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Blur - Vaganti della notte
Blur - Vaganti della notte
Blur - Vaganti della notte
E-book208 pagine5 ore

Blur - Vaganti della notte

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Info su questo ebook

La diciassettenne Nikki e il suo gemello Nathan, si trasferiscono nella piccola città di Shore Lake, nel Montana, dopo che la loro madre è stata brutalmente aggredita. Quando il cadavere di una adolescente emerge dalle acque del lago durante la loro prima notte nella nuova casa, e voci sulla presenza di qualcosa di sinistro che si muove nella notte cominciano a prendere forma nel mondo reale, Nikki comincia a pensare che ciò che si muove nell'ombra, potrebbe essere molto peggio di ciò che si sono lasciati alle spalle.
LinguaItaliano
Data di uscita3 ago 2015
ISBN9781633390829
Blur - Vaganti della notte
Autore

Kristen Middleton

New York Times and USA Today bestselling author Kristen Middleton (K.L Middleton) has written and published over thirty-nine stories. She also writes gritty romance novels under the name, Cassie Alexandra.

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    Anteprima del libro

    Blur - Vaganti della notte - Kristen Middleton

    26

    Dedicato a:

    Dave, Cassie, and Allie

    Il vostro amore mi ha ispirata ...

    Prologo

    Mamma ha lasciato la porta aperta! gridai al mio gemello mentre sbatteva lo sportello della sua Mustang del ‘67. Era l'ultimo giorno dell'undicesimo grado e ci eravamo fermati con alcuni amici per un hamburger e qualcosa da bere al Grannie's Diner, tanto per festeggiare la fine della scuola. Io e mio fratello eravamo finalmente dei senior e nessuno dei due riusciva a togliersi l'espressione felice e soddisfatta dalla faccia.

    E' strano disse, passandosi una mano fra i suoi capelli color sabbia. Sai quanto si arrabbia quando lo facciamo noi!.

    Io sorrisi e gli tenni la porta aperta. Stai certo che questa non glie la faccio passare liscia.

    Mamma era sposata ad un poliziotto una volta, mio padre per l’appunto, e lui gli aveva inculcato l'importanza di tenere la porta chiusa, sempre, anche quando si è in casa.

    Nathan mi seguì in cucina ed aprì il frigorifero.

    Oh mio Dio lo presi in giro, come puoi avere ancora fame dopo l'enorme hamburger che abbiamo mangiato?.

    Lui alzò le spalle. Sto crescendo disse, e solo perché tu sei una scema rinsecchita non vuol dire che tutti debbano mangiare come degli uccellini.

    Mi avvicinai a lui e lo colpii su un braccio. Molto divertente!.

    Lui sorrise e alzò il latte per bere un sorso quando lo sentimmo.

    Cos'è stato? sussurrai.

    Mise di colpo giù il latte e si precipitò fuori dalla cucina.

    Nathan? gli urlai, seguendolo al piano di sopra.

    I singhiozzi venivano da qualche parte al piano di sopra; il mio stomaco cominciò ad andare sotto sopra.

    Mamma?

    Oh mio Dio!. Nathan si bloccò entrando nella sua camera da letto completamente buia. Lei era per terra, nuda, accanto al letto, il suo viso gonfio e sanguinante, il corpo pieno di contusioni.

    Le corremmo accanto e lei aprì uno degli occhi gonfi e tumefatti.

    Chiama la polizia sussurrò a mala pena.

    Io cominciai a piangere mentre prendevo il telefono e chiamavo il 911. Non ricordo nemmeno di aver parlato con la persona che era dall’altra parte. Tutto ciò che ricordo è che singhiozzavo e lei cercava di consolarmi dicendomi che i soccorsi stavano arrivando.

    Riagganciai e cominciai a fissare mia madre sotto shock, sentendomi inutile e spaventata a morte.

    Per fortuna, Nathan reggeva lo stress molto meglio di me.

    Prese un piumino e la coprì delicatamente. Mamma, che è successo? le chiese, scostandole la frangia nera dagli occhi.

    Il senso di vergogna sul suo viso era disarmante ed io capii da come ci guardava quello che era successo. Era stata picchiata e violentata.

    Mi asciugai le lacrime, mi inginocchiai accanto a lei e la presi delicatamente per mano. La polizia e l'ambulanza stanno per arrivare.

    Lei annui e chiuse gli occhi.

    Mamma? incalzò Nathan Cosa è successo?.

    Nathan, pensaci, sussurrai, è stata stuprata.

    Le sue labbra tremavano mentre cercava il suo viso. Mamma, qualche sconosciuto è entrato qui e... ha fatto questo?.

    Lei aprì gli occhi e ci fisso per qualche secondo. No ... non uno sconosciuto ... sussurrò con voce rauca. E' stato vostro padre.

    CAPITOLO 1

    Ci siamo quasi? chiesi, fissando da dietro i miei occhiali da sole le sterminate file di campi di grano. Avevamo guidato per ore attraverso l’intero Paese e non riuscivo più a distinguere, ormai, una città dall’altra. Ma più di ogni altra cosa avevo bisogno di uscire dalla macchina e sgranchirmi le gambe, ormai mi si erano addormentate e sentivo un formicolio insopportabile.

    Mamma si schiarì la voce. Quasi.

    Mi voltai verso Nathan che ci stava seguendo con la sua Mustang e lo vidi di nuovo di nuovo al telefono.

    Oh, Signore! dissi, abbandonandomi sul sedile. Starà parlando con Deanna per la decima volta. Semplicemente lei non riesce a rassegnarsi al fatto che ci stiamo veramente trasferendo.

    La mamma strinse le sue mani sullo sterzo e mi guardò. Mi dispiace. Mi dispiace così tanto ... per tutto.

    Risposi a bassa voce. Mamma ... ma di cosa ti dispiace? Del fatto di non riuscire a nascondere le lacrime ai tuoi figli? Non è colpa tua. Non riesco neanche a credere che tu possa sentirti in colpa per questo. Intendo dire che nessuno avrebbe mai pensato potesse essere così violento.

    Erano passati meno di tre mesi da quando mio padre aveva violentemente aggredito mia madre.

    Erano separati ormai da un paio d’anni, sia per il suo comportamento instabile che per la sua incapacità di smettere di scoparsi altre donne. Quando mia madre aveva finalmente trovato il coraggio di lasciarlo, lui si era dimostrato stranamente civile riguardo al divorzio. Quando però aveva scoperto che lei aveva deciso di andare avanti, che aveva cominciato a frequentare altri uomini, era diventato incredibilmente geloso, ritornando a far ricorso alla sua cattiveria. Eravamo ancora tutti scioccati da quello che aveva fatto.

    Vorrei soltanto che lo trovassero disse, fissando dritto davanti a sé. E’... uno squilibrato.

    Io annuii. Ero così sconvolta dall’accaduto, che qualunque pensiero lo riguardasse mi faceva letteralmente venire da vomitare. Era ancora difficile da accettare che mio padre potesse essere così violento, soprattutto considerando che era un poliziotto e che il suo compito era quello di tenere al sicuro le persone. Dopo l’aggressione era letteralmente sparito, mentre mia madre si era dovuta fare diverse notti d’ospedale per riprendersi completamente.

    Quando tornò a casa, poi, non riusciva a dormire la notte se non con l’aiuto dei tranquillanti, terrorizzata dal fatto che potesse rifarsi vivo e picchiarla di nuovo. Poi finalmente le è stato concesso un dono; una via d'uscita. Il suo capo le aveva offerto un lavoro in Montana ed era lì che noi tre eravamo diretti, per cominciare una nuova vita.

    Penso che sia una cosa buona per Nathan allontanarsi da Deanna, comunque dissi io, fissando con sgomento le mie unghie corte e rovinate. Non che fossero state perfette prima, ma tutto quell’impacchettare e pulire aveva peggiorato le cose. E’ così noiosa e lamentosa. La mamma sorrise sarcasticamente, Beh, Nikki, dobbiamo dire che a te non è mai piaciuta nessuna delle fidanzate di Nathan.

    Non è colpa mia se attira soltanto psicopatiche. Lei scoppiò in una fragorosa risata, un suono che non sentivo da tempo e che forse aveva finalmente deciso di tornare a far parte delle nostre vite. Dio, sei tremenda! disse scuotendo la testa con disapprovazione.

    Io dissentii. Oh, ma dai! Lo sai che ho ragione!.

    Lei afferrò le sue Ray-Ban dal cruscotto e se le mise sul naso. Si, è ancora troppo giovane per legarsi ad una ragazza. Quindi se vuoi la mia opinione, il nostro trasferimento farà bene a tutti e due.

    Oh, sono sicura che Deanna avrà trovato qualcun altro già alla fine della settimana prossima. Feci una smorfia. E’ così squallida.

    Non ti piace proprio, vero?.

    Alzai le spalle.

    In realtà, sapevo di non essere stata completamente sincera, perché la verità era, che ero un po’ gelosa. Io e mio fratello eravamo sempre stati molto legati, soprattutto in un contesto familiare del genere. I miei primi ricordi sono i litigi dei miei genitori, specialmente durante le festività. Avevamo attraversato insieme le tempeste. Infatti, per tutta la nostra vita, siamo stati sempre migliori amici; condividendo e facendo tutto insieme. Questo almeno fino all’undicesimo grado, quando cioè lui aveva scoperto le tette, intendo dire le ragazze. Ovviamente anche io avevo scoperto l’esistenza dell’altro sesso; avevo scoperto, però, che la maggior parte dei ragazzi della mia scuola erano rudi, noiosi, o semplicemente cretini.

    Quindi, mamma, dissi io cambiando argomento, cosa che ammetto mi fece sentire un po’ in colpa,cosa stavi dicendo di questo posso che abbiamo fittato?.

    Lei sorrise. Credo che sia bellissimo. E’ una casetta a Shore Lake che è stata sul mercato per un bel po’. I proprietari sono parenti di Ernie, e vista la nostra situazione, ci permettono di stare lì ad un prezzo relativamente basso.

    Ernie era il capo di mia madre; un vecchio signore molto gentile, che ci era stato molto d’aiuto. Era come un padre per lei, il che era una cosa positiva visto che entrambi i suoi genitori erano morti qualche anno fa, e che a parte noi, lei non avesse più nessuno.

    Sembra forte. Hanno per caso una barca?.

    Si, in realtà, ed Ernie dice che ha preso centinaia di pesci nel lago, quindi dobbiamo assolutamente verificare questa sua teoria. Non sto davvero nella pelle. Stai bene, tesoro?.

    Mi è andato a finire qualcosa nell’occhio, borbottai abbassando la visiera per poter usare lo specchio. Rimasi completamente accecata finché non riuscii finalmente a togliermi un po’ di mascara che mi era andato a finire nell’occhio.

    Mi toccai i capelli, lunghi e indisciplinati, con espressione accigliata. Erano ormai quasi sei mesi che non li tagliavo; ormai mi arrivavano a metà della schiena e combattevo costantemente coi nodi. Cavolo, dovrei davvero tagliarli.

    Mi prese per una spalla e mi strinse forte. Non preoccuparti, tesoro. Lo faremo prima che cominci la scuola. Appena avrò qualche soldo extra, okay?.

    Si.

    Cominciai a mordicchiarmi il labbro inferiore mentre esaminavo attentamente il mio riflesso nel piccolo specchietto. Capelli color sabbia, occhi azzurri, e un naso che sembrava quello di un cagnolino.

    Mi ero sempre considerata di una bellezza media,anche se mia madre diceva che ero identica a lei alla mia età, e lei era diventata davvero attraente. Infatti molti degli amici di Nathan la consideravano una hot MILF, cosa che pensavo fosse un po’ volgare, ma immagino che ciò volesse dire che c’era ancora speranza anche per me.

    Rialzai la visiera e poggiai la schiena al sedile. Mi chiedo come sarà la scuola.

    Ero sicuramente un po’ nervosa riguardo al fatto di frequentare una nuova scuola, non che in ogni caso, ad essere sincera, la vecchia mi sarebbe mancata poi tanto. Infatti, si potrebbe dire che ero un tipo un po’ solitario. Ovviamente, c’erano un paio di ragazze con le quali qualche volta tornavo a casa da scuola, ma preferivo di gran lunga stare da sola o comunque uscire con Nathan.

    "Ernie, non mi ha detto molto sulla scuola, in realtà, e onestamente, non è che mi aspettassi ne sapesse di più. E’ nella sessantina e non ha mai avuto

    figli ...".

    Sono sicura che andrà bene.

    Non avevo alcuna intenzione di far preoccupare la mamma per me. Era lei che aveva bisogno del nostro aiuto e del nostro supporto ed io non avevo alcuna intenzione di farla sentire in colpa più di quanto non si sentisse già, per il semplice fatto di esserci dovuti trasferire.

    Tamburellò le dita sul volante. Oh, avevo dimenticato di dirtelo, hanno un computer, così potrai navigare in internet.

    Davvero? Stupendo! Sorrisi. Nonostante usassimo il computer a scuola e lei avesse il suo portatile, io l’avevo sempre tormentata per averne uno tutto mio.

    Si, ma dovrai condividerlo con tuo fratello. Vi lascerò usare il mio, certo, ma ....

    Feci un sorrisetto. Lo so, hai dei file troppo importanti e non vuoi che accada niente al tuo computer.

    Adesso ne hai uno da usare rispose, così non sarò più costretta a sentire voi che mi assillate per usare il mio.

    Almeno potrò scaricare qualche libro, siamo nel bel mezzo del nulla qui e dovrò pur avere qualcosa da fare.

    Oh sono sicura che troverai una marea di cose da fare, aspetta soltanto che cominci la scuola e incontrerai dei nuovi amici oppure ... e qui la sua faccia si illuminò, qualche bel ragazzo.

    Alzai gli occhi. Si certo, dubito proprio che questo accada.

    Perché diamine dici una cosa del genere? Sei una ragazza molto carina, Nikki. Non buttarti giù.

    La verità era che non me ne importava proprio niente di incontrare qualcuno al momento. La maggior parte delle ragazze della mia scuola erano continuamente stressate a causa dei loro fidanzati immaturi e di certo io non avevo intenzione di fare la stessa fine, soprattutto durante l’ultimo anno di liceo. Non importa.

    Lei si accigliò. Certo che importa. Vorrai andare ai balli, no? E poi c’è il ballo di fine anno. Non vorrai di certo perderti tutto il divertimento? Te ne pentirai.

    Tu sei andata con papà al ballo studentesco? le chiesi, ma me ne pentii subito non appena vidi lo sguardo amaro nei suoi occhi.

    Si, disse lei a bassa voce, lui era sempre così ... instabile. Ma, davvero tesoro, come lui ce ne sono davvero pochi là fuori. Nikki, non devi aver paura del mondo intero solo perché tuo padre ha fatto quel che ha fatto ....

    Si, certo, noi non stavamo mica scappando perché lei ne aveva paura?!

    Ovviamente non mi azzardai a dire una cosa del genere, mi limitai a cambiare argomento.

    Allora? quanto manca ancora, mamma? Le chiesi, notando le montagne allontanarsi.

    Oh, soltanto qualche altra ora rispose, accendendo il suo iPod. Pochi secondi dopo, Adele cominciò a cantare Rumors.

    Mi stiracchiai le braccia e sbadigliai.

    Tesoro, disse, abbassandosi gli occhiali da sole, sembri esausta; perché non provi a riposare un po’? Ti sveglio quando arriviamo.

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