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La confessione del manipolatore
La confessione del manipolatore
La confessione del manipolatore
E-book49 pagine39 minuti

La confessione del manipolatore

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Info su questo ebook

Un registratore e un blocco note. Whisky e sigari cubani.
Un'intervista che si rivelerà una confessione. Questo è il contesto in cui il misterioso personaggio intervistato rivelerà alcune delle tecniche di manipolazione di massa, dimostrando, nel corso della storia, una conoscenza che prelude ad un cambiamento della vita sulla Terra.
LinguaItaliano
Data di uscita26 mag 2016
ISBN9786050446692
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    Anteprima del libro

    La confessione del manipolatore - Fabiano Rastelli

    Fabiano Rastelli

    La confessione del manipolatore

    UUID: 1f7b851e-6046-11e7-ab68-49fbd00dc2aa

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Un'attesa estenuante

    Nastro n°1 Perché manipolare?

    Nastro n°2 Cos'è la manipolazione?

    Nastro n°3 La paura

    Nastro n°4 Il desiderio

    Nastro n°5 L'ignoranza

    Nastro n°6 Manipolazione religiosa

    Nastro n°7 Emarginazione dei portatori di luce

    Nastro n°8 Servitù volontaria

    Nastro n°9 L'età dell'oro

    Nastro n°10 Una lunga passeggiata

    Ringraziamenti

    Un'attesa estenuante

    Incredibile, non riuscivo a crederci. Proprio a me! Per quale motivo? Nonostante l'angoscia mi sentivo onorato di quanto stava per accadere . Ho un blog. Cerco di esprimere quello che penso, condivido quanto mi sembra conforme alla libertà, alla felicità. Ma questa sarebbe stata una svolta. Non per me, ma per il mondo.

    Cercai di rammentare se avevo preso tutto: blocco note, penna, batterie di scorta, registratore. Le cassette erano nella tracolla: nastro n°1, n°2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10. Avevo voglia di andare in bagno, le attese sono sfiancanti, mi innervosiscono sempre. Il salone ampio, quadrato, essenziale. Avvertivo comunque una sensazione claustrofobica.

    Forse l'attesa fa parte dell'incontro, l'attesa fa sempre parte di tutto, anche quando sei in ritardo devi comunque aspettare, sarà una formalità degli incontri. Mi avevano contattato per e-mail, volevano un'incontro con me, un'intervista. Ma in realtà quella che si sarebbe presentata sarebbe stata più che altro una confessione.

    Mi chiamarono. La governante mi fece cenno di seguirla. Il silenzio regnava sovrano in quella casa, salimmo le scale. «Prego, infondo al corridoio», la governante mi indicò la porta in fondo al corridoio. Lì ero atteso, in fondo al corridoio. Il corridoio mi sembrava lunghissimo. Il cuore mi batteva più velocemente. Faceva caldo, o forse era solo una mia impressione.

    La porta socchiusa, bussai: «Avanti, accomodati. Il corridoio fa sempre questa impressione a tutti. Coraggio, entra». La sua voce mi invitò ad entrare, era rilassata, a suo agio, a casa sua. Invece la mia era tremolante. Me ne resi subito conto e cercai di usare il diaframma per camuffare l'agitazione. Pare che se ne fosse accorto, udii un ghigno. Mi accomodai. La stanza era immersa nell'oscurità e lui seduto di fronte a me. L'ombra non mi permetteva di scorgerne le forme del viso, la stazza però era imponente. Un profumo dolce nell'aria, misto a tabacco, invadeva la stanza.

    Ero emozionato, l'intervista, o meglio, la confessione, stava per cominciare. Poggiai il registratore sul tavolino che mi separava da lui, aprii la mia cartella e ne estrassi le cassette, il blocco note, e la penna. «Avanti non indugiamo, cominciamo pure» sbottò. «D'accordo, come la devo chiamare?» domandai, «Chiamami pure, Mister Manipolazione, è in questo che sono esperto».

    Nastro n°1 Perché manipolare?

    Dopo le convenevoli presentazioni eravamo pronti per cominciare. Inserii il primo nastro nel registratore e premetti REC.

    «Perché manipolare la gente?», domandai, «Perché arrivare a manipolare qualcuno anziché trovarsi un lavoro come un altro?».

    MisterM mi spiegò che manipolare equivale a godere! Ammise che chi vuole manipolare è un manipolato per eccellenza, è una vittima alfa, che è stata così condizionata dall'ambiente malato in cui viviamo, da seppellire il proprio sé.

    «L'ego seppellisce l'anima, il buon senso, l'amore, quanto di umano vi è in una persona viene seppellito da questa continua necessità di godere.

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