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La Lezione del Suo Dom: Serie Dominic Powers
La Lezione del Suo Dom: Serie Dominic Powers
La Lezione del Suo Dom: Serie Dominic Powers
E-book314 pagine4 ore

La Lezione del Suo Dom: Serie Dominic Powers

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Info su questo ebook

Sophia Vasco 

Mi perdonerà mai? Questa domanda mi tormenta giorno e notte. Mi ha reclamata col suo tocco al punto che nessun uomo potrà mai competere.

Dominic ha divorato la mia vita. Fino al giorno in cui ha scoperto la verità su di me e tutto è cambiato. Niente è come sembra ed è andato tutto fuori controllo. Adesso ho il peso del mondo sulle spalle. 

Devo sistemare le cose. 


Dominic Powers 

Alcuni dicono che il Karma sia una stronza. Io posso dire per esperienza che un Dom tradito è molto peggio di quanto un bastardo possa mai pensare.

Pensano di essersi presi gioco di me. Ho negato all'uomo dentro di me il suo legittimo posto ed è stato preso per un sciocco. Quando avrò finito con loro, sentiranno la frusta della lezione del suo Dom. 

Non è finita.

LinguaItaliano
Data di uscita30 dic 2018
ISBN9781547563371
La Lezione del Suo Dom: Serie Dominic Powers

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    Anteprima del libro

    La Lezione del Suo Dom - A.D. Justice

    Capitolo 1

    Capitolo Uno

    Sono di nuovo seduta fuori casa sua, proprio come ho fatto quasi ogni notte nelle ultime due settimane. Sono passate otto settimane dall’ultima volta che l’ho visto, che gli ho parlato, che l’ho sentito, o assaporato. Mi sta maledettamente uccidendo. Tutto questo mi sta uccidendo, ma mi sembra di non avere via d’uscita. Sono in una cella invisibile, ci sono delle sbarre tutt’intorno a me, e sono completamente intrappolata. Mi sembra di soffocare e che lui sia il mio vero ossigeno. Ogni giorno, sento svanire un po’ di più la mia forza. Un pezzo alla volta, sto cadendo a pezzi.

    Un movimento improvviso nella sua villa vicino al lago attira la mia attenzione e mi distrae dalla mia festa di autocommiserazione. La grande e decorata doppia porta d’ingresso si spalanca e rivela il mio Dom. Ha i capelli leggermente in disordine ed è sexy come sempre. La camicia blu button down è aperta e lui ha un aspetto un po’ scarmigliato. È a piedi scalzi ed ha in mano un bicchiere del suo bourbon preferito. Scruta l’area con gli occhi, ma non penso che mi veda.

    L’aria viene risucchiata completamente dalla mia auto e dai miei polmoni. OH, MIO DIO. OH, MIO DIO. Una donna arriva con disinvoltura accanto a lui, gli avvolge la vita con un braccio e si piega per baciarlo sulla bocca prima di scendere gli scalini. Lui si appoggia contro lo stipite della porta e la guarda salire in auto e allontanarsi. Si salutano ed io continuo a guardare, incapace di distogliere lo sguardo, mentre lui le sorride.

    Riconosco istantaneamente quel sorriso ed il mio cuore si stringe ancora di più. Quel sorriso era stato per me.

    Mio. Dio.

    Il mio cuore si è appena infranto in un milione di pezzi. Mi ha già rimpiazzata?

    Lui continua a guardare l’auto di lei finché scompare all’orizzonte. All’improvviso, la sua testa scatta nella mia direzione e, sebbene all’inizio fossi convinta di essere in un posto sicuro, adesso so che è assolutamente consapevole della mia presenza. Sento i suoi occhi su di me, il calore che il suo corpo muscoloso irradia, e la tensione arriva a livelli incredibili nella mia auto, senza che lui si sia mosso. Si raddrizza e dalla sua postura capisco che sta stringendo gli occhi con rabbia—verso di me.

    Alza un braccio nella mia direzione e punta l’indice verso di me. Con un movimento del dito, mi ordina di andare da lui. Sospirando, rassegnata al rimprovero che sto per ricevere, metto in moto l’auto e guido per la breve distanza che mi separa dalla casa, fermandomi nella corsia circolare che porta all’ingresso principale. Uscendo dall’auto su gambe tremanti, mi sento improvvisamente spaventata a morte per ciò che dirà. A questo punto, sopporterei con piacere qualsiasi dolore fisico piuttosto dell’angoscia mentale che sto provando. Niente di ciò che potrebbe farmi fisicamente mi farebbe male quanto ciò che potrebbe chiedermi di fare.

    Ad esempio, andarmene e non tornare più.

    Lui è il mio Dom, non importa cosa sia accaduto. Gli appartengo – cuore, corpo ed anima. Se mi dà un ordine, io lo eseguo incurante di cosa sia o di quanto mi costi. Lo so ed è proprio la cosa che mi spaventa a morte. Dico silenziosamente una preghiera mentre salgo gli scalini che mi conducono al suo costoso portico. Non si è mosso dalla soglia, ma sento i suoi occhi bruciarmi addosso.

    Non riesco ad alzare lo sguardo per incontrare il suo. Voglio dire, non ci riesco proprio fisicamente. Sento il peso del suo sguardo, sento la profondità del suo dolore…il dolore che gli ho causato io…e conosco il tumulto interno che sta provando in questo momento. Lui è il mio Dom e lo conosco dentro e fuori. So che anche lui lo sente. Ma adesso non si fida di me e senza fiducia…beh, non riesco ancora a pensarci. È troppo doloroso e sono ancora troppo debole per affrontarlo.

    Mi fermo davanti a lui e tengo la testa china nella speranza che la mia reverenza e sottomissione mi farà almeno guadagnare un po’ della sua benevolenza. Il tono freddo ed indifferente della sua voce spazzano via le mie speranze e combatto per non scoppiare in lacrime. Di nuovo. Tutto ciò che ho fatto da quando sono sola è piangere. Singhiozzare. Urlare. Tiro fuori l’angoscia. Angoscia di cui io sono l’unica responsabile.

    Perché. Cazzo. Mi. Stai. Spiando, sputa fuori una parola alla volta con tale veleno, tale odio, che il mio cuore perde un battito prima di cominciare a battere ad una velocità innaturale. Non posso svenire adesso – almeno mi sta parlando, anche se non è ciò che vorrei sentire.

    Dom, io… la paura di come reagirà alla verità mi preoccupa e non sono sicura di poter finire la frase. Finché…

    Ti ho fatto una domanda e mi aspetto una risposta. Il suo ordine interrompe i miei pensieri e la sottomessa che c’è in me deve soddisfare le sue aspettative.

    Dom, mi manchi, la mia voce è così bassa e timorosa. La sua risata è senza umorismo. È sarcastica, fredda e si prende gioco di me, proprio come merito. Per favore, non mandarmi via, lo imploro.

    Si fa da parte e con la vista periferica, lo vedo allungare una mano verso la casa, invitandomi ad entrare. Il mio cuore fa una capriola – il mio Dom mi perdonerà? Mi riprenderà con sé in modo che possa dirgli tutto? Oh, ti prego, ti prego, fa’ che sia così.

    Entro e faccio dieci passi, e poi mi fermo, proprio come sono stata addestrata a fare in passato. Sento il rumore delle doppie porte che si chiudono alle mie spalle ed aspetto. Il mio Dom va al bar nell’angolo più lontano della stanza, toglie il tappo del decanter, si versa da bere, rimette a posto il tappo – e poi basta. Non ci sono altri suoni – non beve, non attraversa la stanza per venire da me, nient’altro che un silenzio tombale.

    Tutto il mio corpo scatta e non riesco a contenere il suono acuto del mio urlo spaventato quando il tumbler di cristallo mi vola accanto, si schianta contro il muro in un milione di pezzi proprio a qualche passo da me. Involontariamente, mi tiro indietro e faccio qualche basso indietro, finché vado a sbattere in un irremovibile muro di muscoli. Il mio corpo reagisce istantaneamente, sapendo che è il suo padrone. Sebbene la mia mente sappia che la mia presenza qui non è benvenuta, non posso a fare a meno di sciogliermi contro di lui.

    La sua bocca è improvvisamente vicina al mio orecchio. Il dolce odore del bourbon mischiato a quello del mio Dom mi riscalda la pelle e mi provoca dei brividi lungo tutto il corpo quando mi parla. La sua voce baritonale è un sussurro basso e sensuale a cui ogni parte della mia anatomia femminile risponde contemporaneamente portandomi quasi all’autocombustione.

    Non dovresti essere qui, Sophia, mormora lui al mio orecchio prima di passare all’altro lato. Cosa vuoi da me? Mi sposta i capelli dalla spalla, mettendoli di lato e lasciandomi esposti collo ed orecchio. Cosa desidera il tuo corpo, Sophia?

    Involontariamente, gemo ed inarco il collo. Ho la testa piegata all’indietro sul suo petto, che ora mi accorgo essere nudo. Quando si è tolto la camicia? Il suo calore s’infiltra in me e me lo fa desiderare ancora di più. Lui sta aspettando la mia risposta ed io sono così agitata che riesco a malapena a pensare a come formulare una risposta che non mi faccia beccare un calcio in culo.

    Dom, mi manchi. Il mio corpo desidera solo te, Dom, rispondo onestamente. Sono rimasta sdraiata a letto completamente sveglia per ore e ore, sentendo di perdere la ragione per la mancanza che sento di lui. Non che non me lo meriti, ma lo sto silenziosamente implorando di non mandarmi via.

    È martedì, sussurra lui ed io sento le sue labbra contro il mio orecchio. Indossi una gonna corta e i tacchi alti per me, vero?

    Sì, rispondo senza fiato, sapendo che ogni martedì, giovedì e sabato ho indossato questo abbinamento semplicemente perché me l’ha chiesto lui una volta.

    "Mi chiedo, Sophia, se hai rispettato completamente il mio comando riguardo al tuo abbigliamento," la sua voce mi ipnotizza. Il suo tocco mi marchia di nuovo ma le sue mani non mi hanno toccato, se non quando mi ha spostato i capelli.

    Prima che possa rispondergli, sento le sue dita spostare la mia gonna verso l’alto un millimetro alla volta. Il ritmo terribilmente lento mi sta uccidendo e sono pronta a strapparmi i vestiti per lui. Ma so che questo rimanderebbe solo le cose. Questo è il modo in cui al mio Dom piace fare le cose ed amo ciò che mi fa.

    Quando, alla fine, l’ha tirata abbastanza in alto, sto tremando senza controllo, mentre la sua mano raggiunge il punto in mezzo alle mie gambe da dietro. Le sue dita trovano il mio nucleo surriscaldato e ci si strofinano contro gentilmente, avanti e indietro. La sua bocca è di nuovo al mio orecchio e, istintivamente, piego la testa di lato, dandogli tutto l’accesso che vuole. La sua bocca spinge contro il mio orecchio mentre il suo dito spinge dentro di me. Aumenta il ritmo mentre il suo sussurro si fa più alto, Senza mutandine, Sophia. Hai seguito bene i miei ordini, la mia ragazza. E sei così bagnata per me – prima ancora che io ti abbia toccata. Mi chiedo se alla mia sottomessa sia mancato il suo Dom?

    Il suo ritmo accelera velocemente e aggiunge un altro dito, allungandomi e riempiendomi. I suoi movimenti diventano più brutale, esattamente come sa che piace a me, e voglio contorcermi. Voglio cavalcare questa emozione e dargli tutto il piacere che posso. Ma il mio Dom mi ha detto in passato che devo rimanere ferma finché non è a lui a dirmi di muovermi – per non resistere al piacere che mi sta dando. Mi spinge verso limiti che non sapevo di poter superare e mi dà più piacere di quanto una donna abbia diritto di chiedere.

    Sì, Dom, così tanto, è tutto ciò che riesco a dire. Mi è mancato più di quanto possa spiegare. Più di quanto lui potrà mai sapere.

    La stretta e la pressione dentro di me crescono incredibilmente. Dom ha un regola rigida e non posso raggiungere l’orgasmo prima che sia lui a darmi il via libera, ma sto seriamente considerando di beccarmi una punizione e lasciarmi andare in questo momento. È passato così tanto tempo dall’ultima volta che mi ha toccata che sto per andare a fuoco. La mia capacità di tenerlo a bada sta rapidamente svanendo e sta per succedere con o senza il mio consenso.

    Improvvisamente, il mio corpo è nudo e freddo. Il calore del suo petto nudo è sparito. Il dolce, caldo respiro dei suoi sussurri è andato. Le sue mani non sono più su di me, a portarmi verso il più squisito piacere che io abbia mai provato. Sono da sola in mezzo alla stanza, come se fossi una statua in bella mostra e lui si è completamente allontanato da me. Il suono del tappo e del decanter sono tutto ciò che sento prima che si versi da bere. Un sorso. Due sorsi. Tre sorsi.

    Poi, improvvisamente è di nuovo alle mie spalle, ma non mi tocca. La sua voce è nuovamente fredda e distante. Con le parole successive mi prende in giro e mi ridicolizza.

    Pensi davvero che basti venire qui perché io ti riprenda? Ti dia ciò che vuoi? La sua voce acquisisce più forza, Ti dia il piacere—solo perché tu possa fottermi di nuovo? Sei fuori di testa. Esci. Dalla. Mia. Fottuta. Casa.

    Sistemandomi la gonna, mi volto per andarmene, come mi ha chiesto. Non riesco ancora a guardarlo negli occhi. Probabilmente, mi sta fissando con i suoi occhi blu fiammeggianti e non sopporto di guardarli e vedere il dolore, la rabbia e l’odio nei miei confronti. Non capisce—non capisce nulla di tutto questo. Ancora non sa perché ho dovuto fare ciò che ho fatto e adesso temo che non mi darà mai la possibilità di dirglielo.

    Prima che raggiunga la porta, le sue parole di commiato mi fanno a pezzi e non so se mi riprenderò mai.

    Io non sono il tuo Dom, dice ogni parola con forza e chiarezza, non lasciando alcuno spazio al dubbio. I singhiozzi scuotono il mio corpo prima ancora che faccia un passo fuori da casa sua.

    Che Dio mi aiuti. Che cosa ho fatto?

    Otto Settimane Prima

    Sono nel mio ufficio a lavorare sulla risposta negoziale di un contratto, ma non riesco a concentrarmi su ciò che ho davanti. Lo stress di tutto questo casino sarà la mia morte. Morte. Quell’unico pensiero mi fa rabbrividire mentre l’immagine della casa in fiamme mi tortura, in una ripetizione senza fine. Lascio cadere il viso tra le mani e combatto l’ansia che minaccia di travolgermi.

    Dom è rimasto quasi ucciso ed io so che quello era l’unico scopo dell’incendio. Non credo di esserne stata anch’io l’obiettivo, dal momento che non avrei dovuto essere a casa sua la domenica sera. Dom aveva insistito per farmi restare con lui tutto il fine settimana dopo che eravamo stati separati a causa del suo viaggio di lavoro. La verità è che volevo restare con lui e non andarmene mai, ma sapevo che avrebbe portato guai in un modo o nell’altro.

    Come se i miei pensieri potessero evocare il Diavolo in persona, il mio telefono squilla e mi viene la pelle d’oca nel sentire la sua voce all’altro capo del telefono.

    Sophia Vasco, il suo tono è di scherno, sei pronta ad eseguire il volere del tuo Signore?

    "Tu non sei il mio Signore ed è da settimane che ti dico che non ti aiuterò più," gli sibilo a denti stretti.

    Non parlarmi in questo modo, puttanella, mi urla insoddisfatto. "Io ti possiedo e tu farai quel cazzo che ti dico di fare, quando cazzo te lo dico. Hai presente l’uomo che ti sta scopando? Già, ho dei piani per lui. Lo rovinerò in un modo o nell’altro. E tu farai la tua parte."

    Dom ha l’accento del sud più sensuale che abbia mai sentito. Il timbro della sua voce cambia in base a ciò a cui sta pensando, ma mi calma, mi eccita e mi possiede sempre. La voce di Dominic mi fa provare i brividi lungo la schiena e la pelle d’oca senza doversi nemmeno impegnare. D’altra parte, la pronuncia strascicata e l’ignoranza di Harrison mi irritano, mi danno sui nervi ed evocano profondo risentimento.

    È proprio ciò che sta succedendo adesso.

    Harrison, sento la vena nel collo battermi dalla rabbia, Lascialo. In. Pace. Ti sbagli su di lui e non ne voglio più parlare.

    Bene, bene. Ti ha scopato per bene, vero? Scommetto che fino a domenica ti ha scopato in ogni modo possibile ed è persino riuscito a fotterti la testa. Che ne dici se lo chiamo e gli dico cosa stavi tramando davvero? Cosa succederebbe? ride Harrison come se avesse appena detto la cosa più divertente del mondo.

    Io non sto ridendo.

    Che ne dici se ti risparmio la fatica e glielo dico io stessa? alzo la mano libera verso il cielo mentre glielo domando, gesticolando animatamente. La paura crescente nel mio stomaco minaccia di strozzarmi perché temevo proprio che Harrison facesse una cosa del genere. Ho paura che lo dica a Dom prima che abbia la possibilità di spiegargli.

    Riattacco con Harrison, lasciandolo a chiedersi se lo farò o meno. Decido in questo momento, senza alcun dubbio, che devo dirlo a Dom. Merita di sapere cosa c’è dietro e qual è stata la mia parte, prima che la prossima trovata lo uccida. Questo mi spaventa più di qualsiasi altra cosa abbia fatto – più di esser corsa dentro quell’edificio in fiamme, più di ciò che c’è in ballo se tradisco Harrison e più di ciò che gli altri penseranno di me.

    Se perdo Dom, non so se riuscirò a riprendermi. È diventato tutto ciò che pensavo nessuno sarebbe mai stato. È buono, gentile e amorevole. Ci teneva a me e alla mia sicurezza, prima ancora di conoscermi davvero. Mi aveva fatto trasferire da quell’orribile appartamento nel territorio della gang senza pensarci troppo. Mi ha accolta, mi ha mostrato pazienza e comprensione e mi ha dato più amore di chiunque abbia conosciuto.

    Alzandomi dalla scrivania con gambe tremanti, cammino lentamente lungo il corridoio verso il suo ufficio. Rendendomi conto che è adesso o mai più, devo parlargli prima che lo chiami Harrison. Conoscendo quel bastardo, lo farebbe solo per ripicca nei miei confronti. Mentre mi avvicino, sento Tucker e Ombra parlare con Dominic, ma qualcuno entra in ufficio con loro, prima che io raggiunga la porta.

    È Cheryl, il nostro avvocato aziendale e, all’improvviso, vengo colta da una sensazione terribile. Appoggiandomi al muro per non cadere, faccio dei passi barcollanti, faticosamente lenti, ma so che sono cattive notizie. Qualcosa mi dice che riguarda Harrison e che per questo mi ha chiamata a lavoro. Prego silenziosamente ad ogni passo, Ti prego, fa’ che si tratti di altro. Ripeto questo mantra ancora e ancora mentre mi avvicino alla sua porta, ma dentro di me non ho dubbi che si tratti di me.

    Mentre raggiungo la porta, sento Cheryl descrivere una denuncia di molestie sessuali contro Dominic. La sua voce è diretta mentre spiega, Questo è molto grave, Dominic. Questi documenti nominano tutti gli impiegati che hanno visto o sentito commenti e comportamenti inappropriati da parte sua nei confronti di Miss Vasco.

    I miei polmoni restano senza ossigeno ed io non riesco a respirare. Dunque è questa la prossima mossa di Harrison per cercare di distruggere Dominic, ma distrugge anche la mia relazione con lui. Non gli ho dato abbastanza credito. Anche se parla come un ignorante, sembra molto in gamba quando si tratta di pugnalare alle spalle qualcuno.

    Cheryl fa un passo nell’ufficio di Dominic e, all’improvviso, io divento visibile. Tutti gli occhi mi scrutano, come se fossi un topo di fogna da distruggere e cancellare dalla loro vista. Dominic si alza dalla sua scrivania, il corpo muscoloso si muove verso di me con sicurezza e determinazione. I suoi occhi blu sono di ghiaccio. Cerco di parlargli mentre si avvicina alla porta, ma il suo sguardo letale è uno schiaffo e mi ammutolisce.

    Poi, mi sbatte la porta in faccia e so, senza ombra di dubbio, che Harrison mi ha battuta sul tempo. Ho fatto troppo poco troppo tardi. Avrei dovuto parlare con Dominic molto tempo fa, ma non sembrava mai il momento giusto. Col senno di poi, non c’è mai effettivamente il momento giusto per dire a qualcuno che sei stata mandata a distruggerlo. A farlo innamorare di te per renderlo più vulnerabile al tradimento. A fingere di essere la sua sottomessa solo per dimostrare che non è davvero un dominatore.

    Ma lui lo è—lui è il mio Dom.

    Non riesco a respirare ed inizio subito ad iperventilare. Dana sa cosa sta succedendo visto che ha sentito le parole di Cheryl, ma viene comunque in mio soccorso. Mi aiuta a sedermi e mi parla con calma per farmi respirare più regolarmente, finché torno a vedere e a controllare la respirazione. Quando la guardo, mi aspetto di vedere odio e disapprovazione, ma trovo, invece, comprensione e solidarietà.

    Dovrai dargli un po’ di tempo, Sophia. In questo momento, non darà ascolto alle tue spiegazioni, dice Dana, come se sapesse tutto. Con il tempo, ti ascolterà. Dopodiché, dovrai rispettare la sua decisione, qualunque essa sia.

    Non posso far altro che annuire. Ha ragione—in questo momento, non mi darà ascolto. Dallo sguardo glaciale e arrabbiato con cui mi ha appena guardato, non c’è modo che ascolti la mia versione della storia tanto presto.

    Capitolo 2

    Capitolo Due

    Il peggior giorno della mia vita ha avuto luogo quasi tre settimane fa. È stato il mio giorno del giudizio, il Giorno-Dom , quando ho perso il mio Dom. Non lo vedo da quando mi ha sbattuto in faccia la porta del suo ufficio. È scolpito per sempre nella mia mente e nel mio cuore. Il suo fisico scolpito, insieme al suo volto bellissimo, tormentano tutti i miei sogni. I suoi occhi blu si scuriscono per la lussuria e si illuminano per la risata. I tatuaggi che adornano il suo petto sono creati da intricati motivi, colori e forme. Il suo sorriso sensuale e l’eco dei suoi gemiti riempiono la mia mente. Mio Dio, mi fa male il petto per la perdita che ho subito.

    Cheryl aveva spostato il mio ufficio su un altro piano, quindi non avevo nemmeno potuto incappare accidentalmente in lui. Avevo origliato un paio di capi-dipartimento parlare e dicevano che lui si era preso una lunga vacanza dopo tutto ciò che aveva passato, tra l’incidente e l’incendio alla casa.

    Non sapevano che io fossi lì, ad origliare, cercando di raccogliere tutte le informazioni possibili su di lui. Per fortuna, non dissero che la sua assenza fosse colpa mia. L’ordine restrittivo stava, evidentemente, funzionando bene visto che la maggior parte degli impiegati non mi avevano trattata in modo diverso. Ovviamente, alcuni sapevano e sentivo i loro sguardi giudicatori e penetranti anche quando sorridevano e cercavano di comportarsi normalmente.

    No, Dominic aveva pianificato due settimane di vacanze ai Caraibi. Adesso è tornato, dice Darren al telefono. Non è in ufficio, Rich. Questa settimana si trova nella struttura del Tennessee e tornerà la settimana prossima.

    Il mio cuore corre veloce e mi sento mancare. Mi aggrappo allo stipite della porta per ritrovare l’equilibrio ed ascoltare la conversazione di Darren. No, Rich, non credo che acconsentirà ad un’altra settimana a San Diego così presto. Cosa posso fare per lei?

    Sapendo che Darren ne avrà per un po’ al telefono con Rich, mi ritiro nella solitudine del mio nuovo ufficio. Starmene seduta qui da sola è diventato una sorta di nuovo passatempo per me. Gestisco ancora tutto il mio lavoro e, per quanto possibile senza creare sospetti, di quello di Dom, ma nulla distoglie l’attenzione dal mio uomo. Mi passano per la testa sempre gli stessi pensieri e mi stanno facendo impazzire. Lasciando cadere la testa tra le mani, stringo forte gli occhi e cerco di bloccarli fuori, ma, come ogni volta, non funziona.

    È davvero finita tra noi?

    Ha smesso di amarmi?

    Toccherò mai di nuovo il suo viso?

    Cosa farò se l’ho perso per sempre?

    Sophia, mi hai sentito? tuona una voce maschile dalla porta.

    Alzando velocemente la testa, mi rendo conto che, probabilmente, sembra che mi sia addormentata sul lavoro e mi accascio ancora un po’ sulla mia poltrona. No, Darren, scusa. La testa mi sta uccidendo. Cosa hai detto?

    I suoi occhi si ammorbidiscono e il suo tono si fa empatico per me e per la mia evidente sofferenza. Mi spiace, Sophia. Non volevo urlare peggiorando le cose.

    Non l’hai fatto, replico calorosamente. Cosa posso fare per te, Darren?

    "Ha chiamato Rich Daltry della D-Force Games. Quel tipo è impossibile. Non so come faccia Dominic a sopportarlo, dice Darren senza sosta. Comunque, potresti recuperare il contratto e controllare nuovamente i termini, incluso i cambiamenti dell’ultimo minuto?"

    "Certo, Darren. Sono sicura di ciò che è stato

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