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La solitudine che cresce
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E-book73 pagine53 minuti

La solitudine che cresce

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Info su questo ebook

LA SOLITUDINE CHE CRESCE
Mario, il protagonista, è un ingegnere edile. Vive In un paese sul lago di Iseo. Durante l’attraversata a nuoto del lago per una gara che si tiene tutti gli anni a fine agosto, crede di aver visto una donna sott’acqua, che gli dice di essere Dio.
Questo “incontro” lo destabilizza e gli fa decidere di affrontare un viaggio da solo durante il quale crescerà in tutti i sensi.
Riesce così a mettere in ordine pensieri e approfondimenti su se stesso e sulla vita in generale.
Un giorno incontra Fabio che vuole sapere cosa realmente gli era accaduto durante l’attraversata a nuoto del lago. Tra i due nasce una forte amicizia.
A questo incontro s’intreccia un amore forte con Franca; Mario l’aveva conosciuta da ragazzo e i due si erano frequentati e amati.
Giunge il tempo di un novo incontro e rinascerà l’amore che i due avevano interrotto per la paura di non potersi amare di più.
LinguaItaliano
Data di uscita27 apr 2018
ISBN9788828313380
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    Anteprima del libro

    La solitudine che cresce - Giuliano Guerini

    Giuliano Guerini

    LA SOLITUDINE CHE CRESCE

    e tutto il resto

    Romanzo

    E tutto il resto

    Dedicato a me e alla mia famiglia

    Un particolare ringraziamento per

    Lorella e Adriano

    1 PROLOGO

    Non erano certo contenti di sicuro i mercanti di quel venerdì poiché pioveva dalla sera precedente e certo non avrebbe smesso fino all’indomani.

    Fabio camminava stretto nelle spalle come se, così facendo, la pioggia per magia non lo avrebbe bagnato.

    È manutentore in un hotel di Iseo Fabio e prima di cominciare il suo turno di lavoro passa nella piazza centrale del paese per acquistare i giornali da esporre nella hall. Così tutti i giorni lavorativi. I soliti quotidiani tutti i giorni. E il venerdì, il solito brusio d’inizio mercato, leggero come per non disturbare il monumento che sta al centro della piazza: La prima statua di Garibaldi eretta in Italia.

    È verso il mezzodì che il vocicchiare si trasforma in chiasso. Quello tipico delle piazze troppo affollate e il volto del signor Giuseppe sembra allora più serio e quasi arrabbiato, corrucciato per quel baccano.

    Bisognerebbe obbligare le persone ad ascoltarsi come lasciapassare per le piazze. E dovremmo fare lo stesso per i paesi e le città. Tanti metri quadri, tante persone che si ascoltano. Ma non per cattiveria. Solo per vivere con più armonia

    Questo diceva Mario passando dal portico del Vantini al portico di fronte, dove c’è il tabaccaio. Attraversando gli archi che occupano la parte sud della piazza invece, gli piaceva gongolarsi specchiandosi nella vetrina della ferramenta di Dino. La verità è che cercava di divertire la barista accanto al negozio perché gli offrisse un bicchiere di Franciacorta, magari un bollicine o un pirlo o comunque qualcosa. In base all’ora andava bene anche un caffè o un cappuccio.

    Non che Mario abbia bisogno di carità, ma si diverte talmente tanto a fare lo sciocco, il bambinone, che niente potrebbe dissuaderlo dal farlo.

    Dicono un po’ tutti che Mario, l’ingegnere edile, non sia matto, ma che sicuramente non diventerà sindaco del paese, per vari motivi, non solo per quegli atteggiamenti poco conformi.

    Quello che ha raccontato su ciò che gli è accaduto sei anni prima, è talmente inverosimile, che la sua credibilità non ne ha certo giovato. Non che gli altri politici del paese siano considerati meglio, ma così forse è troppo. Forse.

    Sotto il portico, alla destra dell’eroe dei due mondi, la farmacia era ancora chiusa. In un posto come quello non si possono vendere che medicinali. Lì dentro sembra che tutti siano affetti dalle patologie più strane e nessuno raggiunge il cento.

    Mario è strano ma lì dentro in quattro non se lo mangiano dicevano le linguacce del paese. E lì ce n’erano parecchie.

    Dino è un tipo strano che con quella facciaccia da antipatico, senza peraltro esserlo, può solo mettere paura ai suoi clienti;dice che si potrebbe sostituire al Garibaldi per diritto d’anzianità. Nessuno sa perché sbraiti l’affermazione ma così è. Cammina sempre con le mani dietro la schiena,mento in fuori, come se avesse la masticazione al contrario. Baffetti curati sicuramente da uno dei mille attrezzi esposti anche nella sua vetrina, voce come il viso : irritante, passo da padrone o controllore, occhi di un colore che ricorda il grigio,molto segnati . Non potrà certo migliorarsi con gli anni. Si è pure comperato un mantello ultimamente.

    Quando Mario incontra Dino, lo guarda con quella strana espressione che mi fa indolenzire gli addominali e la schiena per le risate anche quando solo ne racconto agli amici.

    Adesso mentre ne scrivo mi lacrimano gli occhi. Avete presente i bimbi in passeggino, di quelli che ancora non parlano? Quando incontrano le vecchiette che pensano d’essere più tenere delle madri e che piegandosi su di loro cominciano: Ciao bello, pissi pissi, fai ciao con la manina, come ti chiami?. Oppure quando le stesse vecchiette incrociano qualche cagnolino e iniziano: Ciao, come ti chiami? Sei bravo tu? Eh sì! Vorresti un biscottino? E allora il cagnolino le guarda con quella faccia da Mario appunto. Quell’espressione che nasce dalla fatica di voler capire cosa gli sta di fronte. La stessa del bambinetto.

    Mario non è poi così strano.

    Il panettiere sta tra la grande piazza Garibaldi e la piccola piazzetta Statuto. Tutto passa di lì. La storia prima di tutto. Dai sacchetti di pane a Mario e tutto il resto dietro.

    Non che questi siano dettagli importanti comunque. Tutto ciò che riguarda la storia di Mario o

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