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Nonsense
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E-book211 pagine2 ore

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Info su questo ebook

Tutti dobbiamo fare gli eroi, ad un certo punto della nostra vita.

La cittadina di Elliot Lake non sarà mai più la stessa. I sei amici sono rimasti in cinque e la colpa è di uno di loro, che se n’è andato, lasciando gli altri a rimettere insieme i pezzi delle loro vite per cercare di tornare alla normalità.

Ancora in lutto per la morte di Rylee e alle prese con il tradimento di Kieran, Zoe, Heidi, Brent e Seth vanno in Messico con il padre di Zoe per le vacanze invernali. Mentre si trovano là, scoprono che anche il padre di Zoe ha un segreto. Dopo aver incontrato Kieran di nascosto, Zoe inizia a sospettare che ci sia molto di più dietro quello che è accaduto a Rylee.

Nonostante la bella vacanza, gli eventi tornano a perseguitarli non appena ritornano a Elliot Lake. La rabbia e il dolore per il tradimento di Kieran sono ancora freschi nelle loro menti, facendoli dubitare di potersi fidare l’uno dell’altro. Mentre il gruppo inizia a cadere a pezzi, qualcosa di oscuro e sinistro entra in scena a Elliot Lake.

Zoe sa di essere pedinata, ma non sa da chi. Kieran sta cercando di risolvere l’omicidio di Rylee per proteggere i suoi amici, ma rischia di venire arrestato. Quando Heidi rimarrà intrappolata in una gioielleria durante una rapina, capiranno che devono rimanere insieme e lavorare ancora come una squadra, se vogliono sopravvivere.

Un improbabile gruppo di eroi. Un traditore tra di loro. Alcuni sogni sono scritti con il sangue.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita10 mag 2016
ISBN9781507140673
Nonsense
Autore

W.J. May

About W.J. May Welcome to USA TODAY BESTSELLING author W.J. May's Page! SIGN UP for W.J. May's Newsletter to find out about new releases, updates, cover reveals and even freebies! http://eepurl.com/97aYf   Website: http://www.wjmaybooks.com Facebook:  http://www.facebook.com/pages/Author-WJ-May-FAN-PAGE/141170442608149?ref=hl *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* W.J. May grew up in the fruit belt of Ontario. Crazy-happy childhood, she always has had a vivid imagination and loads of energy. After her father passed away in 2008, from a six-year battle with cancer (which she still believes he won the fight against), she began to write again. A passion she'd loved for years, but realized life was too short to keep putting it off. She is a writer of Young Adult, Fantasy Fiction and where ever else her little muses take her.

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    Anteprima del libro

    Nonsense - W.J. May

    CAPITOLO 1

    ZOE

    A voi quattro serve una vacanza tranquilla. disse papà e il suo sguardo si soffermò su di me prima di spostarsi sugli altri. Seth, Heidi, Brent e io ce ne stavamo stretti come sardine sul divano del salotto di Brent. I nostri genitori erano tutti lì e annuivano in silenzio. In qualche posto caldo, lontano da Elliot Lake.

    Non mi va di andare da nessuna parte. Heidi giocherellò con il fazzoletto che teneva tra le mani. Rylee è morta.

    E Kieran è scappato. Brent mi lanciò un’occhiata prima di stringere le mani a pugno.

    Dico che dobbiamo dargli la caccia da soli. borbottò Seth. I suoi occhi si spalancarono quando si rese conto che l’aveva detto ad alta voce.

    Brent gli scoccò un’occhiata d’ammonimento.

    Tesoro. Sua madre si avvicinò al divano e gli carezzò una spalla. Non c’è niente che voi ragazzi possiate fare. Lascia che la polizia faccia il suo lavoro. Sanno cosa fanno.

    Il mio cuore venne invaso dall’adrenalina alle parole di Seth ed ero pronta a scappare a nascondermi. Nessuno, tranne forse Brent, sapeva tutta la verità. In quel momento, non avevo la minima intenzione di provare a trovare Kieran.

    Papà si schiarì la gola. Un mio collega e amico ha una casa delle vacanze in Messico. È in una piccola città, lontano dai luoghi turistici, ma vicina a delle fantastiche rovine azteche. E’ sicura, come una fortezza. Sarebbe perfetta per una settimana tranquilla alla sana luce del sole. Ho già preso dei giorni di ferie dal lavoro e posso accompagnarvi. Lanciò uno sguardo agli altri genitori, che annuirono in risposta. I vostri genitori sono d’accordo. Ma c’è una fregatura...

    Niente genitori? Beh, tranne papà. Forse era arrivato il momento di metterlo al corrente del nostro piccolo segreto.

    Probabilmente tutti e quattro pensammo la stessa cosa. Andiamo. rispondemmo contemporaneamente.

    Papà rise. È stato facile. Nessuno di voi è preoccupato per la ‘fregatura’? Batté le mani. Ce ne andiamo domattina alle 4:30. Il volo parte alle 7.

    Seth si lasciò sfuggire un gemito.

    E anche io. A quanto pareva, nessuno di noi aveva dormito molto nell’ultima settimana e mezzo. È davvero passata una settimana da quando Rylee è morta? Da quando Kieran se n’è andato?

    Una parte di me era sollevata, ma l’altra, quella a pezzi, sentiva la sua mancanza. Ero combattuta su cosa pensare o fare e non potevo nemmeno parlarne con qualcuno.

    Gli altri erano così furiosi con lui e irritati dai miei silenzi durante le nostre conversazioni. Non sapevo se dir loro del passato di Kieran o se concentrarmi sul fatto che aveva ucciso Rylee. Nessuno di noi sapeva cosa fosse davvero successo quella notte, tranne che lei era morta e che lui era scappato. Forse in Messico riusciremo a parlare e troveremo delle risposte.

    Zoe-zey? Papà picchiettò leggermente sul mio ginocchio.

    Sì? Sbattei le palpebre, concentrandomi su di lui.

    Che ne dici di dormire da tua madre stanotte? Vengo a prenderti domattina.

    Certo. Non mi importava. Mamma era stata fantastica nell’ultima settimana. Non aveva fatto domande e non si era impicciata. Si era limitata a passarmi la scatola dei fazzoletti quando i miei occhi non riuscivano più a ricacciare indietro il maledetto fiume di lacrime. Era stato un piacevole cambiamento rispetto a papà, che continuava a chiedermi se stessi bene, e Brent, che mi ripeteva che lui c’era, se avessi avuto bisogno. Sapevo che entrambi avevano le migliori intenzioni, ma non c’era nulla che avrei potuto rivelare senza causare altri problemi. Ovviamente, non stavo bene. Una delle mie migliori amiche era appena morta, probabilmente uccisa a sangue freddo dal mio ex-ragazzo. Più o meno ex-ragazzo. Non ci eravamo lasciati ufficialmente e anche se credevo fosse chiaro che tra noi era finita, non ero sicura che Kieran la considerasse conclusa. Mi aveva lasciato in custodia il cardo scozzese di cristallo, dicendo che voleva che le due cose più preziose per lui rimanessero insieme. Era nella mia stanza, ancora chiuso nella sua scatola, cercando una via di fuga dal mio armadio, bramoso di essere messo in mostra. Non avevo intenzione di metterlo sul mio comodino. L’ultima cosa di cui avevo bisogno era un altro oggetto che mi ricordasse di Kieran ogni volta che avessi guardato nella direzione sbagliata. Mi avrebbe solo riportata a quella terribile, terribile notte.

    I genitori cominciarono ad andarsene, lasciandoci da soli. Potevo sentire alcuni di loro parlare di noi all’esterno. Il padre di Seth stava dicendo alla madre di Heidi che il figlio avrebbe dovuto fare due sedute di terapia, quella settimana, e che le aveva saltate entrambe. Temeva che Seth stesse soffrendo più del normale per la perdita di un’amica.

    Qual è il livello normale di sofferenza per la perdita di un’amica? È morta solo da una settimana.

    Ma aveva ragione. Seth nascondeva dell’altro. Nascondevamo tutti dell’altro. E se uno di noi avesse detto a qualcuno, anche solo a un terapista, cosa stava succedendo davvero, ci avrebbero internati tutti quanti.

    Stai bene? mormorò Brent sottovoce. Nessun altro nella stanza poteva sentirlo, ma la sua domanda era rivolta a me. Distolsi l’attenzione dai genitori di Seth e Heidi e mi concentrai sul battito regolare di Brent, rendendomi conto che era molto più lento del mio. Le mie mani tremanti gli avevano fatto capire che non andava tutto bene e che stavo per avere il mio terzo crollo della settimana, solo perché mi ero messa a pensare a Kieran e al suo stupido cardo scozzese.

    Sì. risposi, appoggiandomi alla sua spalla. Sono solo stanca. Non era una bugia. Avevo a malapena chiuso occhio da quando Rylee era morta. Continuavo a sognare il corpo straziato di Rylee, senza vita sul ciglio della strada, prima di vedere il volto di Kieran nel momento in cui mi ero resa conto che era un assassino.

    Brent mi mise un braccio attorno alle spalle e mi trasse a sé. Avvolsi le braccia attorno alla sua vita, grata per il suo silenzioso conforto. Il suo viso era piegato in una strana angolazione e sapevo che, grazie alla sua mano sulla mia spalla, la mia felpa era completamente trasparente per lui. Arrossii. Va tutto bene. dissi. Sotto la felpa ho una maglietta.

    Grazie. mormorò, rimettendosi in una posizione più naturale. Vidi le sue guance colorarsi di rosso e ridacchiai. Era dolce da parte sua voltarsi quando c’era pericolo che vedesse accidentalmente qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Non poteva evitarsi di vedere attraverso ogni cosa che sfiorava con mani e piedi, ma non  aveva mai provato ad abusare di quel potere per sbirciare.

    Continuo a dire che dovremmo dar la caccia a Kieran per conto nostro. mormorò Seth. Quel bastardo deve pagare!

    Non possiamo uscire a cercarlo. obiettò Heidi. Ora sa tutto di noi. Non sappiamo di cos’è davvero capace con il suo potere. Mi guardò con sguardo d’accusa, ma non disse niente.

    Nessuno di noi sapeva del suo potere, fino al giorno in cui Rylee era morta. Non c’entrava con uno dei cinque sensi umani, com’era stato per noi. Avevamo pensato che noi cinque avessimo sviluppato un senso ciascuno e che a lui non fosse successo nulla perché non era cresciuto lì. Invece anche lui aveva ricevuto un potere. Che l’avesse sempre tenuto nascosto o che non avesse capito di averlo, era così. Aveva uno strano sesto senso. Non sapevo nemmeno io di cosa si trattasse esattamente, ma l’avevo capito: poteva leggermi nella mente  e sembrava anche riuscire a vedere il futuro. Lasciamo che ci pensi la polizia. sospirai. Non vale la pena correre il rischio di indagare per conto nostro. Che cosa otterremmo, poi? Rylee non tornerà.

    Vuoi solo che il tuo ragazzo la faccia franca. Seth mi lanciò un’occhiataccia.

    Brent saltò in piedi e affrontò Seth prima che potessi fare qualsiasi cosa. Ritira quello che hai detto. lo avvertì. Non pensi che Kieran abbia ferito anche lei? È stata tradita come noi. E lui non è mai stato il suo ragazzo.

    Seth sembrò sul punto di dire qualcosa a Brent, ma poi scosse la testa. Ebbe la decenza di scrollare le spalle, imbarazzato. Alzò le mani in segno di resa. Scusa, Zoe. Non era il caso.

    Già. Lo guardai torva. Solo perché non voglio perdere tempo a cercare di rintracciare un fantasma non significa che non voglio giustizia! Ricacciai indietro le lacrime e odiai il modo in cui la mia voce si spezzò. Mi chiesi se l’avessero notato anche gli altri o solo io.

    Senti, mi sono scusato. Cos’altro vuoi che faccia? mi disse in tono arrabbiato. Non sembrava più così dispiaciuto.

    Lascia perdere, Seth. disse Brent. Vattene fuori da casa mia.

    Si alzò di scatto e lo scricchiolio della sedia mi ferì le orecchie. Riesco a sentire l’odore della tua colpa a un miglio di distanza. Uscì di casa e ogni suo passo rimbombò come un tuono.

    Dopo che la porta si chiuse sbattendo, il silenzio di Brent e Heidi riempì la stanza.

    Cosa ci sta succedendo? sussurrò Heidi a Brent e me. Stiamo cadendo a pezzi. Una lacrima le rotolò sulla guancia.

    Mi sedetti e il battito del mio cuore riprese un ritmo normale mentre mi tranquillizzavo. Scusate, ragazzi. Ero anch’io sull’orlo delle lacrime. Non so cosa mi sia preso.

    Penso che tuo padre abbia ragione, Zoe. disse Brent sommessamente. Dobbiamo davvero andarcene di qui. Prima lo facciamo, meglio è.

    CAPITOLO 2

    Durante il volo, nemmeno una miriade di tappi per le orecchie avrebbe potuto fermare il mal di testa che minacciava di spaccarmi il cranio in due. Il ruggito dei motori, i rumori disgustosi della gente che masticava e beveva, il continuo grattare della penna della ragazza seduta davanti a me contro le pagine del giornale e il picchiettare sul tablet di un uomo di mezza età due sedili più avanti: erano tutti assordanti e rimasi sveglia per tutto il viaggio, nonostante la pillola per dormire che avevo preso prima del decollo.

    Il viso di Seth rimase contratto in una smorfia a causa degli odori sull’aereo. Il poveretto dovette utilizzare due dei sacchetti infilati nei sedili davanti. Almeno la cosa fece ridere Heidi e Brent, anche se Heidi dovette premersi una mano sulla bocca quando venne servito il pasto. Avevo letto da qualche parte che il cibo servito sugli aerei in verità è buono come qualsiasi altro e che è solo l’altitudine o qualcosa del genere che incasina le papille gustative e lo fa sembrare schifoso, ma a quanto pareva le papille gustative sovrumane di Heidi subivano l’influsso dell’altitudine come quelle di tutti noi. Fu senza dubbio il peggior viaggio che avessimo mai fatto e fummo tutti davvero sollevati quando atterrammo in Messico.

    Non appena messo piede in casa, andai dritta in camera mia, indossai i pantaloni della tuta e mi infilai a letto. Mi faceva male la testa, mi mancava Rylee e, ancora peggio, mi mancava Kieran.

    Per quanto ci provassi, continuava a mancarmi il conforto della sua presenza e il suo musicale accento scozzese. Ma ovviamente non potevo dirlo a nessuno, così mi seppellii ancora più a fondo sotto le coperte, desiderando di poter scomparire.

    Mi svegliarono degli strani rumori. Non avevo idea di quanto avessi dormito, ma il mal di testa era sparito lasciando solo il vuoto nel mio petto. Scalciando via le coperte, mi presi un momento per ascoltare i rumori che mi circondavano e per dare un’occhiata alla stanza che prima avevo quasi del tutto ignorato.

    Il cinguettio di uccelli esotici che proveniva da fuori mi fece capire che probabilmente era mattina presto, visto che il resto della casa era piuttosto silenzioso. Il leggero russare di mio padre mi fece capire che stava dormendo proprio dall’altro lato del corridoio. Le grandi vetrate davano su una vegetazione rigogliosa che circondava una piscina. La stanza luminosa era arredata con un letto spazioso, un armadio e una scrivania sul lato opposto. La carta da parati sembrava dipinta a mano di un brillante rosso corallo e di turchese. Era tutto meraviglioso. Sembrava il paradiso, in confronto alla mia stanza a casa. Era come se mi trovassi in qualche realtà immaginaria e il mondo reale fosse lontanissimo. Rylee avrebbe adorato questo posto. Sorrisi, immaginandola sdraiata sulla spiaggia in bikini, a tentare di sedurre la sua prossima preda e riuscendoci con estrema facilità. Ricacciai indietro le lacrime. Sei in vacanza, Zoe. Dovresti divertirti, non deprimerti. Pensi che Rylee vorrebbe che te ne rimanessi nella tua stanza a piangerti addosso, qui in Messico? Sorrisi. Non lo avrebbe di certo voluto.

    Disfai la valigia e indossai un costume. Secondo il mio orologio, avevo dormito per più di quindici ore. Non me ne tornerò a letto. Mi infilai una lunga maglietta bianca e ascoltai i miei piedi nudi camminare sul pavimento di legno massiccio fino alla porta scorrevole che portava all’esterno.

    Il calore mi colpì come un’ondata. Rispetto alle estati umide di casa, lì il calore era secco, ma già intenso, per essere le sei del mattino. L’aria condizionata all’interno lo aveva nascosto perfettamente. Quando raggiunsi la piscina, mi ero già tolta la maglietta e l’avevo gettata su una delle sdraio, pronta a tuffarmi.

    L’acqua mi accarezzò la pelle e le mie orecchie e la mia testa mi pregarono di rimanere sott’acqua il più a lungo possibile, per godere del silenzio sotto la superficie. Ma i miei polmoni in cerca d’ossigeno battevano il silenzio. Percorsi la lunghezza della piscina diverse volte sott’acqua, tornando a galla solo per respirare e ritornare rapidamente in profondità. Venti minuti dopo mi fermai e mi aggrappai al bordo di cemento.

    Brent se ne stava seduto sulla sdraio, accanto alla mia maglietta abbandonata. Si chinò in avanti, puntando i gomiti sulle ginocchia, tamburellando ritmicamente con le dita contro il polpastrello del pollice.

    La testa va meglio?

    Sì, grazie. Lanciai uno sguardo alle sue spalle. Gli altri dormono ancora?

    Annuì. Immaginavo che fossi qui fuori. Mi osservò a lungo prima di fare un respiro profondo. Dobbiamo parlare.

    Che c’è? Facendo leva sulle braccia, uscii dalla piscina e afferrai un asciugamano. Mi sedetti accanto a lui. Riguarda Kieran?

    No. Sì. Si passò una mano tra i capelli, in fretta e bruscamente. Non lo so.

    Non l’avevo mai visto così sconvolto, prima. La mia mano si posò automaticamente sul suo ginocchio e lo strinse. Brent, sono io. Dimmi che succede. È qualcosa di brutto? Uno strano pensiero mi si formò in testa. Kieran ha cercato di mettersi in contatto con te?

    No!

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