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Donne al bivio
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E-book252 pagine3 ore

Donne al bivio

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Info su questo ebook

Tre amiche si incontrano dopo 4 anni e comprendono come le loro reali esistenze siano lontane dai sogni e dalle aspettative di gioventù.... 
al bivio di una nuova opportunità di vita faranno la loro scelta
LinguaItaliano
Data di uscita27 giu 2016
ISBN9786050467239
Donne al bivio

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    Anteprima del libro

    Donne al bivio - Sara Cosmann

    trentesimo

    Donne al bivio

    romanzo

    Tre amiche si incontrano dopo 4 anni e comprendono come le loro reali esistenze siano lontane dai sogni e dalle aspettative di gioventù.... 

    al bivio di una nuova opportunità di vita faranno la loro scelta

    capitolo primo

    Maura stava seduta al tavolino del bar davanti alla grande vetrata che dava sulla strada in attesa delle sue due più care amiche che non vedeva da quattro anni.

    Quella lunga lontananza non era certo stata voluta, ma a volte la vita che rincorriamo ci porta a separarci da coloro che ci sono più cari, le scelte dettate dal nostro cuore e dalle nostre inclinazioni ci portano lontano dai luoghi natii e dalle persone con cui abbiamo condiviso sogni, esistenza e progetti.

    Guardando l’orologio si accorse di avere un mostruoso anticipo.

    Si sarebbero dovute incontrare per le sette al bar di sempre (che nel frattempo aveva pure cambiato gestione) per un aperitivo correlato da tanti e goderecci stuzzichini che potevano ben sostituire una cena.

    Maura aveva organizzato il tutto, predisponendo già il luogo e l’orario per l’incontro, ben sapendo che se non avesse dato direttive certe al riguardo chissà quando le tre gloriose fanciulle si sarebbero decise a fissare un appuntamento.

    Avrebbe certamente preferito una cenetta in qualche localino più intimo per sigillare meglio quell’incontro tanto rimandato, ma non era nelle condizioni economiche per potersi permettere nemmeno una pizza, e l’idea di fare comunque una cena a base di aperitivo col solo prezzo di quest’ultimo, correlato dai diversi assaggini che avrebbero sicuramente sostituito il pasto, poteva essere, anche se riduttivo, comunque altrettanto stuzzicante ed invitante.

    Quando non ci si può permettere nulla ben poche rimangono le alternative, e forse, visto che non si vedevano da anni ormai, la durata di una cena poteva sembrarle eccessivamente impegnativa per il loro primo rendez-vous.

    Dunque la scelta risultava ottimale.

    Guardò nuovamente l’orologio, mancavano venti minuti rispetto all’orario fissato per l’appuntamento, avrebbe ordinato dell’acqua nell’attesa, in modo da non aggravare quella spesa che si era prefissata.

    Come cambia la vita in poco tempo….

    Lei, che fino a pochi anni prima non si era mai fatta mancare nulla, cene, vestiti e accessori firmati, viaggi….ora era ridotta ad elemosinare sugli spiccioli e a limitare anche il necessario per poter arrivare alla fine del mese.

    Guardò la sua borsetta appoggiata sulla poltroncina accanto e poi si guardò il maglioncino che indossava…. tutta roba di qualità scadente e di basso costo….

    Chiunque l’avrebbe notato, pure Lisa e Vanessa se ne sarebbero accorte.

    Più che delle amiche si vergognava di se stessa, come aveva fatto a ridursi in quello stato?… come era arrivata ad una condizione tale d’indigenza?…..

    Da tempo desiderava prendere contatti con loro, ma aveva sempre rimandato.

    Si vergognava ad ammettere che la sua scelta di mollare tutto, amici, casa, lavoro per rincorrere quel poco di buono di Francesco era stata una mossa sconsiderata ed avventata, proprio come loro gli avevano cautamente ma inutilmente suggerito.

    Ma lei era innamorata, fiduciosa e speranzosa, mai si sarebbe potuta immaginare che le cose avrebbero poi preso una tale direzione, mai si sarebbe aspettata che quell’uomo, che si atteggiava e vantava tanto danaroso e brillante, fosse in realtà un truffatore ed un incantatore della peggior specie.

    Alla fine aveva deciso d’incontrarle, era troppa la voglia di rivederle, di riprendere quella vita che così scioccamente ed incautamente aveva abbandonato, ritornare a vivere con un po’ di leggerezza con quelle che erano sempre state le sue migliori amiche, quelle con cui aveva condiviso la maggior parte e la miglior parte della sua vita, quelle a cui si era sempre rivolta e confidata, quelle di cui si fidava ciecamente e a cui voleva infinitamente bene.

    Sapeva che anche loro le volevano bene, tanto bene che l’avrebbero certamente adorata e sostenuta nonostante il suo errore.

    Per la seconda volta nell’arco degli ultimi cinque minuti controllò il contenuto della moneta nel portafoglio, con gli spiccioli arrivava ad € 17…. e con quelli avrebbe dovuto tirare avanti ancora per qualche giorno, poi finalmente avrebbe preso quel misero stipendio da commessa sfruttata oltre i limiti del possibile.

    Non aveva certo nessuna intenzione di lamentarsi per i suoi magri guadagni, degli orari di lavoro assurdi o della maleducazione delle persone con cui aveva a che fare, in fondo era stata una fortuna trovare un posto vagante in quel negozietto del centro, certo non era una boutique, ma in fondo era meglio così visto che tanto non si poteva permettere nulla di più lussuoso o dispendioso.

    E poi, con tutte le buone speranze del caso, quello stato di miseria non sarebbe durato per sempre, poco alla volta sarebbe riuscita a risparmiare quel tanto da potersi permettere un appartamento un po’ più vivibile del suo squallido monolocale…. e forse chissà, avrebbe anche trovato un lavoro più appagante e più redditizio.

    Per ora si doveva accontentare, non era certo stato facile mollare tutto, compreso quel disgraziato di Francesco, senza un soldo in tasca, senza una casa e senza un lavoro.

    E di certo non si sarebbe mai aspettata che l’unico aiuto lo avrebbe avuto da un’istituzione monacale, proprio lei che, da brava ed inossidabile atea, aveva sempre visto riferimenti del genere solo come uno spreco di risorse umane oltre che economiche.

    Invece, si era dovuta ricredere….

    I suoi genitori, anziani e pensionati, non erano certo nelle condizioni per poterla mantenere, anche se conducevano una vita dignitosa, ma sopratutto non avrebbe mai avuto il coraggio di ripresentarsi a casa loro per dire che era dovuta scappare… proprio come loro le avevano più volte prospettato, senza rendersi conto che la loro diffidenza celava in realtà la più brutta delle previsioni.

    Ammettere la sconfitta alle amiche era sicuramente cosa più sopportabile che confessarlo agli anziani genitori, che avrebbero visto l’intera faccenda come un’insormontabile tragedia ed un indelebile onta per la famiglia.

    Grazie alle sorelle del Sacro Cuore era riuscita a trovare ospitalità e vitto nei due mesi dopo la fuga in cui il suo unico scopo vitale era trovare un lavoro, che fosse quantomeno dignitoso, per reperire quei pochi soldi necessari ad una sopravvivenza.

    Fino a quel giorno in cui, casualmente, ebbe a passare davanti a quel negozietto che recava sulla porta un messaggio per lei salva-vita: cercasi commessa…..

    Era un lavoro massacrante soprattutto per la sopportazione delle orde di clienti spesso ignoranti, incivili e maleducate, ma essenziale per pagare l’affitto di quel misero monolocale che aveva trovato nei sobborghi più malfamati della città.

    Si rammaricava di tutti quei brutti e superficiali giudizi rivolti alla Chiesa ed al suo circondario, ora era perfettamente cosciente del fatto che senza l’ospitalità e la generosità delle suore si sarebbe certamente ritrovata a fare la barbona per strada.

    E chi avrebbe mai pensato che sarebbe arrivata ad un punto simile?

    Lei, la cui unica preoccupazione, fino a qualche anno prima, era sempre stata quella di avere l’abito giusto per l’occasione, perfettamente abbinato agli accessori, che non usciva mai di casa se non perfettamente truccata e ben vestita, lei che per lusso e capricci non badava a spese, lei che non si era mai preoccupata di dover risparmiare pensando al futuro, lei che aveva trovato, grazie alle insistenze del padre, il lavoro in una piccola Banca del paese, lei che aveva sempre messo sopra ogni cosa il suo piacere ed i suoi capricci.

    Già!…. quel lavoro che aveva tanto detestato per banalità e noiosità adesso avrebbe fatto di tutto pur di riaverlo….. ma le cose che si lasciano poi non si ritrovano più….

    Così quel posticino tanto tranquillo, di tutto riguardo e ben remunerato era stato già occupato da un’altra persona, che forse gli avrebbe dato il suo giusto merito e valore.

    Si sentiva di essere invecchiata di colpo di vent’anni anziché soltanto di quattro.

    La serenità, la spensieratezza ed anche la superficialità di chi, in gioventù, non ha mai avuto problemi le sembravano cose talmente lontane da sé che quasi sentiva non esserle mai appartenute.

    Riguardando quella borsa da poco le venne un immenso sconforto e non riuscì a frenare le lacrime facendosi colare quel filo di trucco che si era messa sugli occhi.

    Si prese la testa fra le mani cercando di farsi coraggio.

    Tutto quello che poteva esserle successo di brutto doveva essere lasciato alle sue spalle, se ora era lì ad attendere le sue amiche di sempre era certamente per il solo motivo di voler uscire da tutto ciò che di negativo le si era creato intorno, trovare il coraggio per rincominciare da capo, rifarsi un’esistenza decente, ridarsi una possibilità di serenità.

    Certo l’idea di confrontarsi con la vita sia di Lisa che di Vanessa la scoraggiava un poco.

    Lisa era sposata da ormai una decina d’anni, era stata la prima del gruppo a scegliere di formarsi una famiglia, unendosi al suo eterno amore di sempre.

    Aveva conosciuto suo marito sui banchi di scuola e da quel momento non si erano mai più lasciati.

    Si erano sposati quando entrambi avevano ventisei anni e subito avevano voluto dei figli, così per lei erano pure arrivate le gioie di una doppia maternità: un bimbo ed una bimba a pochi anni di distanza, cosa volere di più bello ed appagante nella vita?

    Suo marito Corrado era un uomo bellissimo, molto ambito e corteggiato, ed era riuscito con la sua attività a crearsi una discreta fortuna, tanto da poter permettere alla famiglia una vita più che dignitosa.

    Anche a lei era sempre piaciuto Corrado, come a tutti del resto, con quel suo modo di fare sapeva come accattivarsi uomini o donne che fossero.

    Con le donne poi ci aveva sempre saputo fare, il suo sguardo ed il suo atteggiamento lo palesavano costantemente, e la sua indole di seduttore non era certo diminuita con la famiglia ed i figli.

    Alle sue scappatelle non ci aveva mai rinunciato e sembrava anche non darsi troppo da fare nel tenere nascosta la cosa.

    Lisa aveva sempre saputo dei suoi tradimenti ma non sembrava dare troppa importanza alla circostanza, o per lo meno, se infastidita, era sempre riuscita a nascondere in modo eccellente rabbia e disagio.

    Diceva che l’unica cosa che le importava erano la famiglia, i figli e l’uomo che amava vicino a sé, e che in fondo la adorava e la coccolava come nessun marito avrebbe saputo fare dopo così tanti anni di fidanzamento e di matrimonio.

    Se quello era il prezzo per essere felice ed appagata lo aveva sempre conosciuto e pagato volentieri.

    Maura non si capacitava di tanta devozione e sopportazione, non riusciva a capire come potesse accettare di dormire con un uomo che aveva appena abbandonato il letto di un’altra donna, ma soprattutto non si capacitava di come riuscisse a soprassedere al tradimento con la stessa facilità con cui si accetta una cosa da nulla ed indolore.

    Lisa sapeva che il marito era un donnaiolo, e forse aveva anche sperato che col matrimonio e la paternità si sarebbe dato una calmata, invece…..

    Invece aveva continuato coi suoi giochetti come se nulla fosse.

    E perché mai avrebbe dovuto cambiare visto che nessuno, o meglio colei che era la più legittimata a farlo, gli imponeva diversamente….

    Se la cosa andava bene a lei figuriamoci la contentezza di lui nel continuare in quello che più lo divertiva.

    Col tempo, anziché preoccuparsi di evitare platealmente scandali o pettegolezzi maligni, era diventato, nella sua ostentazione del tradimento, sempre più sfrontato ed incurante delle dicerie altrui o dei disagi che avrebbe procurato all’interno della famiglia e dei conoscenti, arrivando al punto di non darsi più nemmeno la briga di essere quantomeno un po’ discreto e riservato.

    Lisa sembrava davvero immune alle scappatelle del marito e alle chiacchiere che sul suo conto circolavano, nonostante le amiche, soprattutto Maura che per carattere non avrebbe mai tollerato un’infedeltà, l’avessero sempre informata dei suoi tradimenti.

    Già…. Maura aveva sempre cercato di rompere l’apparente indifferenza di Lisa, le era inaccettabile il pensiero che l’amica riuscisse a tollerare di dover separare il sesso, cioè quello che lui dava alle altre, dall’amore, quello che lui dava esclusivamente alla moglie.

    In fondo se si ama una persona non si può desiderare nessun altro, e sicuramente si può con tutta tranquillità, senza sforzi per resistere, evitare di andare a letto con altri.

    Ancor di più non tollerava che l’amica subisse passivamente tutte quelle umiliazioni e frustrazioni a cui era perennemente sottoposta per la superficialità e l’egoismo del marito.

    Ma Lisa era sempre stata innamorata di quell’uomo ed avrebbe accettato qualsiasi cosa pur di tenerselo accanto, e se quello era il dovuto per avere un uomo come Corrado aveva da tempo accettato le condizioni.

    In fondo, pensandoci bene, lei non aveva alcun titolo per poter giudicare e criticare l’amica.

    Lei aveva fatto una scelta ed aveva ottenuto dalla sua vita ciò che più desiderava, e di certo sarebbe stato meglio avere un marito infedele che un compagno bastardo che ti rovina l’esistenza come Francesco.

    Tranne che quell’unico difetto, se così si può chiamare, come marito e padre Corrado era meraviglioso ed impagabile, oltre che presente in ogni necessità.

    Ora che si ritrovava a quel tavolino con alle spalle un passato da dimenticare e di cui vergognarsene, riusciva a meglio comprendere la scelta di Lisa, quasi ad approvarla.

    Aveva due bellissimi bambini, aveva una bella casa col giardino, aveva il tempo e la possibilità di scegliere di dedicarsi alla casa, al menage famigliare e a tutti i suoi hobby di giardinaggio, bricolage, decoupage e tutte quelle cosettine che fanno le brave mogliettine devote alla casa ed alla famiglia.

    E sì…. aveva anche un bel marito che l’amava, l’adorava e la copriva di attenzioni.

    Ma quella che invidiava di più però era Vanessa.

    Lei si era sposata circa 4 anni fa con un riccone da favola, ed il suo matrimonio era stata l’ultima occasione in cui si erano viste tutte insieme felici e raggianti.

    Ricordava ancora con gioia quella festa stratosferica in quel parco di una villa antica vicino al lago, dove ogni cosa dava sfoggio di lusso e ricchezza.

    Ricordava gli abiti leggeri della primavera in corso e i cappelli stravaganti che le signore più chic sfoggiavano per l’occasione.

    Ricordava i tanti gazebo coperti di candide ed avvolgenti tende bianche sotto i quali c’erano le grandi tavole imbandite dove ognuno trovava posto, e le tante portate dei grandi ed elaborati piatti di leccornie che per tutto il giorno avevano deliziato gli ospiti.

    Era stata proprio in quell’occasione che lei conobbe Francesco, bello, prestante, elegante a suo modo, e con un sorriso che avrebbe incantato chiunque….

    Vanessa si era sposata con Ettore erede di una importante famiglia di industriali, grazie alla quale si era permesso oltre che una vita agiata anche diversi studi e viaggi all’estero.

    A differenza di Corrado, amante delle famiglia e dei figli, era un uomo che puntava unicamente sulla carriera e sul lavoro, infatti i suoi progetti e le sue ambizioni erano l’argomento di cui discuteva più volentieri.

    Non avevano avuto figli, lui non amava i bambini e le complicazioni ad essi connesse, e Vanessa aveva fatto sua quella scelta di prospettiva di vita.

    Chissà se avesse preferito diversamente… non ne aveva mai parlato, ne aveva dedotto che non rientrando tra le sue priorità non aveva poi fatto una grande rinuncia.

    Chissà quale vita agiata si era potuta godere in questi 4 anni Vanessa, e chissà se le sue preoccupazioni sarebbero state, come sempre, quelle di organizzare e gestire i vari appuntamenti con l’estetista, lo shopping, le lezioni di tennis, di piano, organizzare festini e cenette per ospiti illustri, serate di gala….

    Un’esistenza davvero invidiabile, soprattutto per chi, come lei, elemosinava la monetina per arrivare alla fine del mese.

    Anche Vanessa aveva visto realizzare i suoi sogni.

    Delle tre lei era sempre stata quella più attenta ai luoghi e mode di prestigio, aveva sempre preferito conoscenze altolocate e locali snob, ed in mezzo a quella gente elegante e di classe si era sempre trovata a proprio agio.

    Non avrebbe potuto trovare miglior partito di Ettore, e non avrebbe potuto sognare una vita più agiata di quella che conduceva.

    Beh, in fondo era così bella, alta, magra e raffinata che sembrava essere nata per un ambiente del genere.

    E lei? Rammentava ancora quali erano stati i suoi sogni?…

    Tra le sue amiche lei era sempre stata la via di mezzo…

    Ricordava che la sua ambizione più grande era quella di crearsi un lavoro in proprio, meglio se nell’ambito delle confezioni o della moda, ed ovviamente trovare un uomo che l’adorava con cui fare, per tempo, una bella famigliola.

    Uno o due figli le sarebbero bastati, e mai avrebbe rinunciato al lavoro, alla sua indipendenza ed autonomia.

    L’unica pecca della sua vita era un deleterio interesse per i bei maschi avventurieri, uomini non troppo legati né alla famiglia né al lavoro, quegli uomini che ti danno l’impressione di aver vissuto in ogni dove e tutte le esperienze più strane di questo mondo, che sanno condurti in lidi sconosciuti ed inesplorati, che ti sanno dare emozioni forti e travolgenti, e che ti rendono la vita un po’ tormentata e travagliata, quanto basta per non doversi lamentare mai della noia.

    Con Francesco le era sembrato di aver trovato tutto questo racchiuso in un uomo di bel aspetto e notevole prestanza fisica.

    Peccato che una volta entrata nel suo castello si era resa conto di essere circondata soltanto da falsità e precarietà.

    Ricordava il momento fulminante in cui l’aveva notato e per cui si era perdutamente innamorata…

    Lo rivedeva messo in disparte quasi a rimirare con superiore indifferenza tutti gli altri invitati, appoggiato ad una colonna del portico del palazzo con le gambe accavallate, vestito con un abito elegante solo perché lo richiedeva l’occasione ma a cui aveva dato un tocco di personalità lasciando un poco sbottonata la camicia portata col papillon slacciato e con un sedano piantato nel taschino al posto del fiore.

    Quell’immagine aveva fatto di lui un mito, qualcosa di etereo, irraggiungibile.

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