di scrittura creativa. Ha pubblicato 26 libri, tra gli ultimi: "Il cammello con tre gobbe" (collana Senza Scarpe), "La donna perfetta" (L'Erudita edizioni), "Doppia coppia" (Ad Astra Edizioni). È stato premiato al Salone del Libro di Torino 2023 per il miglior personaggio maschile, il commissario Bertini, nell'ambito dei racconti gialli.
LinguaItaliano
Data di uscita28 mag 2024
ISBN9791223044261
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    Fuga dalla Transnistria - Mauro Sighicelli

    Collana

    LE FENICI

    Mauro Sighicelli

    FUGA DALLA TRANSNISTRIA

    MONTAG

    Edizioni Montag

    Prima edizione maggio 2024

    Fuga dalla Transnistria

    © 2024 di Montag

    Collana Le Fenici

    ISBN: 9788868927837

    Copertina: illustrazione di Mauro Sighicelli

    Quest’opera è esclusivamente frutto della fantasia dell’autore. Ogni riferimento a persone esistite, esistenti o a fatti accaduti è

    puramente casuale.

    FUGA DALLA TRANSNISTRIA

    PRIMO CAPITOLO

    La fortuna della piccola emittente locale RADIOTV Etruria 33 era dovuta unicamente all’intuito del proprietario; si era specializzato nella produzione di piccole miniserie televisive, telenovele e soap opere avvalendosi dell’aiuto di una compagnia di aspiranti attori con ridotte spese di produzione. Confidava tutte le aspettative sui testi di un fortunato autore liceale, tra l’altro caro amico, a cui aveva affidato la conduzione dell’emittente. Era anche riuscito a vendere le pellicole delle puntate ad altre televisioni, farcendo il palinsesto con repliche alternate a pochi messaggi pubblicitari. La coppia riusciva così a riempire la scaletta, la programmazione, la messa in onda, i loro pomeriggi e talvolta anche le loro serate. Il proprietario, Fabio Fabbricatore, doveva la sua fortuna a un lascito annuale che la famiglia, molto ricca, elargiva annualmente per consentirgli di mantenere l’attività. Era una specie di benservito per evitare che potesse pretendere di avere un ruolo attivo negli affari gestiti dal padre e da due sorelle che così, assecondando l’hobby del figlio, confidavano di estrometterlo da delicate questioni della loro azienda, non avendolo mai ritenuto idoneo a svolgere tali mansioni.

    Dato che possedere una radio era sempre stata la massima aspirazione, il buon Fabio accettò l’offerta con entusiasmo e si dedicò con abnegazione alla realizzazione della creatura a cui associò in poco tempo anche la parte televisiva; era infatti in grado di sostenere i costi iniziali di avviamento e di produzione. Faceva praticamente tutto da solo, dalla trasmissione alla manutenzione, avvalendosi della collaborazione di pochi artigiani e di amici, conoscenti volontari, garantendo comunque un servizio che consentiva alla televisione un minimo di visibilità nel territorio circostante.

    La svolta clamorosa avvenne una notte in un ristorante grazie alla proposta formulata dal caro amico e coetaneo Massimo Marinelli, compagno di studi al liceo. Il giovane aveva ideato una trama abbastanza intrigante per una soap opera piccante, con combinazioni abbastanza intricate in cui gli stessi protagonisti, anche a loro insaputa, diventavano di volta in volta personaggi sia positivi che negativi. Massimo Marinelli si rivelò un genio, poteva ottenere il massimo risultato con il minimo cast indispensabile, tanto che parecchie puntate si svolgevano solo ed esclusivamente nella medesima camera da letto. Ciò divertiva persino gli stessi attori, che ironizzavano anche sull’improbabilità del cambio delle lenzuola o sulla scarsa igiene dell’ambiente, le cui pulizie erano curate sia dal buon Fabio che da Massimo; talvolta provvedevano addirittura personalmente per abbattere i costi.

    In realtà, la trama della soap era molto semplice e si reggeva su di un unico caposaldo; all’interno di un hotel a una sola stella sito in una stazione di rifornimento lungo una tangenziale di periferia si alternavano svariati personaggi, più o meno pittoreschi, che si davano appuntamento nei periodi più impensabili dell’anno; dal commesso viaggiatore di vini pregiati, all’anziana prostituta anche lei in cerca di affetto, alle coppie clandestine più o meno eterosessuali, al proprietario, poco interessato al look dell’hotel e molto più attratto dal rendiconto, agli sprovveduti avventori che casualmente sceglievano le camere per una notte solo per spezzare la routine e i disagi di un viaggio improponibile. Così, risparmiando sui costi di produzione e utilizzando tutti gli spezzoni delle riprese con le telecamere (anche quelle inizialmente scartate perché mal riuscite), Marinelli aveva realizzato una serie impressionante di puntate da poter alternare, senza confondere le attese del pubblico. La simpatica serie riuscì ad essere rivenduta ad altre televisioni locali limitrofe, consentendo ai due amici (proprietario l’uno, autore l’altro) di poter disporre di un budget economico decisamente troppo ghiotto per le esigenze di RadioTV Etruria 33.

    Massimo Marinelli lanciò allora una nuova sfida; una trasmissione televisiva pre-serale, in attesa della soap, una specie di telequiz, con la presenza in studio degli stessi attori della telenovela, uniti a una parte del pubblico presente in sala. Occorrevano però due volti nuovi; una bella ragazza nel ruolo di valletta che non fosse un volto conosciuto e un bravo presentatore, capace di attirare il pubblico con idee nuove. Preferirono scartare le soluzioni interne, non affidarsi a professionisti esterni il cui budget non era alla loro portata, e risolsero la ricerca offrendo il posto all’asta, tramite un concorso pubblico aperto anche a volti sconosciuti al mondo dello spettacolo, purché non residenti nella provincia dove la televisione aveva la sede legale. Scopo del concorso era quello di offrire in pasto al pubblico per una breve stagione (da novembre ad aprile) due volti nuovi abbastanza professionali in grado di offrire un collante tra gli attori in scena nella soap, utilizzati come concorrenti, e il pubblico, spulciando nella loro stessa vita per svelare al telespettatore qualche anticipazione sulla trama prevista nella puntata odierna.

    I due soci potevano offrire un compenso abbastanza modesto ma che comunque comprendeva vitto e alloggio sia per il presentatore che per la valletta in un piccolo appartamento ricavato al piano superiore della stazione televisiva e che per ora era utilizzato solo in certi periodi di programmazione come camerino di prova per le attrici della soap. Disponendo sia del bagno che della cucina era comunque una soluzione più che dignitosa per la coppia eletta a svolgere questo nascituro programma. I fortunati vincitori del concorso sarebbero stati prescelti in base a un colloquio attitudinale con i produttori, a una attenta valutazione del curriculum e a un’asta al ribasso sul compenso totale da corrispondere ai vincitori. L’iniziativa ebbe un certo risvolto pubblicitario sull’emittente e anche su alcuni quotidiani di tiratura nazionale, riuscendo ad attirare alcuni aspiranti concorrenti più o meno interessati a questo tipo di attività artistica. Massimo e Fabio valutarono prima i curriculum e poi l’asta al ribasso, eliminando inizialmente le proposte al di fuori del loro budget, pur se supportate da ottime credenziali, e poi anche quelle giudicate inaccettabili per l’aspetto poco telegenico di improbabili vallette troppo attempate o di sgradevole aspetto, o di presentatori addirittura incapaci di offrire una conoscenza della lingua italiana con un minimo di decenza grammaticale.

    Furono così ammessi al colloquio solo cinque concorrenti: tre vallette e due presentatori. Per darsi un tono professionale allestirono una specie di cattedra con le cinque cartelline contenenti i documenti dei contendenti, quindi li fecero accomodare nell’angusta sala d’attesa dello studio televisivo per accoglierli uno per volta al colloquio attitudinale, finalizzato anche all’esame del curriculum. Per prime furono esaminate le tre aspiranti vallette (Victoria, Monica e Klizia), quindi i due candidati presentatori (Kevin e Michele). La commissione esaminatrice, composta dal proprietario, Fabio Fabbricatore, dal direttore artistico, Massimo Marinelli e dalla segretaria di produzione, Antonella Serafini (che era poi anche la segretaria

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