Fa' quello che vuoi così potrai essere
Di Alberto Cona
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Anteprima del libro
Fa' quello che vuoi così potrai essere - Alberto Cona
70
1
Mi svegliai con i primi rumori della casa:una porta che sbatteva,uno sciacquone del cesso tirato senza ritegno e soprattutto mia madre che con una sensibilita' degna del peggior sacrestano tirava su le persiane come fossero le campane di una chiesa.
Cercai di proteggermi rintanandomi sotto le coperte,inalando odori di una notte agitata per via di sogni per niente dorati.
Lei non disse niente.Quella luce che aveva fatto entrare valeva piu' di mille sveglie.
Mi alzai e mi diressi in bagno cercando di nascondere con la mano la poco elegante erezione che cercava spazio nei miei boxer.Camminare per il corridoio fingendo indifferenza ,pur sapendo di avere una legnosa estensione di te stesso trattenuta con imbarazzo dalla tua mano destra, non era una gran bella immagine.
Mi sciacquai il viso con un bel getto di acqua fresca raccolta a piene mani dal rubinetto e alzai lo sguardo per guardarmi allo specchio alla ricerca di qualche brufolo infame che durante la notte avesse avuto la pessima idea di manifestarsi in tutto il suo giallore.Non ne trovai.La mia pelle era discretamente pulita.
Uscii dal bagno e con passo incerto mi diressi in cucina dove faceva gia' pessima mostra di se una misera colazione.Mi sedetti e senza far trapelare il mio disappunto al capofamiglia che mi stava di fronte, buttai un biscotto all'interno della tazza con la stessa grazia che si usa per gettare un sasso in uno stagno.Schizzi orzati macchiarono la tovaglia gia' segnata da precedenti lanci.
Guardai nervosamente l'orologio posto sopra la testa di mio padre.Mi rimanevano venti minuti scarsi e non sentivo ancora il dolce stimolo di andare sul trono.
Bruttissima situazione.Detestavo andare a scuola sapendo di avere un inquilino indesiderato e maleodorante all'interno del mio apparato digerente e che sicuramente avrebbe deciso di fare capolino nel momento meno opportuno, magari durante l'ora di ginnastica.
Decisi che forse sarebbe stato meglio dare una bella scossa ai miei intestini.Il latte a temperatura lavica che mio padre mi aveva preparato avrebbe fatto al caso mio.Svuotai il recipiente di ceramica in meno di un minuto e in meno di un minuto mi ritrovai seduto su di un altro recipiente di ceramica per liberarmi di quell'ingombrante problema.Adoravo soddisfare i miei bisogni.
Feci appena in tempo a vestirmi, prendere lo zaino,salutare mia madre,uscire correndo verso la fermata dell'autobus quando,dal sapore dolciastro che mi riempiva la bocca realizzai di non essermi lavato i denti.Non era piacevole parlare con qualcuno stordendolo con il proprio alito biscottato.
Avevo bisogno di una gomma,una mentina,una qualsiasi foglia che avesse un vago sapore di fresco ma sapevo che le mie tasche erano vuote.
Non quelle di Lara pero'.
Camminava a non piu' di venti metri da me e lei aveva sempre con se qualche caramellina magica che trasformava il tuo alito mattutino in una profumata brezza mentolata.
Le corsi incontro cercando di assumere un espressione che non tradisse il fatto che andavo da lei solo per avere qualcosa.
Cercai di esordire con successo.
Ehi,ciao Lara
.Dissi con voce affannata
Ciao
.Rispose con un bianchissimo sorriso profumato.Il Cavalera che corre per raggiungermi?Sto forse sognando?
Mi squadro' con tono sarcastico.
Non avevo argomenti per smentirla.Addio fresca caramella aromatica.
No e che mi sembrava di essere in ritardo
Un pezzo di biscotto mi vagava per la bocca.
Lei arriccio' le labbra per avallare la mia affermazione.
Dai andiamo
.Prendendomi sotto braccio con una stretta cosi' vigorosa da lasciarmi sorpreso.Decisi di rimandare a dopo le mie richieste.
Ci avviammo verso la fermata ,io in silenzio ,lei senza un attimo di pausa nell'elencarmi tutte le inutili cose che aveva fatto la sera prima.Il mio unico pensiero era rivolto ai compiti di matematica che avrei dovuto assolutamente copiare prima della seconda campanella.
Smise di parlare solo quando le dissi che stava arrivando il mezzo pubblico.Stracarico.
Il peschereccio sobbalzo' davanti a noi fino a fermarsi del tutto.Io mi posizionai di fronte alle porte posteriori.Ero senza abbonamento.I soldi che mia madre mi dava ogni mese per farlo li spendevo in inutili puttanate.
Il capitano apri' davanti.Pessimo segnale.Lara si porto' prontamente a prua, il suo luccicante abbonamento faceva bella mostra di se' nella sua manina destra.
Io rimasi ancora qualche secondo immobile davanti alle porte di poppa con la vana speranza che si aprissero con quel dolce suono di aria compressa.
Niente.Nessuno sbuffo.
Ormai fuori ero rimasto solo io.
Dovevo prendere una decisione.O salire o tornare indietro.
Mi accodai in attesa di passare la dogana.
Il mio turno arrivo' in breve tempo.Tutti quelli che mi avevano preceduto erano in possesso di magici lasciapassare azzurri.Li guardai, maledicendo tutte le stronzate che avevo comperato invece di acquistare quel cartoncino color puffo.
Toccava a me.
Abbonamento
. Disse il timoniere senza tradire la minima emozione.
Ah,si...dovrei averlo qui....un attimo...
Cominciando una penosa ed inutile ricerca tra le tasche del mio giubbotto.
Bravo,pensai,prendi tempo,il bus e' pieno e tutti hanno fretta,vedrai che tra qualche secondo ti liberera' scocciato.
Allora?
.Non aveva fretta e il suo tono cominciava a farsi discretamente intimidatorio.
Aveva tolto le mani dal volante e non aveva nessuna intenzione di mettere la freccia e ributtarsi nel traffico.La faccenda cominciava a farsi complicata.
E io avevo finito le tasche dentro le quali rovistare.
Non ce l'hai.Vero?
.Sfilando il libretto delle multe da sotto il sedile.
Posso avere un documento?
.Facendo cliccare il pulsante della penna che stringeva tra le dita.
Sentivo fredde gocce di sudore scivolare tra le mie chiappe tese.
Era inutile proseguire con la mia penosa interpretazione.
Mi infilai una mano nella tasca posteriore dei pantaloni per prendere i documenti da consegnare all'inflessibile conducente ,quando,invece del portafoglio ,le mie mani incontrarono un pezzo di carta plasticata che aveva tutta l'idea di essere il reperto mancante che mi avrebbe scagionato con formula piena.
Non sapevo a chi appartenesse la mano che mi stava offrendo quel dono ma a quel punto non persi tempo, afferrai l'osso e lo portai all'interno del campo visivo del sorpresissimo autista ,stando bene attento a coprire la foto con la mano per non svelare il viso del mio salvatore.
Rimase per qualche secondo in silenzio ma lo scatto della punta della penna che rientrava mi fece capire che per lui il caso era chiuso.
E tanto ci voleva?La prossima volta sali con l'abbonamento gia in mano
.Facendo ciondolare la testa.
Va bene.Mi scusi ha ragione
Ripresi il mio zaino e mi girai alla ricerca del buon samaritano che aveva salvato il mio santo culo.
Mi sentii tirare per la manica del giubbotto.
Penso che tu abbia qualcosa di mio
.
Una voce che era come un candito per le mie orecchie.
Mi voltai con il petto in fiamme perche' sapevo che gli occhi che stavo per incrociare mi avrebbero riempito il cuore.
Alice.Grazie,mi hai salvato
.Restituendogli il salvacondotto.Figurati,ti ho visto un po' in difficolta'.Mi sembrava il minimo...
.Facendolo sparire nella tasca superiore del suo zaino.
Ma lo sai che se ti sogno la notte ,poi il cuore mi batte forte per tutto il giorno?
Cavolo grazie ancora
Finiscila di ringraziarmi
Ma lo sai che non basterebbero tutti i retini del mondo per contenere le miliardi di farfalle che mi svolazzano nella pancia?
Ehi,vuoi sederti?
.Facendo scorrere i suoi perfettissimi fianchi lungo la seduta del seggiolino arancione per farmi posto.
No,no,no,tranquilla,io sto benissimo in piedi
.
Dai,Tommaso siediti,forza
.Afferrandomi per un braccio.
Con un tonfo sordo appoggiai il mio culo peloso a fianco al suo.
Ecco,non stai meglio adessso?
Poggiando la sua perfettissima mano sul mio ginocchio.
Stavo per rispondere quando il mio cervello analizzo' la situazione.La mia bocca esplosiva era a meno di venti centimetri dalla sua e se avessi scoperchiato il tombino per risponderle avrebbero cominciato certamente a lacrimarle gli occhi.
Annuii sorridendo a labbra serrate.
Mi ha detto Giuliano che andrete a vedere gli Zetro Sousa tra qualche giorno
Mi si stava cementando il palato.
Risposi affermativamente con lo stesso movimento precedente.
Mi guardo' perplessa.
Stavo facendo la figura del coglione.
Sentivo un estremo bisogno di dare una mano rinfrescante alle pareti della mia bocca.
Dove era andata a nascondersi Lara?
Feci una veloce panoramica all'interno del mezzo ma niente.Sparita.
.....Tommaso,dobbiamo scendere
Mi informo' Alice mettendosi in piedi.
Spalancai la bocca.Il suo naso era oltre il raggio defogliante dell'Agente Arancio che custodivo in bocca.
Ah,ok.Andiamo
Il Nostromo apri' le reti liberando gran parte del pescato.Io ero un tonno che nuotava a fianco di una sirena.
Ci avviammo verso la scuola.L'aria frizzantina della mattina mi aiuto' a diluire il caldo olezzo che usciva dalla mia bocca.
Ecco Lara.
...ehm...Lara...hai mica una gomma?
Compratele
.Senza degnarmi nemmeno di uno sguardo
Mi lascio li'.Immobile.Come una balena spiaggiata.
Ehi Tommaso?Tutto ok?
Mi risveglio' Alice con il suo canto ammaliante.
No.Ma non mi importava.
Volevi una gomma?
.Mi chiese lei masticando con una grazia ipnotica.
Ma magari.....l'ho chiesta a cosa ma.....
Senti questa era l'ultima....
Indicando la sua bocca con l'unghia dell'indice stupendamente affrescata con un sottile strato di smalto trasparente.
....ma l'ho appena iniziata e' ancora buona se non ti fa schifo....
Il mio cuore si ingrandì di un paio di misure.
La regina di tutti i miei sogni mi stava offrendo qualcosa che fino a qualche secondo prima era stato dentro di lei.Qualcosa che era stato cullato dalla sua lingua,benedetto dalla sua saliva ,massaggiato dai suoi denti.Qualcosa di intimamente suo.
....farmi schifo?
Cercando di non far tracimare tutta l'impazienza che avevo di assaporare quel frutto che avrebbe saziato il mio amore.
...ma figurati
.Ridendo.
Alice estrasse la perla preziosa dalla sua bocca e me la dono'.
Io la accolsi tra le mie dita con estrema delicatezza.Non volevo rovinarne i contorni.Volevo che entrasse in me con la stessa identica forma con la quale era uscita da lei.
Durante tutto il tragitto che fece prima di essere adagiata sulla mia lingua cercai di immaginarne il sapore.Ma la mia immaginazione non basto'.
Non appena le mie papille la avvolsero in un caldo abbraccio sentii profumi e sapori mai gustati prima.Chiusi gli occhi e il mio petto divento' una strada percorsa dal mio cuore al galoppo.
Tommaso?Sembra che sia la prima volta che provi una gomma
.Mi chiese preoccupata.
La prima volta che ne provo una che sa d'universo inesplorato.
Dai andiamo che non voglio fare tardi
Tirandomi per il braccio.
2
2
Arrivammo di fronte al grosso cancello in ferro della scuola.
Avevamo ancora una quindicina di minuti prima che suonasse la prima campanella.
Ti va di aspettare Giuliano?
Non risposi.La mia lingua era occupata ad accarezzare ,con lenti movimenti avvolgenti, il tesoro che custodivo in bocca.
Beh?Ti stai mangiando la lingua?
Eccolo qua.Giuliano.Il mio migliore amico.Colui che non si riduce a inzuppare di saliva una semplice gomma immaginando che sia la lingua di colei che e' in grado di regolare i battiti del tuo cuore.
Ciao amore
Stampandole uno schiocco sulle labbra.
Lui conosceva ogni punto di quella lingua.
Dai cazzo, Cava! Non fare quella faccia da culo gia' di prima mattina che senno' mi fai gir...
Devo copiare matematica
.Lo interruppi.
Ok,perfetto.Andiamo alla ricerca di un donatore
Mi tranquillizzo' fissandomi negli occhi.
Si volto' verso l'opera che qualsiasi collezionista d'arte non avrebbe esitato a definire un capolavoro e disse.
Ci vediamo dopo.Ciao amore
Altro schiocco.
Andiamo
Ordino'
Ciao Tommaso
.Disse Alice.
Ciao Alice e grazie per il regalo
.Sorridendo.
Figurati
.
E spari' all'interno della scuola.
Che regalo?
.Mi interrogo' sospettoso colui che invidiavo.
Niente,una cagata
Risposi facendo un altro giro di lingua col diamante che tenevo stretto tra i denti.
3
3
Colfari!"Urlai
Che cazzo vuoi?
Con la mano a carciofo.
Mi serve matematica.Tout de suite
.Cominciando a depositare il quaderno sul piano scolorito dell'ultimo banco in fondo a destra.
Che palle,pero'...ogni volta la stessa....
La stessa cosa?Dai,dammi il materiale che tra poco arriva Criscuolo e non ho voglia di inventarmi l'ennesima palla...
Mi consegno' sbuffando l'articolo richiesto.
Presi posto e cominciai l'opera di trascrizione.
Siamo alle solite, Cavalera
.Mi giudico' senza sbagliare il mio compagno di banco.
Cazzo,Benante non ti ci mettere pure tu,fammi finire l'opera e poi affrontero' con gioia i miei problemi assieme a te
.Continuando a copiare senza distogliere mai lo sguardo dai quaderni.
Quel ragazzo era strano.
Non ero ancora riuscito a mettere a fuoco il suo animo.
Il piu' delle volte si comportava da vero figlio di puttana.Sempre pronto a gioire sulle tue disgrazie con quel ghigno che la natura gli aveva grattato sulla faccia;aveva una fronte ampia e spaziosa con un'attaccatura molto alta quasi che anche i suoi capelli volessero stare il piu' lontano possibile da quegli viso stropicciato.In classe non ci parlavamo quasi mai e quando lo facevamo era per insultarci.
Entro' il professore.Avevo finito.Guardai gli spilli che aveva al posto degli occhi colui che sedeva al mio fianco e gli mostrai il mio dito medio.
Tutto torna
.Sussurro' lui.
Come?Non ho capit...
.Chiesi scuotendo la testa.
Professore?
Mi dica Benante
.Sistemando il registro sulla cattedra.
Cavalera ha copiato i compiti di matematica
Lo disse con la stessa naturalezza con la quale si chiede al prof di andare al cesso.
Io ero diventato una statua di merda pietrificata.
Tutti i visi della classe erano voltati verso di me.
Cavalera?
Scandì il mio cognome Criscuolo.
Stavo cominciando a perdere conoscenza.
Va bene, venga alla lavagna.Tanto avevo già deciso di interrogarla
.Guardandomi attraverso i suoi occhialini.
Ero incredulo.Scansai a fatica con le gambe la sedia che sembrava pesasse una tonnellata,mi appoggiai sul banco e mi misi in piedi.
Mi ringrazierai
Guardandomi dal suo caldo posto a sedere.
Tu sei gia' morto Benante
.Gli comunicai.
Esagerato
Mi diressi verso il patibolo cercando di incrociare lo sguardo di qualche mio compagno alla ricerca di qualche cenno di conforto che naturalmente non arrivo'.
Allora Cavalera...vediamo un po'...intanto sputi quella gomma!Ma insomma, dove crede di essere?Agli autoscontri?
Cosa c'entrano poi gli autoscontri.Si vede che lui associa le chewing gum alle giostre.
Cavolo.La gomma di Alice.
Decisi di tenerla in mano.
..che fa?La tiene in mano?Vabbe'....allora...mi risolva questo prob....
Un gracchiare elettronico interruppe la mia esecuzione.
Sono il preside.E' giunta una telefonata che annuncia la presenza di una bomba all'interno dell'istituto.Vi chiedo,quindi, di raggiungere il punto di raccolta posto al centro del cortile.Grazie
Il Criscuolo si massaggio' le tempie visibilmente scocciato.
Guardai Benante;sorrideva.
Beh,caro il mio boia e' arrivata la telefonata dal presidente.Toglimi queste cinghie che mi stringono polsi e caviglie e togli la mano dalla leva dell'alta tensione.
Dai,forza,uscite tutti....senza spingere,con calma!
Ordino' il professore infilandosi il pastrano.
Anonimo bombarolo sono in debito con te.
Mi rimisi in bocca il confetto indurito al gusto di Alice e mi accodai al resto della classe.
Una mano si appoggio' sulla mia spalla.
Benante.Ancora sorridente.
Tu sapevi
.Gli chiesi puntandogli il dito in faccia
Se ne ando' lasciandomi li con ancora il mio indice che tagliava l'aria.
Hei,aspetta!
Gli urlai.
Dove cazzo vai?
Giuliano mi fermo'.
Quello stronzo mi deve delle spiegazioni...
Indicando il fuggitivo con un cenno della testa.
Ma cosa cazzo te ne frega?Sei salvo.O no?Tempo che arrivino gli artificieri,che si mettano alla ricerca di un ordigno che esiste solo nella testa del genio che ha fatto la telefonata e saranno gia' passate come minimo un paio d'ore.Sei salvo.Per oggi
Anselmo il razionale.
Annuii massaggiandomi il mento.
Dai,andiamo nei bagni a spararci un razzo farcito
.Mi sussurro' maliziosamente all'orecchio. Mancava solo che me lo leccasse.
Accettai eccitato.
Trascorremmo il resto della mattinata a ridere istericamente per ogni puttanata.
4
4
Una mattinata interessante,direi
.All'uscita c'era Alice che ci aspettava.
Si,diversa dal solito
Risposi.
Avevo voglia di annusarle i capelli.
Giuliano?
Chiese buttando uno sguardo dietro di me.
Che si fotta.Andiamo.
E' andato a prendere lo scooter.
Biascicai.
Ah,gia'...eccolo,sta arrivando
.
Ci raggiunse spingendo il suo ronzino che puzzava d'olio.
Prese le sua labbra e le porto' a contatto con quelle della regina di tutti i miei sogni.
Vieni da me?
.Domando' lui.
Serrai le mascelle.Quella vocina implorante aveva lo stesso fastidioso suono di una forchetta passata su una lavagna.
No,oggi non posso,mi dispiace
.Rispose lei passandogli una mano sul viso.
Quella risposta era come miele per le mie orecchie.
Ok,dai,vi accompagno fino alla fermata
.Deluso.
Gioire per le delusioni altrui.
Ci unimmo alla mandria degli studenti in marcia.
Hai preso i biglietti per il concerto?
Mi chiese all'improvviso.
Come scusa?
Cazzo,Cava,non eravamo d'accordo che te ne saresti occupato tu?
Che stronzo.Era incazzato perche' non sarebbe andato al castello quel pomeriggio e scaricava su di me la sua frustrazione.
Per niente.Forse e' meglio se ti fai una pera di fosforo
.
Guarda, mi ricordo che mi avevi detto che li avresti presi te al
Disco 2000.
Oh amico,la tua bocca e' un'impastatrice di stronzate!Secondo me te lo sei sognato
Col cazzo,eravam...
Senti,non ho voglia di sprecare energie stando qui a litigare con te
.Aumentai la lunghezza e l'intensita' della mia falcata e me ne andai in solitaria.
Conoscevo Giuliano dall'asilo.Me lo ricordo ancora il