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Reflessologia plantare - Cervicalgie
Reflessologia plantare - Cervicalgie
Reflessologia plantare - Cervicalgie
E-book264 pagine1 ora

Reflessologia plantare - Cervicalgie

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Info su questo ebook

Accogliete con leggerezza questo libro, siate delle spugne, non v’irrigidite, anche se in alcune occasioni la comprensione o la memorizzazione può sembrare ostica, se ce l’ho fatta io, ce la farete anche voi. «Nisciuno nasce imparato!» Non costringetevi a leggerlo come un romanzo, dall'inizio alla fine, potete saltare avanti, ritornare sui vostri passi, consultare i testi precedenti. In questo libro si parla di cervicalgie, dolori al collo. Per trattarlo localmente o reflessologicamente questo segmento situato tra testa e torace, bisogna conoscerlo, per cui ho elencato alcune delle strutture che lo compongono: vertebre, muscoli, radici nervose che originano dagli spazi intervertebrali, loro percorsi, vasi sanguigni che lo irrorano, meridiani energetici. Fatta questa necessaria generale presentazione, come Reflessologo Zu l’ho proiettato sui piedi, quindi ho descritto un minimo di anatomia dell’alluce su cui si riflette e le dita sulle quali sono proiettate le sue funzioni. Per parlare delle cervicalgie ho lanciato sassi in differenti stagni: organica, psicosomatica, medicina tradizionale cinese.
LinguaItaliano
EditoreZu Center
Data di uscita23 ago 2021
ISBN9791220067621
Reflessologia plantare - Cervicalgie

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    Anteprima del libro

    Reflessologia plantare - Cervicalgie - Laozu Baldassarre

    «HO LA CERVICALE!»

    «Ho la cervicale!» È un’espressione frequentemente accompagnata da una mano portata sul collo. Comunemente si parla di cervicale, (cervicalgia), quando abbiamo un fastidioso dolore con una limitazione funzionale che s’irradia dalla nuca verso il dorso. con scricchiolii che riducono i movimenti e influiscono negativamente sull’umore; è uno dei disturbi più diffusi nel mondo occidentale.

    La sindrome cervicale è la denominazione di un concetto riassuntivo di una moltitudine di sintomi patologici e di stati dolorosi diversi che interessano le vertebre cervicali e le strutture nervose, legamentose, muscolari e vascolari che vi sono connesse.

    Le cervicalgie si localizzano tra testa e torace, nella cervicobrachialgia, invece, i sintomi interessano anche il braccio e l’avambraccio, raggiungendo talvolta la mano. Il dolore è vissuto come persecutivo, limitante la concentrazione e le funzioni più comuni. Il dolore di tipo nevritico si manifesta attraverso scosse a volte lancinanti con sintomi quali formicolio, intorpidimento e perdita di forza.

    Le cause dei dolori possono essere diverse, a un problema non c’è mai una sola risposta, perché le origini sono sempre tante. In gran parte dei casi c’è un’alterazione che interessa le strutture meccaniche delle vertebre della colonna vertebrale, con annessi muscoli, legamenti, dischi intervertebrali, articolazioni, ma a volte non si hanno riscontri di ordine radiologico che possano giustificare organicamente le manifestazioni dolorose.

    Il collo è la parte più mobile e vulnerabile del nostro corpo. È una struttura complessa, costituita da ossa, corpi vertebrali, muscoli, nervi, vasi sanguigni e linfatici. Ha un’estrema mobilità per consentire alla testa e allo sguardo di orientarsi in tutte le direzioni, per compiere l’intera gamma di movimenti che sono fondamentali nelle interazioni sociali. Costituisce la struttura di connessione fra bocca e stomaco, naso e polmoni, cervello e midollo spinale. Sede di vasi sanguigni, vene giugulari, arterie carotidee e vertebrali, è d’importanza cruciale per il collegamento fra cuore e cervello, alla sua base ci sono anche la faringe, la laringe e la tiroide…

    Uno sforzo non adeguato, che può essere brusco o prolungato, è sufficiente a creare lesioni alle strutture che lo compongono. Si tratta di stress meccanici cioè movimenti non corretti rispetto a quelli fisiologici. Il collo è progettato per il movimento, così come tutto il corpo, ma a volte le richieste di funzioni non sono adeguate: si cerca un oggetto e invece di girare la testa si mantiene una postura fissa, si sta seduti davanti al computer e si tende ad allungare il collo verso il video come se ci si volesse entrare dentro con la testa, questi atteggiamenti portano inevitabilmente ad avere contratture muscolari. Il cranio invece è un elemento di contenimento e protezione, contiene e protegge il cervello e gli organi di senso. Altra struttura deputata alla protezione e al contenimento d’organi vitali è il torace che protegge cuore e polmoni. Il collo situato tra cranio e torace, con i suoi muscoli e le vertebre cervicali, ci permette i movimenti di flessione, estensione e rotazione, ma non ha strutture protettive rigide.

    Le ossa non si muovono da sole, sono mosse dai muscoli e dai tendini.

    Abbiamo muscoli volontari, involontari, lisci, striati, superficiali, profondi, adduttori, abduttori, estensori, flessori, supinatori, pronatori… ne abbiamo davanti, dietro, in alto, in basso, a destra e a sinistra, questa la domanda da porsi costantemente:

    «Perché si contrae un muscolo o un gruppo di muscoli e non altri?»

    Una delle risposte possibili, soprattutto riferita ai muscoli del tronco è:

    «I muscoli si contraggono o si rilasciano in corrispondenza dell’attività o della sofferenza degli organi sottostanti, può essere di origine organica o funzionale.»

    Questo possibile assioma quindi non è applicabile agli arti e lo è solo parzialmente per il collo. Le motivazioni delle sofferenze dei muscoli degli arti, escludendo quelle d’ordine traumatico, saranno prese in considerazione relativamente alle innervazioni metameriche e ai percorsi dei meridiani. Spasmi e contrazioni muscolari possono essere determinati anche da posture non corrette o bruschi movimenti del capo, occasionali, traumatici o prolungati nel tempo o provocate da preoccupazioni, ansia, depressione.

    Cranio, torace e bacino sono strutture che hanno funzioni contenitive e protettive. Il collo e la regione lombare prive di protezioni rigide, perché deputate ai movimenti di flessione/estensione e torsione, difendono le vertebre cervicali e lombari creando irrigidimenti muscolari a mo’ di corazza.

    Nel torcicollo classico per esempio è sempre implicato il muscolo sternocleidomastoideo che rimane contratto, questa condizione dolorosa blocca la colonna cervicale e impedisce al soggetto di muovere il collo in una determinata direzione, di girare la testa.

    Rimanendo in una posizione reclinata o di rotazione del collo, alcuni nervi che passano dalla colonna cervicale al braccio sono schiacciati e irritati al punto da fuoriuscire al livello dei fori di coniugazione, che si trovano tra le vertebre. Secondo la localizzazione dello schiacciamento, sono irritati i nervi cervicali inferiori, che hanno la loro distribuzione rispettivamente al pollice e indice (C6), al dito medio e mezzo dell’anulare (C7), e all’altra metà dell’anulare e al mignolo (C8). Basta cambiare posizione per qualche minuto, fare qualche movimento ginnico e l’arto si sveglia da solo e la sensibilità e la forza ritornano spontaneamente. Cos’è avvenuto? Un episodio saltuario di formicolii, come già menzionato, non ha importanza, perché è causato da un’errata posizione della testa e si risolve da solo. Gli stessi sintomi possono invece provocare tanti fastidi quando si presentano in modo continuativo. Succede più spesso dopo una lesione traumatica, quando è toccata una o più di queste radici dei nervi cervicali. Diversi sintomi sono possibili: dal formicolio (disestesia), all’insensibilità (anestesia), alla debolezza (paresi) del braccio e della mano.

    Sono associati a dolori al collo, alla spalla e lungo un braccio, fino alla mano e alle dita. Le diagnosi più frequenti sono il torcicollo acuto o cronico, la sindrome cervicale o cervicobrachiale, il colpo di frusta con o senza lesione discale, ernia discale cervicale, alterazioni degenerative artrosiche, artrosi cervicale.

    Un evento acuto come lo strappo muscolare cervicale, definito come lesione dei legamenti e delle membrane sinoviali, è spesso causato da un trauma, ad esempio un incidente automobilistico che provochi iperestensione o iperflessione del rachide cervicale, lesione da colpo di frusta, conseguenza in un gran numero di casi d’incidenti automobilistici. Lesioni lievi durano qualche settimana, tuttavia uno strappo più grave associato a lesione dei legamenti può provocare dolori prolungati nel tempo con difficoltà dei movimenti del collo.

    Come conseguenza vi è una limitazione dei movimenti cervicali associata a dolore. Lo spasmo muscolare è in genere evidente nei gruppi muscolari interessati.

    Il quadro clinico può essere lieve, stiramento dei legamenti, o grave quando c’è la loro lesione con associata grave instabilità vertebrale. Alla radiografia di controllo può essere presente una perdita della fisiologica lordosi cervicale.

    Nelle condizioni di disagio che tendono alla cronicizzazione, la spondilosi cervicale o osteoartrosi cervicale è rappresentata dalla degenerazione dei dischi intervertebrali e dalle alterazione dei corpi vertebrali adiacenti. In genere il dolore è localizzato al collo o posteriormente al capo, ma se è interessata la radice nervosa il dolore può essere presente alla spalla o al braccio. L’invecchiamento e la degenerazione danno luogo a disidratazione del nucleo polposo e a deformazione dei dischi intervertebrali, il disco perde la sua elasticità e in caso di sollecitazioni ripetute è più esposto a erniare e comprimere le strutture nervose adiacenti. I dischi intervertebrali, costituiti da fibrocartilagine, sono situati tra le vertebre e hanno il compito di ammortizzare il carico e di consentire un maggior movimento articolare. La compressione di una radice nervosa cervicale può essere dovuta a formazione di osteofiti, escrescenze ossee dovute ad artrosi cervicale, a ernia discale laterale, oppure a entrambe le cause. Nella maggior parte dei casi il dolore inizia al collo per irradiarsi alla spalla e al braccio, cervicobrachialgia. Al dolore fanno seguito disturbi della sensibilità sotto forma di parestesie, alterazione della sensibilità, ipoestesie, riduzione della sensibilità. Una patologia del tratto cervicale può avere effetti e conseguenze anche lungo il tratto dorsale e lombare.

    Le cause dei dolori quindi possono essere diverse, a ogni problema non c’è mai una sola risposta, perché le origini sono sempre tante.

    L’origine di un problema può essere: organica psicosomatica energetica.

    Non c’è mai l’assolutezza o l’esclusiva dell’una rispetto alle altre, sono sempre tutte compresenti, ciò che orienta la diagnosi è la predominanza originaria dell’una sull’altra. Indipendentemente dalle manifestazioni, identificarne l’origine è uno dei fondamenti principali della diagnostica riflessa

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