Materie scrittorie
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Anteprima del libro
Materie scrittorie - Antonella Franzese
Ringraziamenti
Introduzione
Lo studio delle scritture nei testi e documenti antichi offre un aiuto indispensabile per la datazione e la comprensione di quelle fonti; lo scopo è decifrare e leggere i documenti antichi e stabilirne, attraverso le caratteristiche esteriori, la data e la località o il centro scrittorio d’origine. Questo studio quando è rivolto alle iscrizioni lapidarie prende il nome di epigrafia, mentre quando riguarda la scrittura su papiro, pergamena o carta prende il nome di paleografia. In senso lato essa comprende anche lo studio della storia dei manoscritti stessi, ovvero la codicologia. In generale, oggetto della paleografia sono tutti i monumenti scritti con qualunque tipo di scrittura, in qualsiasi lingua e su qualunque materiale scrittorio, dal papiro alle pelli, agli ostraka, al legno, alla carta, ai metalli e alla pietra stessa. In senso più stretto invece sono escluse dal campo della paleografia le scritture scolpite o incise su pietra e metalli, che sono oggetto a loro volta di altre disciplina, quali l’epigrafia (iscrizioni su pietra e metalli), la numismatica (scritte su monete), la sfragistica (sigilli); in questi casi infatti le tecniche stesse d’incisione influiscono sullo stile della scrittura, determinandone un differente sviluppo. Ancora più ristretta inoltre è l’accezione corrente del termine paleografia, riservato allo studio dei manoscritti delle biblioteche e dei documenti d’archivio. Nonostante la paleografia si interessi di tutti i manoscritti a prescindere dalla lingua e dal luogo d’origine, gli studiosi si sono finora concentrati soprattutto sulle scritture antiche del mondo mediterraneo (Greci, Roma, Vicino Oriente) e proprio dallo studio delle scritture greche e romane hanno tratto i fondamenti della paleografia generale.
La decifrazione delle antiche scritture ha interessato eruditi di ogni epoca, infatti già nel Medioevo esistevano modelli di alfabeti e liste di abbreviazioni per facilitarne la lettura, tuttavia la paleografia come scienza sorse e si sviluppò tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII sec., in seguito alle polemiche suscitate nel 1675 dal padre bollandista Daniel Papebroch sull’autenticità dei documenti antichi.
Il primo trattato di paleografia latina fu il De Re diplomatica, pubblicato a Parigi nel 1681 ad opera del padre benedettino Jean Mabillon, mentre Bernarde de Montfaucon, anche lui benedettino, fu il primo a porre alla base degli studi paleografici le scritture greche antiche nella sua Paleographia Graeca, e fu proprio lui il primo a chiamare questa nuova disciplina con il nome di paleografia.
Materie scrittorie
Il materiale scrittorio occupa un posto rilevante fra i fattori costitutivi che determinano una scrittura.
La fogliae la corteccia dell’albero sono da ritenersi il primo tipo di materiale scrittorio, che Isidoro nella sua opera Origines
definisce interior tunica corticis, quae ligno cohaeret».[1] Anche Plinio attesta «Antea non fuisse chartarum usum: in palmarum foliis primo scriptitatum, deinde quarundam arborum libris» (1 Plinio, Nat. Historia, XIII, 11).[2]Nessun esemplare di scrittura su corteccia è pervenuto sino a noi; mentre foglie scritte, orientali e