Lettere a Riccardo
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Anteprima del libro
Lettere a Riccardo - Carlo Alberto Minzoni
Carlo Alberto Minzoni
Lettere a Riccardo
Lettere a Riccardo
Carlo Alberto Minzoni
ISBN: 9788893213103
L’immagine di copertina è opera dell’autore
Chi ha bisogno o voglia di contattarmi,
volentieri potremo conoscerci o scambiare impressioni
su questo indirizzo e-mail:
lettereariccardo@gmail.com
Impaginazione editing e copertina a cura di Ada Ascari:
io@ada.ascari.name
sito web: www.ada.ascari.name
Finito di stampare ecc.
Caro Carlo
scelgo di scrivere queste righe sotto forma di lettera, esattamente come tu hai fatto per comunicare con tuo figlio Riccardo, che non è più con noi fisicamente ma che sicuramente avrà ricevuto e sentito tutta la bella energia che trasmetti con le tue parole.
Ho letto tutto d’un fiato e con trepidazione il tuo scritto che parla di una verità tutta tua, ma che è anche voce di una umanità collettiva che possiamo definire persone orfani di figli
.
O meglio ancora: Padri orfani di figli
…
E questo mi sembra il grande merito di questo lavoro: una voce al maschile che racconta un indicibile
che normalmente è affidato al mondo femminile.
Sono spesso le madri, donne che hanno portato in grembo le loro creature e che se li sono visti strappare dalla Vita, a raccontare tramite la penna il grande dolore che nemmeno la lingua italiana riesce a definire.
Come si chiama un genitore che ha perso un figlio? Se hai perso un genitore sei orfano… se hai perso un coniuge sei vedovo… e se hai perso un figlio come ti chiami?
Come si può definire questa nuova terribile identità che la Vita o il Destino ha voluto appiopparti?!
Orfano: dal latino ŏrphănus
, dal greco ὀρϕανός
, che è connesso etimologicamente col latino orbus privo… orbo…
1
Noi genitori che abbiamo perso un figlio siamo tutti orbi, ciechi, accecati, privati di quella Luce – data dalle nostre creature - che per pochi o più anni ci ha accompagnato nei nostri cammini.
Sono molto contenta Carlo di averti conosciuto nel Weekend di Scrittura sul lutto a Genova e di averti spronato a scrivere!
Sarebbe stato un gran peccato non l’avessi fatto e una grande perdita per molti.
Il tuo scritto scorre e racconta. Le tue parole fluiscono sul filo della tua memoria e seguono un percorso che solo tu hai saputo trovare dentro te, dentro il tuo immenso e inesprimibile dolore.
La penna, che sia benedetta, ha saputo portarti dove senza, non saresti arrivato. Hai passato burroni.. scavalcato frane.. raggiunto cime... attraversato nebbie dense e spesse… e solo tu puoi sapere i benefici che queste lettere al tuo adorato Riccardo ti recheranno in dono.
Non sono tante, come dicevo, le testimonianze di padri sopravvissuti
... per questo la tua è ancora più preziosa.
Io ti auguro che ti portino un po’ di serenità e ti facciano sentire la gratitudine per essere l’uomo che sei.
Mi auguro anche che queste pagine possano portare luce e speranza e conforto a chi come te, come me, ha avuto dalla Vita il compito di sopravvivere a un figlio.
Come diceva Sartre non abbiamo la libertà di scegliere quello che ci succede. L’unica libertà che abbiamo è quella di scegliere come reagire a quello che ci succede..
E tu caro Carlo hai scelto. Hai scelto di camminare. Di cadere e di rialzarti. Di avanzare. E hai chiesto alla penna di accompagnarti in questo cammino.
La penna che, mai come in questo caso, è strumento di resilienza.
Per te e per tutti coloro che leggeranno questa cosa meravigliosa uscita direttamente dal tuo grande cuore....
Ti saluto con una citazione della grande Isabel Allende2.
"I buddhisti dicono che la vita è come un fiume che navighiamo su una zattera verso il destino finale. Il fiume ha la sua corrente, velocità, scogli, mulinelli e altri ostacoli che non possiamo controllare, ma abbiamo un remo per controllare l’imbarcazione