Le fiabe della strega: Storie molto cattive
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Le fiabe della strega - Sabrina Antonella Abeni
Indice
Copertina
Le fiabe della strega: storie molto cattive
Questa è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi ed eventi sono
invenzioni dell'autore oppure sono stati usati nella finzione narrativa.
Ogni riferimento o richiamo a fatti, luoghi e persone reali è puramente
casuale.
Questa è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi ed eventi sono
invenzioni dell'autore oppure sono stati usati nella finzione narrativa.
Ogni riferimento o richiamo a fatti, luoghi e persone reali è puramente
casuale.
LUNEDÌ.
Gianni e Greta come al solito stavano girovagando per la città,
sebbene fossero le dieci di sera, un'ora poco adatta a due
bambini di dieci anni.
Avevano intercettato una di quelle serate in cui era meglio non
restare a casa, la madre aveva litigato col compagno di turno e
sapevano che era meglio non essere a tiro di schiaffi o calci,
visto che gli adulti finivano sempre per prendersela con loro.
Più sicuro gironzolare lungo il corso principale, a guardare le
vetrine dei negozi chiusi e la gente che si divertiva nei locali, era
anche luglio e si stava meglio all'aperto.
Erano gemelli e apparentemente uguali: entrambi biondi e
ricciuti, con enormi occhi blu che emergevano dai visetti
smunti; i capelli incolti di Gianni avrebbero potuto farlo passare
per una bambina, quindi per il riflesso della sorella.
Apparentemente uguali, si è detto.. questo perché diverse erano
le loro nature: cauta e timorosa quella del fratello che però
finiva sempre per soccombere alla temerarietà e irruenza della
sorella.
Quasi nessuno badava a loro quella sera, giusto qualcuno si
chiedeva distrattamente come mai dei bambini vagassero soli
per la città a quell'ora, per poi dimenticarsene non appena
svoltato l'angolo.
Qualcuno però li aveva notati. .
Una limousine, auto mai vista in quelle strade, li affiancò;
mentre i bambini si fermarono per osservare con stupore quel
macchinone, un finestrino si abbassò e si affacciò una donna di
mezza età, un volto pallido dai lineamenti delicati che recavano
tracce di una passata bellezza non del tutto svanita.
-Bambini! Cosa fate in giro in piena notte? Non sapete che la
città è pericolosa? Dove sono i vostri genitori?-
Gianni era ammutolito per la timidezza, fu Greta a dover
rispondere: -Signora, mia madre e il suo compagno stanno a
casa a litigare.-
-E vostro padre?-
I gemelli fecero spallucce: chi lo aveva mai visto?
La donna scosse la testa: -Certe donne andrebbero sterilizzate
ancora prima di procreare. Salite in auto. Vi porto a casa mia.
Scommetto che non avete neanche cenato.-
La signora avrebbe vinto la scommessa: non avevano mangiato
nulla dall'una di pomeriggio, quando avevano trangugiato un
hamburger che sapeva di cartone, preso dal chiosco di fronte
casa.
-Siete davvero pelle e ossa. Vostra madre forse pensa che
possiate vivere d'aria?-
I bambini rimasero entrambi interdetti, perfino Greta non
sapeva cosa rispondere.
La donna aprì la portiera dell'auto per convincerli a entrare.
-Si può sapere cosa aspettate? Sono un'anziana signora, non un
maniaco in impermeabile.-
Come prevedibile, la prima a decidersi fu Greta; accomodatasi
nella limousine fece un gridolino di sorpresa: -Gianni entra!
Non puoi immaginare cosa sia quest'auto dentro! Ci sono anche
la televisione e un piccolo frigo!-
La donna aprì il minibar e la bambina divenne incontenibile:
-Gianni! Gianni! Vieni a vedere quante cose buone ci sono!-
Fu la fame a convincere il bambino; raggiunse la sorella per
attingere a piene mani alle bevande e ai dolciumi che gli
venivano offerti.
La donna chiuse la portiera e fece cenno all'autista di partire.
La limousine ben presto uscì fuori dalla città, inoltrandosi in
piena campagna, in zone che i gemelli non avevano mai
visitato.
La donna guardava fuori dal finestrino, sembrava distante,
persa nei suoi pensieri; poi sembrò ricordarsi della presenza dei
bambini.
-Mi chiamo Drusilla, e voi?-
-Siamo Gianni e Greta. .- rispose la bambina.
Un sorriso velò per un momento il viso della donna.
-Come mai questi nomi?-
-Erano i nomi dei nonni, i genitori della mamma.-
-Tua madre amava i suoi genitori?-
La bambina sembrava disorientata a quella domanda, si girò
verso il fratello che sembrava altrettanto smarrito.
-Scommetto che li odiava.. una buona ragione per dare i loro
nomi ai suoi figli. .Quanti anni avete?-
-Dieci-, risposero all'unisono.
-Gemelli! Che cosa graziosa. Due angioletti nati insieme. .oddio,
forse per vostra madre partorirne due insieme non è stato molto
grazioso. Immagino fosse molto giovane e impreparata quando
vi ha avuti.. -
I due annuirono.
-Si pensa che