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Tre giorni, tre morti
Tre giorni, tre morti
Tre giorni, tre morti
E-book56 pagine36 minuti

Tre giorni, tre morti

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Info su questo ebook

Tre persone, in tre giorni diversi, vengono trovate morte nella stessa camera d’albergo, la 554 del Flushing Regents Hotel di New York. Una rogna non indifferente per il detective Luis Fuentes, incaricato di fare luce sull’accaduto. Ma cos’è successo in quella camera? Com’è possibile che non vi siano tracce nemmeno nelle registrazioni delle telecamere di sicurezza? C’è forse un collegamento con l’ignobile traffico di cadaveri che da qualche tempo affligge la città? Sono interrogativi ai quali Fuentes dovrà dare una risposta. Ciò che scoprirà ha radici antiche, lontane nello spazio e nel tempo.
LinguaItaliano
EditoreNero Press
Data di uscita1 ago 2021
ISBN9788885497610
Tre giorni, tre morti

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    Anteprima del libro

    Tre giorni, tre morti - Juri Casati

    1.

    New York, Queens, Flushing, 134 della 35a Avenue.

    Flushing Regents Hotel, quinto piano, camera 554. Giovedì 5 marzo. Ore 7.50.

    Camera curata. Stampe cinesi alle pareti. Vaso di fiori freschi sul tavolo. Finestra con infissi di legno laccato verde. Letto disfatto.

    «No, Frank, i patti non erano questi».

    «Ascolta, Daniel, ok, c’è stato un disguido, lo riconosco…»

    «No, Frank, non si è trattato di un disguido. Ricevere la merce a un indirizzo piuttosto che a un altro è un disguido. Riceverla il giovedì pomeriggio invece del giovedì mattina è un disguido. Ma qui, Frank, non è arrivato un cazzo di niente. Dov’è la roba?»

    «Te l’ho già detto, sta arrivando».

    «Ma quando cazzo l’avrò tra le mani?!»

    «Domani, al più tardi dopodomani. Quelli della Cimiteriale stanno facendo un sacco di domande in giro. Così è difficile lavorare».

    «Non fare a me certi discorsi. La Cimiteriale mi sta alle costole da anni. E poi tu, Frank, avevi garantito che non ci sarebbero stati problemi».

    «E infatti non ce ne saranno, Daniel. Domani avrai tutto».

    «Frank, il tuo comportamento poco professionale mi sta mettendo nei casini. Io rispondo anche ad altri, lo sai, no?»

    «Certo, Daniel, me ne rendo conto. Ed è per questo…»

    «Ed è per questo che domani, ribadisco, domani, non dopodomani, tu farai la consegna».

    «Certo, Daniel».

    «Bene. Però, come ti dicevo, queste altre persone – e capisci anche tu a chi mi sto riferendo – sono rimaste molto seccate da questo… come lo hai chiamato? Ah, sì, disguido. Vedi, questo disguido non è solo uno spiacevole contrattempo. Ha provocato dei danni».

    «Danni?»

    «A certi livelli il tempo è denaro. Sul serio, Frank. E, quando si spreca tempo, il denaro perso va recuperato».

    «No, Daniel, non posso venirti incontro. Ho delle spese».

    «Anch’io».

    «La tua è una… una specie di… mediazione. Io devo pagare un sacco di persone per procurarmi la roba».

    «Frank, faccio finta di non aver sentito quello che hai detto. Rimanderemo questa discussione a domani, quando sarà arrivata la mia roba, per la quale ho versato un sostanzioso acconto, che a questo punto potrei anche considerare come saldo».

    «Ragioniamo».

    «No, Frank, ora devo andare. Devo incontrare le persone che tu sai per spiegare i motivi per cui non è ancora arrivato ciò che ci avevi promesso».

    Daniel Holt raggiunse la porta della modesta camera d’albergo, abbassò la maniglia e uscì in corridoio senza dire altro. Dopo tre passi si fermò davanti all’ascensore e premette il pulsante di chiamata. Frank Russell l’aveva seguito senza neanche chiudere la porta della sua camera.

    «Daniel, davvero… uno sconto, non posso».

    «Puoi, puoi, Frank».

    Le porte dell’ascensore si aprirono e i due entrarono. Daniel Holt spinse il bottone del piano terra.

    «No, Daniel, io a certe condizioni non posso».

    «Come non puoi?»

    Un attimo di silenzio. Frank Russell sembrava timoroso di esprimere il proprio parere. Poi prese coraggio e disse: «Se il prezzo non è più quello concordato, non se ne fa niente».

    L’ascensore aprì le porte. Erano al piano terra.

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