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Come creare la tua apocalisse zombie personale
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Come creare la tua apocalisse zombie personale
E-book50 pagine34 minuti

Come creare la tua apocalisse zombie personale

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Info su questo ebook

Quando Karl, appassionato di videogiochi, vede la Morte da vicino, la sua vita cambia per sempre. Prima era imprigionato in una topaia, a vivere con la sua matrigna ventiduenne senza alcuna speranza di realizzare il suo sogno.

L’unica domanda nella mente di Karl era come creare la sua apocalisse zombie personale. Aveva giocato ai videogiochi per anni, ma voleva sparare agli zombie nella vita reale. Era il suo scopo, e doveva fare tutto ciò che era in suo potere per realizzarlo.

Dopo aver visto la Morte, aveva capito come farlo accadere.

Il mondo non sarebbe più stato lo stesso.

Comprate subito questo libro per scoprire l’insidioso piano di Karl e l’effetto che avrà sulla sua famiglia, i suoi amici e il mondo.

LinguaItaliano
Data di uscita4 ago 2016
ISBN9781507149843
Come creare la tua apocalisse zombie personale

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    Anteprima del libro

    Come creare la tua apocalisse zombie personale - Richard G Lowe Jr

    Indice

    Vi presento la morte

    L’attacco degli zombie

    Voglio sparare agli zombie per davvero

    Vicino alla morte

    Pensi che funzionerebbe?

    Esperimenti

    Serial Killer

    Giunge la Morte

    L’ultima risata

    Epilogo

    Note sull’autore

    Vi presento la morte

    Mi bloccai, restando fermo, estendendo i miei sensi, immobilizzandomi, e tentai di capire la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato. Espansi i miei sensi in ogni direzione, ma non riuscii a ottenere nulla più che la sensazione che qualcosa non fosse giusto. No, era un po’ di più di così: qualcosa stava per accadere. Qualcosa di terribile.

    La sensazione svanì e rimasi fermo per qualche altro istante, chiedendomi se sarebbe tornata. Scossi la testa per schiarirmi i pensieri e mi strinsi nelle spalle; non aveva importanza.

    Sarà quel che sarà, pensai.

    Il mio viaggio proseguì e superai centinaia di edifici abbandonati con le finestre rotte e sbarre a coprire ogni apertura. Ben presto arrivai sulla soglia di una crack house, fluttuando dritto attraverso la porta chiusa. Passai oltre una dozzina di tossici che giacevano in varie posizioni, sparsi in quello che un tempo era stato un soggiorno. In breve tempo raggiunsi una stanza da letto, in cui altri sei drogati erano stesi sul pavimento in vari gradi di incoscienza. Il mio sguardo si focalizzò su una giovane donna, Tina, diciassette anni, a pochi secondi dalla morte.

    La guardai mentre il suo corpo cedeva e gli occhi le si appannavano. Silenziosamente, senza intervenire, osservai il processo e attesi l’esatto istante in cui il corpo sarebbe morto, oltre ogni possibilità di rianimazione.

    Passò qualche altro minuto. Il cuore di Tina smise di battere e il suo cervello morì per mancanza di ossigeno. In quel momento, il momento in cui la carne morì, allungai la mano nel suo corpo, attraverso pelle e muscoli, fino nel cuore.

    Aggrottai la fronte. Non era lì. Non aveva importanza, doveva essere lì da qualche parte, nel suo corpo. Continuai a cercare muovendo le mani tra gli organi morenti. Nel fegato? Niente. Milza? No. Uhm. Dove la stava nascondendo? Ah, sì, ecco, nell’intestino.

    Stringendole attorno le mani, tirai e una piccola sfera di luce fioca uscì dal corpo. Tina resistette, cercando di allontanarsi. Sussurrando per calmarla, sollevai dal suo corpo e la tenni sospesa. Lentamente, Tina si calmò e accettò il suo destino.

    «Chi sei», mi chiese.

    «Chi sono non importa», risposi. «Quello che sto facendo è aiutarti ad andare per la tua strada».

    «Voglio morire».

    «Il tuo corpo è morto, ma tu non puoi. Non è possibile. Vai avanti con un’altra vita».

    «Ma c’è così tanto dolore...»

    «Non puoi sentire dolore».

    «Non dolore fisico. La vita. Davvero, la vita è ingiusta».

    «Capisco. Quello che posso fare è aiutarti ad andare verso la prossima parte del tuo viaggio».

    «Chi sei?»

    «Shhhhh», le sussurrai. «Tranquilla. È il momento di andare. La ruota gira e presto sarai in un’altra vita. Sarai un bambino

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