Romanzo alfabetico
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Info su questo ebook
Gianni Albertini è nato ad Ancona il 6 ottobre 1950. Si è diplomato presso il Liceo Classico “Carlo Rinaldini” di Ancona e laureato in Fisica all’Università degli Studi di Roma (attuale “La Sapienza”).
Ha poi intrapreso la carriera universitaria nella città natale, pubblicando oltre 150 lavori su argomenti che variano dai cristalli liquidi alle cellule staminali, dalle membrane biologiche ai materiali tradizionali o innovativi per l’industria meccanica, dai componenti per i reattori a fusione nucleare ai ricoprimenti per le protesi, dalla strumentazione per laboratori neutronici alla teoria della diffrazione e, in ultimo, interessandosi a una recente teoria che riguarda lo spazio-tempo deformato. È inoltre autore di libri di fisica generale per l’insegnamento universitario.
È facile individuare frammenti di queste esperienze all’interno del presente libro mentre altre volte il riferimento biografico è nascosto, rielaborato come nei sogni, nei quali le vicissitudini, le emozioni e i pensieri della vita da svegli vengono trasformati per creare vissuti che nulla sembrano condividere con il materiale di partenza.
In questa biografia emotiva anche l’esperienza pregnante dell’esistenza di due figli ha una sua eco; ad esempio, nel bambino da poco concepito che è già un personaggio del paese: ricorda lo stupore per il passaggio dal non essere all’essere… o per lo meno questo è apparso essere il passaggio.
La biografia emotiva continua per l’autore nelle pagine del libro mentre per il lettore è il dischiudersi di un mondo paesano.
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Anteprima del libro
Romanzo alfabetico - Gianni Albertini
Gianni Albertini
Romanzo alfabetico
© 2024 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma
www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-9370-8
I edizione maggio 2024
Finito di stampare nel mese di maggio 2024
presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)
Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa
Romanzo alfabetico
Sono un uomo
e nulla di ciò che è umano
considero estraneo a me
Publio Terenzio Afro
homo sum
humani nihil
a me alienum
puto
Nuove Voci
Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(Trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
"Nasceva ogni mattina Artemide nella vecchia torre del borgo.
Non che proprio nascesse…"
Il libro inizia come una Jazz session: i primi strumenti si presentano, i loro suoni s’intrecciano; altri personaggi appaiono:
Yvonne sta pensando alla libertà presente nell’attimo attuale; cerca di sentirla, gustarla, percepirla in qualche modo, ma come? Con il ragionamento? Con l’intuizione? …
Fino a…
un personaggio presente in ogni storia, forse il protagonista dell’insieme delle storie …
A: Artemide
Nasceva ogni mattina Artemide nella vecchia torre del borgo.
Non che proprio nascesse, ma iniziava ogni giornata senza progetti in mente e senza memoria di azioni da terminare dei giorni passati.
Attraversava la via centrale del paese lastricata di ciottoli grigi, osservava i clienti seduti ai tavoli del bar sotto i portici della piazza principale e iniziava a parlare con gli altri e con se stessa; senza argomenti, parlava di quel che vedeva e di quel che sentiva. Sorrideva, scherzava, rideva e ancora parlava e