Cortile
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Anteprima del libro
Cortile - Marco Pedroli
Indice
Bidone
Brivido
Bicipite
Icaro
Ufi
Vertigo
Kilafà
Salamini
Scintilla
Pirati
Sacramento
Bomba
MARCO PEDROLI
CORTILE
Titolo | Cortile
Autore | Marco Pedroli
ISBN | 9788827864197
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.
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A Carlo e Anita
Per i bambini della mia generazione avere dieci o undici anni non aveva lo stesso significato. Per quanto la doppia cifra autorizzasse il portatore a distinguersi dalle imbarazzanti età mononumerali, nello zero della decina persisteva un fastidioso strascico d’infanzia, una macchia di latte.
Il doppio uno invece era tutta un’altra cosa. Sapeva già di parolacce e impennate sulla provinciale, di adolescenza insomma. Cresima e scuole elementari alle spalle, ci si addentrava in un mondo nel quale l’imperativo era mostrarsi subito a proprio agio per non tradire la paura delle nuove sfide. Che sarebbero arrivate con il bisogno di affermazione nel confronto quotidiano coi propri simili e gli adulti, maschi o femmine che fossero. Memorie che affiorano impietose, ora esilaranti ora struggenti, dischiudendo il loro potenziale evocativo e narrativo. Lo stesso che mi ha dato lo spunto per scrivere queste storielle.
Bidone
In certi pomeriggi estivi quando l’afa toglie la voglia d’impegnarsi in giochi troppo elaborati o movimentati, si finisce talvolta per lanciare sassi. Non importa perché e tanto meno dove; dentro una carriola o contro un albero fa lo stesso, s'individua il bersaglio e si tira ripetendo senza badarci un gesto antico come l’uomo.
Era questa l’occupazione a cui senza troppo entusiasmo si stavano dedicando anche Andrea ed Enrico lanciando pietre nel lavatoio, quando furono raggiunti dai gemelli Francesco e Giampiero. Enrico, che dei quattro era il più piccolo, in quel momento fu richiamato dalla madre.
Enrico, a casa!
lo provocò in falsetto Francesco.
E tu, non torni dalla mammina?
domandò Giampiero ad Andrea, imitando il tono del fratello.
Andrea che non sopportava di essere trattato come un pivello gli rispose seccamente.
Lo decido io quando tornare a casa, capito?
Ooh!
fecero in coro i gemelli facendo un passo all’indietro. Poi si sedettero al suo fianco e per un po’ tirarono sassi nell'acqua insieme a lui.
Basta, mi son rotto le palle!
esclamò a un certo punto Francesco che aggiunse: Andiamo!
Pur non sapendo se l’invito riguardasse anche lui, Andrea si alzò e li seguì in direzione della rimessa. I fratelli se ne avvidero e sulle prime fecero finta di niente. Poi, d’intesa presero a vantarsi di quanto fosse cambiata in meglio la loro vita da quando avevano undici anni. Muscoli, peli, ragazze e chi più ne ha più ne metta. A sentirli sembravano molto più grandi di Andrea, dal quale li separava una differenza di appena un anno e mezzo. Eppure più questi li ascoltava più si rodeva di non poter far parte del loro club. Giampiero gli mise una mano sulla spalla.
E comunque non conta l’età per essere grandi, lo sai?
Andrea che non desiderava altro gli domandò cosa dovesse fare per accelerare la pratica di ammissione.
Una prova!
rispose Francesco.
Cioè?
Una prova di coraggio e precisione!
Andrea si disse subito d'accordo, incurante di cosa si trattasse mentre i gemelli si scambiavano occhiate sornione. Fu così che lo invitarono ad appostarsi con loro dietro la rimessa. Da lì si misero a sbirciare le auto in transito sulla provinciale. Andrea sulle prime non capì, poi ci pensò Giampiero a chiarirgli le idee.
Si dichiara il colore della macchina e si tira, come a carambola!
disse mettendogli un sasso in mano.
Andrea ricevette perplesso la pietra e poco dopo la lasciò cadere per terra. Francesco scosse la testa rivolgendosi al fratello.
Cosa ti avevo detto? Nove anni…
Niente, non è pronto!
concluse sconsolato Giampiero.
I due presero a lagnarsi del tempo che avevano già perso, che era inutile insistere coi più piccoli e così via. Finché Andrea si risolse a raccogliere sia il sasso che la sfida. Francesco e Giampiero per prima cosa si complimentarono per la decisione, poi s’imposero come primi tiratori costringendolo ad attendere il suo turno. Andrea li osservava impaziente mentre quelli balzavano fuori da dietro la rimessa in posture da film d’azione che terminavano però in lanci inspiegabilmente bislacchi.
Ma come! Cecchini che fino al giorno prima avrebbero centrato un barattolo da venti metri ora non riuscivano nemmeno a raggiungere il marciapiedi antistante! Non poteva crederci.
Lo stupore di Andrea fece presto il paio con il desiderio di dimostrare ad entrambi quanto l’impresa in realtà fosse un gioco da ragazzi.
Tocco io!
insisteva facendosi avanti.
Ma i gemelli lo fecero attendere ancora. Ad ogni tiro sbilenco imprecavano ad arte fino a quando Andrea, che nel frattempo friggeva per la voglia di provare, li convinse che fosse il momento di farsi da parte ed assistere al suo tentativo di lancio.
Marrone!
esclamò.
Pum!
rispose la portiera della Fiat 127 centrata dal sasso.
Voltandosi con un sorriso trionfante, Andrea si predispose a raccogliere il dovuto riconoscimento ma si accorse che dei gemelli non vi era più traccia. Un istante dopo si rese conto che non sarebbe comunque rimasto da solo. Dall’auto accostata infatti vide scendere un energumeno che dopo aver controllato l’ammaccatura raccolse da terra il proiettile, lo soppesò e prese a guardarsi attorno per capire da dove fosse provenuto. Andrea lo vide dirigersi ingrugnato, il sasso in pugno, verso il cortile che in quell’istante non avrebbe più potuto attraversare per rifugiarsi in casa. Il passo da predatore a preda talvolta è più breve di quanto sembri.
Non sapendo dove riparare tornò indietro ed entrò nella rimessa. Tra damigiane vuote e scaffali colmi di ogni ciarpame, notò un bidone dell’immondizia. Senza pensarci due volte ci s’infilò. L’aria al suo interno era fetida ma in quel momento nulla avrebbe potuto convincerlo ad uscire. Vi rimase tappandosi il naso e