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L esca del greco: Harmony Collezione
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E-book171 pagine2 ore

L esca del greco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il magnate Xandro Christofides non si fermerà davanti a nulla per recuperare un prezioso cimelio di famiglia, arrivando a usare come esca la seducente ballerina Sage Woods. Ma quando il fuoco dell'attrazione li travolge inaspettatamente, Xandro rischia di dimenticare ogni sua regola. Perché in questo gioco di seduzione può esserci un solo vincitore.
LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2020
ISBN9788830516748
L esca del greco: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    L esca del greco - Maya Blake

    successivo.

    1

    Alexandros Christofides fissava il posto dov'era solito trovarsi il suo prezioso cimelio. Dove si sarebbe dovuto trovare. Sbatté le palpebre una volta. Due. Il consunto cofanetto di velluto marrone non comparve per magia, come aveva quasi sperato.

    Nonostante le scrupolose misure prese, il cofanetto era sparito. Mancavano anche altri oggetti. Mucchi di banconote da cento dollari, ninnoli costosi del suo gioielliere personale che, come aveva scoperto nel corso degli anni, guarivano i cuori femminili infranti quando veniva il momento dell'inevitabile discorso di addio. Ma era l'assenza del cofanetto di velluto marrone a catturare tutta la sua attenzione. La perdita era così viscerale che continuava a fissare lo spazio vuoto, sempre più incredulo e in preda a una fredda collera.

    Solo una volta il cofanetto non era stato in suo possesso, quando aveva dovuto lasciarlo per apportare i cambiamenti necessari a trasformare la propria vita. Era stato uno dei momenti più memorabili e determinanti per lui. O quello, o accettare che la strada che stava percorrendo l'avrebbe condotto inevitabilmente a una fine precoce e assurda. La collana che aveva segnato la storia della sua famiglia era stata la prima pietra della sua vita. Per lui era e sarebbe sempre stata ben più di un gioiello. La necessità di separarsene la prima volta era stata causa di disperazione, proprio come ora. E non solo per lui. Aveva sentito anche il dolore di sua madre, così come lo sentiva echeggiare adesso.

    Questa volta, tuttavia, la perdita non era volontaria. Né temporanea. Sì, c'erano voluti tre lunghi anni per riaverla indietro la prima volta, ma allora aveva saputo dove si trovava la collana di rubini a ogni ora di ogni singolo giorno. L'accordo raggiunto con il proprietario del negozio dei pegni aveva incluso la prova visiva settimanale che la collana era ancora di sua proprietà. Che era al sicuro, in attesa di essere riscattata non appena la situazione finanziaria di Xandro l'avesse permesso. Certo, gli era costato un interesse extra del cinque per cento nel prestito che aveva fatto, ma non aveva avuto importanza. Sebbene la collana avesse rappresentato disonore e disgrazia per quanto poteva ricordare, per lui era qualcos'altro. Aveva fatto quella promessa con il proprio sangue, il sudore e le lacrime disperate di sua madre. E aveva avuto bisogno della prova tangibile di essere sulla strada giusta.

    Aveva ottenuto ciò che si era ripromesso di fare, vale a dire sottrarre se stesso a un futuro infausto e la madre a un lavoro ingrato. Alla prima occasione aveva riacquistato la collana, e anche se non avrebbe mai potuto guardarla senza ricordare perché fosse in suo possesso, nel corso degli anni aveva finito per rappresentare molto di più per lui. Ogni volta che la spuntava su un avversario o concludeva un affare apparentemente impossibile, sapeva di dovere quel successo anche all'insaziabile spirito battagliero e alla necessità di riuscire per non perdere la collana.

    Solo che ora era sparita.

    Un ladro gli aveva rubato i suoi averi. Qualcuno di cui si fidava era entrato nel suo ufficio e aveva preso ciò che gli apparteneva.

    Da quando aveva ottenuto un potere e un successo che la maggior parte degli uomini poteva solo sognare, Xandro aveva trascorso molto tempo senza una sfida personale così audace. Attualmente le sole sfide che riceveva, e apprezzava, venivano dai suoi avversari nel consiglio di amministrazione, così trovava difficile credere che il furto fosse avvenuto per davvero. Ma lo spazio vuoto che fissava ne era la prova.

    Per quanto detestasse ammetterlo, poiché sarebbe stato come accettare una debolezza che aborriva, aveva la sensazione che mancasse una parte di lui. Non una parte vitale... non avrebbe mai concesso a niente e a nessuno quel potere su di lui. E di certo niente di simile all'angoscia mostrata dalla madre per la collana, né al terrore con cui aveva convissuto in quei tre anni, sapendo che a coloro che miravano a crocifiggerlo sarebbe bastata una sua mossa sbagliata.

    Si era liberato dalla paura di essere nel mirino del capo di una banda e aveva allontanato la madre da una vita di pericolo e lavoro ingrato. Gli anni duri della gioventù avevano lasciato delle cicatrici, lo sapeva. Era stato accusato di essere crudele. Spietato. E le amanti cui aveva mostrato la porta non appena avevano cercato d'incastrarlo l'avevano definito insensibile.

    Xandro non intendeva mai scordare il passato, né struggersi per amore come aveva fatto la madre. Nondimeno, riconosceva che l'assenza del cofanetto lo... affliggeva.

    Era così intento ad analizzare e cercare di soffocare quell'emozione indesiderata che non sentì bussare alla porta. Passi pesanti si fermarono accanto alla scrivania del suo vasto ufficio. Xandro non si girò. Sospettava già chi fosse.

    «Lui se n'è andato, signore.» La notizia era carica di circospetta apprensione.

    Nonostante le luci al neon di Las Vegas che brillavano oltre la finestra del cinquantesimo piano, il suo mondo divenne cupo. Provò una stretta al cuore che la maggior parte delle persone dubitava che possedesse.

    A dire il vero, di recente guardava di rado la collana. Il retaggio di stenti e sofferenza che aveva portato a sua madre era impresso per sempre nel suo cuore, così come lo sforzo sfiancante che aveva sopportato per liberarsi dalle grinfie della banda era impresso nella sua psiche. Nondimeno, la collana di rubini faceva parte del suo DNA. Il che rendeva inaccettabile la perdita.

    Serrando le mani a pugno, si girò di scatto. «Chi è lui e dov'è andato?» Le parole sembravano frammenti di vetro che gli graffiavano la gola.

    «Un addetto alla sicurezza di grado elevato, signore. Benjamin Woods. Aveva superato tutti i test per quel livello, e in base alla politica della società gli avevamo fornito un lasciapassare per questo piano.»

    «Quando?»

    «Un mese fa» confermò Archie Preston, il suo capo della sicurezza.

    «Quindi ha avuto un mese per progettare il colpo?»

    «Sì» fu l'esitante risposta.

    «Come ha fatto?»

    «Le telecamere lo mostrano mentre accompagna l'ultimo ospite nella sua suite alle quattro del mattino. Poi ha preso l'ascensore fino a questo piano. È stato visto lasciare il suo ufficio un quarto d'ora dopo con uno zaino. È uscito direttamente dall'hotel e ha preso uno dei taxi all'esterno.»

    Xandro aspettò. C'era dell'altro.

    «Abbiamo rintracciato il tassista» continuò Archie. «Woods ha percorso solo tre isolati prima di chiedere di scendere. L'autista dice che si è allontanato lungo una delle vie laterali.»

    «Sapeva che avremmo rintracciato il taxi, così l'ha usato solo per farci perdere le sue tracce?»

    Preston annuì. «Stiamo monitorando gli aeroporti e i terminal degli autobus...»

    «Mi spiega a cosa servirà, quando ha già un vantaggio di tredici ore?» scattò Xandro.

    «Posso solo scusarmi e promettere che ovunque sia sparito, io e i miei uomini lo troveremo.»

    Xandro si sforzò di aprire i pugni, o avrebbe rischiato di colpire qualcosa di solido. Come la parete più vicina. Resistette all'impulso di controllare di nuovo la cassaforte, perché non voleva provare ancora quel lacerante senso di perdita.

    Era sparita. Ma non avrebbe avuto pace finché non fosse stata di nuovo in suo possesso.

    «Non dubito che lo farete. Sappiamo come ha ottenuto l'accesso al mio ufficio, non come conoscesse il codice della mia cassaforte. Ma ora la domanda più importante è: come lo troviamo prima che riesca a vendere il mio bene?»

    Archie corrugò la fronte e si grattò la nuca. «Se mi dà la luce verde, stasera recluterò una dozzina d'investigatori privati per iniziare una caccia all'uomo...»

    «Può farlo. Oppure può trovarmi tutto il possibile su Benjamin Woods e i membri della sua famiglia.»

    «Se... posso chiederlo, a cosa servirà?» si azzardò a chiedere Archie.

    Xandro si concesse un sorriso amaro. «Perché la famiglia resterà sempre la debolezza di un uomo... soprattutto se a pezzi.» La minaccia alla propria madre l'aveva quasi messo in ginocchio un tempo. Era stata la sveglia necessaria per cambiare la propria vita, per proteggere la sola persona che contava per lui. Non aveva mai dovuto usare la famiglia per far leva su qualcuno come avevano fatto con lui, ma del resto nessuno aveva mai osato portargli via qualcosa di così prezioso.

    Era deciso a far pagare a Benjamin Woods il suo crimine e avrebbe usato qualunque mezzo. La famiglia era uno strumento efficace.

    «Una famiglia che genera un ladro è certamente guasta. Me la trovi e comincerò da lì.»

    Archie se ne andò dopo altre solenni rassicurazioni e Xandro si diresse verso la finestra dell'ufficio, situato nella catena di hotel e casinò di maggior successo al mondo. Fletté le dita mentre seguiva con lo sguardo le luci al neon e l'umanità in cerca di eccessi ai suoi piedi. Non era arrivato così lontano, sottraendosi al pericolo, alla povertà e distanziandosi dalla sventura della famiglia per perdere la sola cosa che l'aveva aiutato ad alimentare la propria ambizione e il proprio successo.

    Sapeva che non ci voleva molto perché una famiglia si sfasciasse. E intendeva sfruttare ogni debolezza del ladro finché non avesse riavuto la collana.

    2

    Il battito ritmato dei piedi sul pavimento seguiva perfettamente la musica. Be'... quasi perfettamente. Pochissime persone avrebbero notato il ritardo, ma Xandro lo sentì dopo una manciata di secondi.

    Aveva avuto ben poco da bambino... un retaggio di disgrazie e di debiti, un'esistenza passata a tirarsi fuori da quel buco infernale... ma aveva sempre avuto la musica.

    Quando la nonna era morta di cuore nel loro triste tugurio del Bronx, sua madre aveva seguito la tradizione. Le giornate iniziavano con la sua interpretazione della cantante preferita, Maria Callas, e terminavano con ossessionanti operette di compositori morti da tempo. Xandro conosceva tutti i grandi tenori e soprani, morti o viventi. Era cresciuto guardando interminabili pellicole di opere in bianco e nero prese in prestito dalla biblioteca e filmati amatoriali di danza della madre che i nonni erano riusciti a mettere in valigia prima di salire sulla nave per New York con la figlia diciottenne incinta: la figlia con la splendida voce e i sogni della danza che erano stati crudelmente infranti da coloro che avevano più potere e ambizione di lei.

    Il ricordo agrodolce era il motivo per cui Xandro sapeva che l'artista era in ritardo di una frazione di secondo sulla musica.

    Ma la musica e la danza non erano la ragione per cui si trovava lì a Washington.

    La sala era in penombra, con un solo raggio di luce puntato sulla ballerina sul palcoscenico. L'auditorio era vasto, ma occupato solo da una manciata di persone. Le controllò a una a una, sentendo crollare l'umore quando non riconobbe in nessuna di loro la sua preda.

    Aveva fatto un lungo viaggio per trovare Sage Woods, sorella del ladro che aveva sottratto il suo bene più prezioso. Archie non aveva avuto il tempo di fornirgli una foto recente. L'unica che aveva era stata scattata più di dieci anni prima, quando la ragazza era appena quattordicenne. Ma anche allora il volto perfetto e i capelli rossi erano bastati a farla risaltare in mezzo a qualunque folla. A meno che non fosse cambiata drasticamente, sarebbe stato facile individuarla.

    Ignorò le poche occhiate curiose quando si spostò di lato, aspettando che la ballerina e gli spettatori lasciassero la sala prima di prendere il telefono dalla tasca. Archie si era riscattato trovando Sage Woods a Washington a tempo di record. Ma Xandro non era di umore particolarmente indulgente.

    Più di quello che rappresentava per lui, la collana gli ricordava ciò che aveva significato per la madre.

    La gioia sul suo viso ogni volta che l'aveva indossata... il giorno della sua laurea, e la sera in cui l'aveva portata a cena dopo aver firmato i documenti del suo primo hotel. Momenti luminosi in un passato altrimenti fosco che non erano sgraditi, ma che accentuavano comunque il senso della perdita.

    Oltre ai ricordi che lo tormentavano, l'affare cui stava lavorando si era complicato all'improvviso. Se fosse

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