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La luce e la letizia ... 10 anni dopo
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E-book95 pagine1 ora

La luce e la letizia ... 10 anni dopo

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Info su questo ebook

Questo libro racconta la storia di una maternità difficile, la mia. Ho riflettuto molto prima di scriverlo. Ce ne sono già tanti in circolazione di questo genere e il mio sarebbe stato l’ennesimo racconto di un’esperienza simile a tante altre, ma, nonostante tutto, unica e irripetibile, come è unico e irripetibile ognuno di noi. Per questo motivo ho ritenuto che valesse la pena raccontare di me.
Quando ho iniziato a scrivere, Maria Letizia aveva circa quattro anni e io cominciavo a intravedere quale sarebbe stata la nostra vita futura: una quotidianità impegnativa che avrebbe chiesto a tutta la mia famiglia di mettersi in gioco, spesso senza vedere alcun risultato immediato. I risultati, però, non sono mancati: la stesura della prima edizione del libro in formato cartaceo (avvenuta nell’arco di due anni) ha contribuito a farmi riflettere una volta di più su ciò che sto tuttora vivendo – un’esperienza che mi fa toccare con mano l’infinita bontà di Dio - ed è servita per fare ordine nei miei pensieri riguardo le motivazioni che mi spingono a fare determinate scelte piuttosto che altre.
Alcune parti del racconto sono state scritte di getto, mettendo sulla carta i fatti e le emozioni che sono ancora vivissimi nella mia memoria e che a rileggerli mi fanno ancor oggi salire le lacrime agli occhi: sono quei capitoli che raccontano gli episodi più drammatici o che parlano di incontri significativi che mi hanno fatto maturare. Altre parti, invece, hanno avuto bisogno di qualche rielaborazione perché fosse chiaro, soprattutto a me stessa, il cammino che ho compiuto dopo la nascita di Maria Letizia.
Questa seconda edizione è un regalo per tutti quelli che, stupiti e commossi dalla nostra avventura, mi hanno chiesto di scrivere il seguito.
LinguaItaliano
Data di uscita8 set 2014
ISBN9786050320978
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    Anteprima del libro

    La luce e la letizia ... 10 anni dopo - Cinzia Anedda

    Farm

    L'autore

    Cinzia Anedda nasce in Piemonte, ma la sua famiglia si trasferisce ben presto in Friuli dove vive tuttora. Terminati gli studi, Cinzia si trasferisce a Milano per lavorare in una grande azienda. A Milano conosce Claudio, con cui si sposa nel 1990. Hanno due figlie, Deborah e Maria Letizia. Insieme al marito si occupa di pastorale famigliare nella parrocchia in cui risiede.

    Nel 2006 pubblica, con Effatà editrice, il libro La luce e la letizia.

    Alcuni racconti brevi sono stati selezionati per comparire nelle antologie dei concorsi letterari di Caravaggio Editore e SensoInverso Edizioni.

    Testimonianze autobiografiche hanno trovato spazio nella rivista Missione Uomo della Fondazione Don Carlo Gnocchi e nel libro Detto con il cuore edito da Mondadori.

    Con il passare del tempo diventa per lei sempre più importante lo spazio creativo: creare piccoli oggetti per attività di raccolta fondi benefiche e fissare sulla carta i momenti importanti della vita.

    Il libro

    Questo libro racconta la storia di una maternità difficile, la mia. Ho riflettuto molto prima di scriverlo. Ce ne sono già tanti in circolazione di questo genere e il mio sarebbe stato l’ennesimo racconto di un’esperienza simile a tante altre, ma, nonostante tutto, unica e irripetibile, come è unico e irripetibile ognuno di noi. Per questo motivo ho ritenuto che valesse la pena raccontare di me.

    Quando ho iniziato a scrivere, Maria Letizia aveva circa quattro anni e io cominciavo a intravedere quale sarebbe stata la nostra vita futura: una quotidianità impegnativa che avrebbe chiesto a tutta la mia famiglia di mettersi in gioco, spesso senza vedere alcun risultato immediato. I risultati, però, non sono mancati: la stesura della prima edizione del libro in formato cartaceo (avvenuta nell’arco di due anni) ha contribuito a farmi riflettere una volta di più su ciò che sto tuttora vivendo – un’esperienza che mi fa toccare con mano l’infinita bontà di Dio - ed è servita per fare ordine nei miei pensieri riguardo le motivazioni che mi spingono a fare determinate scelte piuttosto che altre.

    Alcune parti del racconto sono state scritte di getto, mettendo sulla carta i fatti e le emozioni che sono ancora vivissimi nella mia memoria e che a rileggerli mi fanno ancor oggi salire le lacrime agli occhi: sono quei capitoli che raccontano gli episodi più drammatici o che parlano di incontri significativi che mi hanno fatto maturare. Altre parti, invece, hanno avuto bisogno di qualche rielaborazione perché fosse chiaro, soprattutto a me stessa, il cammino che ho compiuto dopo la nascita di Maria Letizia.

    Rinnovo il mio grazie a tutte quelle persone – e sono tante – che, con una parola, uno sguardo, un abbraccio, mi hanno aiutato a non farmi cadere nella disperazione. In particolare, grazie a Claudio perché sopporta le mie critiche e i miei cambi di umore; grazie a Deborah semplicemente perché esiste; grazie alle nostre famiglie e a tutti i nostri amici perché sono sempre disponibili per darci una mano; grazie ai medici, alle terapiste, alle insegnanti che hanno sempre visto Maria Letizia come una bambina con grandi potenzialità di recupero: se lei oggi è una bimba felice in cammino verso l’autonomia e io non sono entrata nel tunnel della depressione lo devo anche a loro.

    Questa seconda edizione in formato e-book è un regalo per tutti quelli che, stupiti e commossi dalla nostra avventura, mi hanno chiesto di scrivere il seguito.

    Tranquilli! Sarò breve e racconterò solamente episodi belli e incontri indimenticabili che hanno fatto più lieto il mio cuore in questi ultimi dieci anni. Intendiamoci, mi lamento di tanto in tanto e mi arrabbio pure contro certa cultura che considera la disabilità una disgrazia che va combattuta a ogni costo (anche a costo della vita del disabile stesso), ma se la mia intenzione fosse stata quella di intristirvi vi avrei confezionato un'edizione del TG.

    Dedicato a tutti i bambini speciali che Dio ci affida

    perché ricevano una dose supplementare di amore

    In memoria di Paola, educatrice amorevole

    Brutte notizie

    Maria Letizia ha sedici anni. È una ragazza bellissima. Ha i capelli chiari, gli occhi, circondati da scure ciglia lunghissime, di un azzurro intenso che ricorda il cielo estivo nei giorni di vento e un sorriso che conquista tutti.

    Non parla, ma dice mamma quando ha bisogno di qualcosa e se ne esce con un uffa quando è infastidita. Non è in grado di reggersi in piedi senza sostegno, ma da quando ha imparato a muovere i primi incerti passi, ha scoperto in fretta che allungando le mani e appoggiandosi a noi è in grado di andare alla scoperta del mondo.

    Maria Letizia è una ragazza disabile.

    Ricordo ancora come fosse ieri l’espressione di sgomento che assunse il mio ginecologo quando dall’ecografia morfologica alla diciannovesima settimana di gestazione scoprì una idrocefalia tetraventricolare e una ipoplasia del cervelletto.

    L’esame era iniziato bene. Il dottore ci aveva descritto i piedini e le manine, aveva preso le misure delle ossa lunghe e della circonferenza addominale, aveva controllato tutti gli organi interni e infine arrivò ad esaminare la testa. Fu a quel punto che si bloccò e deglutendo a fatica disse: C’è qualche problema nella testolina.

    Fissai il monitor e notai quattro enormi macchie nere dove avrebbe dovuto esserci materia cerebrale. La sonda dell’ecografo si muoveva lenta, quasi timorosa di scoprire che l’idrocefalo interessava tutti i ventricoli cerebrali e che il cervelletto era di dimensioni sensibilmente inferiori alla norma.

    Ero sconvolta, ma non riuscii neppure a piangere. Nonostante fosse un tiepido giorno di fine aprile, sentivo freddo, avevo i brividi e le mani gelate.

    Mentre mi rivestivo, sentivo il dottore che spiegava a mio marito Claudio la situazione.

    La sua voce mi sembrava lontanissima e un gran numero di pensieri si affollavano nella mia mente: come dirlo a Deborah, la nostra prima figlia, come avrebbero reagito parenti e amici alla notizia, cosa ci avrebbe riservato il futuro… pensavo ai commenti sentiti in una situazione simile a questa: si fanno i test e se c’è qualcosa che non va si interrompe la gravidanza… aborto.

    Il ginecologo stava illustrando a Claudio anche questa possibilità, ma senza ombra di dubbio gli fu subito chiarito che non avevo nessuna intenzione di uccidere il mio bambino (non sapevo ancora che era

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