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The Adventure Islands. Il viaggio ha inizio
The Adventure Islands. Il viaggio ha inizio
The Adventure Islands. Il viaggio ha inizio
E-book185 pagine2 ore

The Adventure Islands. Il viaggio ha inizio

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Info su questo ebook

Una richiesta d'aiuto, una persona da salvare, dei nemici agguerriti da affrontare. Così comincia questo romanzo fantasy, che porterà i lettori all'interno di un mondo particolare, controllato da esseri malvagi con mire espansionistiche, gli Hopper. L'obiettivo di Mac e Leo, i due fratelli protagonisti, sarà quello di estirpare la minaccia di tali personaggi, sempre però godendosi il brivido dell'avventura e del rischio. Durante il viaggio attraverso varie isole, i nostri eroi incontreranno nuovi compagni e risolveranno misteri intriganti, lasciandone in sospeso altri, che forse saranno svelati nei viaggi futuri.

Che aspettate,tuffatevi nel mondo di Mac e Leo e unitevi a loro in questa entusiasmante avventura!
LinguaItaliano
Data di uscita27 mar 2018
ISBN9788827823026
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    Anteprima del libro

    The Adventure Islands. Il viaggio ha inizio - Gianmarco Masini

    Indice

    Isola di Torengar

    I - La lettera

    II - Un obiettivo da raggiungere

    III - Poteri speciali

    Isola di Doomrye

    IV - Il mistero della città infestata

    V - Esperienza selvaggia

    Isola di Gondwer

    VI - Un racconto intrigante

    VII - Incontri inaspettati

    Isola di Drisert

    VIII - Le due squadre

    IX - Sfide e trabocchetti

    X - Un ritrovamento speciale

    XI - Risveglio turbolento

    Isola di Zaminora

    XII - Banchetto alla reggia del conte

    XIII - La gara comincia!

    XIV - Massimo impegno per il premio finale

    XV - Un nuovo amico

    Isola di Ghinfle

    XVI - A casa dei cugini

    XVII - Missione libertà!

    Epilogo

    Il viaggio

    Gianmarco e Leonardo Masini

    The Adventure Islands

    Il viaggio ha inizio

    Youcanprint Self-Publishing

    ISBN | 9788827823026

    Prima edizione digitale: 2018

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)

    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti  dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941.

    Isola di Torengar

    I

    La lettera

    La storia di Mac e Leo è molto particolare, ricca di imprevisti ma anche piena di divertimento. Vediamo come tutto ebbe origine.

    "Cari nipoti, sono vostro nonno Frank. 

    Vi scrivo questa lettera solo adesso perché so che siete cresciuti, siete degli uomini ormai, perciò, se ne avrete voglia, sarete in grado di aiutarmi.

    Sono rinchiuso in una prigione da dieci anni ormai; sono stato catturato dagli Hopper, degli esseri malvagi che stanno conquistando il mondo con le loro tecniche combattive superiori alla norma. Avevo cercato di ribellarmi alla loro supremazia ma mi hanno colto alla sprovvista e mi hanno segregato in questo luogo umido e putrido, dal quale adesso vorrei uscire. Ho bisogno di voi, ce la fate ad aiutare vostro nonno? State attenti, se si dovesse mettere male lasciate perdere e fuggite, non voglio che mettiate a repentaglio le vostre vite.

    A presto.

    P.S. Ho dei regali da consegnarvi, ma vi svelerò di cosa si tratta di persona, quando mi avrete liberato."

    I due fratelli non persero tempo, non ci pensarono due volte, si prepararono, presero arco e frecce e partirono con l’obiettivo di salvare il loro nonno dalle grinfie degli Hopper.

    − Ciao Mamma, ciao Babbo!

    − Buona fortuna ragazzi, mi raccomando, occhi aperti! Tornate vincitori! − dissero in coro i genitori di Mac e Leo.

    Erano molto fieri di loro, adesso erano preoccupati per la loro sorte ma al contempo commossi nel vederli così cresciuti.

    Prima che partissero, la madre consegnò loro un kit di sopravvivenza sia con medicine che con del cibo.

    Il babbo, d’altra parte, si raccomandò con Mac:

    − Visto che sei il fratello maggiore devi avere pazienza con tuo fratello e badare a lui, anche se ormai siete grandi entrambi.

    Mac annuì e si preparò a partire, sciogliendo i muscoli con un rapido riscaldamento.

    Salutati i genitori, accompagnati da una brezza leggera che penetrava negli abiti, rinfrescando le membra, i due giovani si incamminarono furtivamente attraverso la foresta.

    − Come sono belli, sono quasi degli uomini ormai, mi ricordo ancora oggi di quando erano dei neonati e li tenevamo in braccio − commentò la mamma con occhi orgogliosi.

    E Frans, tentando di rassicurarla, le rispose:

    − Eh cara, il tempo passa in fretta, comunque tranquilla, sono in gamba, se la caveranno.

    L’isola su cui abitavano non era molto grande, anzi, era una delle più piccole del mare sud − orientale. Era una zona tranquilla e gli Hopper più deboli riuscivano a controllarla senza problemi perché i ribelli non erano molto forti da quelle parti.

    Ormai era passato qualche anno da quando gli Hopper erano entrati bruscamente nelle vite degli abitanti di Torengar, occupando militarmente l’isola e imprigionando gli abitanti più temerari.

    Nell’isola, infatti, c’erano varie prigioni presidiate dagli Hopper, nelle quali erano rinchiusi uomini che si erano ribellati a essi, e che sarebbero stati contentissimi di aiutare Mac e Leo in cambio della libertà. D’altra parte i due fratelli non sapevano in quale carcere fosse rinchiuso il nonno, perciò decisero di visitarli tutti, per liberare gli abitanti dell’isola dalla supremazia degli Hopper.

    − Leo, dobbiamo assolutamente riuscire a salvare il nonno, così finalmente potremo riabbracciarlo! − esclamò Mac volenteroso.

    − Già, non vedo l’ora, sono anche curioso di scoprire che regali vuole consegnarci! − rispose suo fratello.

    I due fratelli si mossero rapidi, riparati dalle fronde dei maestosi alberi che dipingevano di verde il paesaggio di Torengar.

    II

    Un obiettivo da raggiungere

    Con la mappa dell’isola sott’occhio, Mac e Leo decisero di affrontare un carcere alla volta, iniziando da quello più vicino alla foresta.

    I due fratelli erano giovani, entrambi possedevano corti capelli biondi, Mac spettinati e ritti, e Leo lisci e con un ciuffo alla moda. Avevano degli occhi marroni come quelli dei cerbiatti, come diceva loro la mamma, una corporatura abbastanza muscolosa, ed erano degli abili nuotatori; inoltre erano stati allenati dal padre sin da quando erano piccoli e adesso, grazie a lui, se la cavavano bene con tutte le tecniche di combattimento. Dimostravano di essere più grandi ma in realtà erano molto giovani.

    − Eccoci, quello dovrebbe essere un carcere! − disse Leo, osservando il panorama con il binocolo che gli aveva regalato il nonno da piccolo.

    − Mi sa che hai proprio ragione! − esclamò Mac guardando in quella direzione.

    L’edificio possedeva un’alta cinta muraria, al di sopra della quale erano collocate delle sentinelle di vedetta. Era a pianta rettangolare, e a dire il vero non sembrava molto imponente, ma era discretamente difeso, infatti c’erano degli Hopper di fronte al portone, che guardavano intorno con aria minacciosa.

    Questi esseri appartenevano a una specie simile a quella umana, ma per certi versi più evoluta. Possedevano dei progetti di conquista molto ambiziosi e non avrebbero esitato ad attuarli.

    Da molto tempo ormai si era diffusa una filastrocca molto dettagliata che descriveva le caratteristiche che rendevano gli Hopper degli esseri davvero temibili:

    "Non sono uomini e sapete perché?

    Non hanno né sangue né cuore ahimè,

    voi penserete che questa è magia,

    ma tutto sta nella loro energia,

    è proprio quella che rende imperfetti

    quegli esseri apparentemente senza difetti.

    Infatti solo al suo esaurimento completo,

    potremmo dire di aver mandato un Hopper al tappeto,

    anche se la loro abilità nel combattere

    li rende dei tipi duri da abbattere.

    Del loro fisico altro dirò,

    non ci sono punti deboli però,

    hanno un’antenna sulla loro testa dura,

    che riceve e invia segnali meglio di una radio addirittura,

    la struttura corporea li rende agili e forti,

    e per di più odiano gli umani, se non ve ne siete accorti.

    E anche se non sarà facile ostacolarli,

    bisogna assolutamente provare a fermarli,

    altrimenti il mondo conosciuto,

    sprofonderà nel caos assoluto.

    Gli Hopper si distinguevano in base alla loro potenza e abilità nel combattimento dal colore delle loro antenne in neri, grigi, bianchi, bronzo, argento, oro e altri. Ad esempio, quelli di guardia alla prigione avevano tutti le antenne nere come la pece, dunque appartenevano al livello più debole. Nonostante ciò, erano comunque da considerarsi pericolosi, dato che erano addestrati a dovere.

    Probabilmente le guardie aumentavano mano a mano che si accedeva alle stanze più interne, per gestire i prigionieri più ribelli; perciò Mac e Leo dovevano cercare di agire furtivamente, stando attenti a non farsi notare. La maniera migliore era quella di decimare le sentinelle appostate sul tetto con le frecce che avevano nella faretra. Una volta sfoltite le difese sarebbe stato più facile entrare, affrontando gli Hopper rimasti in uno scontro diretto.

    Così, i due fratelli, attraversando il fitto bosco, si avvicinarono alla prima prigione, riparati dalle fronde degli alberi e iniziarono a scoccare frecce, spostandosi continuamente di albero in albero per non fornire la loro precisa posizione, evitando, in tal modo, di essere presi di mira dagli Hopper stanziati a terra, che, altrimenti, li avrebbero raggiunti facilmente.

    − Cavolo Leo, la filastrocca avrebbe dovuto metterci in guardia sul fatto che questi strani esseri sono resistenti alle frecce.

    − Il problema ora è che l’effetto sorpresa se n’è andato, e gli Hopper di guardia al portone si stanno sparpagliando per trovarci.

    − Io propongo di lasciare che si sparpaglino e di affrontarli singolarmente, in questo modo avremo più chances di batterli.

    − Buona idea Mac, così potremo combattere ad armi pari, dopotutto sono solo una dozzina.

    − Allora siamo d’accordo. A te è avanzata qualche freccia?

    − Poche.

    − Non preoccuparti, ce le faremo bastare.

    Così, la guerriglia nella fitta boscaglia ebbe inizio.

    Quello era il primo scontro di Mac e Leo con gli Hopper; il primo di una lunga serie.

    I due fratelli si fecero valere, e in poco tempo riuscirono a fare piazza pulita degli Hopper di guardia, cosi ora avevano via libera per entrare nel carcere.

    Esaurirono tutte le frecce, ma conservarono l’arco per usarlo a mo’ di bastone in caso pugni e calci fossero stati inefficaci.

    Adesso il portone era spalancato e dava sulla buia e profonda prigione, illuminata di rosso per via dei lampeggianti che emanavano luci abbaglianti e un suono parecchio fastidioso. Mac e Leo decisero di separarsi per non vedersi contro tutti i nemici concentrati in una sola mandata. Così Mac si diresse a destra, cercando gli Hopper che possedevano le chiavi delle celle, con lo scopo di liberare i prigionieri e far cadere nel caos il carcere. Lo stesso fece Leo, il quale, però, si diresse a sinistra.

    Mac incontrò subito un ostacolo, un gruppo di Hopper stava procedendo verso di lui.

    − Spostatevi se ci tenete a vivere, voglio salvare mio nonno! − gridò Mac pieno di rabbia.

    − Fatti sotto sbruffone! − gli risposero gli Hopper schernendolo.

    Dopo aver tolto di mezzo i nemici che gli intralciavano la strada, Mac recuperò qualche chiave con cui aprì le celle dei prigionieri, portandosi questi con sé all’interno dell’edificio. D’altro canto, Leo non fu da meno, e in poco tempo i due fratelli si riunirono, avendo effettivamente radunato un piccolo esercito.

    Gli ex-prigionieri si rivelarono riconoscenti verso i loro salvatori e collaborarono con loro per uscire dal carcere il prima possibile.

    Sconfitta una buona parte degli Hopper e arruolati molti uomini, i due fratelli si diressero verso il centro del penitenziario, zona più difficile da liberare perché sorvegliata a dovere.

    − Forza ragazzi, aiutiamo i nostri benefattori! Grazie a loro potremo finalmente vedere la luce! − incitò un ex-prigioniero, procedendo verso gli Hopper neri, con l’intento di sbarazzarsi di loro.

    − Li chiamate benefattori? È per colpa loro che verrete tutti uccisi − disse un Hopper dopo aver messo KO il ribelle.

    − State indietro, ci pensiamo noi! − disse Mac al suo piccolo esercito.

    − Uscite dalla prigione e aspettateci lì fuori − ordinò Leo.

    − Vogliamo dare una mano anche noi! − si opposero gli ex carcerati.

    − Già, ben detto − aggiunse un altro gruppo di abitanti che i due fratelli avevano liberato dalle grinfie degli Hopper.

    − Ci servirà il vostro aiuto nello scontro finale, qui ce la possiamo cavare anche da

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