Pagine di Albania. Padre Giuseppe Valentini S.J., Albanologo e Bizantinista

Di Caterina Pisani

Padre Giuseppe Valentini è considerato, a livello mondiale, l'iniziatore della moderna Albanologia. Per oltre quarant'anni si è occupato di studiare la lingua, la storia e gli aspetti giuridico-amministrativi del Paese delle Aquile, scrivendo una quantità impressionante di articoli per riviste e, soprattutto, libri. Celebrato, post-mortem, dallo stesso Presidente della Repubblica albanese, che gli ha conferito l'onorificienza dell'Ordine di Giorgio Castriota-Scanderbeg, rimane un fulgido esempio di quanto, attraverso la scrittura, si possa operare il miglior Apostolato multiculturale.

• Lingua: Italiano
• Editore: Caterina Pisani
• Data di uscita: 14 mar 2016
• ISBN: 9788892570269

Anteprima del libro

SITOGRAFIA

INTRODUZIONE

L’area balcanica per secoli ha rappresentato un mistero agli occhi dell’Occidente. Un mistero affascinante a cui hanno contribuito religioni diverse da quella cristiana, architetture millenarie, odori e sapori di difficile subitanea accettazione. Isolato in questo mistero, il Paese delle Aquile, l’Albania.

Questo, almeno fino al 1700, quando i venti di Romanticismo di fine secolo hanno spinto tanti uomini, provenienti soprattutto dall’area anglosassone, a farne terreno delle loro esplorazioni o delle loro opere letterarie.

Il più famoso resta sicuramente Lord Byron, con il suo ‘Pellegrinaggio del giovane Aroldo’ e il ‘Land of Albany’ ad apertura della stanza 38 del secondo Canto. Per il resto, chi si occupa dall’interno dell’Albania sono i religiosi che qui arrivano in maniera pressoché stabile dalla metà del 1800.

Tra gli studiosi che si occuparono, per interesse squisitamente scientifico, ma anche per amore viscerale, di questa terra c’è un gesuita, padre Giuseppe Valentini, chiamato Zef nel Paese delle Aquile, che ha aperto la strada ad una produzione accademica senza precedenti a riguardo degli studi sulla storia albanese, sui rapporti con la vicina Venezia e tra Skanderbeg e il Papato, il diritto consuetudinario, la lingua e la letteratura albanese.

La disamina proposta, estratta dal lavoro complessivamente svolto per la stesura della mia tesi di laurea in Lingua e Traduzione albanese, non ha la pretesa di essere una trattazione esaustiva, giacché si sono preferiti determinati argomenti a scapito di altri. In questa scelta, il filtro di ricerca è stato proprio l’Albania.

Si vedrà, pertanto, una suddivisione di massima in due parti principali. La prima comprende gli elementi biografici più salienti della vita del gesuita e, per rimanere quanto più fedeli al contenuto del presente lavoro, si è preferito prendere in esame solo quegli aspetti della storia albanese che hanno direttamente coinvolto padre Valentini, determinandone molte scelte.

Sono inseriti, inoltre, in questa prima parte, alcuni tra gli scritti monografici più importanti del religioso, seguendo l’ordine cronologico di pubblicazione e con un breve sunto dei contenuti.

Il lavoro di stampo giornalistico prende, invece, tutta la seconda parte; ho ritenuto di dover fare una analisi più approfondita su questo tema data l’importanza fondamentale dei rapporti di collaborazione tra intellettuali italiani e albanesi che da questa attività si sono generati.

La presente trattazione è, pertanto, un omaggio a questo uomo di cultura vastissima e di fede incrollabile, che ha fatto dell’amore per lo studio lo strumento principale del suo Apostolato tra le due sponde dell’Adriatico.

PRIMA PARTE.

LA VITA E

LE OPERE MONOGRAFICHE

Infanzia e giovinezza

Padre Giuseppe Valentini SJ nasce ¹a Padova il 1° luglio del 1900, in una famiglia modesta, figlio di un marmista che appena riesce a sbarcare il lunario e di una donna la cui religiosità è, probabilmente, una buona molla per i futuri destini dei suoi due figli. Tanto Giuseppe che suo fratello Giovan Battista diventeranno, infatti, religiosi. Il primo, gesuita; il secondo, frate cappuccino.

Nel 1910 comincia gli studi presso il Seminario di Padova ma, sia l’indole vivace che una certa cagionevolezza di salute suggeriscono di affidarlo, nel 1912, a Mons. Gaetano Sartori, Rettore uscente del medesimo Seminario, per fargli proseguire privatamente gli studi sacerdotali. Si trasferisce a Crespano del Grappa proprio sotto la guida del Sartori, il quale lo accompagnerà per sette anni fino alla maturità classica del 1918.

Siamo negli anni del primo conflitto mondiale. Suo malgrado, padre Valentini ci si ritrova coinvolto. La disfatta di Caporetto ²del 1917 ha portato un numero enorme di perdite in termini di uomini; un aiuto immediato per tenere il fronte arriva dalle forze anglo-francesi, ma c’è necessità di aumentare il numero di italiani, dato che 300.000m di essi sono prigionieri sul Piave, dove gli austro-tedeschi si sono ritirati.

Ragion per cui, dopo la classe 1899, la prima ad essere coscritta, si passa a quella del 1900, alla quale padre Valentini appartiene. Viene, pertanto, trasferito