Guida al referendum costituzionale
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Anteprima del libro
Guida al referendum costituzionale - Marco Passarello
testate.
Cosa c’è in questo ebook
Il prossimo 4 dicembre gli italiani saranno chiamati a un referendum per approvare o respingere una legge di riforma della Costituzione Italiana.
Questo libro si propone di offrire una spiegazione del progetto di riforma, delle sue conseguenze e delle critiche di cui è stato oggetto, in modo che al lettore sia possibile farsi un’idea propria e votare in modo informato. Ovviamente l’autore ha le proprie opinioni in proposito, ma qui si è sforzato di non fare propaganda a favore o contro una tesi, bensì di riportare fedelmente quanto affermato da altri, dandone un quadro il più chiaro e completo possibile. Come qualunque altro testo, anche questo è perfettibile, e non dubitiamo che ci sarà chi lo troverà parziale in un senso o nell’altro. Se ritenete che qualche concetto sia stato espresso in maniera distorta, incompleta o tendenziosa, fateci conoscere le vostre critiche all’indirizzo ebook.riforma@gmail.com, e ne terremo conto in caso di successive edizioni.
Il libro è così articolato:
La Costituzione Cos'è una costituzione e a cosa serve; quando, come e da chi è stata scritta la Costituzione italiana; brevi cenni sulle sue caratteristiche e organizzazione.
Come si cambia la Costituzione Le regole previste dalla Costituzione stessa per modificarla; quali sono stati i tentativi di modifica, riusciti e falliti, fino ad oggi.
La riforma costituzionale: cosa cambierebbe Spiegazione dei principali cambiamenti che avverranno se la riforma dovesse essere approvata.
Perché sì Gli obiettivi della riforma, e i motivi per cui sono desiderabili secondo i promotori.
Perché no – parte I Le obiezioni ai vari punti della riforma.
Perché no – parte II Critiche alla riforma nel suo insieme.
Conseguenze ulteriori della riforma Conseguenze politiche ed economiche che l’approvazione o il respingimento della riforma potrebbero avere.
Come si vota La scheda che vi verrà consegnata al seggio.
Appendice 1 – La Costituzione Italiana Il testo della Costituzione attuale.
Appendice 2 – Il testo della riforma Il testo della Legge costituzionale approvata da Camera e Senato sottoposta al Referendum.
La Costituzione
Alcune brevi note sulle funzioni di una Costituzione, e in particolare di quella italiana.
Che cos'è una costituzione?
Si definisce costituzione l'insieme dei principi di base che regolano il funzionamento di uno Stato. Nella maggior parte dei casi una costituzione prende la forma di un unico testo scritto, ma ci sono delle eccezioni. Per esempio, il Regno Unito è privo di una costituzione scritta, e i suoi principi costituzionali vengono fatti derivare da vari documenti e consuetudini, mentre in Israele, in Arabia Saudita e a San Marino la costituzione consiste di un insieme di testi distinti.
Quando e da chi è stata scritta la Costituzione Italiana?
La Costituzione italiana nacque dalla necessità di rifondare lo Stato dopo la Seconda Guerra Mondiale e la caduta del Fascismo.
Il 2 giugno 1946 gli italiani furono chiamati a scegliere con un referendum tra monarchia e repubblica, e a votare per l'elezione di 556 delegati che avrebbero partecipato a un'Assemblea Costituente, con il mandato di scrivere una Costituzione per il nuovo Stato italiano. Fu utilizzato un sistema elettorale proporzionale plurinominale (cioè con la possibilità di eleggere più delegati in ciascuno dei 32 collegi). La maggior parte dei delegati proveniva dalle liste della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e del Partito Comunista Italiano. Presidente dell'Assemblea fu eletto Giuseppe Saragat, che in seguito si dimise e fu sostituito da Umberto Terracini.
Il testo della Costituzione fu stilato da una commissione di 75 delegati, poi discusso ed emendato in aula. I lavori sarebbero dovuti durare otto mesi, ma furono prorogati più volte, e il testo definitivo fu votato solo il 22 dicembre 1947.
La Costituzione entrò in vigore il 1 gennaio del 1948. Per questo ci si riferisce spesso ad essa come alla Costituzione del '48
.
Quali sono le caratteristiche della Costituzione Italiana?
Una definizione che viene spesso usata per spiegare la Costituzione Italiana è che è votata, rigida, lunga e scritta
.
La Costituzione Italiana è votata
perché ha avuto origine da un voto popolare, a differenza di altre costituzioni che si dicono ottriate
(dal francese octroyée
) perché concesse da un sovrano di propria iniziativa. Era ottriato lo Statuto Albertino, che in precedenza fungeva da costituzione dello Stato italiano e che fu concesso da re Carlo Alberto di Savoia nel 1848.
È rigida
perché non può essere modificata come una legge qualsiasi, ma solo con procedure più complesse e restrittive (come vedremo nel capitolo successivo).
È lunga
perché non si limita a fissare l'organizzazione politica dello Stato, ma si occupa anche del funzionamento in dettaglio delle istituzioni e dei diritti e doveri dei cittadini.
È scritta
perché è un documento formale (a differenza di quanto avviene in alcuni altri Stati, come visto sopra).
Altri aggettivi usati per descrivere la Costituzione italiana sono compromissoria
(perché risulta da un compromesso tra forze di ispirazione politica differente); laica
(perché non privilegia una religione o un'ideologia rispetto alle altre); democratica
(perché adotta la democrazia come principio fondamentale); programmatica
(perché non si limita a fissare uno stato di cose esistente,ma richiede l'impegno delle forze politiche per trovare completa attuazione).
Riguardo all'ultimo punto, va ricordato che furono necessari decenni perché tutte le parti principali della Costituzione fossero attuate (per esempio, le regioni a statuto ordinario e i referendum abrogativi, ambedue previsti dalla Costituzione, furono istituiti solo nel 1970), e c'è chi sostiene che l’attuazione della Costituzione non sia ancora completa.
Come è articolata la Costituzione?
La Costituzione Italiana è essenzialmente divisa in quattro parti:
Principi fondamentali. Sono gli articoli dall'1 al 12, dove sono espressi i principi di base che reggono tutto l'impianto.
Parte prima: diritti e doveri dei cittadini. Gli articoli dal 13 al 54 descrivono diritti e doveri di ogni cittadino, su cui ogni legge deve basarsi.
Parte seconda: ordinamento della Repubblica. Gli articoli dal 55 al 139 descrivono in dettaglio l'organizzazione delle istituzioni. Questa parte è a sua volta così articolata:
Titolo I: Il Parlamento
Titolo II: Il Presidente della Repubblica
Titolo III: Il Governo
Titolo IV: La Magistratura
Titolo V: Le regioni, le provincie, i comuni
Titolo VI: Garanzie costituzionali (descrive il funzionamento della Corte Costituzionali, che è chiamata a giudicare l'aderenza delle leggi alla Costituzione, e le norme per modificare la Costituzione stessa, come vedremo al capitolo successivo).
Disposizioni transitorie e finali. Quest'ultima parte, articolata in diciotto punti numerati da I a XVIII, raccoglie alcune specificazioni relative all'entrata in vigore della Costituzione e alcune norme particolari, come l'espulsione degli eredi di casa Savoia (poi abrogata) e il divieto di ricostituzione del Partito Fascista.
In fondo al volume trovate il testo attuale della Costituzione.
Come si cambia la Costituzione
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, la Costituzione italiana è rigida. Per essere modificata, cioè, richiede di seguire procedure piuttosto restrittive.
A regolare le modifiche alla Costituzione è l’articolo 138 della stessa, il quale specifica che le leggi per variare la Costituzione devono essere approvate da entrambe le camere due volte, a maggioranza assoluta e con due votazioni che avvengano almeno a tre mesi l’una dall’altra. Questo per creare un periodo di riflessione che eviti errori dovuti alla precipitazione.
Inoltre l’articolo 138 specifica che, nel caso in cui le modifiche alla Costituzione vengano approvate con una maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti di ciascuna delle due Camere, può essere indetto un referendum confermativo, su richiesta di cinquecentomila elettori o di cinque consigli regionali. Le modifiche entrano in vigore solo se approvate con la maggioranza dei voti al referendum. A differenza dei referendum abrogativi, il referendum confermativo è valido qualunque sia il numero di votanti (non prevede, cioè, un quorum).
(È questo il caso della riforma Renzi-Boschi, approvata dal Parlamento senza la maggioranza dei due terzi necessaria per evitare il referendum. Va notato che Renzi ha dichiarato che, anche se avesse avuto a disposizione una maggioranza di due terzi, avrebbe fatto in modo che i voti rimanessero sotto quella soglia perché la riforma fosse comunque sottoposta al voto popolare.)
Ci sono anche altri limiti alla revisione costituzionale. L’articolo 139 della Costituzione stabilisce che la forma repubblicana non può essere cambiata. Più in generale, la dottrina del diritto costituzionale afferma che non siano accettabili modifiche che vadano ad alterare i principi supremi
su cui la Costituzione si fonda.
Le modifiche alla Costituzione avvenute nel passato
Da quando la Costituzione è entrata in vigore, sono state approvate 15 modifiche al testo. Tra le altre cose, è stato eliminato l’obbligo per la magistratura di chiedere l’autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare; è stato abrogata la proibizione agli eredi di casa Savoia di entrare nel territorio nazionale; è stata abolita la pena di morte anche in tempo di guerra; è stata istituita la possibilità per gli italiani all’estero di votare alle elezioni politiche; è stato inserito un riferimento alla parità di genere; è stato reso obbligatorio il pareggio di bilancio.
I tentativi di introdurre una riforma complessiva della Costituzione finora non hanno mai avuto esito positivo, nonostante fin dal 1983 siano state istituite in Parlamento commissioni bicamerali allo scopo di studiare miglioramenti al testo. Particolarmente spettacolare fu il fallimento della