Prendere il volo
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Anteprima del libro
Prendere il volo - Francesca Bergami
Ringrziamenti
1. - Il risveglio
Apro gli occhi al suono della sveglia, fuori comincia
ad albeggiare. Anche se non dormo da ormai circa un'ora,
avrei volentieri continuato a starmene a letto ancora per un
po', lasciandomi coccolare dalle morbide e confortanti coperte,
come un bimbo nel grembo materno che non ne vuole sapere
di nascere. Sì, perché dover abbandonare il mio giaciglio in
questo modo innaturale, ubbidendo all'impietoso suono di una
sveglia, mi ha sempre fatto pensare ad un indesiderato parto
prematuro, oltre che a calarmi in uno stato d'animo in cui
vaghi sentimenti di autocompassione e momentaneo rifiuto
della vita si mischiano tra loro lasciandomi contrariata per
almeno mezz'ora.
Ciononostante mi alzo, accarezzo affettuosamente
Magda, la mia cagnolina (un grazioso incrocio tra Collie e
Pastore Tedesco), che dorme accanto al comodino. Infilo
svogliatamente i piedi nelle ciabatte e mi reco in bagno. Come
tutte le mattine, a prescindere dall'orario di risveglio, mi
esamino per un paio di minuti allo specchio. Da tempo, ormai,
non è più una novità che la persona che mi si trova di fronte ha
un aspetto diverso da quella a cui ero solita dare il buongiorno
un po' di anni fa. Lo stato dei capelli, per dirne una, è sempre
più inquietante: resi fini e secchi dalle tinte coloranti volte a
coprire i primi segni del tempo, che sulle chiome scure si
annunciano con maggior prepotenza, non sono più in grado di
sopravvivere allo strofinío contro il cuscino delle ore notturne.
Il risultato, al mattino, è una capigliatura senza peso, incapace
di cadere morbidamente sulle spalle, una sorta di cespuglio
irto a cui solo un esperto colpo di pettine, accompagnato da
generose carezze a base di olio e crema per capelli, può porre
rimedio. Anche la delicata zona sottostante gli occhi, in realtà,
comincia a presentare piccole alterazioni
che però,
fortunatamente, vanno scomparendo con il passare delle ore.
In ogni caso, mentre il viso della donna che mi si trovava di
fronte allo specchio anni fa presentava le stesse caratteristiche
sia al risveglio che durante l'arco della giornata, il viso di colei
a cui devo adesso dare il buongiorno mostra connotati
differenti a seconda dell'orario. Per non parlare, poi, del
rientro da un'uscita serale: la stanchezza, che una volta
passava inosservata, si manifesta ora con tutta la sua
arroganza, stravolgendo con sfacciata abilità le sottili logiche
dell'accurato maquillage
. Penso che sicuramente quasi tutte
le donne, di tanto in tanto, si chiedono perché si debba
invecchiare. Dato che l'essere umano, per sua natura, ha
sempre bisogno di trovare spiegazioni a tutto, e dal momento
che questa mattina, invece, non riesco a trovarne nessuna,
cerco di convincermi che le età della vita servono a guardare
le stesse cose da punti di vista diversi. Sì, proprio così, ecco a
cosa serve invecchiare: è il prezzo da pagare per la cognizione
con prospettiva. E con questa fugace consolazione mi
allontano dallo specchio per accingermi ad impostare la
giornata che mi attende.
2. - Io e Phil
Mi chiamo Fiammetta, ho quarant'anni, sono italiana
ma vivo da ormai sette anni all'estero, su di un'isola. Non mi
sono mai sposata, non ho figli, e da un paio di mesi sono di
nuovo single
. Oggi dovrò trascorrere qualche ora nel
negozio di souvenirs presso cui lavoro di tanto in tanto in
qualità di aiutante esterna, in caso di assenza del personale
fisso. Poi mi recherò da un amico per restituirgli un libro
prestatomi qualche settimana fa. Quindi mi attenderanno i
preparativi per la partenza per l'Italia, dove mi piace passare le
mie vacanze da quando ormai vivo sull'isola. Dovrò decidere
cosa mettere in valigia e, soprattutto, che libro scegliere per le
ore da trascorrere in aereo. Adoro leggere. Il volo è previsto
per le sei di pomeriggio, atterraggio a Milano alle dieci, dove
verrà a prendermi Giorgio, carissimo amico, nonché mio ex
grande amore, con il quale ho mantenuto ottimi rapporti nel
tempo. Passerò la notte a Milano e poi lui domani mi
accompagnerà a casa di mia madre, in una località che si trova
parecchi chilometri più a sud.
Mi concedo una breve colazione, poi porterò Magda a
fare la sua passeggiata mattutina, prima di consegnarla ad una
conoscente che si prenderà cura di lei durante la mia assenza.
Staccarmi da Magda, anche se solo per un paio di settimane,
ha su di me sempre l'effetto di una pietra appoggiata
sull'anima e che viene rimossa soltanto al mio rientro. In
fondo Magda è la mia migliore e più fedele amica, e questo lo
sanno tutti coloro che posseggono un cane. La creatura non ha
occhi che per me, mi segue ovunque, sia fisicamente che con
lo sguardo, mi accompagna costantemente con devozione e
gratitudine a dir poco commoventi. Mi chiedo come farò
quando, un giorno, Magda non ci sarà più. Spesso, guardando
la mia fedele compagna, penso a mio padre, morto due anni fa.
Mi ricordo quanto egli amasse godere della simpatica
compagnia di questa bestiola, che ricambiava puntualmente.
Gli animali muovono le loro emozioni e i loro sentimenti su
binari diversi dai nostri: più veloci, più diretti. E, soprattutto,
incondizionati.
Esco con la mia fedele amica a fare due passi, e i miei
pensieri volano a ritroso, ripercorrendo le tappe della mia
relazione da poco terminata. Grazie alla presenza di Magda,
mi è stato possibile affrontare con minor solitudine la recente
separazione da Phil.
Io e Phil decidemmo di trasferirci a vivere su
quest'isola sette anni fa, giungendovi il 29 di febbraio. Qui
cominciammo a lavorare insieme presso una piccola agenzia
di turismo, dove rimanemmo per dodici mesi. Si trattò del
periodo più bello della nostra convivenza, di uno dei periodi
più belli di tutta la mia vita. In quel tempo, grazie al forte
potenziale ispirativo di questo posto, ebbi la possibilità di
scoprire la mia creatività, di dilettarmi in mini opere d’arte, di
godere in totale serenità di ogni nuovo giorno che arrivava.
Phil era innamoratissimo di me e non perdeva occasione per
dimostrarmelo. Allora pensavo che tale condizione fosse
destinata a durare per sempre. Ora sono semplicemente grata
al mio destino per avermi regalato quel magico, seppur breve,
capitolo di vita.
Le cose, infatti, cominciarono a cambiare dopo quasi
un anno, quando il proprietario dell'agenzia decise di chiudere
l'attività. A quel punto, non so perché, Phil si mise in testa di
comprare un appartamento. Era chiaro che a partire da quel
momento, per poter pagare l'ipoteca, avremmo dovuto cercarci
un altro posto di lavoro, con uno stipendio un po' più serio. Io
iniziai a lavorare presso la reception di una resort turistica. Il
lavoro non era male e anche ben remunerato. Il problema
erano le otto ore da trascorrere in piedi, con gambe doloranti,
un vero supplizio. Decisi perciò di cercarmi un'altra
occupazione e trovai un posto in qualità di assistente e aiutante
amministrativa presso una clinica medica privata, in una
località a circa mezz'ora di auto da dove vivevamo. Nel
frattempo Phil aveva preso contatti con un'altra agenzia di
turismo, ma dopo neanche un giorno di lavoro dette le
dimissioni perché non si trovava in sintonia con il
proprietario. Si presentò da me in clinica, come se niente
fosse, dicendomi che non aveva più un lavoro. Io, sconcertata,
pensai che si trattasse di un caso veramente speciale. Non
avrei mai immaginato che con Phil simili situazioni si
sarebbero presentate anche più avanti.
Per fortuna, Phil trovò abbastanza presto un lavoro
presso un'agenzia appartenente ad un suo amico, un ragazzo
inglese che aveva conosciuto quando lavorava a Cipro. Il
posto di lavoro si trovava esattamente a lato della clinica in
cui lavoravo io. Avremmo potuto recarci quasi tutti i giorni al
lavoro insieme. Finalmente di nuovo