Carne: Settima Parte: Carne

Di Sky Corgan

Era come il frutto proibito nel Giardino dell’Eden: gli avevo dato un morso e ne ero rimasta avvelenata.

Amy è impaziente di scoprire il marcio che c’è in Lucian ma le informazioni non escono facilmente quando c’è di mezzo l’alcol. Dopo una notte piuttosto deludente  al Carne, Amy decide di rimediare allontanando il ricordo di Lucian e divertendosi  durante i tre giorni del weekend. Per fortuna, non li passerà da sola. Derrick arriva inaspettatamente per festeggiare il contratto per il design degli interni di Lucian. Ma presto le cose saranno fuori controllo.

• Lingua: Italiano
• Editore: BadPress
• Data di uscita: 14 lug 2021
• ISBN: 9781667406817

Anteprima del libro

CAPITOLO PRIMO

«Buongiorno, dolcezza.»

Guardai Janice mentre spuntava dal corridoio. Avevo trascorso una notte insonne e passai buona parte della mattinata sul divano aspettando che lei arrivasse per svegliarmi. Non fui in grado di concentrarmi nemmeno sulla televisione, la mia mente era focalizzata su quello che aveva detto la notte precedente riguardo al passato travagliato di Lucian e cercavo di capire che cosa volesse dire con quelle parole.

Si teneva la testa tra le mani, i suoi capelli erano una massa disordinata e cespugliosa.

«Fa’ che la stanza la smetta di girare.»

«Questo è quello che ti capita quando bevi un rainbow.»

Non provavo nessuna compassione per lei, era abbastanza grande da sapere che non si dovesse bere così tanto quando il giorno si lavora.

«Mi sono divertita,» sbuffò, prima di gettarsi sul divano di fianco a me. «Adesso va a prendermi dell’acqua.»

«Ai suoi ordini, sua maestà.» Mi alzai, mi inchinai in modo esagerato e poi mi diressi in cucina per prenderle un bicchiere d’acqua che le porsi non appena tornai da lei. Afferrò il bicchiere e buttò giù quello che conteneva, sempre tendendosi la testa con una mano.

«Forse mi tornerà su,» mi avvertì.

Mi tolsi l’elastico dai capelli e glielo tesi. Non ero per nulla interessata a vedere il suo vomito.

Mi rimproverò con lo sguardo ma prese l’elastico e si raccolse subito i capelli in una crocchia, sussultando ogni due secondi. Potevo solo immaginare come le martellasse il capo.

«Questo, forse, non fa che peggiorare il mal di testa,» gemette.

«Beh, spero ne sia valsa la pena.»

«Sì, ne è valsa la pena.» Un largo sorriso incurvò le sue labbra che si trasformarono in una smorfia non appena il dolore si fece risentire.

«Allora, com’è andata la notte scorsa.» Mi sedetti stringendomi le ginocchia contro il petto. «Mi avevi detto che il Mister aveva informazioni su Lucian.»

«Davvero?» disse inarcando un sopracciglio.

«Sì, lo hai detto.»

Non ditemi che non se lo ricordava. Forse la notte scorsa avrei dovuto darle uno scossone più forte almeno, anche se biascicata, l’informazione l’avrei avuta.

Janice si premette la mano sulla tempia e chiuse gli occhi. «A dire il vero, non mi ricordo molto della notte scorsa dopo la scena con Mister. Abbiamo sistemato le cose nel sotterraneo, poi mi ha portato di sopra per uscire con i suoi amici. Mi offrivano tutti da bere. Era da tempo che non ricevevo così tanto alcol gratis e ne ho approfittato.»

«Non ti posso biasimare. Probabilmente non sarei riuscita nemmeno io a controllarmi,» sospirai. Il pensiero tornò a quando ero nella limousine di Lucian