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Preda per una notte: Harmony Collezione
Preda per una notte: Harmony Collezione
Preda per una notte: Harmony Collezione
E-book154 pagine1 ora

Preda per una notte: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Lisa è la preda perfetta. Sensuale, fragile e distaccata. Una sfida a cui è impossibile resistere per Jack, seduttore di professione. Ma la conquista si rivela più ardua del previsto e a Jack non resta che mettere in atto quei trucchetti che la faranno capitolare.
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2020
ISBN9788830510036
Preda per una notte: Harmony Collezione
Autore

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    Anteprima del libro

    Preda per una notte - Miranda Lee

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Pleasured In the Billionaire’s Bed

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Miranda Lee

    Traduzione di Carla Ferrario

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-003-6

    1

    Lisa allungò la mano per prendere il telecomando, mentre la coppia sullo schermo iniziava a strapparsi i vestiti.

    «Come se la gente si comportasse davvero così» mormorò tra sé.

    Una cosa che Lisa non poteva sopportare erano le scene di sesso sfrenato nei film. Per quanto si rendesse conto di non rientrare nella cerchia delle spettatrici tipo, era sicura che il sesso non fosse mai com’era dipinto a Hollywood.

    Rabbrividì quando l’uomo sollevò la donna ormai mezza nuda sul piano di lavoro della cucina e la penetrò. O finse di farlo. La cinepresa indugiò sui loro volti, e quando cominciarono grugniti e gemiti Lisa premette con decisione il pulsante di spegnimento. Ne aveva abbastanza di comportamenti così ridicoli. Era giunto il momento di verificare se Cory stesse dormendo: erano le nove passate e il giorno successivo doveva andare a scuola.

    Lisa si trovava già a metà scala quando sentì il suono del telefono.

    Maledizione, pensò affrettandosi a salire. Raggiunto il pianerottolo, lanciò un’occhiata nella camera di Cory mentre si dirigeva verso la propria stanza. Per fortuna lui stava dormendo.

    Una volta in camera, chiuse la porta dietro di sé e afferrò il cordless.

    «Pronto» rispose, convinta che si trattasse di sua madre. Tutte le sue amiche erano sposate con figli e la sera erano troppo occupate per fare pettegolezzi.

    «Sono Gail, Lisa, Gail Robinson.»

    Lisa decise che era meglio sedersi. Quando una delle sue dipendenti la chiamava a casa durante la settimana, di solito significava che c’era un problema.

    «Ciao, Gail. Cosa c’è?»

    «Mi sono slogata una caviglia scivolando sul nostro stupido viale» la informò Gail, scoraggiata. «Sono seduta qui da secoli con il piede in un secchio d’acqua ghiacciata, ma è gonfia come un pallone. Non riuscirò a pulire la casa di Jack Cassidy, domani.»

    Lisa aggrottò le ciglia. Jack Cassidy era uno dei clienti più recenti. Sandra, la sua assistente, nonché contabile, gli aveva fatto firmare il contratto quando lei si trovava in crociera nel Sud del Pacifico con Cory durante le ultime vacanze scolastiche. Scapolo, il signor Cassidy possedeva un attico a Terrigal, con chilometri di pavimenti piastrellati che richiedevano secoli per essere puliti. Inoltre pretendeva alcuni servizi che le donne delle pulizie non prestavano abitualmente, come il cambio di lenzuola e asciugamani. Il servizio standard durava quattro ore e non comprendeva la lavanderia proprio per mancanza di tempo.

    Ma a quanto pareva Jack Cassidy aveva convinto Sandra a trovare qualcuno disposto a farlo...

    «Mi dispiace davvero metterti in difficoltà all’ultimo momento» si scusò Gail.

    «Non importa, riuscirò a trovare qualcun altro.»

    «Il venerdì? È praticamente impossibile»

    Il venerdì era il giorno più fitto di impegni: tutti i clienti volevano la casa pulita per il fine settimana, per questo Gail era così scettica. Clean-in-a-Day, la sua impresa, il venerdì era prenotata a tutte le ore.

    «Non ti devi preoccupare» la rassicurò con decisione. «Lo farò io. E poi... Gail...»

    «Sì?»

    «Riguardo ai soldi, ti pagherò lo stesso.»

    «Stai scherzando?»

    «So che al momento sei in difficoltà.»

    Il marito di Gail era stato licenziato qualche settimana prima, perciò quei soldi le servivano davvero. «È molto carino da parte tua» ringraziò con voce quasi strozzata.

    Lisa trasalì. Santo cielo, speriamo che ora non inizi a piangere!

    «Ci sei domani pomeriggio a prendere i bambini?» domandò in fretta.

    «Sì.»

    «Allora ti porterò i soldi.»

    «Non so cosa dire...»

    «Non dire nulla, soprattutto alle altre ragazze. Non posso permettermi di perdere la reputazione di capo inflessibile o inizieranno ad approfittarsene.»

    Gail rise. «Non credo possa succedere. Hai sempre quell’aria formidabile, lo sai.»

    «Dicono.»

    «E sei sempre così perfetta. Questo intimorisce già abbastanza.»

    «È il mio modo di essere» si difese.

    Gail non era certo la prima che le faceva notare una cosa del genere. Le sue amiche, sua madre, persino suo marito, quand’era ancora vivo...

    Greg si era sempre lamentato del suo bisogno compulsivo che tutto apparisse sempre perfetto: la casa, lei stessa, il bambino, lui...

    «Perché non ti rilassi un po’?» le aveva chiesto più di una volta. «Non assomigli per niente a tua madre. Lei è così tollerante. Pensavo che le figlie dovessero essere come le loro madri!»

    Lisa tremava al solo pensiero di poter diventare come sua madre...

    Nonostante i rimproveri, era certa che Greg non la volesse davvero uguale a sua madre. Gli piaceva invitare qualcuno a casa con la certezza che tutto sarebbe stato in perfetto ordine.

    «Comunque non posso darti le chiavi dell’appartamento del signor Cassidy» Gail la riportò al problema attuale. «È sempre a casa il venerdì. Citofono e lui mi fa entrare.»

    Lisa fece una smorfia.

    Peccato. Odio avere i clienti intorno mentre lavoro.

    «È uno scrittore» aggiunse Gail. «Lavora da casa.»

    «Capisco.»

    «Ma non ti preoccupare, non ti darà fastidio. Esce dallo studio solo per farsi il caffè. A proposito, non cercare di pulire il suo studio, o di entrarci. È stato chiaro fin dal primo giorno: lo studio è vietato

    «Non c’è problema. Una stanza in meno da pulire.»

    «È quello che ho pensato anch’io.»

    «Avrò problemi a parcheggiare?»

    Terrigal era il posto in cui vivere sulla Central Coast. Solo mezz’ora di macchina a Nord di Sydney, aveva tutto per attrarre turisti. La spiaggia più bella, negozi e caffè fantastici. E un hotel a cinque stelle a due passi dal mare.

    L’unico problema era riuscire a parcheggiare.

    «No» rispose Gail. «Sul retro dell’edificio ci sono diversi posti macchina per gli ospiti. Hai l’indirizzo, vero? È proprio sul corso, a metà della collina, appena dopo il Crowne Plaza

    «Lo troverò. È meglio che vada adesso, Gail. Devo preparare tutto stasera, se domani dovrò stare fuori tutto il giorno.»

    Il che sarebbe stato inevitabile. Terrigal Beach era a quindici minuti abbondanti di macchina da dove viveva lei, a Tumbi Umbi. Se avesse accompagnato Cory a scuola per le nove sarebbe potuta tornare a prenderlo intorno alle tre, ma non si sarebbe potuta permettere alcuna interruzione.

    «Ci vediamo a scuola intorno alle tre. Buonanotte.»

    Lisa agganciò e si precipitò da basso per stendere una lista delle cose da fare.

    Caricare la lavastoviglie non era così impegnativo da impedirle di pensare al giorno seguente...

    Gli attici a Terrigal sono appartamenti di lusso, perciò il proprietario dev’essere piuttosto ricco. Uno scrittore, ha detto Gail. Ovviamente uno scrittore di successo.

    Ma non necessariamente. Jack Cassidy poteva essere un playboy che aveva ereditato una fortuna e iniziato a scrivere solo per hobby.

    Quando iniziò a considerare il suo aspetto, Lisa si ricompose abbastanza bruscamente.

    Che cosa importa se è attraente o no?

    Non aveva nessuna intenzione di frequentare un uomo e meno ancora di sposarsi un’altra volta. Non aveva nessuna ragione per farlo. E invece tutte le ragioni per non farlo...

    Perché qualunque uomo, una volta entrato nella sua vita, avrebbe voluto, presto o tardi, fare sesso.

    La sfortunata verità era che a Lisa non piaceva il sesso. Non le era e non le sarebbe mai piaciuto. Non valeva la pena far finta che non fosse così.

    Per lei il sesso era robaccia e non un piacere, per niente. Non proprio ripugnante, ma quasi.

    L’aveva sospettato fin da quando, a dieci anni, sua madre le aveva raccontato i segreti della vita. Quel sospetto si era rafforzato durante l’adolescenza e aveva trovato conferma quando, a diciannove anni, Lisa si era finalmente arresa e aveva dormito con Greg. Ma solo dopo il fidanzamento. E solo perché sapeva che se non lo avesse fatto lo avrebbe perso.

    Lui aveva pensato che col tempo fare l’amore avrebbe iniziato a piacerle. Ma non era successo. Durante il loro matrimonio era stata sempre riluttante a fare sesso, e lo aveva fatto con sempre minor frequenza, specialmente dopo la nascita di Cory.

    Quando Lisa aveva venticinque anni, la tragica morte di suo marito, che ne aveva solo ventotto, era stata un colpo terribile. Lo aveva amato, a modo suo, ma non voleva passare di nuovo attraverso l’inferno dei doveri coniugali.

    Sapeva che non avrebbe mai potuto costringersi ad apprezzare l’intimità fisica. L’unica soluzione era rimanere single e casta, anche se a volte si sentiva sola.

    Di recente si sentiva molto sola. Il che era strano: era più che mai occupata con il lavoro e passava il suo tempo libero ad accompagnare il figlio alle varie attività scolastiche o sportive.

    Era di notte, quando Cory dormiva, che si sentiva più sola. Le mancava qualcuno con cui parlare, o guardare la televisione.

    Il suo unico conforto erano i libri. Amava leggere, in particolare i thriller. Amava il modo in cui la trasportavano dalla sua monotona vita di tutti i giorni in un mondo ricco di emozioni e suspense. Al momento, i suoi preferiti appartenevano a una serie d’azione scritta da un autore australiano, Nick Freeman.

    Lisa non aveva mai letto niente del genere. Semplicemente, non riusciva a smettere di leggere. In pochi mesi, li aveva letti tutti e cinque.

    Sfortunatamente, però, aveva finito l’ultimo qualche sera prima e poi lo aveva passato a sua madre, come tutti gli altri.

    Paragonato ai racconti di Freeman, il libro che aveva preso in biblioteca appariva insulso e noioso. Il che significava che Lisa non aspettava più con ansia il momento di andare a letto, come quando sapeva che sarebbe stata trasportata nel mondo immorale ma affascinante di Hal Hunter.

    Senza un buon libro da

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