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Una Seconda Opportunità
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E-book133 pagine1 ora

Una Seconda Opportunità

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Info su questo ebook

Una seconda opportunità per amare... per sentirti di nuovo completa. Vale la pena superare ogni ostacolo se alla fine puoi condividere la tua vita con la tua metà.

L'Amore è il sentimento più potente del mondo. Tuttavia, ognuno può amare in maniera diversa. Immergiti nei racconti di cinque messicane che ti racconteranno le loro storie d'amore e come una seconda opportunità cambia le loro vite.

L'amore non è di colore rosa. Ci saranno sempre nuove cose da imparare e viaggi da percorrere. Anche se durante il tragitto inciampi, meriti una seconda opportunità!

LinguaItaliano
Data di uscita17 lug 2019
ISBN9781547594214
Una Seconda Opportunità

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    Anteprima del libro

    Una Seconda Opportunità - Becca Berger

    corazones

    RACCONTI

    corazones

    Copyright ©2017 Becca Berger

    Tutti i diritti sono riservati. In base alle sanzioni stabilite dall'ordinamento giuridico è severamente vietato, senza l'autorizzazione scritta dei titolari del copyright la riproduzione totale o parziale di quest'opera con qualsiasi mezzo o modalità, compresi la reprografia e l'elaborazione informatica, nonché la distribuzione di copie di affitto o prestiti pubblici.

    SINOSSI

    Una seconda opportunità per amare... per sentirti di nuovo completa. Vale la pena superare ogni ostacolo se alla fine puoi condividere la tua vita con la tua metà.

    L'Amore è il sentimento più potente del mondo. Tuttavia, ognuno può amare in maniera diversa. Immergiti nei racconti di cinque messicane che ti racconteranno le loro storie d'amore e come una seconda opportunità cambia le loro vite.

    L'amore non è di colore rosa. Ci saranno sempre nuove cose da imparare e viaggi da percorrere. Anche se durante il tragitto inciampi, meriti una seconda opportunità!

    Oltre il divorzio

    Con un sospiro, Clara guardò l'orologio. Un altro minuto e se ne sarebbe andata da quel posto. Non sapeva perché aveva detto alle sue colleghe di lavoro che sarebbe andata se sapeva che non si sarebbe trovata a suo agio a quella festa.

    Con un triste sorriso ricordò un periodo della sua vita, pensando a quanto si sarebbe divertita se fosse stata lì con suo marito, ballando e godendosi il momento. Negò con la testa e si rimproverò per aver pensato a lui. Anche se lo negava, dentro di sé sapeva che non ci sarebbe più stato un altro uomo nella sua vita. Alcuni le avevano chiesto di uscire, ma non aveva mai accettato i loro inviti, il solo pensiero che qualcun altro potesse toccarla o baciarla la faceva scappare e riempiva di dolore il suo cuore, perché facevano riemergere solo ricordi dolorosi.

    Era così concentrata nei suoi pensieri che non si era resa conto che l'entrata di un misterioso e attraente straniero aveva attirato l'attenzione di tutte le persone. Era più alto di tutti gli uomini nella sala, con i capelli scuri e i lineamenti marcati che gli davano un'aura pericolosa.

    Non appena Alexander entrò, la notò subito. Si incontrava in un angolo isolato. Doveva trattenersi dal correre verso di lei e baciarla come aveva sognato in tutte queste notti solitarie; invece, camminò lentamente mentre la guardava. Vide Eduardo, uno dei colleghi di lavoro di sua moglie che aveva avuto il coraggio di invitarla al uscire. Strinse i pugni e dovette trattenersi per non sbatterlo contro il muro, così tutti avrebbero saputo che Clara era sua e cosa gli sarebbe successo se avessero osato volere qualcosa di più da lei. Aggrottò le sopracciglia e scosse leggermente la testa per calmarsi, si ricordò che presto sarebbe stato di nuovo con lei e questo gli permise di tranquillizzarsi e concentrarsi su quella donna e sulla reazione che avrebbe avuto non appena l'avrebbe visto.

    Aveva deciso di darle tempo quando si accorse che era scappata da Atene. Sapeva che era ingiusto pensare che a soli diciotto anni si sarebbe abituata al suo stile di vita, e la sua famiglia non le aveva facilitato le cose. Fu un duro colpo dover firmare le carte del divorzio, ma per lui, Clara continuava ad essere sua moglie ed era arrivato il momento di riconquistarla.

    Mentre era a pochi passi da lei, una cameriera gli si avvicinò e gli offrì un bicchiere di Champagne, lui le rispose con un semplice grazie senza distogliere lo sguardo dal suo obiettivo.

    Clara riconobbe questa voce da lontano e sentì un brivido percorrerle lungo la schiena. Si voltò lentamente mentre le sue parole rimbombavano nella sua mente, più e più volte, pregando che non fosse Alexander. Sembrava che il mondo fosse rimasto sospeso nell'aria, quasi non riusciva a respirare.

    Quando lo vide, rimase in silenzio mentre le sue guance di colpo persero il loro colorito. Erano passati più di cinque anni dall'ultima volta che lo aveva visto, da quando avevano firmato le carte del divorzio. Un dolore quasi insopportabile, che era riuscita ad accantonare da mesi, riemerse con tale intensità che le mancava il respiro, sapeva che se non avesse iniziato a muoversi, le sue gambe avrebbero ceduto in qualsiasi momento. Era in uno stato di shock. Non riusciva a credere che fosse lì. Lui dovette percepire il suo imbarazzo perché le fece quel sorriso che era solo per lei, pieno di tenerezza e uno sguardo perverso e divertito. Tutto intorno a lei si fermò. Clara dovette lottare per nascondere il dolore nel suo sguardo e indietreggiò, cercando di mettere una certa distanza tra di loro. Ma Alexander aveva altre intenzioni. Si diresse verso di lei con l'eleganza di un felino che insegue la sua preda.

    «Ciao Clara. Pensavi di andartene senza salutare tuo marito? − disse con una voce rauca, guardando avidamente ognuno dei suoi delicati lineamenti e divertendosi a guardare quei begli occhi color ambra.

    «Alex... Che ci fai in Guadalajara?» balbettando nervosamente, senza sapere cosa dire.

    «Sono venuto per qualcosa che mi appartiene» Qualcosa nella sua voce e nel suo tono leggero la fece rabbrividire. Non la ingannava, dietro quell'aspetto indifferente sapeva che era teso quanto lei.

    «Allora, ti auguro buona fortuna per la tua ricerca. Se non ti dispiace devo andare» Senza dargli il tempo di rispondere si girò e si allontanò da lui, ma Alexander fu più veloce e le mise un braccio intorno alla vita. Cercò di separarsi, ma lui strinse la sua presa e le sussurrò all'orecchio.

    «A meno che non vorrai fare una scenata davanti ai tuoi colleghi, vieni con me e parliamo in un posto più tranquillo, Agapi Mou.»

    «Non chiamarmi così» sibilò seccata, ma fingendo un sorriso. Chiamarla così, come faceva nei giorni più felici che avevano passato insieme, era come buttare del sale sulla ferita. Sapeva che stavano attirando l'attenzione degli altri invitati e non voleva che il suo capo si avvicinasse a loro, non voleva vedere come avrebbe cercando di conquistare il suo ex marito «Il tuo amore è Atenea» Non riuscì ad evitare che la sua voce fosse piena di dolore e di rancore.

    «Non giocare con la mia pazienza, piccola.»

    Prima che lei potesse aggiungere altro, si avvicinò e la baciò. Fu un colpo devastante. Cercò di resistergli per alcuni secondi, ma, senza accorgersene, gli avvolse le braccia intorno al collo e si avvicinò. Clara non voleva che succedesse questo, ma il suo corpo non la ascoltava. Bastava una semplice carezza di Alexander per farle perdere il controllo e lasciarsi andare. Quando si rese conto di quello che stava facendo, si staccò e si portò una mano alle labbra.

    «Non toccarmi più, Alexander. Hai perso il diritto di farlo da molto tempo» rispose con amarezza.

    «E di chi è stata la colpa? Chi se ne scappò di casa a mezzanotte senza avvisare?» sbottò mentre lei lo guardava con rancore.

    «E tu non mi hai cercato» ribatté con dolore.

    «Ti ho cercato per giorni negli ospedali e negli hotel. Ho girato per le strade di Atene senza sapere niente di te» Strinse la mascella ricordando quei momenti in cui si sentiva impazzire per la disperazione. All'inizio aveva pensato che avesse avuto un incidente e la immaginava da sola e gravemente ferita in qualche ospedale. Con il passare dei giorni capì che lo aveva abbandonato. In quel momento sentì come se qualcuno gli avesse strappato il cuore. Voleva andare a cercarla, ma sapeva che doveva darle del tempo per riflettere.

    Tuttavia, quando un avvocato si mise in contatto con lui, si infuriò e agì di impulso. Ma non c'era giorno in cui non si pentiva di aver firmato quelle carte.

    «Ti ho lasciato un biglietto» disse con un sussurro vedendo il dolore nel suo sguardo.

    «Non c'era nessun biglietto.»

    «Te lo lasciai sul letto!» alzò un po' la voce.

    «Non continuare a mentire. Se avessi lasciato qualcosa l'avrei visto. Non credi?» disse sarcasticamente.

    «Anche se non mi credi, te l'ho messo lì» Vedendo il dubbio negli occhi di Alexander si rese conto che non aveva visto il biglietto. Sicuramente qualcuno l'aveva nascosto «Devi credermi, non me ne sarei andata senza dirti dove sarei stata...»

    Alexander giurò in greco. Sapeva che avrebbe avuto un altro litigio con sua madre. Non credeva nelle casualità e se quel biglietto era sparito era solo per colpa sua. «Scoprirò che ne è stato di quel biglietto. Te lo prometto, Agapi Mou.»

    «Ti ho aspettato per giorni a Santorini» sorrise con nostalgia «in quell'hotel dove ci siamo conosciuti» Non poteva negare che crederle significava più di quanto avrebbe voluto.

    Tutti e due rimasero in silenzio, rimproverandosi per non averne parlato prima di prendere quelle decisioni.

    Alexander si rese conto che nella vita si commettono tanti errori perché non si ha il coraggio di parlare direttamente con le persone che si amano, lasciando che quelli che sembrano piccoli problemi si ingigantiscano, ma non doveva permettere che la sua vita peggiorasse.

    Dovevano imparare ad affrontare gli errori e ad andare avanti. Non potevano continuare a scappare. La vita è un continuo rischiare, ma se l'avessero affrontata

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