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Persi nel riflesso del mare
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Persi nel riflesso del mare
E-book116 pagine1 ora

Persi nel riflesso del mare

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Info su questo ebook

L’insoddisfazione della quotidianità porta Sandra a cercare una svolta. La sua via di fuga momentanea è Lanzarote. Questo viaggio, che doveva essere l’occasione per ritrovare sé stessa, si rivelerà più coinvolgente del previsto. L’incontro con persone e situazioni complesse, da un lato la distrarrà da tutto ciò che ha lasciato in Italia, ma dall’altro la aiuterà a scoprire sensazioni, emozioni, caratteristiche di sé che non avrebbe mai immaginato.
LinguaItaliano
Data di uscita25 gen 2018
ISBN9788899869069
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    Anteprima del libro

    Persi nel riflesso del mare - Licia Brancolini

    http://write.streetlib.com

    1. BASTA FINGERE

    L’estate si faceva sempre più lontana, stava per arrendersi del tutto all’autunno che incombeva nell’aria, quasi innaturale nel suo lento declino. Le giornate erano scandite da una consuetudine noiosa che scoloriva la sua vita , rendendola opaca e spenta. Sempre più spesso un pensiero molesto offuscava la sua serenità, una serenità che le spettava, credeva Sandra, ma che invece era precaria. Adesso tutto sembrava andare al contrario e ciò la rendeva inquieta come un animale che fiuta il pericolo a distanza. Così non andava bene affatto.

    Compiendo il solito rituale prima di cena, Sandra prese dalla credenza una tovaglia a righe colorata e la stese sulla tavola in noce, posta al centro della terrazza che affacciava sulla campagna verdeggiante. Il cielo era come sferzato da nervose pennellate di colore arancio e giallo, che offrivano agli occhi un tramonto quasi surreale, come fosse il risultato di scie chimiche, quindi tossiche per l’ambiente e qualcuno lo credeva davvero. La donna aveva letto diversi commenti alquanto discutibili su un famoso Social Network e era infastidita: la gente era proprio malinformata e qualche pesce abboccava sempre all’amo, si lasciava convincere da fuorvianti notizie che purtroppo circolavano sempre più spesso, ma non lei.

    Sandra terminò di apparecchiare la tavola. Quello scenario suggestivo non era altro che un bel tramonto , che metteva fine a un giorno come tanti e cedeva il posto alla notte. Ma perché era così inacidita? Da un po’ di mesi si sentiva diversa, non si piaceva più e era insofferente riguardo a molte situazioni. In quell’istante si percepì aliena, proprio come quello strano tramonto colorato, non riusciva più a sopportare il continuo ripetersi di giorni sempre uguali. L’entusiasmo che di solito provava nel fare le cose era scivolato via, lasciandole solo una bruciante insoddisfazione. L’autunno cominciava a farsi sentire e lo si capiva dalle giornate sempre più corte e dall’abbassamento della temperatura. Avanzava adagio, sonnacchioso come un gatto stanco.

    Sandra iniziò a servire la cena ormai pronta. Giorgio, nell’attesa, stava leggendo un articolo stampato sul quotidiano locale, corrugava la sua fronte alta, infastidito dall’ennesimo crack finanziario che faceva gridare allo scandalo. Quando Sandra gli mise davanti il piatto ricolmo di verdure grigliate e braciola di maiale ben cotta, Giorgio scagliò con disgusto il giornale, che finì sotto al divano . Adesso aveva fame e non voleva certo rovinarsi l’appetito per colpa di un paese in sofferenza da anni e tristemente allo sbando. Il pasto venne consumato in un silenzio pesante, di quelli che mettono a disagio. L’unico rumore era il secco tintinnio delle posate in acciaio che sfioravano il piatto di porcellana bianca, mentre tagliavano e sminuzzavano il cibo, prima che questo fosse portato alla bocca.

    Se i pensieri avessero voce, il loro rumore stridente mi costringerebbe a tapparmi le orecchie, pensò caustica Sandra. Era sempre più nervosa e a disagio con Giorgio, un uomo che non si sforzava di intrattenere un minimo di conversazione. Cominciava a averne abbastanza di quella situazione . I suoi pensieri, solitamente positivi e leggeri, ultimamente si erano fatti pesanti e oscuri come nuvole nere minacciose di tempesta. Sandra avvertiva un malessere comune a tante altre donne: digeriva male, era spesso stanca e faticava a prendere sonno. Viveva con Giorgio da qualche anno, ma si sentiva sola. Questa sensazione la infastidiva e conduceva il suo pensiero verso le cose che non andavano bene, senza però cercare un modo per cambiarle. Stava ferma a osservare la disfatta della sua relazione senza dire nulla.

    Sandra masticava adagio la gustosa pietanza che aveva cucinato, ma che le sembrava quasi insapore. E intanto rimuginava.

    Cambierebbe qualcosa se Giorgio non ci fosse? Oppure se fosse costretto a viaggiare per motivi di lavoro e non tornasse alla notte? E se invece Giorgio fosse morto? Questa era davvero crudele, pensò arrossendo di vergogna. Ovviamente la sua era solo una considerazione e non desiderava che Giorgio morisse sul serio.

    No, Giorgio non mi mancherebbe.

    La risposta inconscia arrivò fulminea, spiazzandola. Forse era insensibile, ma quella era la verità.

    All’inizio erano stati felici, ma con il passare del tempo qualcosa era andato storto e la loro relazione si era inceppata. Sapevano entrambi che ostinarsi a portare avanti quella routine faticosa non faceva bene a nessuno dei due. Assistevano impotenti allo sgretolarsi della loro storia ormai senza senso.

    Sandra lo guardò di sottecchi con il labbro fremente di rabbia. Giorgio non si accorgeva di nulla come al solito. Alzò il volto per prendere il sale e solo in quell’istante lui si rese conto di essere fissato in modo strano.

    «Devi dirmi qualcosa?» domandò a quegli occhi neri che non smettevano di puntarlo.

    «Stavo solo pensando… ultimamente mi ritrovo spesso a pensare a noi, a quello che ci sta succedendo» rispose, cercando di apparire calma.

    Era senz’altro il momento giusto per affrontare Giorgio, dirgli ciò che pensava di lui una volta per tutte. La donna non voleva essere fraintesa e nemmeno dare inizio a una sgradevole discussione che li avrebbe fatti litigare, perciò si schiarì la voce e abbassò i toni.

    «Giorgio, dobbiamo parlare, adesso devi ascoltarmi» gli disse con decisione.

    «E di cosa dovremmo parlare? Del tempo, del lavoro o di quello ti passa per la testa da un po’?» proseguì lui con fare annoiato.

    La sua freddezza la lasciò sgomenta. Era odioso, faceva finta di non capire e la stava esasperando di proposito. A quel punto Giorgio non meritava più alcun riguardo o delicatezza. Sandra decise di sputargli in faccia quello che le rodeva dentro, senza troppi giri di parole.

    «Giorgio, io non ti amo più.»

    Era stato facile, aveva espulso le tossine acide che avvelenavano il suo sangue e si sentì meglio. Lui non sembrò affatto sconvolto da quella rivelazione, anzi era pronto, ma come un codardo aveva preferito che a parlarne fosse prima lei. Il suo silenzio la deluse. Giorgio era un uomo debole, per pigrizia non cambiava nulla della sua vita egoista, non voleva incappare in noie o grattacapi, perciò faceva finta che tutto andasse bene. Ma adesso doveva rispondere, perché sapeva che Sandra non lo avrebbe lasciato in pace, non quella volta.

    «Lo immaginavo. Pensi che non me ne sia accorto? Mi credi così ottuso?» ribadì stizzito.

    Gettò il tovagliolo sul tavolo dopo essersi pulito la bocca unta di grasso e si versò dell’altro vino, ne aveva bisogno in quello scontro decisivo giocato a carte scoperte.

    «Proprio non ce la fai a dimenticare quell’episodio, vero?» le rinfacciò con astio per la centesima volta.

    Lei non rispose e scosse la testa con diniego. Non era quello l’unico motivo, anche se aveva la sua importanza. L’accaduto le bruciava ancora e aveva cambiato le sue aspettative, ma c’era anche dell’altro.

    Lui l’aveva tradita, era servito a poco dirle che era stata solo una cosa da niente, finita allo spuntare dell’alba, Camilla non significava nulla, era una donna seducente che lo aveva circuito una fottuta sera. Si erano ritrovati a letto insieme, dopo avere bevuto qualche bicchiere in più durante la cena aziendale. Soltanto una questione di sesso e alcol che non aveva lasciato strascichi fastidiosi. Considerando una logica prettamente maschile, Sandra non avrebbe dovuto sentirsi così offesa, preoccuparsi di quel tradimento senza nessuna importanza. A volte un uomo non riesce a resistere al fascino di una bella donna intrigante. Ma che cazzo di discorso era! Quando lo aveva scoperto si era sentita umiliata e ferita.

    Cosa intendeva dire quel bastardo, che Camilla lo intrigava molto più di me? Che aveva cercato situazioni piccanti che con me non provava? Riecheggiava nella testa la solita domanda.

    Era esterrefatta. Se c’era qualcosa che non funzionava nel loro rapporto avrebbero fatto meglio a parlarne subito, invece di andare a letto con quella cretina per sentirsi un maschio forte e virile. Era arrivato il momento di ammettere che il loro rapporto non funzionava più, che bisognava dare un taglio netto a una storia che non aveva più nulla da raccontare, anche se farlo avrebbe lasciato un vuoto divorante. Un altro fallimento… Sandra detestava gli addii, ma a volte erano inevitabili.

    «Non è proprio così, non è solo per la tua storia con Camilla. È vero, ci sono rimasta male, ma sono mesi che sento di volermene andare. Con te non sono più felice e nella mia vita manca qualcosa» gli confessò senza più freni.

    «Non credevo che tu fossi infelice,

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