La cucina dei Califfi
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Anteprima del libro
La cucina dei Califfi - Anna Rita Zara
1
Profumi e sapori delle MILLE E UNA NOTTE
Le centinaia di novelle, scritte in lingua araba, che compongono la raccolta delle MILLE E UNA NOTTE, hanno origine diversa sia per il tempo, in cui sono nate, sia per le varianti antropologiche e sociologiche. Nei racconti, in una continua alternanza tra il fiabesco e il realistico, si avvicendano tradizioni di gusto popolaresco o borghese, elementi folklorici di vari luoghi e diversità di mentalità e di cultura; ad esempio alcuni rivelano matrici femminili per il gusto degli intrighi amorosi e per il compiacente soffermarsi sugli ornamenti e sugli arredi, altri maschili per il prevalere del gusto dei viaggi e delle avventure e per gli interessi mercantili.
Nella cornice il grande sovrano sassanide Shahriyàr invita a fargli visita il fratello minore Shahzamàn, sovrano di Samarcanda, che accetta con entusiasmo, ma subito dopo essersi messo in viaggio torna alla reggia per prendere un dono che aveva dimenticato. Sulla soglia della camera nuziale, allibito e raggelato, scopre nel suo letto sua moglie abbracciata ad un paggio di colore. Sguaina immediatamente la spada e uccide i due amanti prima di proseguire il viaggio.
L’incontro con il fratello è affettuoso, ma il tradimento della moglie lo rende così triste che anche il suo fisico si indebolisce e rifiuta di partecipare a una battuta di caccia propostagli da Shahriyàr per risollevargli il morale. Dopo che tutti sono partiti, Shahzamàn si affaccia a una finestra che dà sul giardino del palazzo, vede una porta aprirsi e uscire venti ancelle e venti schiavi, in mezzo ai quali, raggiante di bellezza, c’è la regina. Si inoltrano in un labirinto e si denudano abbandonandosi a un’orgia erotica. La regina si accoppia con uno schiavo che ha invitato a raggiungerla.
A questa vista Shahazamàn in un certo senso trova consolazione e gli ritorna l’appetito ed il buonumore. Il Gran Re, lieto di ritrovare suo fratello ristabilito, gliene chiede la causa e al racconto del comune tradimento subìto dalle mogli, dopo aver verificato anche lui con una falsa partenza la sua sventura, gli propone di mettersi in viaggio per scoprire se tutte le donne tradiscono.
Dopo aver incontrato una fanciulla che riesce a tradire l’amante, sebbene egli la tenga rinchiusa con sette catenacci dentro una cassa che porta sempre con sé, Shahriyàr torna nella reggia e fa decapitare la regina con le ancelle e gli schiavi e ordina al suo visir di trovargli una nuova sposa vergine ogni notte: l’ucciderà all’alba, prima che faccia in tempo a tradirlo. Incapace di comprendere le variegate componenti dell’animo femminile, per lui è più semplice vedere in tutte le donne la donna che l’ha tradito, per continuare ad ucciderla. Quando il suo visir non trova altre fanciulle, sua figlia Shaharazàd si offre volontariamente come sposa e con l’espediente d’incuriosire il sovrano con i suoi racconti, che rimanda per la conclusione alla notte successiva, riesce ogni volta a rinviare la sua esecuzione.
In realtà il sovrano è prigioniero di se stesso, del suo orgoglio ferito non solo dal tradimento della sposa, ma dall’aver lei preferito al sovrano addirittura uno schiavo; è separato dal resto degli uomini dal suo palazzo e isolato proprio dal suo potere, finché non interviene lei, Shahrazàd, la tessitrice della notte, elegante e sfavillante, che notte dopo notte inizia il suo nuovo racconto, mentre la luce lunare illumina il suo bel volto e le mani affusolate. Amica della luna, che rischiara le cupole dorate delle moschee di Baghdad, la scruta a lungo con i suoi occhi di gazzella per trovare ispirazione. Quando la notte si fa fonda, dopo che da tempo il sole rossiccio si è addormentato, il suo sguardo sempre affisso al cielo nota una cometa luccicante come un diamante: è in questo momento che l’incanto della sua voce si rinnova e il volo della sua fertile immaginazione fa navigare nell’alone del sogno il magico mondo dell’immaginario e del fantastico per ricondurlo poi nelle asprezze della realtà.
La sua fantasia è inesauribile e per mille e una notte naviga nell’oasi di un nuovo racconto per donare al re, prigioniero del suo orgoglio ferito, il pane della vita. Gli scioglie le catene del potere