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Control - Io Sono Il Tuo Padrone (Libro 1)
Control - Io Sono Il Tuo Padrone (Libro 1)
Control - Io Sono Il Tuo Padrone (Libro 1)
E-book108 pagine1 ora

Control - Io Sono Il Tuo Padrone (Libro 1)

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Info su questo ebook

Lui vuole il controllo totale. Lei può obbedire?

Doveva essere soltanto un articolo. La giornalista Amy Cryan si introfula al Santuario per scrivere un pezzo per il giornale locale. Soltanto una notte. Niente di serio.

Ma quando entra, tuti i suoi piani vanno a monte. Si mette nei guai e soltanto un uomo può salvarla. Master J.

J è il sensuale e ricco proprietario del Santuario. E' disposto a dare una seconda possibilità ad Amy in cambio di una cosa: il totale controllo del suo corpo per sette giorni. 

LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2017
ISBN9781547500413
Control - Io Sono Il Tuo Padrone (Libro 1)

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    Anteprima del libro

    Control - Io Sono Il Tuo Padrone (Libro 1) - Elsa Day

    Capitolo 1

    «Suppongo ti vedrò in giro,» Tom disse.

    Stava trasportando uno scatolone pesante, colmo di articoli per ufficio e riviste da quattro soldi. Amy si guardò intorno. La scrivania di Tom era vuota, nessuna foto, nessun foglio di carta, niente. La sua non era l’unica. Sembrava che ogni settimana ne aggiungessero una nuova.

    «Non farti cogliere alla sprovvista come me,» Tom disse. Scosse la testa e cominciò a camminare. «Non me lo aspettavo.»

    Il cuore di Amy cominciò a galoppare. Certo, si era accorta dei segnali, ma non gli aveva mai dato troppa importanza. Quando gli altri giornalisti erano andati via, Amy aveva pensato che la causa fosse stata la loro pigrizia. Comunque, non le erano mai piaciuti Richard o Kathryn. Ma Tom aveva lavorato al giornale per dieci anni più di lei. Conosceva il mestiere meglio di chiunque altro.

    Se stavano cacciando gente come lui, quando sarebbe durata lei? Amy doveva fare qualcosa. Qualcosa di grosso. E alla svelta.

    Aprì il browser internet. Qualcosa di GROSSO. Studiò le varie storie. Sparatoria in un club. Crocefisso rubato da una chiesa. Agenti di polizia corrotti. Niente male, ma non era quello che stava cercando.

    Poi lo vide. Niente informazioni, soltanto una foto. Quella strana, vecchia casa al confine della città. Sembrava un’enorme villa Vittoriana. Quella che ti aspetteresti di vedere in un film horror. Non un’abitazione che normalmente troveresti nelle vicinanze di una città moderna. Forse questo era quello che le serviva.

    «Ehi Robin,» Amy disse.

    La sua vicina di scrivania si voltò verso di lei.

    «Che succede? Sei triste per via di Tom?»

    «Già, ma volevo chiederti se sai qualcosa riguardo a una storia su cui sto lavorando,» Amy affermò. «Che mi sai dire di quell’inquietante casa fuori città?»

    «Oh sì, quel posto? Che tipo di storia hai in mente?» Robin chiese. Si poggiò allo schienale della sedia, incrociando le braccia al petto. «È un luogo strano. Ho sentito dire che lo chiamano Il Santuario

    «Perché?»

    «Non saprei, ma in giro si dice che sia un sex club. Sai, uno di quei posti in cui gli uomini incatenano le donne e le frustano mentre fanno sesso, o qualcosa del genere. Tuttavia, il sistema di sicurezza è così impenetrabile che nessuno sa cosa accada lì dentro. Per quanto ne so, potrebbe trattarsi di un club di cucito per nonnine.»

    Un esclusivo sex club? Sembrava il genere di storia che avrebbe fatto parlare la gente. Amy sorrise. Ma come sarebbe entrata?

    Amy tornò al suo computer. Passò le ore seguenti a cercare qualsiasi cosa che fosse collegata al Santuario, ma non trovò nulla oltre a qualche stupido post su Facebook in cui scrivevano si trattasse di una casa infestata. Sì, certo. Amy credeva nei sex club, non nei fantasmi.

    Finalmente, trovò qualcosa. Su una pagina quasi bianca, risaltava un’unica frase.

    Inviate le vostre referenze all’indirizzo j@thesanctuary.com.

    Ecco. Non specificava chi fosse questo J, a cosa servissero le informazioni o perché fossero necessarie. Ma era tutto quello che Amy aveva.

    «Ehi, non ti ho mai chiesto un favore, vero?» Amy disse.

    Robin si voltò verso di lei e inarcò le sopracciglia.

    «No... perché?»

    «Beh, ho bisogno del tuo aiuto per falsificare delle referenze per questo sex club.»

    Per poco Robin non schizzò il suo caffè, ma accettò di aiutarla.

    «Non lo faccio per te, sai. Voglio soltanto sapere che diavolo accade in quel posto.»

    Insieme, inventarono l’intera storia. Amy era Ms. Shirley H. Lopez. Aveva fatto parte di quello stile di vita per anni e si era appena trasferita in città, così voleva unirsi a un nuovo club. Robin garantì per lei e finse di essere Mr. Walter Clark. Crearono anche indirizzi email e numeri di cellulare falsi per le loro nuove identità.

    Era pericoloso, ma Amy era pronta a correre il rischio. Se non lo avesse fatto, quanto tempo sarebbe passato prima che mettesse piede fuori da quella porta con uno scatolone tra le mani, proprio come Tom?

    Le tremarono le dita quando premette invia. Adesso poteva soltanto aspettare.

    Amy trascorse i giorni seguenti pensando al Santuario. Immaginava donne nude, in ginocchio, mentre erano colpite da uomini sensuali con fruste di pelle, orge, persone ricoperte di sudore e chissà cos’altro.

    Amy arrossì, ma non poteva farne a meno. Anche durante le riunioni dello staff non riusciva a smettere di pensarvi. La tormentavano.

    Ogni volta che un suo collega se ne andava, lei pensava al misterioso J. Amy incrociò le dita. Per favore, ne ho bisogno.

    Ma cosa avrebbe fatto se fosse riuscita a entrare? Dire la verità? Probabilmente ciò che accadeva in quel posto era illegale, giusto?

    Aveva una settimana intera per pensarci.

    Capitolo 2

    Esattamente sette giorni dopo aver inviato l’email, arrivò una risposta.

    La sua lettera di raccomandazione è stata ricevuta e approvata. Per favore, partecipi alla sessione notturna di venerdì alle ore 22:00. Si vesta di conseguenza. La parola d’ordine è pamplemousse.

    -J

    «Robin!» Amy urlò. Si ricompose e abbassò la voce, avvicinandosi alla sua collega. «Robin, ha funzionato!»

    «Cosa?»

    «La lettera, sono dentro! Sono nel Santuario

    Un sorriso comparve sul volto di Robin.

    «È grandioso! Allora, che cosa farai adesso?»

    Amy rimase in silenzio. Beh, non ne aveva idea.

    «Stai cercando di dirmi che non lo sai? Devi fare delle ricerche! Soltanto perché si tratta di sesso, non vuol dire che sia diverso dalle altre storie,» Robin disse. «Se entrerai in quel posto senza la minima idea di cosa accade, ti beccheranno.»

    Aveva ragione. Amy capì che non si trattasse più soltanto di un gioco. Era una questione seria. Ma non voleva ancora parlarne con il suo editore, quindi cominciò a fare delle ricerche per conto suo. Le rimanevano soltanto due giorni.

    Passò il resto della giornata a imparare tutto quello che c’era da sapere sul BDSM e sui sex club. Trovò per lo più blog dedicati all’argomento e fanfiction, foto di nonnini che facevano sesso con catene e fruste.

    Si trattava di questo?

    Ogni volta che un collega le passava accanto, lei fingeva di scrivere il suo grande pezzo. Non era una bugia, lo stava facendo sul serio. Soltanto che non si trattava di quello che loro pensavano. Amy divenne un ninja silenzioso.

    Guardò film con donne che indossavano tute in lattice e che gemevano al colpo dei frustini. Ovviamente, indossando degli auricolari.

    «Ooh, sì. Più forte. Feriscimi,»

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