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Renza & lucia
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E-book85 pagine46 minuti

Renza & lucia

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Info su questo ebook

Racconto in 3 episodi di donne Saffiche
LinguaItaliano
Data di uscita27 apr 2014
ISBN9786050302059
Renza & lucia

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    Anteprima del libro

    Renza & lucia - Anna Granito

    Anna Granito

    RenzA & Lucia

    RenzA & Lucia

    Copyright © 2014 Anna Granito

    Indice

    Anna & Raffaella

    La carezza dell’insegnante

    Se non ci provi fino in fondo, non saprai mai chi sei…

    Anna & Raffaella

    Quella che sto per raccontare è una storia realmente accaduta. Alcuni particolari sono frutto della mia fantasia, poiché sono passati tanti anni da allora e non ricordo con esattezza ogni dettaglio. Inoltre, non avendo assistito personalmente a determinate situazioni, per collegare i vari anelli mancanti, sono dovuta ricorrere alla mia inventiva.

    Si tratta di un fatto di cronaca che all’epoca fece molto scalpore. Sono certa che tutte noi ex allieve della 1ªB dell’Istituto Magistrale, portiamo ancora dentro il nostro cuore quel ricordo. Ricordo, oltretutto, legato alla nostra adolescenza, a quell’età spensierata e allo stesso tempo intrisa di problematiche interiori e di… acne giovanile.

    Un avvenimento che, come il vento impetuoso, spalancò le porte e di prepotenza entrò in quell’Istituto. Un vento chiamato destino, una storia che anticipa i tempi e alcuni film e che personalmente ha lasciato un piccolo solco nel mio cuore, invisibile al mondo ma indelebile per me.

    Anche oggi, quando mi capita di passare per quella via, nonostante abbia l’argento tra i capelli, i ricordi riaffiorano prepotentemente, portandomi indietro nel tempo, a quel passato, e con lo sguardo cerco invano le iniziali dei nomi incisi con il pennarello, lì sul muro di fronte alla chiesa.

    Ancora suona quella campanella, sfiorata dai ragazzi di corsa all’uscita di scuola, e immancabilmente mi torna in mente Anna, la protagonista della storia.

    Una ragazza che, senza bisogno di libri, seppe insegnarci a suo modo cosa sono la generosità e l’amore.

    L’epilogo di questa vicenda non fu lieto per la protagonista e anche a noi inevitabili spettatori non fu risparmiata una piccola dose di amaro dolore, considerando che fummo testimoni diretti e impotenti di tanta sofferenza.

    Settembre 1980 - Primo giorno di scuola

    Ricordo l’ampia piazza, rumorosa e pulita, e l’incessante brusio interrotto sporadicamente dai clacson delle auto che invitavano i ragazzi a lasciare libera la strada. Ogni mattina, quella piazza era gremita di studenti in attesa del suono della campanella che avrebbe dato inizio alla giornata scolastica. Adiacente all’Istituto Magistrale si trovava il Ginnasio, e a poche centinaia di metri vi erano l’Università e il Conservatorio.

    Faceva particolarmente caldo quel giorno, il primo dopo il rientro dalle vacanze estive. Proprio di fronte all’Istituto era situata una grande e bella chiesa, dove dopo le lezioni Anna si rifugiava sugli scalini e, come Gesù nel tempio, s’intratteneva con la gente e con le nuove compagne. Quando aveva con sé la chitarra, era per tutti un piacere fermarsi ad ascoltarla.

    Proprio quegli scalini saranno il luogo in cui, tempo dopo, Anna aspetterà Raffaella dopo le lezioni.

    Suonava puntuale la campanella delle otto, che ricordava alle ragazze di entrare a scuola. Anna era più grande rispetto alle altre allieve. S'iscrisse all’Istituto Magistrale poiché non superò l’esame di ammissione al Conservatorio. La sua grande passione era la musica. Anna amava suonare il piano, comporre le melodie e scrivere le parole.

    Alcuni suoi testi saranno ancora presenti nei vecchi diari di chi, come me, amava annotarsi le parole delle canzoni e delle belle poesie che talvolta si dilettava a comporre.

    Quell’esclusione dal Conservatorio fu artefice di molti rimpianti. Forse, se fosse stata ammessa, la sua vita avrebbe preso una piega diversa. Purtroppo il destino volle portarla verso quell’Istituto, al quale s'iscrisse per non restare un anno ferma.

    L’aria era afosa durante quel primo giorno di scuola. Anna indossava dei jeans e una maglietta a maniche corte, delle collanine colorate, alcuni anelli e un solo orecchino. Quel modo di vestire e quel modo di fare erano parte integrante del suo inconfondibile stile da freak. Erano gli anni della bella musica, gli anni ‘80. Gli anni dei fricchettoni e degli arancioni. Ai suoi piedi un paio di sabot bianchi, come quelli usati gli infermieri. Lei

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