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Lacrime sporche di inchiostro
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E-book453 pagine7 ore

Lacrime sporche di inchiostro

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Info su questo ebook

LACRIME SPORCHE DI INCHIOSTRO dell'uomo che amava davvero

Un romanzo d'amore dall'epilogo fatale e tutt'altro che scontato.

L'amore tra Moreno e Luna esplode prepotentemente e si concretizza ancor di più dopo i primi approcci sessuali culminati in un'intesa perfetta.

I due sembrano fatti l'uno per l'altra ed il fatto di essere entrambi coniugati

non pare un ostacolo insormontabile. Moreno amerà Luna più di ogni altra cosa, le donerà splendidi regali e deliziose cenette a lume di candela, la asseconderà e le darà man forte per superare le difficoltà e le insicurezze che la tormentano, ma sarà in grado Luna di contraccambiare il vero amore?

Moreno, l'uomo che amava davvero, l'uomo che era pronto a tutto pur di condividere la propria vita con l'amata Luna. Moreno, il poeta che adorava Seneca e Boezio e che dedicava le migliori poesie a quella donna che in poco tempo gli aveva cambiato la vita.
LinguaItaliano
Data di uscita30 set 2014
ISBN9788891158277
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    Anteprima del libro

    Lacrime sporche di inchiostro - Francesco Mauro

    davvero

    Cap. I       - L’innamoramento -

    Forse nel viaggio della nostra vita, il viaggio stesso è la meta, l’essenziale è invisibile agli occhi, ma non al cuore.

    Nessuno conosce la strada, ma tutti ci incamminiamo e tutti dobbiamo seguire il cuore, scoprire come nasce e muore un’emozione, inciampare, rovinare a terra, rialzarsi e ricominciare laddove si è finito, per poi sbagliare ancora e poi ancora rinascere come l’erba dal letame dei propri errori, intanto il viaggio continua, anche se si è sbagliata la strada.

    Così, Moreno seduto su una panchina scarabocchiata, incisa, poi carteggiata e rimessa a nuovo nel ricordo del vecchio, era perso in questi pensieri e si soffermava a meditare proprio su quella panchina, poiché situata in posizione panoramica.

    Là dominava la strada dei tetti rossi adornata di vialetti, tra foglie e baci, all’ombra di piante sempreverdi, là si rivedeva abbracciato a Luna, là avevano guardato stretti in un bacio, l’azzurro soffitto graffiato qua e là da tracce lontane, illuminati da una tiepida luce negli occhi.

    Superati da un po’ i quarant’anni, Moreno aveva un negozio di oggetti d’arte, che sebbene fosse piccolo, era ben avviato, il lavoro, infatti, procedeva bene, tutto andava bene, tuttavia non era felice. Persona seria, determinata, forte e sensibile, di buona cultura, brillante, ironico e abile seduttore, ma anche logorroico, nevrotico, permaloso, comunque sempre solare, ottimista e maledettamente romantico.

    Proprio il suo essere romantico è fonte di profonde meditazioni, di ricercate letture, di attenti studi filosofici, che pian piano sgretoleranno questa sua personalità fino a fare emergere il suo essere unico, la sua individualità, il suo coraggio.

    Fu l’incontro con gli aforismi di Oscar Wilde, contrapposti alle massime di François De La Rochefoucauld a determinare in lui, un entusiasmo nuovo, un forte interesse per la vita, che coincise nel momento di un radicale cambiamento.

    Non esordire nella vita con degli scandali, ma riservali per la vecchiaia, c’è più gusto a invecchiare.

    All’incirca, l’aforisma di Wilde recitava così, e di questo aforisma, Moreno, si prestava a farne un motto di vita, al quale rispettosamente, contrapponeva come un ammonimento, quello

    di Rochefoucauld L’uomo non è mai così ridicolo, come quando è innamorato.

    Decisamente in contrasto tra loro, queste due massime, rappresentavano il cuore e la mente di un uomo, che finalmente aveva intrapreso il suo viaggio, il viaggio in cerca d’amore, il viaggio nell’amore. Era pronto a morire per vivere, voleva amare per vivere e vivere per amare.

    Non era la prima volta che Luna entrava nel suo negozio, l’aveva già notata altre volte, appena più giovane di lui, bella e aggraziata nei movimenti, seria e distinta, calma e umile nel suo incedere con un sorriso, spesso appena abbozzato, che nonostante lo sforzo, non riusciva a celare quel velo di tristezza dagli occhi. Quasi una sofferenza leggera, che sembrava trascinarsi dentro da tempi lontani, rimossa forse, dalla mente e persino dal corpo, ma non dagli occhi. Proprio quella sofferenza la rendeva enigmatica e affascinante, sicuramente una donna di classe. Moreno, ricordava una delle sue prime apparizioni: entrò tutta infreddolita, con una giacca blu impermeabile, attillata e con il bavero rialzato, quasi a voler nascondere il suo bel viso.

    Quel giorno, era pallida ma ben curata, aveva i capelli in ordine, poiché aggiustati da una mollettina bronzata, di quelle che Moreno, ricordava tra i capelli delle bambine, ai tempi della scuola elementare, e che, credeva ormai non ce ne fossero più.

    Eppure, come le donava! Come la rendeva unica ai suoi occhi; donna d’altri tempi, una di quelle donne romantiche e bohèmien.

    Luna, insegnante di Yoga, cliente già da qualche anno, aveva acquistato da un suo rivenditore, un impianto di depurazione aria, più precisamente, uno ionizzatore d’aria a filtri con lampada a raggi UV, munito di cialde aromatiche e profumate, ideale per la sua scuola di Yoga, e per tutti gli ambienti sportivi, chiusi e affollati. Che cosa centra uno ionizzatore, in un negozio d’arte, direte voi? Ebbene, Moreno era un fervente salutista, pertanto era molto attento anche al mondo dell’ecosostenibilità e della domotica. In collaborazione di un bravissimo ingegnere elettronico, aveva progettato, prodotto e commercializzato questo nuovo articolo, senza troppo interferire con la sua principale attività. L’unica interferenza era la disponibilità del suo negozio, come punto di riferimento per la clientela. Così Luna, a scadenze regolari, passava per acquistare confezioni di cialde aromatiche per il suo impianto. Si recava volentieri, poiché molto attratta dal suo negozio d’arte, e con occhi curiosi si guardava sempre tutt’intorno, in cerca di novità, ma quella volta fu rapita dalle dolci note di un pianoforte, un pezzo molto dolce di Mike Rowland. Fu in quell’istante che Moreno le parlò di poesia «Tra queste note mi sorprendo a scrivere poesie, poesie che vorrei tanto farle conoscere, e perché no, scriverle di nuove per lei, se me lo consentisse, potrei scriverle e poi inviarle con sms, se solamente conoscessi il suo numero».

    Luna sorpresa da questa insolita richiesta, rispose: «Non vedo il motivo di darle il mio numero, se proprio vuole, me ne legga una adesso, ma con rapidità, devo scappare via subito, tra poco ho una lezione». Lui, deciso a ottenere quel numero, sembrava già conoscerne l’importanza, con risolutezza e gentilezza replicò:

    «Preferirei scrivere qualcosa dedicato a lei, la prego, le prometto che le scriverò una poesia ogni sette giorni, mi creda, non le darò fastidio, lei sarà la mia musa ispiratrice di parole suggerite al cuore come le note di un piano».

    Non è con la premeditazione che si ottiene ciò che più si desidera, i desideri si esaudiscono quando meno te lo aspetti, quando meno ti sforzi, quando hai smesso di crederci.

    Quella sera Moreno stringeva il suo numero tra le mani, era felice perché lei si era fidata di lui, come un seme, quel numero era una speranza, sarebbe diventato un fiore e chissà un dolce frutto.

    Tornando a casa, si domandava com’era potuto accadere che quella donna, che già il suo volto ricordava appena, avesse scatenato in lui il desiderio di starle vicino, di conoscerla meglio? E perché poi quella decisione? Quella scelta di mettersi in gioco con il rischio di apparire patetico?

    Nulla si fa per caso, a ogni nostra azione anche la più inconsapevole, corrisponde una ragione, anche scegliere testa o croce di una monetina lanciata in aria, nell’intervallo che questa finisca per terra, un ragionamento anche il più banale ci porterà a una scelta. La notte lo sorprese ancora tra questi pensieri pensati.

    Passarono alcuni giorni e finalmente Moreno scrisse per Luna, non una poesia, si limitò a scrivere dolci parole, più vicine a una vera dichiarazione sebbene velata dal più sottile romanticismo. Le scrisse esattamente queste parole Essere romantici è sempre più difficile, c’è sempre il rischio di apparire patetici o addirittura ridicoli, ma come non dirle che sono rimasto colpito dalla sua raffinata bellezza, dalla sua classe…Lei per me, è una rosa meravigliosa, che se anche mai coglierò, ne avvertirò per sempre il profumo….buongiorno Luna… Moreno. Inviando questo sms, aveva mantenuto fede nei suoi propositi, ma non si aspettava niente, niente illusioni.

    L’aspettativa, è spesso causa di delusione, non aspettarsi mai niente, fare di tutto quel che arriva un dono inaspettato, solo così, non si conoscerà dolore nè tristezza e soprattutto delusione, madre di tutti i dolori e di tutte le tristezze.

    Con questi pensieri aveva bussato al suo cuore, e nel suo cuore, Moreno ci sperava davvero.

    Passò un’ora, per lui però, era passato un secolo, ancora niente, Luna non aveva risposto.

    Pensieri e ancora pensieri, turbavano il suo cuore, tanto che Moreno pensava, che la più crudele, ma anche la più terribile e affascinante risposta a un saluto, a una domanda, una poesia o a una richiesta, è il silenzio, poiché ci lascia, qualsiasi interpretazione, alla quale non ci sarà mai smentita. Mentre Moreno, come da copione, si masturbava la mente con le possibili interpretazioni, ecco che finalmente udì quel suono, e una bustina bianca su sfondo azzurro illuminò l’intera stanza!

    Non passò un’altra ora, Luna gli rispose con parole che lui bevette di un fiato, fu come fosse arrivato un bacio Ho letto solo ora il suo messaggio, è bello essere romantici ed è gratificante ricevere parole così belle. Grazie, buongiorno…Luna.

    Sì, era arrivato un bacio, lui rilesse più di una volta quello scritto al quale avrebbe voluto rispondere subito, ma aveva fatto una promessa e il suo cuore glielo rammentò. A stento si trattenne e con rammarico pensò che una settimana fosse troppo lunga!

    Il giorno trascorse tranquillo, di tanto in tanto egli rileggeva quelle sue parole e quando giunse l’ora di spegnere la luce della notte, ripeté a memoria quelle righe stringendosi a sé, a pensarla disegnando a fatica con gli occhi della mente il suo bel viso.

    Era il mese di maggio, giornate più calde e lucide di sole ventilato si susseguivano a notti appena tiepide, così che la colazione con il sole già alto e il pensiero dolce di lei, furono il sorriso di una splendida nuova giornata.

    Il pomeriggio iniziò con un appuntamento di lavoro, Moreno, si trovava a far visita a una coppia di anziani deliziosi, con i quali stava trattando un mobile stile impero di ottima fattura, e proprio appena dopo aver concluso l’ottimo affare, dalla tasca dei pantaloni partì una vibrazione seguita da un forte squillo…era arrivato un messaggio!

    Con educazione e discrezione, prese il telefonino e lo estrasse dalla tasca, appena quel tanto, da poter attivare il tasto che permette di leggere senza bisogno di aprirlo….ERA LUNA!

    "Sono in autostrada ferma in colonna…intanto rileggo e mi fa compagnia il Tuo messaggio, ciao".

    Felice per l’affare appena concluso, ancora più felice per l’inaspettato messaggio, si affrettò a salutare e a ringraziare la gentilissima coppia, per poi precipitarsi all’uscita fino a raggiungere l’auto.

    Non appena sedutosi alla guida, riprese in mano il telefonino, rilesse il messaggio lentamente, gustandone ogni sillaba per poi rispondere così: Ho dovuto legare le mie mani, per resistere alla tentazione di inviarTi altre poesie, ma, avevo promesso una sola la settimana, e volevo mantenere la promessa.. ciao Luna.

    Erano passati dal lei, al Tu senza farci caso, ed era appena nato un sottile corteggiamento, che entusiasmava il suo cuore, che riempiendosi di energia, ogni emozione ne generava altre, mischiate a sensazioni nuove mai assaporate.

    Da poco rientrato in negozio, mentre ancora vibrando, ascoltava la gioia del cuore, un’altra vibrazione seguita da uno squillo, attirò la sua attenzione sul telefonino appena appoggiato sulla scrivania.

    Come un giocatore di poker, lentamente attivò il solito tasto e di straforo gettò lo sguardo, SI’! ERA ANCORA LEI!

    Messaggio breve ma stupendo Posso?. Moreno, fu ancora più breve, lui la chiamò!

    La prima telefonata, la sua voce al telefono era sensuale e infantile nello stesso tempo, comunque forte e chiara, ma anche calda e molto musicale.

    Per Moreno, era musica ogni sua parola pronunciata a giustificare il suo messaggio; la noia della coda, la voglia di parlare con qualcuno… e così si ritrovarono a parlare di tutto, per accorgersi poi, di aver parlato per un’ora di niente, e fu in quel momento che Moreno le chiese: «Vorrei tanto invitarti a cena, ti piace il pesce? Le crudità di mare?» la sua risposta fu speciale di quelle che creano tenerezza e fanno sognare: «Uhm, che fame, non ho nemmeno pranzato! Certo che mi piace il pesce, ma non ho il tempo di cenare, al ristorante poi, il pesce, un sogno, no, ti prego non farmi sognare».

    Quelle parole, lo frastornarono, confuso e ansioso di capire, Moreno fece altre domande e non appena terminata la conversazione, ponderò tutti i punti da ponderare fino a raggiungere una conclusione.

    Luna non era felice! Se una cenetta a base di pesce era un sogno da realizzare, lui quel piccolo desiderio glielo avrebbe esaudito, così come tutti quelli che ancora gli erano sconosciuti e che sicuramente, Luna, teneva nascosti in un segreto cassetto del suo cuore.

    Sì, lui avrebbe trovato la chiave per aprire quel cassetto così da conoscerli per poi esaudirli tutti.

    Quel giorno meraviglioso stava per morire, e il primo minuto del giorno nuovo, lo sorprese a sognarla ad occhi aperti, e nel suo cuore scrisse queste parole per lei Sulle note di un piano, il cuore si riempie mentre l’anima si emoziona… e sulle note di un piano di Mars Lasar si addormentò.

    La notte trascorse rapida non priva di sogni, e al risveglio si rammaricò di non averla sognata, intanto iniziò a pensarla, e altre parole scrisse nel cuore: "Il più bel sogno è sempre il sogno mai sognato".

    La nuova giornata era carica di attese, l’umore era alto e mentre si radeva, cantava, e mentre cantava, pensava come e cosa fare per raggiungerla, pensò a un regalo, pensiero subito scartato perché era troppo presto, infine pensò a un omaggio floreale. Delle rose! Dovevano essere rigorosamente rosse e speciali. Si soffermò sulla parola speciale, e come una folgorazione, si ricordò di avere tra le immagini nella memoria del telefonino, una splendida gif animata con due boccioli di rose rosse che si aprivano mentre il gambo saliva con garbo, quasi che una mano invisibile (la sua) compisse il gesto di donarle.

    Non appena salì in auto e percorso poche centinaia di metri, non resistette, afferrò subito il telefonino rischiando non poco alla guida e sbagliando più volte nel digitare i tasti giusti.

    Finalmente trovò quel che cercava, l’immagine per inviare un MMS era pronta, mancava però la dedica, eh già, cosa scrivere? Voleva una frase speciale che dicesse tutto senza dire niente, non poteva certamente esagerare e poi doveva essere corta, cosa quasi impossibile per lui, abituato a lunghi giri di parole disegnate con ricami e merletti, eppure doveva trovare qualcosa!

    Ecco che l’idea giusta arrivò suggerita come sempre dal cuore, aveva formulato tante belle frasi che tuttavia scartava, finché pensò di inviarlo senza nessuna parola… così sotto quelle rose comparse questa scritta …SENZA PAROLE ….

    Felice e sicuro di aver accompagnato le due rose con la frase migliore, non doveva far altro che attendere e sperare.

    A metà mattina arrivò il messaggio atteso, e Moreno, scoprì che Luna, non era solo bellissima, Luna era il sole che ride, l’umiltà della vera bellezza, con alto senso dell’umorismo e dell’autoironia, lei scrisse: E’ arrivato un messaggio strano, MMS, ma siccome sono tarda… non riesco a vedere niente, oppure è il mio telefonino che non funziona…posso almeno sapere cosa mi hai inviato! Ciao ..buona giornata...

    Quel messaggio portò un sorriso nell’anima, così che con dedizione quasi paterna, Moreno si affrettò a chiedere il permesso di chiamarla.

    Poco dopo, la sua voce era dentro il suo cuore e sorridendo le spiegò: «Gli MMS, talvolta richiedono il ricevimento, pertanto alla domanda ricevi, prova a confermare premendo OK, vedrai che ti apparirà un disegno animato e alcune parole.» E lei: «Cavolo! Devo riuscire a vederlo, mi sono incuriosita, che rabbia sono proprio un’impedita.» Lui: «Se non ne hai mai ricevuti, non è colpa tua, prova con calma e poi mi dirai, adesso è appena entrato un cliente, a più tardi».

    Quando si è felici, una strana energia ci rende più forti e l’entusiasmo si espande oltre a noi contagiando tutto ciò che incontriamo. Quella mattina ogni parola, ogni gesto era poesia anche nel lavoro.

    Intanto Luna, aveva già inviato il suo messaggio mentre lui, ancora non aveva terminato con un cliente, arrivato da poco.

    Era ansioso, aveva sentito l’inconfondibile squillo e moriva dalla voglia di leggerla, cosicchè, non appena il cliente uscì, egli si precipitò e lesse di un fiato: Hai indovinato. Le rose rosse sono le mie preferite, e sono io, rimasta davvero senza parole " grazie

    ..ciao".

    Riprendendo fiato, Moreno, lentamente chiuse e baciò il telefonino portandoselo al cuore.

    Che cosa stava succedendo? Perché tutta questa energia? Non era trascorsa una settimana da quando Luna gli aveva lasciato il suo numero e già non pensava che a lei, avrebbe voluto scriverle ogni istante. Quella sera, il sole non tramontava più e pensava come si potesse cambiare per vivere o sopravvivere, la notte era già alta e le ore erano divenute piccole, mentre l’alba lo sorprese ancora sommerso da questi pensieri.

    Era certo, che ogni persona, nell’arco della vita cambia spesso atteggiamenti e gusti, idee e giudizi. Le passioni, soprattutto quelle che fanno più soffrire, sono quelle che determinano i cambiamenti più radicali, quelle che ci portano a sopravvivere sempre e comunque, quelle che con ostinazione ci fanno aggrappare alla vita, e anche per questo noi, non siamo molto diversi, da quelle piantine che nascono e fioriscono tra le crepe di asfalto rovente, che aggrappate a due grammi di sabbia, polvere e terra, vivono felici fino all’arrivo di un nero e veloce pneumatico. Quando ormai avrebbe dovuto alzarsi per prepararsi, gli occhi si chiusero un istante dopo aver scritto nel cuore nuove parole: È sempre nella complessità che si nasconde la semplicità aveva capito che forse si stava semplicemente innamorando.

    Bastarono pochi minuti di sonno profondo e fu di nuovo in pista, la nottata era passata e la consapevolezza prendeva spazio fondendo la razionalità nell’irrazionalità, abbracciando il nuovo e forte sentimento. Qualcuno, aveva scritto che: "L’amore rende pazzo un uomo saggio, e saggio, uno sciocco!"

    E scrisse anche: Un uomo si può innamorare come un pazzo, ma mai come uno sciocco!

    Era tutto vero!

    Aveva deciso di stare accanto a quella donna, voleva incontrarla e sentirla sempre più vicina, doveva incamminarsi in punta di piedi senza fare rumore, per raggiungere ed entrare nel suo cuore.

    Con pari energie affrontò la giornata di lavoro, e quando quest’ultima volgeva al termine, non mancò di scriverle: Oggi, ho scritto più di un messaggio per te, però mi è mancato il coraggio di inviare, per paura di disturbare…e proprio ora nelle ore della sera che annunciano la notte, sento ancora di più il desiderio di scriverti, per questo voglio chiederti il permesso di inviarti almeno la buonanotte questa notte…intanto ti auguro buona serata.

    Lei, da lì a poco: Tu non disturbi mai… puoi inviare tutti i messaggi che vuoi…sono sempre graditi e gradita, sarà la buonanotte… grazie e buona serata anche a te.

    In quell’istante Moreno, sentì un brivido intenso e caldo, partire dallo sterno all’altezza del cuore fino a giungere e poi morire nella pancia, qui il brivido diveniva un’onda fluttuante sollevata da due ali di farfalla.

    Tutto era meraviglioso, anche una pessima notizia di borsa o un contratto non andato a buon fine, non riuscivano a scalfire la sua felicità.

    Era consapevole che innamorarsi alla sua età fosse pericoloso, e che qualcuno avesse scritto, che fosse pericoloso quanto ammalarsi di morbillo in età matura, ma era deciso più che mai a seguire il cuore e quella notte le scrisse: T’immagino stanca, fra poco terminerai la tua ultima lezione, mi piace pensarti mentre lavori e mi chiedo come sarai vestita, se i tuoi capelli sono raccolti oppure sciolti a cascata sulle tue spalle…buonanotte. Avrebbe voluto scrivere ben altre frasi, avrebbe voluto esternare il desiderio di incontrarla al più presto, avrebbe voluto accompagnarla a casa, ma con Luna aveva iniziato un percorso di saggezza, la pazienza che non era certo la sua virtù, aveva preso il sopravvento ed era ormai deciso a essere più che mai se stesso, e pertanto, ad ascoltare il cuore più che la mente.

    Passarono solo dieci minuti e Luna rispose: Hai ragione, sono sfinita e ho terminato qualche minuto prima perché hanno avuto pietà di me…adesso vado a casa, grazie e buonanotte.

    Con occhi di gratitudine verso quello strumento tanto odiato fino a soli pochi giorni prima, si distese tenendolo stretto tra le mani, e negli occhi rileggeva con la sua voce, l’intera frase che portava la buonanotte…buonanotte, ripeté sottovoce e spense la luce.

    La dolcezza di un sorriso, l’energia di un abbraccio, la delicatezza di una carezza è essenziale per un’anima semplice. Con questi pensieri, Moreno si svegliò, pronto ad affrontare la giornata che già splendeva alta, così come alto era il suo morale, tuttavia, quasi improvvisamente un velo di tristezza scese nel cuore fino a fargli ombra.

    Era semplicemente combattuto se inviare un messaggio subito o se dovesse attendere la notte, e mentre gli occhi erano malinconici, si riprese pensando che magari lo avrebbe cercato lei, e a questa speranza affidò la sua giornata.

    La mattina trascorse tranquilla, l’unico sussulto fu un sms che lui si affrettò a controllare nella speranza che fosse lei, ma che invece era una delle solite pubblicità inviate dal gestore telefonico.

    Pensando che sarebbe giunto qualcosa di lei, non prima del tardo pomeriggio, si avviò verso l’auto e messosi alla guida, schizzò veloce verso casa, attardato solamente dal solito semaforo che avrebbe dovuto rispettare almeno un paio di volte. A questo semaforo si alternavano per sopravvivere diversi mendicanti, zingari e venditori di fiori e lui, acuto osservatore non poté fare a meno di osservare che noi tutti ostentiamo sicurezza e determinazione nell’ignorare il mendicante che al semaforo rosso ci apposta e con la mano aperta chiede l’elemosina. Poi però quando questo si allontana, inesorabilmente, l’auto, si sposta in avanti di mezzo metro e nello stesso tempo l’occhio s’innalza e si specchia nello specchietto retrovisore, ma non per specchiarci, vogliamo solo rassicurarci che anche chi è dietro di noi faccia la stessa cosa, evitiamo così di sentirci leggermente in colpa per non avere loro offerto niente.

    Arrivato finalmente il verde, riprese la sua corsa fino a casa con altri pensieri, pensava a Luna, a cosa stesse facendo, come fosse vestita, pensava come e cosa fare per incontrarla.

    La giornata era abbastanza calda, e quel pomeriggio avrebbe voluto smettere di lavorare per uscire a cercarla, poi si sforzava di pensare ad altro, e mentre alternava pensieri di lavoro a quelli d’amore per lei, si fece l’ora di rientrare a casa. Dopo una fresca doccia e una frugale cena, uscì per una camminata ristoratrice per poi rientrare e dedicarsi alla lettura di un nuovo libro. Ogni tanto si distraeva per vedere che ore si fossero fatte per non mancare al suo appuntamento con la buonanotte. Quando l’orologio segnò l’ora giusta, afferrato lo strumento di scrittura moderna, egli scrisse: Ciao, la giornata è passata lentamente e spesso mi sono sorpreso a pensarti intensamente…spero che tu sia meno stanca e che anche questa notte sia ancora una buonanotte…..

    Era la sua seconda buonanotte, e mantenendo i suoi propositi non poteva osare di più, non era ancora il tempo e il suo cuore gli raccomandava prudenza. Anche quella notte, come al solito, ascoltò la sua adorata musica e quella sera fu la volta di Suzanne Ciani, una splendida compositrice italoamericana, e mentre le note di pianoforte vibravano nel suo cuore, lui attendeva Luna con la buonanotte che tardava ad arrivare. Palesemente turbato, si sforzava di non pensare male, ma con il passare dei minuti quel silenzio diveniva sempre più assordante. Dapprima pensò che forse avesse il telefonino scarico, o fosse semplicemente senza credito, poi pensò a un impedimento improvviso, infine si rassegnò all’idea, che quella notte avrebbe abbracciato Morfeo, senza quella carezza notturna. Turbato, s’incolpò di aver forse preteso un po’ troppo da lei, dopotutto la conosceva appena, eppure la piccola delusione gli morsicava il cuore e gli graffiava gli occhi. Tra le note di una meravigliosa Suzanne Ciani, si addormentò risvegliandosi al mattino con gli stessi pensieri e altri ancora, per sopravvivere.

    In fondo aveva perso solo una battaglia, ma non la guerra, perciò, ascoltando il cuore, l’avrebbe cercata facendo finta di niente.

    Dopo aver fatto colazione e salito in auto, non fece in tempo ad avviare il motore che il telefonino lanciò una vibrazione e poi il solito squillo, non troppo convinto, Moreno prese tra le mani l’amato oggetto e di colpo fu investito da un fremito di gioia, di felicità …ERA LUNA!

    Lei gli scrisse BUON RISVEGLIO…. Sorpreso da un’emozione grandissima, mai provata prima, pensò che quella donna fosse eccezionale, fosse davvero speciale. Aveva saputo annientarlo nella forza del silenzio per poi rianimarlo con gentilezza e maniera, donna romantica di altri tempi gli aveva colpito il cuore. È proprio vero disse tra sè, e come di consueto scrisse nel cuore queste altre parole: "La cortesia corrompe i cuori, la gentilezza li rianima mentre la sua risposta fu lapidaria: COLPITO E AFFONDATO".

    Sì, Luna aveva veramente colpito e affondato il suo cuore, quella donna gli faceva vibrare l’anima e nell’attimo di un istante dalle sue labbra sottovoce uscì: «Forse io l’amo…».

    Il sole caldo e il cielo azzurro intenso, erano lo sfondo della tela appena dipinta con vernice fresca di un quadro senza cornice, un dipinto infinito senza confini, e lui era lì al centro, era il protagonista assoluto di una giornata meravigliosa, resa tale e immortalata per sempre, da una pittrice che senza pennelli, giacché con le sole dita aveva composto un vero capolavoro.

    L’eco di quella giornata si protrasse a lungo e per alcune notti la buonanotte non mancò ad arrivare e intanto passarono i primi quindici giorni dal giorno in cui lei, le diede il suo numero, e il mese delle rose giungeva al termine. Nonostante si fossero sentiti più volte telefonicamente, furono gli scritti, i veri protagonisti di questo corteggiamento, come negli amori romantici degli anni passati, gli sms sostituivano le vecchie lettere, intessendo una vera e propria corrispondenza che faceva riscoprire la bellezza della scrittura, la romantica arte di scrivere e descrivere i propri sentimenti, la gioia di leggere e di essere letti. Poiché, mentre le parole sussurrate si perdono nell’oblio, le parole scritte, invece, restano scolpite nel cuore degli occhi per sempre.

    Alle parole scritte e sussurrate, adesso mancavano solo le parole degli occhi, Moreno voleva incontrarla, desiderava guardarla negli occhi, così quella mattina le scrisse: Buona giornata…vorrei tanto vederti.

    Così, dopo aver inviato, si mise in trepida attesa, nella speranza, che quel giorno stesso i suoi occhi si posassero dritti nei suoi, invece in tutta risposta avvenne che lei non rispondesse e ancora una volta il silenzio dava adito a mille interpretazioni. Le ore passavano inesorabilmente ma nessuna portava con sé buone nuove, lui controllava ogni dieci minuti il telefonino e ogni tanto con l’immaginazione arrivava a sentire davvero che questo vibrasse e squillasse, così da precipitarsi a leggere una bustina che non c’era. Rabbia e delusione invece per le due volte che gli squilli erano veri, ma non era lei, erano le solite pubblicità. Arrivò sera e mentre andava a casa, il suo cuore gli suggerì di cercarla, così si fermò un istante e scrisse: Il mio cuore ti sta cercando.. dove sei?

    Aveva agito con il cuore, e con il medesimo, pieno di speranza attendeva che Luna comparisse tra le righe scritte di un messaggio che tardava ad arrivare.

    Quella sera stessa, in compagnia di un collaboratore uscì per lavoro, non prese la sua auto e pertanto seduto a fianco del conducente amico, poteva distrarsi e guardare fuori dal finestrino.

    Come quando era bambino, aprì leggermente il finestrino, quel tanto che bastasse per infilare mano e braccio all’esterno, per poi giocare con l’aria fresca e immaginare di stringere la mano della donna che gli aveva colpito il cuore, che sembrava sparita.

    Arrivato all’appuntamento di lavoro, s’impegnò in una lunga trattativa dalla quale non scaturì niente, così come niente di lei era giunto. Era contrariato più perché lei non c’era che non per la trattativa fallita, e mentre si congedava dai mancati clienti, appena giunto alla soglia, ecco che arrivò lo squillo tanto atteso: Oggi sono stata molto presa…buona serata.

    Non erano le parole che attendeva, ma era meglio del silenzio, pertanto inviò: Stasera sono in giro ancora per lavoro, buona serata….la buonanotte più tardi.

    Di nuovo in auto per tornare a casa, si fermarono a un distributore di benzina e mentre l’amico si perdeva al distributore automatico, in un banale litigio con un altro utente, per motivi di precedenza, ecco che uno squillo arrivò Posso? come sempre lui non perse tempo e la chiamò! La sua voce di notte era ancora più bella e dopo il solito pronto, lei disse: «Sono uscita a vedere il cielo e le stelle e sto andando a recuperare l’auto che ho dovuto parcheggiare molto distante, tu come stai?». «Vorrei vederti!» le rispose con tono secco, sebbene tranquillo e serio.

    Luna replicò: «Vorrei vederti anch’io, ma devi pazientare non ho il tempo credimi, sono molto presa».

    Poi, cambiando discorso si dilungarono a discutere della serata e sul fatto che anche lui fosse ancora in giro a lavorare, e vedessero le stesse stelle anche se comunque distanti fra loro. La telefonata terminò con la promessa che si sarebbero visti al più presto, fissandosi appuntamento a più tardi per la buonanotte. Era tornato il sorriso, era spuntata nel cielo una luna nuova che solo il suo cuore poteva vedere, un cuore pieno di speranza che si andava riempiendo d’amore. Sul tardi le due buonanotte s’incrociarono, ma in quella di Luna si poteva leggere un affettuoso bacio, Moreno, rimase stupìto e quella notte strinse forte il cuscino a sé, faticando non poco ad addormentarsi seppure ascoltasse le note di piano solo di uno stupendo Yanni.

    Amava profondamente la musica e considerava il pianoforte, lo strumento più completo, spesso asseriva che le sue note si espandono riempiendo di tutto il tutto.

    La mattina arrivò presto, la giornata era meravigliosa e profumava d’estate non ancora arrivata, era sabato, da sempre la sua giornata preferita e tra gli entusiasmi di un dolce mattino, senza troppo esitare prese il suo telefonino e scrisse: Buon giorno Bellissima riposto il telefonino, subito doccia tiepida, rasatura perfetta, abiti curati e dopo colazione!

    Raggiunto il negozio, mentre, si apprestava a sorseggiare un caffè forte, ristretto e rigorosamente amaro, non gustato, ma tracannato per l’arrivo improvviso di un cliente, sentì il benedetto squillo che attendeva con ansia.

    Sebbene ostentasse sicurezza e padronanza di sé, pregato il cliente affinché lo attendesse un istante, corse a leggere, mestamente tornò dal cliente, no, non era lei!

    Emozioni che creano nuove sensazioni, spesso procurano delusioni e quell’amato oggetto talvolta era odiato.

    Moreno, spesso si ritrovava a rivolgergli la parola con dei perentori: «Chiama… chiama… scrivi!!» così che una meravigliosa giornata di sole diveniva di colpo uggiosa piena di malinconia.

    Era deluso, si erano fatte ormai le dodici e Luna non aveva risposto, non era la prima volta che lei si faceva attendere e si rammentò di quella notte che non arrivò per poi presentarsi al mattino, nemmeno questo ricordo però riuscì a calmarlo. Amareggiato, dopo aver pranzato, uscì in giardino, si sdraiò nel lettino all’ombra dei suoi cedri ad ascoltare un altro pianista bravissimo, questa volta la scelta cadde su Wim Mertens, e sulle note alte, di un pezzo coinvolgente, decise di cercarla ancora. Dapprima scrisse un messaggio ironico di velato risentimento, che cancellò subito poiché, avrebbe interrotto quello stupendo percorso intrapreso così virtuosamente, e mentre cancellava il cuore, gli suggerì una piccola frase Mi manchi … e poi con fiducia ancora pensò.

    Chi agisce può incorrere nell’errore…solo chi non agisce, non sbaglia mai.

    Con questo pensiero scritto nel cuore, si abbandonò nella speranza che il suo cuore avesse ragione! Tra le note alte, di Wim Mertens, una, suonò più forte… ERA LUNA, FINALMENTE!

    Tremando lesse, quel che lei gli scrisse con il cuore: A chi lo dici…...

    Potenza delle parole! Il suo silenzio lo aveva portato a uno stato quasi depressivo, le sue parole lo avevano elevato all’euforia! Più forte ora, nello spirito lui le scrisse: Arrivo da te…non ce la faccio più.

    Lei immediatamente ribatté: Ho una piccola pausa, fra cinque minuti, però ho un altro corso e finirò solamente stasera sul tardi…non venire, baci.

    Moreno non la ascoltò, era già per strada, sapeva di non poterla vedere da vicino, ma sperava di poterla intravedere dalla vetrata, velata appena da una veneziana in posizione non del tutto chiusa, gli sarebbe bastato, glielo doveva, era felice e rinato grazie a quel meraviglioso scritto.

    Entrambi risiedevano nell’immediata periferia della stupenda Bergamo, così in pochi minuti raggiunse il suo centro Yoga, e proprio in quel momento uscivano le persone che avevano terminato il corso, mentre altre entravano per la seduta successiva! Nel medesimo istante, sfiorando l’ingresso aperto e l’ampia vetrata, riuscì a scorgerla e per brevi attimi, durati giusto il tempo dei suoi passi, i loro sguardi si fissarono intensamente.

    Mai aveva provato tanto desiderio di abbracciare una donna, mai si era dovuto così fortemente trattenere dal farlo. Non poteva fare niente perché niente poteva fare, sennonché scrivere subito quel che provava: Legato come Ulisse, all’albero della nave, ho resistito al forte richiamo di te che di là dal vetro, ho fissato fortemente negli occhi…sei semplicemente splendida… immediato fu il suo Grazie.

    Quel sabato sera, Moreno non aveva organizzato niente e per solidarietà a lei, che ancora lavorava, passò tutta la serata a casa in compagnia della sua adorata musica, mentre la mente era impegnata a scrivere quei pensieri, che erano soliti scritti nel cuore, direttamente sulle pagine di Word, così pian piano prendeva corpo il piccolo sogno di scrivere un libro di aforismi propri dal titolo già pensato Pensieri Pensati.

    Anche quella notte, le due carezze notturne partirono dalle loro dita per incontrarsi sospese nell’aria tiepida della notte per poi raggiungere e infine adagiarsi nei loro cuori.

    Domenica mattina, il silenzio delle strade era una sveglia puntuale, l’assenza di rumore lo portava a svegliarsi prima degli altri giorni e anche quella mattina non resistette a lungo e un altro messaggio con il buongiorno finale, partì dalle dita, che ormai avevano preso dimestichezza con i minuscoli tasti di quella piccola tastiera, sempre più paragonabile, a quella di una vera macchina per scrivere!

    Trovare pensieri per te non è difficile. Difficile è trattenersi dallo scriverli. T’immagino ancora addormentata, così resto a guardarti per non svegliarti…poi scrivo le parole che ho nel cuore, che essendo di vetro soffiato, vibra mentre ti scrivo e trema, quando ti leggo…buongiorno e buona domenica.

    La risposta fu immediata, e sempre più appassionata, lei gli scrisse: Ogni volta che leggo un tuo messaggio, devo sedermi per la durata e l’intensità delle parole… tu con le parole fai dei ricami e dei disegni meravigliosi, sei un poeta Moreno….buona giornata anche a te.

    Moreno quella mattina aveva tanta voglia di lei, non voleva terminare il contatto e pertanto rilanciò: Sto preparando una sorpresa per te, non appena ci vedremo te la consegnerò… domani sarà certamente pronta, se vorrai domani, potremmo vederci… lei: Sono donna e come tutte le donne sono curiosa… cosa stai preparando per me? Dimmelo ti prego e ti prometto che domani passerò da te a prenderla lui: E’ un disco di brani stupendi al pianoforte, una vera compilation dei miei autori preferiti, una poesia di note che arrivano al centro dei cuori sensibili, come i nostri… lei: Sei grande …a domani.. baci baci.

    Sì, Moreno stava preparando un bellissimo CD, brani scelti e non a caso per lei, brani dolcissimi.

    La sua passione per la musica da pianoforte partiva da lontano, dai concerti (di clavicembalo) brandeburghesi di Bach, poi tutti i concerti per pianoforte e orchestra di Mozart, tra cui uno a due mani (KV 242 n°7, secondo movimento) semplicemente sublime. E ancora il concerto n° 5, detto l’imperatore, del grande Beethoven, poi ancora Chopin, Brahms, Schumann, Liszt, Debussy e per finire con i grandi russi, tra cui spiccava, il suo preferito: il grandissimo Rachmaninov con il suo celeberrimo terzo concerto (Rach 3), amato e temuto dai pianisti per la notevole difficoltà di esecuzione. La sua passione per la musica comprendeva comunque anche tutta la musica classica: dalla sinfonica a quella da camera e infine

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