Materia non vitale
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Anteprima del libro
Materia non vitale - Davide Lazzarini
http://creoebook.blogspot.com
Davide Lazzarini
MATERIA NON VITALE
Questo è un romanzo di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti, luoghi, cose e persone della vita reale, contenuto in questo libro, è da ritenersi puramente casuale.
Ho un debito con la materia! Con la sua stupida arroganza e la sua vanitosa mania ad aggregarsi e disgregarsi senza mai lasciarci intendere il benché minimo intento della sua autorità. Ho un debito anche con la sua inconsapevolezza e prima l'avrò pagato, meglio sarà per tutti, anche perché non ho voglia di sottopormi alla sua atroce e beffarda tortura!
Carl William Brown
«Un piccolo lasso di tempo, durante il quale l’umanità
perse totalmente il controllo di se stessa…»
Atto primo
L’operazione iniziò in tarda mattinata. Il Dottor Jones era tra i più accreditati ricercatori scientifici viventi che il mondo potesse vantare in quel momento.
Capelli brizzolati, un po’ lunghi e incolti, alto più di un metro e novanta, ben piazzato, poteva sembrare uno da palestra ma in realtà era stata la natura a dotarlo di spalle larghe e di un torace da far invidia a Ercole. Chi lo aveva conosciuto nell’intimità lo descriveva timido di carattere e molto educato. Una delle infermiere che era andata a letto con lui lo aveva definito molto virile e peloso, quasi da fare schifo
, queste erano le esatte parole che aveva usato; una descrizione che si scontrava con la sua personalità metodica e ordinata.
Era lì con le mani aperte, il cappellino, i guanti bianchi e la mascherina, con gli occhi persi nel vuoto. In quel momento, sembrava che tutta la vita gli passasse davanti a una velocità talmente forte che stentava pure lui a capire ciò che stava per succedere. Stava per affrontare il primo impianto di cellula artificiale su un essere vivente, stava per operare il Primo Ministro, Thomas Wright.
Fu lui ad aprire la strada al nuovo corso
della medicina. Il paziente non aveva speranze, dai medici gli erano stati dati solo pochi mesi di vita e così si era offerto come cavia. Jones non se lo era fatto ripetere due volte. Un’occasione così non gli sarebbe più capitata. Sapeva a cosa andava incontro, tutti si sarebbero scagliati contro di lui per quello che stava per fare ma dalla sua parte c’era una liberatoria del Primo Ministro che dava carta bianca a lui e al suo staff.
Avevano fatto passi da gigante dai primi esperimenti sulle cellule e sui tessuti ed erano riusciti, in poco tempo, a ottenere il primo prototipo di G.O.D. Tutto questo grazie al Primo Ministro Thomas Wright che, con leggi ad hoc e sovvenzioni, aveva foraggiato la ricerca in questo campo. Jones non aveva capito subito quali erano gli interessi di quella persona. Pensò ai soldi che questa cosa avrebbe portato nelle tasche del Primo Ministro. Solo in un secondo momento, attraverso una chiacchierata confidenziale, era venuto a sapere il vero motivo per cui il Primo Ministro si era gettato, anima e corpo, in questo progetto. Non avendo nulla da perdere e visti i buoni progressi fatti dalla equipe di Jones, Thomas Wright aveva preso la decisione di sottoporsi all’intervento di innesto di G.O.D., sperando così di trovare una soluzione al suo futuro che ormai sembrava già scritto.
L’assistente di sala fece un rumore quasi impercettibile con la bocca e subito dopo disse qualcosa sottovoce al dottore che sembrò risvegliarsi da un lungo sonno: Jones scosse la testa, come per riprendersi da uno stordimento, si guardò intorno e tutta la sua equipe ricambiò lo sguardo, ammutolita, in attesa di qualche suo ordine.
Signori…
, ci fu un attimo di pausa e poi continuò: Il destino di quest’uomo e il futuro della medicina sono nelle nostre mani. Tutto dipenderà da noi!
.
La tensione accumulata era arrivata a livelli altissimi ma le ultime parole del dottor Jones sembrarono rassicurare tutti.
Fate del vostro meglio e tutto andrà bene, non credo che ci saranno complicazioni… Speriamo…
.
Quest’ultima parola la disse con un tono talmente basso che anche a lui sembrò di non averla pronunciata ma di averla solo pensata.
Cominciamo, prego…
.
Uno stuolo di giornalisti, fuori dall’ospedale, aspettava notizie sulle condizioni del Primo Ministro. Da giorni, su tutti i giornali e i telegiornali, la notizia di apertura era sempre la stessa. Tutti a chiedersi come sarebbe andata l’operazione e come si sarebbe sentito il Primo Ministro una volta uscito fuori dall’ospedale.
Il ricercatore scientifico Brian Jucker aveva più volte annunciato che poteva essere un trionfo per la ricerca, ma che nessuno poteva prevedere le reazioni che questo organismo estraneo avrebbe provocato nel corpo umano.
Brian Jucker non si poteva certo definire un tipo ottimista e sempliciotto. Cercava sempre il risvolto della medaglia per valutarne gli effetti e i rischi e proprio per queste caratteristiche era molto appezzato e stimato nel suo lavoro.
Fisico asciutto, piuttosto magro per la scarsa attitudine allo sport e per il continuo lavoro sedentario. Alto 1.75, capelli castani un po’ lunghi portati all’indietro fin sotto alle orecchie. La sua famiglia aveva fatto molti sacrifici per poterlo iscrivere all’università, era il suo sogno e lui aveva mantenuto le aspettative. Uscito a pieni voti dall’università, per la sua mancanza di buone conoscenze o amicizie altolocate si era ritrovato a lavorare come sottoposto. Aveva conosciuto Jones ai tempi della scuola ed erano diventati amici. Jones non aveva esitato un attimo a prenderlo con sé appena ebbe l’incarico di gestire il laboratorio e Brian non se lo era fatto ripetere due volte, viste le scarse possibilità che avrebbe avuto in quel mondo senza le adeguate spinte.
Ogni persona, come ben sapete, è diversa dalle altre, un’incognita che nessuno può prevedere. Un determinato farmaco può guarirne una, ma può anche ucciderne un’altra, dipende tutto dal DNA ed in questo caso le varianti si moltiplicano all’infinito
. Così parlò davanti ai giornalisti quella mattina.
Ma non sono state fatte centinaia di prove in laboratorio?
, chiese un giornalista agitandosi in seconda fila.
Sì, ma non tutte sono andate a buon fine. Abbiamo buone possibilità di riuscita ma, visto l’elevatissimo numero di variabili in gioco, non potremo mai avere la certezza assoluta dei risultati…
. Venne interrotto dallo stesso giornalista che incalzò: Ma è un rischio che si può correre. Se riuscirete, milioni di persone ne beneficeranno e molte malattie verranno stroncate sul nascere…
.
Brian lo interruppe a sua volta ribattendo: Provate a pensare, al contrario, se solo il corpo non riconoscesse l’ospite. Esso comincerebbe una guerra contro quest’ultimo e, conseguentemente, le cellule estranee comincerebbero a rispondere agli attacchi. Sappiamo benissimo che nessun organismo umano sopravvivrebbe ad un attacco del genere. Sterminerebbero tutto. Ogni piccola cellula umana verrebbe distrutta nel giro di poco tempo!
.
Ma questo non succederà, vero Dottor Jucker?
, chiese un’altra giornalista.
Speriamo…
.
Brian pronunciò quella parola, allontanandosi dai microfoni, talmente a bassa voce e con la paura che i giornalisti potessero sentirlo, che sperò di non averla neanche detta.
Intanto, in sala operatoria, i dottori stavano proseguendo l’intervento. Il G.O.D. era in una provetta, pronto per essere trasferito nel corpo del Primo Ministro, appoggiato sopra al tavolino, come se nulla fosse. Nessuno era ancora in grado di dire se quella cosa
fosse il destino del mondo.
Tempo prima
Nell’aula del Parlamento c’era un gran fervore per il discorso del Primo Ministro Thomas Wright riguardo all’impianto del G.O.D. nell’uomo, ma nessuno poteva immaginare quello che stava per succedere. Dopo tutto un discorso di apertura, il Primo Ministro pronunciò queste parole:
Sarò io a sottopormi per la prima volta a questo esperimento! Sapete tutti le condizioni in cui mi trovo, non ho nessuna possibilità di vivere se non sottoponendomi a questo intervento
.
Thomas Wright era affetto da una grave malattia autoimmune, talmente rara che si trattava del primo caso al mondo. Nessun dottore era stato in grado di diagnosticare quello che aveva esattamente, erano riusciti solo a individuare un farmaco che ne rallentava il decorso, ma non la diagnosi. E quindi ho deciso di sottopormi all’intervento… Comunque vada!
. Il silenzio nell’aula si fece sentire più forte di una bomba carta in uno stadio, anche lo stesso Primo Ministro se ne stupì. Il più servile dei suoi collaboratori cominciò ad applaudire e piano piano tutta l’aula fece partire un flebile battito di mani all’indirizzo del Primo Ministro. Questi, orgoglioso, scese dal palchetto e prese posto in tribuna vicino al suo collaboratore, mormorandogli qualcosa all’orecchio prima di sedersi, forse ringraziandolo per averlo salvato dall’imbarazzo del momento.
Il Ministro Fred Yen, a nome dell’opposizione, prese la parola. Sistemò alcuni fogli sul tavolo, si schiarì la voce tossendo, con la mano destra davanti alla bocca; poi accese il microfono con l’altra mano, tirò un lungo respiro e guardò verso la platea davanti a lui.
Vorrei essere fiero e positivo, come il Primo Ministro Wright, ma in questi giorni ho avuto modo di parlare con il dottor Brian Jucker…
. Yen guardò in direzione di Jucker, presente in sala, e poi riprese il suo discorso: ... Riguardo a quello che potrà succedere in caso di rigetto…
.
Subito si alzò un altro collega che lo interruppe bruscamente.
Lei non può augurare del male al Primo Ministro Wright solo perché non la pensa allo stesso modo!
. Il Ministro Yen riprese subito la parola, ingrossando la voce:
Dottor Sanderson mi scusi, non si tratta di formulare o no un brutto auspicio. Come dicevo, ho parlato proprio l’altro giorno con il dottor Jucker su cosa potrebbe succedere se questo organismo estraneo non riconoscesse il corpo dove verrà ospitato. Questa cosa non è organica, ma è stata programmata per esserlo e…
. Ci pensò bene prima di pronunciare quelle parole che giorni prima lo avevano fatto riflettere molto sul discorso da affrontare in aula. Parole molto pesanti, sia per lui, sia per le persone che erano in quella sala; non erano accuse, ma seri dubbi su quello che il dottor Brian Jucker gli aveva riferito. Lui volle continuare, era lì per quello, per riferire ogni cosa che Brian aveva esposto alle sue orecchie stupefatte. Potrebbe darsi che l’organismo ospite non riconosca il DNA del Primo Ministro Wright e di conseguenza cominci a distruggere tutte le cellule del suo corpo, ma c’è una remota possibilità, stando a quello che mi hanno riferito, che eliminato ogni cosa questo organismo… Estraneo…
. Fece una pausa, si guardò per un attimo le mani sudate e tremanti, e dalla sala si alzò subito un mormorio sostenuto. Il Ministro Yen guardò Jucker, seduto a poca distanza, e gli fece segno di alzarsi per intervenire: "Prenderà ora la parola lo stesso dottor Brian Jucker per spiegarvi meglio quello che mi ha detto. Certe cose,