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Doping affair - giallo nel mondo del doping calcistico
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E-book288 pagine4 ore

Doping affair - giallo nel mondo del doping calcistico

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Info su questo ebook

Anna é felice. Sta andando a Londra a realizzare il suo sogn: scrivere un libro sul tour degli stadi calcistici londinesi. Non ha fatto i conti con Mario, suo ex fidanzato, ex calciatore, bandiera del Manchester e della nazionale italiana che è a Londra per presentare un libro sul doping calcistico. Si rivedono, si danno appuntamento il giorno dopo. marito non si presenta. Dopo quindici giorni viene trovato morto, imbottito di droga. Con l'aiuto di Marc, giornalista inglese amico di Mario, e John, poliziotto di Scotland Yard, Anna riuscirà a trovare il colpevole.
LinguaItaliano
Data di uscita7 lug 2016
ISBN9786050474916
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    Anteprima del libro

    Doping affair - giallo nel mondo del doping calcistico - Monica Rossi

    calcistico

    I

    Professore quanto c’è di vero nell’affermazione secondo cui il doping, nel calcio, non esista o sia meno diffuso che in altri sport?.

    Assolutamente nulla. Il doping nel calcio esiste ed è diffuso come negli altri sport se non di più! Già alla fine degli anni ’90 se ne parlava ma, si era gridato allo scandalo, dicendo poi che nessun calciatore si dopava e poi apparvero ben undici casi di squalifica per uso di nandrolone, chissà come mai...ma nulla è cambiato, oggi si continuano ad usare sostanze dopanti che però, rispetto agli anni 80, sono meno facili da scoprire. Vediamo calciatori che, rispetto ai loro predecessori, sviluppano in poco tempo la loro muscolatura in maniera molto più netta senza venire penalizzati né dal punto di vista della dinamicità, né della partecipazione all'azione collettiva...e sono più aggressivi. Guardatevi intorno e vedrete quanti giocatori ci sono così....

    Anna ricordava molto bene quel giorno in cui lei e Mario erano andati a Saint-Omer, nella Francia del nord, ad ascoltare la conferenza di Attilio Pennellati, medico sessantaquattrenne, ex giocatore e allenatore di calcio, ora membro della Wada, World Agency Against Doping.

    Sei libera giovedì 23? Ti va di accompagnarmi?... Le aveva chiesto Mario. Era fine giugno e faceva caldo. Lei pensato ad una proposta che aveva il profumo...di mare. beh si, posso liberarmi…ma dove vorresti portarmi? già pregustava il dolce calore del sole, i primi bagni, una bella spaghettata di pesce in un bel ristorantino sulla spiaggia…

    ...ad una conferenza sul doping calcistico le aveva risposto timidamente.

    Doping nel calcio? Aveva ripetuto sorridendo, mentre i suoi sogni crollavano di colpo. Oddio…non ne so molto davvero! Ma se ci tieni che ti accompagni … certo è innegabile che si vedono certi fisici palestrati in campo che sembrano appena usciti da una palestra più che da un campo di calcio! Ma tu che c'entri?. Era molto incuriosita e divertita da quella proposta. Ma lui non aveva risposto, si era limitato a contraccambiare il sorriso e aveva lasciato che tutto finisse li. Capitava spesso che venisse invitato a convegni, incontri a tema sullo sport in genere e soprattutto sul calcio, così anche lei non aveva continuato ad insistere per sapere altre cose. Pochi giorni per preparare i bagagli, lui aveva pensato a tutto il resto, come spesso accadeva: aereo Bologna-Parigi, macchina prenotata per arrivare in quel paesino poco conosciuto vicino a Calais: Saint-Omer. Un centro storico con edifici in stile gotico-fiammingo, la Cattedrale de Notre-Dame del XIII-XV secolo, con numerose opere d'arte tra cui le tombe di San Eustachio e di Sant'Omer . Mai sarei venuta nella mia vita a visitare questo paesino! aveva commentato Anna divertita, mentre si lasciava trasportare dal paesaggio. Anche la giornata al convegno era stata interessante e quel professore famoso, quel Pennellati, si era avvicinato a loro, salutando Mario come se non fosse la prima volta che si incontravano e presentandosi con modi gentili ad Anna. Insieme erano andati a continuare la conversazione al ristorante Le Cygne, noto per i suoi piatti tradizionali della Francia settentrionale e, tra un manzo almaroilles, una granita alla Kriek alla ciliegia e il semifreddo agli

    speculoos avevano continuato a parlare di atleti, farmaci, prestazioni fisiche.

    Quel giorno, se lo ricordava bene, aveva rappresentato una svolta nel loro rapporto: era riuscito a vederlo diverso, meno frivolo e banale, finalmente interessato a qualcosa di concreto che poteva distinguerlo dalla stragrande maggioranza di calciatori abituati a vivere cullati da fama e denaro.

    Lo aveva amato ancora di più da quel giorno...

    Anna faceva Corbia di cognome, aveva trentasette anni, originaria di Bologna era giornalista di un quotidiano nazionale. Alta, formosa ma non sovrappeso, capelli lunghi ricci e neri come una nuvola di pioggia, un sorriso piacevole e gentile, la risposta sempre pronta e talvolta pungente.

    Mario faceva Spinelli di cognome, aveva quarantatré anni ed era stato il suo fidanzato fino a due anni fa. Alto, biondo, quel tanto da non sembrare di nazionalità italiana, era ancora ammirato e amato da molti tifosi e tantissime tifose. Soprattutto. Ex giocatore di calcio, vantava una grande e valorosa carriera alle spalle: centrocampista della Nazionale italiana e del Milan per dieci anni, aveva scelto poi di andare all'estero, diventando la bandiera del Manchester United, dove aveva concluso la sua esperienza da giocatore. Viveva a Londra ma, da quando aveva conosciuto Anna, si era trasferito a Bologna, dove aveva comprato un appartamento in centro per abitare con lei, cominciando a frequentare il centro di Coverciano, in veste di osservatore e preparatore di molti giocatori.

    Si erano conosciuti durante una partita della nazionale italiana. Lei, giornalista, era stata inviata quel giorno in una sala stampa gremita di uomini ad ascoltare domande retoriche su schemi e tattiche di gioco, lui era lì in veste di accompagnatore della squadra. Lei fa una domanda fuori dai soliti dibattiti calcistici pre partita, lui, incuriosito, alza lo sguardo e la vede. Non era stato difficile poi sapere chi fosse quella intrepida giornalista e invitarla fuori a cena. Anna era appena uscita da una relazione sentimentale disastrosa che le aveva fatto giurare che mai più si sarebbe innamorata di un uomo. Mario invece entrava e usciva da storie di donne, non per solo sesso e per superficialità, ma per paura di rimanere coinvolto emotivamente. Con lei era stato diverso sin da subito. La loro storia era durata tre splendidi anni, vissuti intensamente, poi, improvvisamente, aveva cominciato a stare più tempo in giro per l'Italia e l'Europa, tornando spesso anche nella sua casa di Londra: cerca di capire, devo seguire dei giocatori le aveva detto. Potevano passare intere senti and senza vedersi. Lei aveva provato a chiedergli spiegazioni, ma sembravano non essercene, anche perché quando si rivedevano, lui sembrava essere l'innamorato di sempre.

    Un giorno però in redazione, le avevano fatto notare, con molto tatto, che il suo bel Mario era il protagonistadi un giornale scandalistico, pizzicato mentre, in un famoso ristorante di Venezia, si lasciava andare in atteggiamenti gentili con una donna bellissima, ben più giovane di lui, famosa velina di un programma televisivo.

    Uno shock. Punto e fine della storia.

    Lei non lo aveva più cercato, lui aveva provato a telefonarle, dopo aver scoperto le foto sul giornale, ma non era andato più in là di un scusami, avrei dovuto dirtelo prima...Non me la sentivo più di continuare la nostra storia..., lasciando in questo modo pochi spazi al dialogo o ad eventuali speranze di ripensamento. Lei si era trovata devastata, annullata, senza riuscire a trovare, per molto tempo, un senso al solo gesto di alzarsi la mattina o mangiare. Ma poi il tempo aveva ricominciato a scorrere, dapprima molto lento, poi normale, poi la frenesia della redazione aveva preso il sopravvento, come era sempre accaduto. Al giornale pur rispettando il suo stato d'animo e il suo imbarazzo per la situazione, avevano cercato di coinvolgerla in nuove situazioni lavorative.

    Il lavoro e gli amici l'avevano aiutata.

    L'unico effetto collaterale che le era rimasto, di tutta questa storia, oltre all'affetto che ancora provava per lui, era che aveva iniziato a soffrire di attacchi di panico: gallerie, ascensori, aerei, ponti, autostrade, grotte... luoghi chiusi che mentalmente le davano l'impressione non aver vie di fuga. Tuttavia riusciva a fare una vita quasi normale, continuando a viaggiare su aerei, macchine e navi, magari portandosi qualche boccetta di gocce con sé che potevano sostenerla nei momenti bui...ma era un buon compromesso, dopotutto.

    Ogni tanto le accadeva di sbattere contro un trafiletto, una notizia Ansa, una voce, una foto di lui e allora i ricordi salivano e cominciavano a soffocarla ma, in redazione, avevano fatto in modo che non lo potesse più incontrare alle partite, lei ora si occupava d'altro: Affari e finanze.

    Nell'appartamento di Bologna di Mario, dove avevano abitato insieme, lui aveva lasciato tutto: vestiti, scarpe, profumo, chiavi e persino lo spazzolino da denti. Non era più passato a ritirare nulla. O almeno era stato così fino a quando anche lei aveva fatto la valigia e aveva trovato il coraggio di chiudersi l'appartamento alle spalle, con le chiavi dentro, per ritornare nel suo: un mini in via della Concia.

    La cosa strana era che mai nessuna altra donna era entrata nell'appartamento di Mario, glielo aveva confidato un giorno la portinaia: ogni tanto lui viene, ma è sempre da solo! Sta qui poco, uno o due giorni e poi ritorna via. Tante persone hanno chiesto se vuole venderlo, ma lui mi fa rispondere sempre di no.

    L'appartamento all'ultimo piano con grande terrazza in Strada Maggiore continuava ad avere le finestre talvolta aperte e talvolta chiuse. Spesso ad Anna capitava di passarci sotto e anche quel giorno, prima di andare in aereoPorto, aveva voluto allargare il percorso per controllarle.

    Quanto tempo é passato!. Sospirò Anna, seduta nella sala d'attesa dell'aeroporto di Bologna, in una calda giornata di luglio inoltrato. Se penso che due anni fa ero con lui a Saint Omer...non riesco ancora a togliermelo dalla testa e chissà quando ci riuscirò. Non c'erano ricette o soluzioni, lo sapeva bene, bisognava solo sopportare e sperare nel tempo. Tutti questi ricordi...servono solo a farmi stare peggio, bisogna che la smetta!. Si alzò di scatto e cominciò a camminare, dentro e fuori dal duty free, guardando questo e quel profumo, come per allontanarsi da un pensiero che sperava potesse rimanere seduto dove lo aveva lasciato...

    Chiamata per il volo Z734 per Londra, imbarco al gate 8

    Il lungo flashback era finito. L'annuncio la riportava alla realtà. Prese il trolley e si incamminò con il biglietto aereo in mano verso il Gate. Indossava un paio di jeans non molto stretti che disordinatamente entravano e uscivano dagli stivaletti bassi neri, una maglia nera comoda e giacca a vento color antracite che portava con molta disinvoltura. Un lungo e colorato paia di orecchini le ornavano il viso, un dono di un'amica di ritorno dalla Thailandia. Aveva scelto di indossarli quel giorno perché pensava che le portassero fortuna. I capelli erano sciolti e disordinati, come amava portare lei, nessun trucco, solo un lucida labbra neutro che teneva sempre con sé in borsetta, come un talismano. Quando arrivò al Gate e si mise in fila per il check-in, per evitare un possibile attacco di panico, prese dalla borsa la boccetta di Rescue Remedy che la sua amica naturopata le aveva consigliato.

    Alcune gocce sotto la lingua al bisogno. Le aveva detto.

    Ora sentiva che cominciava ad averne bisogno.

    Quel forte sapore di alcool le invase la bocca e la fece sentire meglio. Mentre attendeva che le hostess cominciassero ad esaminare i biglietti e le carte di identità dei passeggeri in fila, cellulare alla mano, fece un rapido calcolo dei giorni che avrebbe passato nella capitale inglese: Fra un mese potrei essere già sul volo di ritorno!. Pensò. Era contenta di andare ma non aveva mai pensato nemmeno per un momento di cambiare città, come forse aveva potuto pensare anni fa, con Mario a fianco.

    Stava andando a realizzare un suo sogno: una casa editrice le aveva dato incarico di scrivere un libro sul tour degli stadi calcistici londinesi! Quando il suo agente letterario le aveva telefonato, era rimasta senza parole per l'emozione, hanno accettato? Grandioso! Che tempi ci sono?. Sarebbe dovuta partire entro pochi giorni e, nel giro di due mesi, avrebbe dovuto consegnare il libro.

    Ma.... Aveva cercato di obiettare,non ci riesco, come faccio con il lavoro al giornale, non so se riusciranno a darmi un periodo di aspettativa.... Non c'era stato nulla da fare, se voleva cogliere questa opportunità doveva partire subito. Per fortuna il suo direttore aveva capito e glielo aveva concesso. Sarebbe stato il suo primo vero libro commissionato e edito da una grande casa editrice londinese.

    Ultima chiamata per il volo Z734 per Londra, imbarco prioritario. Ancora minuti e poi avrebbero aperto il gate per tutti gli altri viaggiatori.

    permesso! Permesso! Scusate ma ho l'imbarco prioritario. Una voce trafelata si avvicinava ondeggiando su tacchi quindici.

    Si girò incuriosita e rimase a bocca aperta. Una donna che lei ben conosceva, mostrò il biglietto alle hostess. Come non riconoscerla? Sabine Morelli, trent'anni da poco compiuti, velina in varie trasmissioni televisive, alta, magra, gambe lunghissime e mozzafiato, abbronzatissima sempre, seno prosperoso (anche se lei sospettava come tanti che se lo fosse rifatto), capelli lunghi ricci con colpi di luce biondi, occhi verdi. Una donna da eliminare subito dalla faccia della Terra anche perché era lei la nuova compagna del suo ex fidanzato Mario.

    Buffo il destino. Si ritrovavano sullo stesso volo per Londra.

    Spero che l'aereo sia grande si disse Anna, così riuscirò a non incontrarla. Lei davanti e io dietro o viceversa, in questo modo starò tranquilla.

    Ma il destino è molto bravo a complicare le cose e Anna si ritrovò, non si sa come, a condividere la stessa fila H di tre posti, ABC, con la bella Sabine.

    Mi scusi non potrei cambiare posto? Chiese subito all'hostess quando si rese conto dove sarebbe capitata. Sabine era già seduta, lei era salita dal retro dell'aereo, cercando subito con lo sguardo avanti il posto che le era stato assegnato.

    Qualcosa non va lady? Rispose lei con modi gentili..

    No..cioè si. Vorrei cambiare posto. Disse Anna impacciata.

    Sorrise l'hostess: Dubito di poterla accontentare...tutti i posti sono occupati, le consiglio di provare a mettersi d'accordo con un'altra persona. Ecco fatto. Non aveva voglia di andare da uno o dall'altro passeggero per chiedere il cambio. Ma non voleva certo sedersi vicino alla rivale. Mentre rimaneva così, ferma nel corridoio, indecisa sul da farsi, Sabine di girò e la vide. Accennò ad un modesto sorriso come cenno di saluto. Lei non ricambiò. Mi sembra non ci sia altra scelta..., si disse con un'espressione che lasciava ben poco spazio a forme di cortesia. Si sedette, sistemò la borsetta e tirò fuori l'IPad. Poi si mise le cuffie alle orecchie e cercò uno svago nella musica.

    Sabine in tutto questo tempo era rimasta ferma immobile, senza fiatare, per paura di reazioni imbarazzanti.

    L'aereo rullò sulla pista, i motori spinsero al massimo per decollare, Anna chiuse gli occhi e inevitabilmente pensò a quante volte era decollata per Londra con Mario seduto al suo fianco e quante altre volte lui era all'aeroporto ad aspettarla. Ora attendeva un' altra, la bella Sabine seduta per uno scherzo del destino proprio a fianco a lei!

    Come avrebbe reagito se se lo fosse trovato in aeroporto? Già sentiva la rabbia salire. Decise di alzare il volume della musica proprio sulle note di Song for Someone e si lasciò cullare in cielo, intenzionata a non parlare per tutto il viaggio.

    "You got a face not spoiled by beauty

    I have some scars from where I’ve been

    You’ve got eyes that can see right through me

    You’re not afraid of anything they’ve seen

    I was told that I would feel nothing the first time

    I don’t know how these cuts heal

    But in you I found a rhyme...".

    I found a rhyme...sorrise Anna amaramente, credevo di averla trovata in te la rima....

    Mi dispiace per come è andata a finire tra te e Mario, vorrei spiegarti.... Si sentì dire. Erano passati circa 20 minuti dall'inizio del viaggio.

    Scusa? Rispose piena di antipatia. Non ho capito....

    Stavo dicendo che mi dispiace per te e Mario! Questa volta Sabine quasi lo urlò e molti passeggeri si girarono a guardarla.

    Non mi sembra il caso che urli le rispose acida e nemmeno che tu mi dica questo, visto che sei stata la causa, anche se non voglio dare la colpa a te...si, non ce l'ho con te. Davvero! Quindi stai tranquilla ma lasciami stare perché non abbiamo nulla da dirci io e te.

    Va bene, come vuoi, ma vorrei che tu capissi che non sono stata io la causa. Te lo giuro! Non sapevo che lui avesse una fidanzata. Non lo conoscevo prima e non conoscevo te. Me ne parlò solo dopo.... Cercò di spiegarsi.

    Avrebbe fatto differenza? Avresti rinunciato a lui per me? Non credo.... Era furente Anna, rossa in volto si sentiva la rabbia sopita per molto tempo che saliva. Sembrava proprio stroncato sul nascere il timido tentativo di dialogo tra queste due donne, cosi lontane e diverse tra loro, ma le cose andarono in modo diverso. Sabine non era affatto una donna stupida e superficiale come Anna pensava e, in poco tempo, si erano trovate a condividere molte cose. Avevano parlato di Mario, ovviamente, del suo fascino, della sua bellezza, dei suoi difetti e Sabine si era commossa nel vedere quanto Anna lo amava ancora. Le aveva confidato che per lei, Mario non avrebbe rappresentato il grande amore della vita e che la loro unione era destinata a finire prima o poi. Forse non domani, non fra un mese, ma non sarebbe passato molto tempo, di questo ne era sicura.

    Con te è rimasto molti anni. So che ti ha amato tanto, ma non sarà la stessa cosa con me.., aggiunse alla fine.

    Anna sorrise. Continuavano ad affiorare nella sua mente i ricordi di quando stavano insieme e di quanto aveva sentito, nonostante tutto, che lui l'aveva davvero amata. Non si dava pace, una domanda su tutte la tormentava: perché Mario era scappato da lei così, come un ladro se era vero che l'aveva amata tanto?

    Ma ci sarà lui all'aeroporto ad aspettarti?. Chiese preoccupata.

    Si, direi proprio di si, ci siamo sentiti prima dell'imbarco e mi ha detto che sarebbe venuto a prendermi con la macchina... Sabine lasciò la frase in sospeso, le stava venendo di dire vuoi un passaggio? Ma per fortuna si fermò.

    Vorrei non vederlo rispose lapidaria Anna. Ti prego di andare per prima, io cercherò di essere tra gli ultimi, vuoi?

    Si, certo, se è questo che vuoi... Ma non mi hai ancora detto perché vai a Londra...

    Le chiese Sabine che si era resa conto improvvisamente che avevano tanto parlato del passato e poco o nulla del presente.

    Sorrise. Mi hanno offerto di scrivere un libro su Londra. Ho accettato ed eccomi qua! Sorrise.

    ..e tu? Vai a raggiungere Mario per una vacanza? Le costava tanto chiederglielo. Sentiva le guance ridiventare rosse.

    Sì, mi sono presa qualche giorno di vacanza per rimanere con lui, visto che presenterà il suo primo libro la prossima settimana...non lo sai?.... La guardò negli occhi.

    Anna sentì un colpo al cuore. Improvvisamente si aprì nella sua mente file dimenticato, accantonato. Certo che lo sapeva! Che stupida! Come aveva fatto a non ricordarlo? Molti giornali avevano già pubblicato la notizia, compreso il suo: il famoso ex calciatore Mario Spinelli stava per pubblicare il suo primo libro nel quale denunciava come il doping era presente nel mondo del calcio. In redazione le avevano chiesto se se ne voleva occupare lei, visto che stava andando proprio a Londra, ma era bastata una occhiataccia per far loro capire che dovevano affidare il pezzo ad un altro collega. Ora ricordava anche di aver pensato che finalmente capiva tutti quei convegni sul doping e l'amicizia con Pennellati e che si era però molto meravigliata della scelta di scrivere un libro così scomodo. Aveva letto che la presentazione del libro non sarebbe stata in Italia, ma a Londra, dove principalmente viveva, perché, come aveva detto lui in un'intervista, non amo come la stampa italiana finge di non accorgersi del problema doping e, di conseguenza, di come scelgono di dare poco risalto al problema sulle pagine dei giornali. Ma probabilmente poi, vista l'euforia della partenza e le mille cose da fare, aveva rimosso la notizia...

    Ci rimase male nel ricordarla, ma ostentò indifferenza.

    Cabin crew reading for landing il comandante comunicò che tra pochi minuti sarebbero atterrati all'aeroporto di Londra Gatwik. Il volo era ormai terminato.

    Quando ci sarà la presentazione hai detto?. Le chiese con un pizzico di curiosità.

    La prossima settimana, giovedì 23, alla libreria Hatchards a Piccadilly, la conosci?.

    Se la conosceva? Avrebbe fatto carte false per avere la possibilità di presentare lì un suo libro.

    Di proprietà di Waterstone's, Hatchards era la più vecchia libreria di Londra, la seconda della Gran Bretagna, fondata nel 1797. Molti erano gli autori famosi che avevano presentato i loro libri: da J.K Rowling a Peter Ackroyd, Margaret Thatcher, Stephen Fry, David Attenborough, Michael Palin e altri. Ora Mario.

    Si, la conosco rispose senza troppo entusiasmo, è la libreria più famosa di Londra, in Piccadilly Street, ci sono andata molte volte a perdermi tra gli scaffali.... Ancora ricordi e tristezza che si mescolavano insieme...Basta così. Era arrivato il momento di scendere dall'aereo. Si alzò e le sorrise.

    Ciao Sabine, nonostante tutto mi ha fatto piacere parlarti. Buona fortuna e stai vicino a Mario, finché riuscirai le disse sorridendo mentre gli occhi si velavano di tristezza.

    Ciao Anna. Verrai alla presentazione del libro?. Le chiese con sincero interesse.

    No, penso proprio! cercherò di fare altro quel giorno. Non mi sembra il caso.... Sorrise nuovamente.

    Come vuoi rispose Sabine, ma se cambi idea fammelo sapere. In ogni caso ti lascio il mio numero di cellulare. Le diede un biglietto da visita tutto colorato e poco sobrio.

    Grazie..certo, te lo farò senz'altro sapere...e questo è il mio, ma ti scrivo anche il numero privato perché questo è quello del giornale.... Pochi minuti ancora insieme poi si salutarono imbarazzate, dandosi una formale stretta di mano.

    Tutto qui.

    Sabine si affrettò a scendere, come era negli accordi, Anna la seguì allontanarsi con quel vitino da vespa e i tacchi alti che la facevano emergere dal branco, se ce ne fosse stato bisogno...poi scese, senza fretta, tra gli ultimi passeggeri.

    Nessuna traccia di Mario agli arrivi.

    Accese il cellulare che le diede il benvenuto nell'United Kindom, ricalcolando posizione e ora: erano le 5 del pomeriggio, tea time....

    Nella testa le continuava a lampeggiare la data della presentazione del libro:

    giovedì 23 libreria Hatchards, giovedì 23 libreria Hatchards...non mi ha detto a che ora, ma non farò fatica a saperlo, nel caso dovessi cambiare idea.... Sorrise e si diresse verso la stazione dei treni. Il primo treno utile per Victoria Station stava per partire e Anna fu contenta di adagiarsi sui comodi sedili di quei treni inglesi così veloci e leggeri, puliti e

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