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Il lago di Tiberiade, il fiume Giordano e le montagne nella tradizione neotestamentaria e loro significato teologico
Il lago di Tiberiade, il fiume Giordano e le montagne nella tradizione neotestamentaria e loro significato teologico
Il lago di Tiberiade, il fiume Giordano e le montagne nella tradizione neotestamentaria e loro significato teologico
E-book69 pagine48 minuti

Il lago di Tiberiade, il fiume Giordano e le montagne nella tradizione neotestamentaria e loro significato teologico

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Info su questo ebook

La presente ricerca si propone di offrire al lettore una panoramica delle principali zone lagunari, fluviali e montuose della Palestina.

Partendo da un approccio di tipo geografico di tali luoghi, l’autrice intende rilevare il senso recondito che questi luoghi racchiudono dentro di sé.

Inizialmente essi vengono presentati illustrandone la loro conformazione topografica, per estrapolarne il loro significato teologico, facendo riferimento ai testi neotestamentari.

Tale significato teologico è direttamente deducibile dalla loro contestualizzazione attinente al periodo in cui visse e operò Gesù nella storia.
LinguaItaliano
Data di uscita22 gen 2015
ISBN9788891170668
Il lago di Tiberiade, il fiume Giordano e le montagne nella tradizione neotestamentaria e loro significato teologico

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    Anteprima del libro

    Il lago di Tiberiade, il fiume Giordano e le montagne nella tradizione neotestamentaria e loro significato teologico - Cinzia Randazzo

    1990.

    1. Il lago di Tiberiade

    1.1. Luogo di preludio della fede in Cristo

     Il lago di Tiberiade viene denominato da Marco "mare della Galilea" (Mc 1,16) e viene menzionato con tale dizione proprio quando Gesù, camminando lungo questo, vedendo Andrea e suo fratello Simone che erano intenti alla pesca perchè erano pescatori, li chiamò invitandoli a seguirlo:

    Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini.

    Il lago di Tiberiade diviene così il luogo in cui si commemora l'inizio della chiamata di Gesù dei primi discepoli; chiamata che, conseguente alla sua deliberata scelta di chiamare proprio quelli e non altri, ha come suo positivo effetto l'assenso libero e ponderato dei discepoli pronti a seguirlo e a cambiare vita:

    E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni, lo seguirono (Mc 1,16-20).

    La scena è ambientata proprio sul lago di Tiberiade perchè Gesù non è intenzionato a sopprimere il precedente mestiere dei discepoli, che era quello di essere pescatori, ma a partire da questo, o meglio sulla base della loro precedente vita, fonda la sua chiamata, realizzandone conseguentemente l'effetto desiderato sia nel primo gruppo dei discepoli (Simone e Andrea) che nel secondo (Giacomo e Giovanni). Mentre il primo gruppo aderisce alla chiamata di Gesù quando getta le reti in mare, cioè all'inizio del loro usuale lavoro, il secondo vi aderisce quando riassetta le reti, cioè quando li avvolge terminando il lavoro di pescatori nell'arco della presente giornata. La chiamata di Gesù non interrompe il lavoro dei pescatori. Il lago dunque addiviene testimone della chiamata dei discepoli alla sequela di Gesù sia al termine che all'inizio del loro lavoro.³

    Ciò significa che la chiamata di Gesù rispetta i tempi del lavoro di pescatori proprio dei discepoli, perchè li chiama, per quanto riguarda il primo gruppo, prima che questo intraprenda il suo lavoro di pescatori e, per quanto riguarda il secondo gruppo, nel mentre termina il suo lavoro di pesca.

    Il significato teologico sta proprio qui: Gesù rispetta la forma e i "tempi" del lavoro dei pescatori, per cui la sua chiamata si inserisce in questo frammezzo, del quale ne è responsabile il lago, le cui acque permettono la piena recezione da parte dei discepoli della chiamata di Gesù, dal momento che non sono agitate. A questo inatteso evento della chiamata di Gesù ne consegue il positivo effetto da parte dei discepoli, cioè la loro sequela.

    Alla chiamata divina ne viene corrisposto l'intuito e l'effetto positivo da parte dei discepoli. I discepoli ascoltano le parole di Gesù e lo seguono perchè hanno fiducia del loro maestro. La loro fede è viva perchè accettano l'invito di Gesù di seguirlo sia con la mente che coi fatti. Tale invito li coinvolge talmente che al posto del cibo materiale, cioè il prendere i pesci, preferiscono quello misterioso: essi credono nella Parola arcana e misteriosa di Dio e la seguono fattivamente perchè incarnata nell'essere storico di Gesù.

    A sua volta Gesù rivolge la sua chiamata a tali pescatori, esprimendo la sua chiara volontà di farli divenire "pescatori di uomini". L'intenzione di Gesù è di farli diventare persuasori della Sua parola, in modo tale che gli uomini la accolgano, dopo che ne sono stati coinvolti dai suoi discepoli. Come un tempo erano pescatori perché escogitavano ogni espediente opportuno per catturare i pesci, ora, con la chiamata di Gesù, diventano pescatori di uomini perché hanno il compito, grazie a tale chiamata, di trasmettere la Parola di Dio e, al contempo, di convincere gli uomini ad aderirvi tramite opportuni accorgimenti ed espedienti che il Maestro impartirà loro (At 1,6-11), prima della sua ascensione al cielo.

    1.2. Luogo di guarigioni

     Il lago di Tiberiade, denominato secondo Marco mare di Galilea⁴, confina a nord-ovest con la "regione dei Geraseni" (Mc 5,1). Questa regione

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